SUDANESI MASSACRATI IN EGITTO: IL DIRITTO DASILO E ORMAI SOLO UN
RICORDO?
Non erano venti, come inizialmente riportato dalle agenzie di stampa, le
vittime tra i rifugiati e richiedenti asilo sudanesi, provenienti sia
dalle zone del Sud Sudan, sia dal Darfur, brutalmente caricati dalla
Polizia egiziana al Cairo lo scorso 30 dicembre: testimonianze oculari
di operatori umanitari presenti in loco parlano di almeno 60 corpi, ma
cè chi dice che siano almeno una novantina i morti, molti dei quali
ancora in attesa di un riconoscimento. Chi è sopravvissuto prima agli
attacchi con gli idranti e poi alle pesanti cariche uomini, donne,
vecchi, bambini si trova ora in stato di detenzione in prigioni
inaccessibili agli osservatori internazionali ed in attesa di una
probabile espulsione verso il paese da cui sono scappati per chiedere
protezione, il Sudan. Un esame delle domande di asilo da svolgersi in
tre giorni si può immaginare con quale accuratezza! è quanto ha
strappato lACNUR, lAgenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati,
forse per allontanare le voci che danno lAgenzia come responsabile
della richiesta di disperdere i circa 3.500 sudanesi che si erano
accampati davanti ai loro uffici al Cairo.
Quanto accaduto è lennesima dimostrazione di cosa succede quando si
pretende di esternalizzare il diritto dasilo a paesi troppo
sommariamente giudicati sicuri: in seguito ad un accordo tra il
Governo sudanese e quello egiziano, infatti, lEgitto considera come
immigrati clandestini tutti coloro che provengono da quel Paese,
nonostante si sia ancora lontani dallapplicazione concreta degli
accordi di pace tra Governo di Khartoum e movimenti del Sud Sudan che
dovevano porre fine a venti anni di guerra, e soprattutto con una
situazione di guerra aperta nella zona del Darfur: i colloqui in corso
proprio in questi giorni in Nigeria, sotto legida delle Nazioni Unite,
dellOrganizzazione per lUnità Africana e con la presenza di
rappresentanti dellUnione Europea non hanno finora portato ad una
soluzione: le richieste di autonomia dei movimenti del Darfur vengono
respinte da Khartoum, e nel frattempo si continua a morire o a fuggire
verso il Ciad e lEgitto.
Per questo i sudanesi presenti in Italia hanno deciso di convocare un
sit-in giovedì 12 gennaio alle ore 17.
giardini di Piazza San Marco (angolo piazza Venezia)
Per chiedere alla comunità internazionale:
* di accertare le responsabilità dellEgitto nelle brutali
uccisioni di persone inermi tra cui molti bambini, attraverso
uninchiesta indipendente;
* di fermare tutte le espulsioni dallEgitto verso il Sudan,
riconoscendo il diritto individuale allasilo senza respingere in blocco
le domande se presentate da persone di un particolare Paese.
Per chiedere allItalia e allUnione Europea:
* di non cancellare il diritto di asilo appaltandolo a paesi
che non garantiscono adeguati standard riguardo al rispetto dei diritti
umani;
* di approvare normative che garantiscano laccesso alle
procedure per il riconoscimento dellasilo, con forme di tutela durante
tutto liter e che escludano espressamente la possibilità di trattenere
il richiedente asilo in centri chiusi;
* di cancellare i vergognosi accordi di riammissione con paesi
come Egitto e Libia sostituendoli con accordi che prevedano anche il
trasferimento di richiedenti asilo da questi Paesi verso lEuropa con
corridoi umanitari adottati ad esempio durante la guerra in Kossovo;
* di offrire unaccoglienza dignitosa ai richiedenti asilo
presenti in Italia, senza abbandonarli a se stessi o buttandoli
per strada come avvenuto a Milano ai sudanesi che avevano occupato uno
stabile a via Lecco.
Promuove: Associazione Figli del Darfur
Aderiscono: Senzaconfine, ARCI Roma, Giuristi Democratici; Antigone;
Progetto Diritti; Chiama lAfrica; Confederazione Cobas; Stefano
Mencherini; Centro socioabitativo Vittorio Emanuele - Ostia; Gruppo
Verdi della Provincia di Roma; Circolo Territoriale Verdi XIII
Municipio; Commissione immigrazione romana e regionale del Lazio PRC;