著者: schizo-mobile 日付: To: critical mass milano - crew ::: http://www.inventati.org/criticalmass/ ::: la rivoluzione non sara' motorizzata !!! 題目: Re: [Cm-milano] [Fwd: [sveglia_cittastudi] grillo e la bicicletta]
> | CriticaLL mASS NON INVADE IL CENTRO DELLE CITTA' OGNI
> | PRIMO SABATO DEL MESE. OGNI TANTO FA QUALCHE
> | MANIFESTAZIONE. sIETE UNA MANICA DI PIPPE ELITARIE E
> | SFIGATE
posto il seguente messaggio dalla lista cm-roma
perche' mi sembra che colga il punto
di un'evoluzione che, a mio parere,
si e' svolta malgrado tutte le previsioni
in maniera identica anche a milano.
cosi', giusto per riflettere sui cicli & ricicli
delle vicende umane.
caos.i@??? wrote:
> un paio di volte sono passata in ciclofficina per chiedere dei consigli,
> farmi aiutare e conoscere concretamente le persone e l'ambiente di cui leggo
> solo in lista.
> Ho percepito molta freddezza e mi sono sentita come un'estranea. Mi sono
> sentita sollevata quando sono andata via!
> La mia impressione è che, pur non accettando di essere considerati un gruppo,
> una manica di qualsiasi cosa, ma un appuntamento (?), voi "conduttori" e
> frequentatori assidui delle ciclofficine, lo siate diventati. E se si diventa
> gruppo è inevitabile che ci si chiuda all'esterno, che si perda qualche volta
> di vista che la realtà del gruppo non è l'unica. Ripeto, la sensazione che
> ho provato è stata di estraneità.
> Mi sarebbe piaciuto avvertire più disordine, caos, con-fusione. E accoglienza.
> So che sono solo delle mie impressioni ma, come ha detto qualcuno, " è il
> significato delle nostre esperienze a costituire la realtà, la cui consistenza
> ed i cui effetti dipendono dal nostro investimento e dalla nostra capacità
> di costruzione."
> Detto questo vi stimo perchè so che significa usare tutti i giorni
> la bici
> per spostarsi in una città che è molto lontana dall'essere civile per quanto
> riguarda quest' aspetto (l'altro giorno mi hanno addirittura sputato da una
> macchina...). Vi stimo perchè abbiamo tradotto in impegno quotidiano e in
> stile di vita (il passaggio non è automatico) la consapevolezza che abbiamo
> il dovere di rispettare l'ambiente e gli altri che, da questi stessi nostri
> stili di vita sono coinvolti anche a distanza di continenti.
> cordialmente :-)
From: Luigi Pirelli <l.pirelli@???>
conncordo... e sono allo stesso tempo in disaccordo.
quel che e' accaduto, ha delle date e messaggi precisi che gia'
delineavano il passaggio, e si tratta di un processo messo in atto (a
quel che vedo inconsapevolmente) gia' un'anno e mezzo fa! io
colpevolmente e consapevolmente non sono intervenuto, ammesso che
intervenire possa cambiare il corso delle emozioni... tanto che la
situazione che leggo, e' piuttosto generalizzata su buona parte delle
realta' romane e per certi versi anche di altre citta'.
con questo voglio dire che c'e' una componente fisiologica ed
"energetica" che porta alla formazione di intergruppi anche in
ambienti che piu' di altri defacilitano questa dinamica... la massa
appunto. e din effetti la massa e' stata l'ultima realta' ad essere
affetta da questo, a mio parere, cancro utile ai singoli individui a
proteggere e rafforzare la pripria identita' quando le energie (o
risorse) sono, si sono ridotte o autoridotte.
L'altra componente e' strettamente legata al dialogo identita'
individuale/struttura della citta' (Baumann)... qui purtroppo, citta'
come questa vivono la dualita' di far esplodere sia le opportunita'
che le possibilita' di chiusura, la seconda storicamente vince sempre
e si destruttura periodicamente a seconda delle riserve di energia
accumulate... "il respiro della citta'" energivora sia materialmente
che spiritualmente, fino a che punto la "provincia" sara' disposta a
rifornire le citta' di beni e carne umana si domanda Jared Dimond in
Collasso... e' un dato di fato che cio' accade, ed e' un dato di fatto
che, nell'attuale struttura sociale, le uniche efficaci azioni di
respiro collettivo e "popolare" sono avvenute fuori dalle
metropoli... vediamo Melfi, Scanzano, Val di Susa, tutte
caratterizzate da dinamiche microlocali (Magnaghi, progetto locale -
Latouche - Galtung, conf di Roma 2004).
Percio' mi domando... e' utile rammaricarsi delle dinamiche attuali
della massa, o queste sono sviluppi inevitabili se la massa si muove
in un contesto che offre solo specifici sbocchi "cognitivi"? puo'
svilupparsi il caos, un apprendimento creativo se il contesto limita
esso stesso lo spazio delle soluzioni? se non e' possibile avvicinarsi
alle soglie del possibile senza distruggere il contesto?
la citta', e' lo stesso limite della massa critica, con mopia mi/ci
siamo concentrati sulla dualita' Auto/Bici piu' che sull'aspetto del
magma relazionale teorizzata/praticata dalla Xerocrazia di Chris
Carlsson.
L'atto collettivo di volantinare e' stato sopraffatto dall'atto
dell'andare in bici... dal contenuto politico ci si e' concetrati sul
mezzo, come se il mezzo stesso fosse esauriente del fine, ma come
abbiamo visto cosi' non era... Il mezzo della Massa non e' la Bici, e'
la Bici+Xerocarzia (e ciclofficine aggiungerei)... solo cosi' Mezzi e
Fini si fondono in una nuova "macchina" capace di distruggere il
conesto in cui e' immerso... il "fantasma" che nel 2002 inizio a
girare per l'italia!