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Documento conclusivo approvato dal IV congresso CGIL provinciale di Lucca

Il Congresso della CGIL provinciale di Lucca, riunitosi a Forte dei Marmi nei giorni 12 e 13 Gennaio 2006, considera di fondamentale importanza e di grande attualità, a cento anni dalla nascita della CGIL, i valori della democrazia e dell'emancipazione del lavoro, richiamati dalla relazione del segretario generale uscente, dagli interventi e dalle conclusioni della segretaria regionale Daniela Cappelli.
Il Congresso sottolinea il vasto consenso che il documento nazionale ha registrato nelle assemblee di base da cui emerge forte la richiesta alla CGIL di consolidare e rafforzare la linea, fatta di contenuti e di grandi lotte, emersa in questi ultimi anni, del no alla guerra e alla globalizzazione selvaggia, del no alla devastazione della Costituzione e alle politiche neoliberiste, del no all'attacco ai diritti, del no alla precarizzazione del mercato del lavoro, per uno sviluppo diverso basato sulla qualità del lavoro e del prodotto, dell'innovazione e della ricerca, per una società più giusta e solidale. Il Congresso evidenzia i punti fondamentali delle scelte strategiche della CGIL: il no alla guerra e al terrorismo, la richiesta del ritiro immediato delle truppe militari di occupazione, a cominciare da quelle italiane, dall'Iraq e da tutti i paesi occupati, la necessità di un nuovo e più forte ruolo del sindacato a livello europeo e internazionale e di nuove regole per il commercio internazionale basate su precise clausole sociali, ambientali al cui centro stia il rispetto dei diritti umani e sindacali, di una nuova strategia contrattuale e una svolta nelle politiche economiche e sociali.
Si mettono in evidenza in modo sintetico i punti fondamentali di svolta strategica di questo Congresso: il nuovo orientamento in materia di contrattazione salariale, nell'ambito della riconferma dei due livelli di contrattazione, in base al quale le rivendicazioni salariali non sono più vincolate ai tetti programmati d'inflazione, la richiesta di una riforma fiscale che restituendo soldi ai lavoratori dipendenti e pensionati, a cominciare dai redditi medio-bassi, colpisca le rendite finanziarie e immobiliari, la richiesta di abrogazione della Legge 30 e l'estensione dei diritti, a cominciare dall'art. 18, e delle tutele, a cominciare da CIGS, mobilità, formazione, per i lavoratori delle imprese al di sotto dei 15 dipendenti, la condivisione del contratto a tempo indeterminato come tipologia contrattuale di riferimento da adottare, il miglioramento dello stato sociale e una sua riqualificazione, un nuovo ruolo dello Stato nelle industrie strategiche e una ripubblicizzazione dei servizi, uno stop alle privatizzazioni e alle esternalizzazioni nella P.A., una nuova politica della scuola e della formazione, a partire dall'abrogazione della controriforma Moratti, una nuova politica dell'accoglienza per i migranti, a partire dall'abolizione della legge Bossi-Fini e dalla chiusura dei CPT. La questione della democrazia sindacale, in questo ambito, riveste un ruolo centrale nei suoi aspetti di democrazia nell'organizzazione, tra le organizzazioni e nel rapporto con i lavoratori. Vi è la necessità di regole e normative sulla rappresentanza e sulla democrazia sindacale che debba prevedere percorsi certi e trasparenti nell'elaborazione delle piattaforme e nelle firma degli accordi, dove l'ultima parola, in modo certificato e vincolante per tutti spetti ai lavoratori. La CGIL è impegnata da subito a praticare comunque questi orientamenti, senza eccezione alcuna.
Il Congresso invita la CGIL a dare continuità allo sciopero generale attuato recentemente contro la Finanziaria del Governo Berlusconi prevedendo insieme a Cisl e Uil ulteriori iniziative di mobilitazione e di lotta contro la politica dei tagli allo stato sociale e agli Enti Locali e contro le politiche liberiste, a sostegno della nostra piattaforma nazionale e del rinnovo dei contratti a cominciare da quello dei metalmeccanici. Non basta un sia pur augurabile e necessario cambiamento di classi dirigenti sul piano politico, serve una nuova etica della politica e dell'economia e una riprogettazione del futuro del paese, in discontinuità forte con le attuali scelte economiche, sociali e istituzionali, con più libertà, più democrazia, più lavoro, più diritti, più benessere e più eguaglianza, esattamente il contrario di quello che è avvenuto in questi ultimi anni.
In questo quadro rivestono un particolare significato l'emergere di un movimento delle donne a difesa della legge 194, con la manifestazione nazionale a Milano e la contemporanea manifestazione per i Pacs. Non dobbiamo nasconderci come da molte assemblee di base sia emerso, in modo chiaro e preoccupante, un profondo e prolungato malessere operaio effetto combinato della destrutturazione e ristrutturazione di interi comparti, di singole aziende, della precarietà occupazionale, del peggioramento delle condizioni di lavoro e dei bassi salari e della perdita del potere di acquisto che ha colpito settori del lavoro dipendente e soprattutto pensionati, per i quali si pone l'esigenza di prevedere un miglioramento delle condizioni. In questi ultimi anni abbiamo fatto grandi scioperi e grandi lotte per difendere sacrosanti diritti come l'art.18 e altri per contrastare lo smantellamento dello stato sociale anche con importanti risultati di difesa rispetto all'attacco concentrico teso a colpire diritti fondamentali e a isolare la CGIL. Il fallimento del Patto per l'Italia e il grave declino economico e sociale stanno oggi a dimostrare la validità delle nostre ragioni e la necessità della nostra lotta. Occorre riconoscere però che complessivamente non siamo riusciti a invertire la tendenza di un complessivo arretramento sul versante della redistribuzione della ricchezza, dei diritti, degli orari, della condizione complessiva del lavoro. Lunga è la china che occorre risalire e questo oggi diventa il passaggio necessario che le lavoratrici e i lavoratori chiedono: riprendere e rafforzare l'iniziativa, riconquistare terreno, estendere diritti, recuperare condizioni salariali e normative più avanzate, fermare il declino economico e il degrado sociale, cambiare strada, In questo contesto è utile riallacciare i collegamenti con i movimenti che criticano la globalizzazione liberista, tessere legami con le lotte dei lavoratori anche distanti da noi, solidarizzare con i popoli che lottano per la loro autodeterminazione nelle varie parti del mondo, dai palestinesi all'America Latina.
- A livello locale occorre definire un progetto di lavoro sulle priorità del nostro territorio, in grado di dare continuità alle iniziative di lotta e contrattazione finora sviluppate. La definizione di questo progetto deve affrontare, in via prioritaria, le questioni dello sviluppo ecocompatibile, dell'uso del territorio finalizzato al miglioramento del benessere collettivo, della ripubblicizzazione dei servizi, della proprietà e gestione pubblica dell'acqua, dell'impegno per il superamento del sistema degli inceneritori attraverso una valorizzazione della raccolta differenziata ed una riduzione alla fonte dei materiali non riciclabili, di una nuova politica della casa e di contrasto delle povertà, di una nuova politica dell'accoglienza per i migranti, del rafforzamento dell'area diritti, artigianato,piccole imprese, immigrazione e lavoratori atipici ed insieme a queste deve prevedere lo sviluppo di iniziative sindacali miranti alla salvaguardia e prevenzione per la sicurezza sui luoghi di lavoro, per quanto riguarda il mercato del lavoro, le priorità sono rappresentate soprattutto dalle donne in cerca di lavoro o espulse dai processi produttivi e inoltre dai giovani e dagli immigrati. Nell'ambito della definizione del progetto politico locale la CGIL riconferma il suo impegno per il rafforzamento della sua presenza nel territorio e nelle Zone, per proseguire nel processo di rinnovamento dei gruppi dirigenti e per valorizzare la presenza femminile all'interno dell'organizzazione. Pertanto nel progetto politico-organizzativo che dovrà essere ridefinito, come è emerso dal dibattito, dovrà essere previsto un particolare impegno per il rafforzamento delle Zone, ognuna con le sue specificità. Il progetto organizzativo dovrà collegarsi alle evoluzioni in atto sul piano isitituzionale con l'ormai prossima attuazione del Circondario della Versilia.

