[Badgirlz-list] Adios Ramona

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Szerző: Errata
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Címzett: badgirlz-list
Tárgy: [Badgirlz-list] Adios Ramona
>
>San Cristobal de las Casas
>
>Alfio Nicotra [nostro servizio]
>
>Una nebbia fitta divorava le montagne intorno a San

Cristobal.
>
>Come il primo Gennaio 1994. Allora i soldati federali

non riuscirono a
>fermarla.
>
>Nella noche de los reyes, dodici anni dopo, a

fermarla ci ha pensato
un
>cancro contro il quale combatteva da tempo. Inutile

la corsa in
ambulanza
>verso l'ospedale: la comandante Ramona ha finito di

soffrire durante
il
>tragitto.
>
>La notizia è rimbalzata a Tonala, cittadina

chiapaneca sul Pacifico,
dove
>era in corso una tappa dell' Altra Campagna

zapatista. Il
Subcomandante
>Marcos, la voce rotta dall'emozione, l'ha annunciata

in una plenaria
>stracolma di persone.
>
>Le attività immediatamente sospese con la delegazione

dell'Ezln che è
>rientranta rapidamente verso Oventic dove si terranno

i funerali di
«una
>donna che annunciava nuovi mondi».
>
>Ramona non era una comandante qualunque. Era il

simbolo della lotta
delle
>donne indigene del Chiapas.
>
>Le "invisibili", quelle di cui non ti accorgi quando

cammini sui
marciapiedi
>della vecchia città coleta.
>
>Quelle piccole donne che ti appaiono tutte uguali nei

loro vestiti
tipici
>mentre, uno o due figli a tracolla, ti offrono

pulsere e coperte
colorate.
>Ci sono angoli delle strade dove stanno con la loro

mercanzia
collocata in
>modo da non ostacolare il passo. Ma quel giorno, quel

primo gennaio di
>dodici anni fa, furono loro a decidere che il passo

dei potenti, del
sistema
>neoliberista e di 500 anni di colonizzazione, doveva

essere arrestato.
>
>Così questa donna tzotzil, paliacate sul volto,

comandante di un
esercito di
>straccioni con poche armi ma dignità da vendere,

guidò gli insurgentes
nel
>palazzo della municipalità di San Cristobal de Las

Casas.
>
>Monolingue - sapeva il suo tzotzil - apparve alle

cronache nella prima
>conferenza stampa dell'Ezln, fieramente in piedi

accanto ai comandanti
>David, Felipe, Javier, Moisés e Isaac.
>
>"Good morning world" sembravano dire quegli uomini e

donne seduti al
posto
>di comando dell'alcalde (sindaco) bianco di San

Cristobal.
>
>Un intero pianeta a cui era stata raccontata la

favola «del
capitalismo come
>fine della storia» si risvegliava sorpreso dalla

lunga notte di San
>Silvestro. Molti li guardavano con scetticismo come

se fossero
sopravvissuti
>da una epoca remota, quella delle guerriglie.
>
>Invece muovevano il passo verso il futuro con il loro

"Ya Basta" e il
>"camminare domandando". Quei piccoli piedi di Ramona

- mentre il male
oscuro
>già cominciava a devastarle il corpo- viaggiavano

spediti sui monti
della
>sua San Andres, mentre i caccia federali mandati da

Carlos Salinas de
>Gortari lanciavano bombe e spargevano terrore. E' la

comandante Ramona
- nel
>dialogo nella cattedrale nel 1995 tra Ezln e governoa

sedere alla
destra del
>mediatore Samuel Ruiz. Sulla sedia i suoi piedi non

arrivavano a
terra,
>eppure erano riusciti per la prima volta in 500 anni

a costringere un
>governo, corrotto e militarista, a mettersi a

discutere con "gli
ultimi
>degli ultimi".
>
>Quelle come lei, che si alzavano alle tre della notte

per preparare le
>tortillas al proprio marito e i figli, che nei

periodi di ristrettezza
- che
>sono sovente la regolarinunciano alla loro parte di

"comida" per darla
ai
>maschi, avevano bisogno però anche di una

"rivoluzione nella
rivoluzione".
>
>Per questo Ramona fu l'artefice della ley

revolucionaria de las
>mujeresemanata nelle comunità zapatiste.
>
>«Se gli indigeni sono l'ultima ruota del carro

-dicevale donne
indigene lo
>sono ancora di più».
>
>L'assalto al cielo di Ramona doveva fare i conti con

quel male
profondo che
>le divorava i reni e contro il quale la medicina

indigena non era
riuscita a
>far niente.
>
>La comandancia dell'Ezln e Marcos in persona

contrattarono per lei un
>salvacondotto umanitario per mandarla a farsi operare

a Città del
Messico.
>Ernesto Zedillo che dispose il salvacondotto, pensò

di sfruttare
questo
>"cedimento" degli zapatisti, per dimostrare che la

repressione del suo
>governo era tutta una invenzione di quel commediante

con passamontagna
e
>pipa che lo sbeffeggiava irriverente sulla stampa

nazionale ed
>internazionale. Quando il 12 dicembre 1996 Ramona

lasciò la Selva
salutata
>con tutti gli onori militari, il suo viaggio al

Distretto Federale si
>trasformò in un boomerang per il potere. Accolta a

Città del Messico
da una
>folla festosa, Ramona aveva fatto il miracolo di

essere la prima
comandante
>di un gruppo guerrigliero ancora in armi, a entrare

nella capitale
federale
>accompagnata da un consenso talmente vasto da

irritare l'inquilino de
Los
>Pinos (la residenza presidenziale). Nuove sofferenze

si preparavano
infatti
>per il suo popolo. L'orribile strage di Acteal fu

solo la punta
dell'iceberg
>di una guerra a bassa intensità combattuta - come ha

detto
recentemente il
>Sub «con intensità particolarmente alta». Lei rimase

lì nella
capitale,
>coperta dall'affetto dei compagni e delle compagne di

questa città
immensa.
>
>Fu qui che accolse Marcos e i suoi all'entrata dello

localo
capitolino,
>quando nella primavera del 2001 arrivò la marcia del

"color de la
tierra".
>
>Tornò ad essere comandante tra gli altri comandanti

per chiedere il
rispetto
>degli accordi di pace e la promulgazione della ley

indigena.
>
>Proposito tradito da un parlamento fellone, che votò

una legge sui
diritti e
>la dignità dei popoli indigeni che non prevedeva né

diritti né tanto
meno
>dignità per i popoli nativi del Messico.
>
>Tornò in Chiapas nonostante la malattia. Qui ha

voluto morire mentre
le sue
>compagne e compagni tentavano l'ultimo azzardo

zapatista: l'Altra
Campagna
>per costruire dal basso una forza politica di

sinistra chiaramente
>anticapitalista.
>
>Ci ricordiamo Ramona por su postura digna y orgullosa

ma anche per le
sue
>mani in eterno movimento, sempre ad intrecciare fili.
>
>Lei, ricamatrice di professione e guerrigliera per

passione, ha aperto
una
>strada per tutte le donne messicane.
>
>«Todos somos Ramona» gridavano al suo passaggio

mentre entrava a Città
del
>Messico. Sarà questo grido che l'accompagnerà nel suo

ultimo viaggio
>terreno.
>
>


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