[NuovoLab] Acquasola in Consiglio Regionale, ovvero: I nostr…

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Autor: Roberto Faure
Data:  
Para: forum sociale di genova
Assunto: [NuovoLab] Acquasola in Consiglio Regionale, ovvero: I nostri soldi per devastare il parco.
L’Acquasola ovvero il neoliberismo nel giardino sotto casa.



Davanti ad un cantiere che rifaceva un marciapiede già prima efficiente, un
anziano ieri diceva: hanno chiuso le fabbriche, ora scassano e rifanno
strade e giardini, ma invece di fare case fanno parcheggi. In tutta italia i
signori del mattone sono all’assalto. Anche a Genova, dove cantieri degni
del 1800 si moltiplicano ovunque, non altrettanto le tutele per i lavoratori
edili.

E’ più di un anno che i “mastini” dell’Acquasola si affrontano e non
mollano: Comune, Ansaldo, Sistema Parcheggi Srl contro gli abitanti.

Da una parte, i “poteri forti” della città, cioè le famiglie dei ricchi
genovesi che cercano di racimolare soldi con la vendita dei beni pubblici
rimasti; ossequiosa, la maggioranza di turno che governa il Comune e la
Regione provvede alle “carte” necessarie: delibere, cartine, relazioni
chilometriche ed altri mezzi di disinformazione in cui nessuno possa capire
una parola; I giornali cittadini provvedono a fare la loro parte, incuranti
dell’assurdo e certi che la menzogna raccontata un milione di volte diventa
verità.

La chiusura del parco dell’Acquasola con un cantiere che si prevede secolare
e il taglio degli alberi, sul quotidiano “Il Secolo XIX” diventano
“miglioramento”, “restyling” et similia. La Repubblica – Il Lavoro segue
ferrea la consegna del silenzio che viene dal maggiore partito genovese;
sulla questione il “quotidiano genovese” dà voce soltanto all’assessore all’
incremento del traffico, Merella.

Dall’altra parte della barricata, una curiosa ma implacabile accozzaglia di
madri, vecchietti, militanti di partiti ed organizzazioni stagionate,
carampane di castelletto, sindacalisti di seconda generazione e varie teste
dure, tutti in cerca di una “giustizia” che ovviamente non alberga nei
palazzi della politica provinciale di questa come di tante città del mondo.
Tutti allibiti e spaventati dalla caparbietà della “amministrazione
progressista”. Tutti ben consci che una amministrazione di centrodestra
avrebbe fatto le stesse cose, cambiando i ruoli del teatrino maggioranza –
opposizione.

Nelle brumose mattine in cui gli scherani della Genova Parcheggi Srl e dell’
Ansaldo mandavano svogliati operai ad asfaltare o transennare il parco dell’
Acquasola, mentre correvamo col cuore in gola al Parco dopo la solita
telefonata di disperato allarme, abbiamo imparato molto. E finora abbiamo
resistito al peggio, anche se le recinzioni per parcheggi in superficie
continuano ad aumentare, malgrado le promesse dell’Assessore Margini.

Chi ha vissuto questa cupa avventura, con ottusa determinazione, ora conosce
meglio l’apparato che “governa” questa città di Genova.

Dalla -gloriosa- Val di Susa al giardinetto sotto casa, il fine ed il
procedimento è sempre lo stesso, ed è l’essenza locale del neoliberismo.

Come tra gli altri annotava Giulietto Chiesa, il neoliberismo è:
appropriazione del risparmio e del bene pubblico; insofferenza di ogni legge
o regola; controllo ferreo dei mezzi di comunicazione.

Tutto ciò senza produrre nulla, in quella che il nobel Galbraith ha chiamato
l’”economia della truffa”.

Gli spietati “Capitani di industria” del passato hanno governato con la
violenza e col denaro, dando in cambio ai loro sottoposti l’abbondanza delle
merci che l’umanità fino al medioevo non aveva mai conosciuto.

Oggi che le macchine danno ad una certa fetta di popolazione mondiale l’
alluvione delle merci, i nuovi padroni ed il loro apparato politico, per
accumulare soldi extra rendono privato ciò che era pubblico, dando in
cambio solo qualche frettolosa illusione, nel teatrino dei pupi delle
televisioni e dei giornali locali e nazionali.

