secolo xix
Iniziativa dell' Unione Commissione parlamentare per il G8 90 senatori chiedono l'impegno di Prodi
GenovaSi va verso l'istituzione di una commissione parlamentare d'inchiesta sui fatti del G8. Lo ha fatto capire il sindaco di Genova, Giuseppe Pericu: «Il Comune l'ha sempre chiesta. L'accertamento delle responsabilità politiche non è compito del giudice di un tribunale. Sul G8, infatti, ci sono responsabilità politiche che solo il parlamento può accertare». Pericu ha parlato a margine della tavola rotonda, "Genova: quale sviluppo sostenibile", commentando la dichiarazione del coordinatore del Programma dell'Unione Andrea Papini.
La richiesta di inserire nel Programma dell'Unione la proposta di istituire una commissione parlamentare d'inchiesta ha costituito anche il testo di una lettera inviata a Romano Prodi e firmata da novanta senatori della coalizione, tra cui il titolare dell'iniziativa, il senatore genovese Aleandro Longhi (Ds) e i capigruppo Angius (Ds), Bordon (Margherita), Malabarba (Rifondazione), Marini (Sdi), Boco (Verdi), Marino (Comunisti italiani), Filippelli (Udeur). Tra gli altri firmatari, anche Peterlini per le autonomie, Salvi (Ds), Occhetto e ben 54 senatori dei Ds, 20 della Margherita, e l'intero gruppo dei Verdi. «Riteniamo che il popolo italiano debba sapere che cosa è successo in quei tragici giorni e in particolare perchè l'onorevole Fini ed altri parlamentari di Alleanza Nazionale si siano recati al Forte di San Giuliano e quali direttive abbiano importate». Lo staff di Prodi avrebbe informalmente fatto sapere che la risposta dovrebbe essere positiva, cioè che la commissione si farà.
Ieri intanto, nel Tribunale di Genova, c'è stata una nuova udienza del processo per la sanguinosa irruzione della polizia nella scuola Diaz. Nel processo sono imputati 29 poliziotti, tra dirigenti e capi squadra, accusati a vario titolo di lesioni gravi, calunnia, falso e irruzione arbitraria.
L'udienza è cominciata con la deposizione dell'inglese Norman Blayr, che durante l'irruzione delle forze dell'ordine si trovava al primo piano della scuola: «Era appena passata la mezzanotte quando i poliziotti mi sono venuti addosso, cominciando subito a picchiarmi, poi mi portarono nella palestra che era già un lago di sangue. Eravamo tutti in preda alla paura perchè non sapevamo che cosa ci sarebbe potuto accadere in quel contesto dove erano stati calpestati tutti i diritti dei cittadini».
Un'altra deposizione è stata quella di Elisabetta Menegon, che ha detto di non aver visto ragazzi che opponevano resistenza ma solo persone che paravano i colpi: «La reazione della polizia è stata fuori dalla realtà rispetto al nostro comportamento».
Il processo è stato rinviato al 17 marzo.
20/01/2006
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