[NuovoLab] dal forum sociale del Mali

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a causa del grave lutto che lo ha recentemente colpito, Vittorio Agnoletto,
europarlamentare della Sinistra unitaria europea, ha dovuto disdire la sua
partecipazione al Forum sociale mondiale 2006 di Bamako, in Mali, dal 19 al
23 gennaio. É però presente al summit il suo assistente, Giosuè De Salvo,
che scriverà dei brevi resoconti sullo svolgimento del Forum. Di seguito vi
invio il primo «flash» dal vertice africano.

Saluti solidali,

Barbara Battaglia, addetta stampa di Vittorio Agnoletto

tel. 02 87395155, cell. 3494354984

NB: Tutti i notiziari saranno inseriti nella sezione "articoli" del sito
web www.vittorioagnoletto.it (Per altre informazioni: www.fsmmail.org)



Diario dal Forum sociale mondiale di Bamako, Mali - 1



«I BUONI AUSPICI DEL FORUM DI BAMAKO»



Bamako, 18 gennaio 2006 - ”Il più grande rimprovero che rivolgo allo
pseudoumanesimo è quello di avere per troppo tempo trascurato i diritti
dell’uomo, di averne ancora una concezione ristretta e parcellare,
secondaria e parziale e alla fine dei conti candidamente razzista”.

Aimè Cèsaire, anni ‘50

Oggi, con il prologo della Conferenza internazionale sul 50° anniversario
della costituzione del fronte di Bandung, si apre ufficialmente il capitolo
africano del VI Forum sociale mondiale. Per i prossimi cinque giorni Bamako
sarà il centro vitale della società civile africana e luogo eletto dai
movimenti sociali continentali nel coordinare le loro lotte con quelle
asiatiche e latinoamericane. Seppur declinati secondo una sensibilità
locale, i temi che si intrecceranno nelle centinaia di plenarie, seminari e
laboratori previsti sono formulati su scala globale e concordati con i
programmi degli altri due forum policentrici di Caracas e Karachi:
Guerra e militarizzazione, sicurezza e pace;
Liberismo mondializzato: nuovo apartheid e pauperizzazione;
Aggressione delle società contadine;
Alleanza del patriarcato e del neoliberismo per la marginalizzazione delle
lotte delle donne;
Cultura, media e comunicazione: critica e ricostruzione;
Distruzione degli ecosistemi, biodiversità e controllo delle risorse
essenziali;
L’ordine internazionale: le Nazioni Unite alla prova dell’egemonia dei
potenti;
Commercio internazionale, debito e politiche economiche e sociali;
Lotte sociali, diritti sociali e umani, organizzazioni sociali e diritti
politici;
Alternative: le condizioni per un progresso sociale e democratico e per la
riabilitazione della sovranità dei popoli.

L’Africa è la parte più vulnerabile del pianeta e già oggi offre l’immagine
di ciò che sarà il mondo dominato dal capitalismo selvaggio e dal
saccheggio delle risorse naturali. La distruzione del legame sociale,
generata dalle politiche economiche imposte dal Fondo monetario
internazionale e dalla Banca mondiale negli ultimi venticinque anni, è per
gli altri popoli del mondo una precisa indicazione sull’esito del
neoliberismo.

Il Forum mondiale di Bamako rappresenta quindi un’occasione imperdibile di
mostrare il volto nuovo di quelle donne e quegli uomini africani che giorno
dopo giorno resistono, lottano contro politiche governative che attentano
alla loro sovranità e li vogliono ancora una volta schiavi. Schiavi del
debito, delle Borse di Londra o New York, delle fabbriche con zero regole,
di una retorica senza fine sulle libertà essenziali.

Per Aminata Traorè, ex ministra della Cultura del Mali e oggi membro del
comitato organizzatore del forum, l’obiettivo è quello di «rileggere e
ridisegnare l’Africa per sottrarla al discorso pietistico, bugiardo e
demotivante di chi detiene l’egemonia delle idee, come della finanza e dei
politici africani, che ne sono l’eco».

Questa è la sfida che ha chiamato a raccolta singoli e organizzazioni della
società civile, che proveremo a raccontare nei prossimi giorni.