Pare lecito fare un parallelo malgrado la differenza quantitativa delle due
situazioni: Il treno veloce in Val di Susa e il parcheggio all’Acquasola
sono l’ultima delle preoccupazioni dell’apparato politico economico che
assalta queste località; l’ossessione in entrambi i casi è transennare,
mettere recinti allo spazio pubblico, arraffare finanziamenti e far
dimenticare tutto.

Lo abbiamo visto all’Acquasola, lo abbiamo visto in Val di Susa. Questo
perché le ridicole leggi che regalano i soldi pubblici (della Unione Europea
per la Val di Susa, della Regione Liguria per l’Acquasola) per devastare,
hanno sempre una interessante clausola simbolica: fingete di iniziare i
lavori recintando e noi vi diamo i soldi.

Senza i soldi pubblici, in entrambi i casi non si scava una palata di terra.

Infatti senza i soldi della Regione (2,65 milioni di euro) l’operosa Sistema
Parcheggi Srl (appaltatrice della devastazione all’Acquasola) non pianta un
chiodo. E noi ormai scafati “Guardiani del Parco” dell’Acquasola sappiamo
benissimo che la madre di tutte le battaglie si gioca in Regione: se il
consiglio regionale regala i soldi pubblici, inizieranno i lavori a costo di
manganellare i bambini.

Poi si troveranno reperti archeologici in multistrato, qualche munifica ed
autorevole personalità–un vescovo?- si accorgerà dell’infamia passando dall’
Acquasola con la sua carrozza e lancerà acute grida, e chissà che altro:
devastato il parco, il cantiere diventerà un eterno cimitero degli elefanti,
pieno di automobili tra i mucchi di terra, come ogni cantiere cittadino che
è sempre un parcheggio per gli amici degli amici.

Intanto i nuovi barbari si saranno spartiti in qualche vicolo oscuro quei
2,65 milioni di euro in contanti: in quanti dovranno dividersi la torta?
troppi, secondo noi; non vale la spesa.

Preti e anarchici, sindacalisti e sindaci di ogni partito si trovano sullo
stesso fronte in val di Susa, magari obtorto collo ma insieme. Nei cortei
per l’Acquasola, a fianco degli striscioni rossi dei tranvieri di
Rifondazione abbiamo sentito le signore in Tailleur dei quartieri bene dire:
“ma pensa, ci tocca andare in corteo coi comunisti!”.

Un nuovo interclassismo? certamente no, se a qualcuno piace a noi farebbe
presagire sconfitta.

Ma la riflessione è obbligatoria. Il potere delle multinazionali oggi
schiaccia senza ritegno chiunque non sia sul carro del comando. Ieri era
necessario il consenso di un folto gruppo sociale, coccolato e vezzeggiato,
se necessario armato dai padroni. Oggi il consenso collettivo, ben più
ampio, è garantito rapidamente ed industrialmente da un immenso apparato di
mass media totalmente asserviti.

Il “treno veloce” per la Val di Susa è una chimera che non serve a nulla per
chi legge queste righe, ma è uno dei miti creati dalle grandi imprese del
mattone e della ruspa.

Il sistema automobilistico esige la devastazione dell’Acquasola e di ogni
spazio pubblico per garantire l’eternità delle città - ingorgo. La merce per
eccellenza, l’automobile, ha colonizzato la mente dei maschi adulti con la
pubblicità martellante. Quale “amminisitrazione locale” oserebbe opporsi?

Al corteo dello sciopero generale il comitato ha portato uno striscione,
“giù le mani dall’Acquasola”, abbiamo distribuito un volantino.

Qualche operaio lo rifiutava, diceva: il parcheggio serve.

Un parcheggio gigante nel centro della città, ad attirare traffico ed
ingorghi. Per cacciare i bambini dall’ultimo parco nel centro di Genova.
Mentre si taglia il trasporto pubblico, e nulla si fa per il treno urbano.

Un parcheggio che probabilmente non esisterà mai, utile solo per
giustificare la devastazione e il furto del finanziamento regionale.

Chi le spiega queste cose a quegli operai che vedono l’automobile come
progresso, e tutte le sere guardano la televisione? Questo giornale non può
fare molto, ma farà la sua parte. (articolo per il Giornale del Circolo PRC
del Centro Storico, di prossima pubblicazione)



Roberto Faure