Auteur: antonio bruno Date: À: ambiente_liguria CC: forumgenova, forumsociale-ponge Sujet: [NuovoLab] AMGA-AEM,
nasce il quarto gruppo italiano per acqua e energia
lavoro repubblica
Nasce il quarto gruppo italiano dei servizi con acqua ed energia. Da
nominare 34 amministratori equamente divisi fra le due città
Genova&Torino: via a tutto gas
Approvata in contemporanea dalle giunte la fusione Amga-Aem
Il nome verrà scelto dall´architetto Cerri, lo stesso che ha disegnato il
logo del 2004
Fatturato complessivo di 1,7 miliardi, 2.800 dipendenti. Presidente sarà
Roberto Bazzano
DONATELLA ALFONSO
NON ha ancora nome (lo studierà Pierluigi Cerri, lo stesso designer che ha
inventato il logo di GeNova 04) ma la super-holding dell´energia in cui si
fondono la genovese Amga e la torinese Aem parte con un "peso" di 1, 7
miliardi di euro, pari al fatturato delle due ex municipalizzate, e 2800
dipendenti, piazzandosi così al quarto posto nella classifica delle società
italiane dell´energia, dopo l´emiliana Hera, l´Aem di Milano e la romana
Acea. Via libera in effetto stereo dalle due giunte comunali riunite, che
approvano la delibera di indirizzo in contemporanea: «ha anche telefonato
il sindaco di Torino Chiamparino, ci siamo fatti gli auguri toccando ferro
perché le cose vadano bene» sorride Perìcu. Che racconta la difficoltà di
una lunghissima trattativa per arrivare a completare il quadro di una
holding finanziaria con sede a Genova che a sua volta ne gestisce una
industriale con base a Torino, da cui discendono quattro società operative,
dalle sedi equamente divise tra i due capoluoghi. Il difficile, spiega
Perìcu affiancato dal suo vice Alberto Ghio che ha curato tutti i dettagli
della lunghissima trattativa, è stato proprio garantire la
rappresentatività paritaria, tra due società che non sono partite alla
pari: decisamente più forte Aem sotto il profilo della produzione di
energia, Genova meglio orientata sul mercato italiano per quanto riguarda
gas ed acqua. Tanto che la valutazione del concambio (il valore del volume
di azioni controllate, che favorisce Torino) è ancora in mano agli advisor:
e non c´è ancora l´intesa, perché la proposta di 0.80 euro ad azione
proposto da Torino non è stato accettato ad Genova, che punta ad uno 0.87.
Questo spiega la complessità di un assetto incrociato che porta a 17 per
ogni città il numero degli amministratori da nominare, tolti i sindaci: in
totale 34 poltrone nei consigli di amministrazione e 9 nei collegi
sindacali. Prevedibile lo scatenarsi di una caccia al posto, anche se
dovranno essere ricollocati in buona parte i consiglieri uscenti;
prevedibile che nella holding industriale - una spa quotata in borsa con
sede a Torino, proprietà al 51% della holding finanziaria - presidente con
funzioni operative sia l´attuale a. d. di Amga Roberto Bazzano, mentre
l´amministratore di Aem Garbati manterrebbe il ruolo nella nuova società.
Dodici i consiglieri, 5 a testa e due di garanzia per i detentori del
flottante. La holding finanziaria - peraltro una srl, con due consiglieri
per città, tra cui un presidente di indicazione torinese - avrà invece sede
a Genova, ma presidente torinese: non è escluso che nei due consigli di
amministrazione entrino anche uno o più assessori dei comuni interessati.
Da qui, le quattro società caposettore, al 100% di proprietà e con 5
consiglieri ciascuna, due della città dove hanno sede e tre dell´altra. A
Genova toccheranno le società di approvvigionamento e vendita gas, energia
elettrica e termina e quella di gestione del servizio idrico integrato e
distribuzione gas. Spettano a Torino la società di produzione energia
elettrica e calore e distribuzione energia elettrica; e quella di servizi
agli enti locali e gestione infrastrutture per le telecomunicazioni.
Per i cittadini, la certezza di una nuova fase di sviluppo per Amga, dice
Perìcu; e la possibilità per tutti che, almeno nel 2007, la produzione in
casa di energia elettrica (Torino ne garantisce 8,5 milioni di kilowatt
l´anno, Genova uno) possa anche concorrere ad abbassare le tariffe, mentre
l´approvvigionamento di gas sarà sempre sicuro. Per i dipendenti, nessun
timore, assicura il sindaco: non pensiamo a traslochi, almeno non fuori
dalla città di appartenenza. Viaggeranno solo i membri dei cda, insomma,
confidando di snellire la struttura dopo due-tre anni, quando ci saranno
abbastanza garanzie per non temere sorprese dal socio paritario.