Il Congresso considera la democrazia un valore fondante dell'organizzazione e del suo rapporto con i lavoratori. Il Congresso quindi conferma che tutte le assemblee dei lavoratori, congressuali e non, sono luoghi di alto valore democratico di confronto dove tutti i partecipanti hanno diritto ad esprimere il loro punto di vista. I documenti che emergono dalle assemblee dei lavoratori sono documenti sindacali e in quanto tali devono essere discussi e valutati in tale ambito, e così, insieme a tutti gli altri, deve essere considerato il documento approvato dai lavoratori della Savema. Ogni strumentalizzazione è inaccettabile. Qualora i documenti emersi dalle assemblee dovessero prestarsi a interpretazioni controverse si dovrà prevedere un percorso tempestivo di discussione e valutazione con le RSU e i lavoratori interessati nonché negli organismi dirigenti. Questo orientamento democratico è condiviso e impegna l'intera organizzazione e deve essere l'unico percorso valido.
- Infine il nuovo Comitato Direttivo eletto dal Congresso dovrà definire percorsi e modalità con cui si andrà al ricambio del segretario generale al momento della statutaria scadenza del mandato, alla definizione dei nuovi assetti e alla definizione del progetto politico. Nell'ambito di questo percorso è riconosciuta la pari dignità e opportunità alle aree programmatiche.

Forte dei Marmi, 13 gennaio 06