Re: [Forumlucca] ancora sul nuovo governatore della banca …

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Szerző: Gabriele Focosi
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Címzett: forumlucca
Tárgy: Re: [Forumlucca] ancora sul nuovo governatore della banca d'italia
Piangere la (seppur ipotetica e remota) fine del potere economico di tal
opusDei, mi sembra davvero eccessivo. Se riuscite a trovarlo in qualche
videoteca, vi suggerisco la visione del film "I Banchieri di Dio" che
Giuseppe Ferrara ha girato sul caso Calvi nel 2001.

At 05/01/2006 12.15, you wrote:
> LA GUERRA GLOBALE DI SION DA GERUSALEMME E BAGHDAD ALLA BANCA D’ITALIA
>CON L’UOMO DI SOROS E NEL PLAUSO BIPARTISAN (MA PIU’ DI SINISTRA) LA
>FINANZA EBRAICA BATTE IL VATICANO
>
>DI FULVIO GRIMALDI,
>Mondicane Fuorilinea
>
>31 dicembre: nel plauso a denti stretti della destra e più convinto della
>"sinistra" a Mario Draghi governatore della Banca d’Italia, si chiude
>l’annus horribilis berlusconian-dalemiano.bertinottiano 2005. Vince la
>finanza anglo-israeliana, massonica e laica (si fa per dire), perde la
>finanza cattolica e, in specie, la massoneria Opus Dei. Vincono anche
>coloro che 13 anni prima hanno avviato la bancarotta italiana, assassinato
>la politica e fatto trionfare un’economia in gran parte straniera di
>rapina e per il resto quella che impesta l’aria di questi tempi. La posta
>in gioco? Tra le altre il famigerato Partito Democratico filoclintoniano,
>filoisraeliano, filobilderberghiano, massonico, di Rutelli, Veltroni e
>aggregati vari.
>Uomo di Soros, ma anche dei Rothschild, dei briganti globali Goldman Sachs
>(la più grande banca d’affari del capitalismo con le zanne), dei Chicago
>Boys, delle organizzazioni mafioso-massoniche Bilderberg e Trilateral
>(alle cui conventicole insieme a Henry Kissinger non manca mai), cioè di
>tutta quella che a buon diritto si può chiamare la mafia economica
>ebraico-laica (con l’accento sul primo termine) in contrapposizione – e a
>volte in combutta - con la mafia finanziaria cattolica, quella dei
>Mercinkus, Sindona, Calvi e, infine, di Fazio.
>
>Uomo con alle spalle uno dei più colossali tradimenti nazionali,
>tradimenti che sono essenzialmente quelli a danno dei lavoratori, quando
>nel 1992 fu complice di quell’assalto all’economia italiana, guidata dal
>più grande delinquente della speculazione filosionista, George Soros, che
>sfasciò per sempre il sistema produttivo del nostro paese. Le forze di cui
>Draghi fu l’operativo in Italia, sia con il sabotaggio del ’92, sia
>sovrintendendo ai successivi saccheggi nella qualità di presidente del
>Comitato per le privatizzazioni (dal 1993), sono le stesse che in
>Palestina fucilano o torturano pacifisti e oppositori, rimuovono un
>popolo, con l’assassinio e il massacro sociale, dal primo lembo di un
>obiettivo strategico chiamato "Grande Israele"; le stesse che in Iraq
>hanno cercato, invano, di decapitare un polo antimperialista, nazionale e
>socialmente alternativo ai modelli del vampirismo capitalista e del nuovo
>colonialismo; le stesse che, a partire dai progetti di una masnada di
>nazisionisti covati da Reagan e Bush padre a Washington, si propongono il
>dominio e il saccheggio planetari. A volte si opera con il fosforo, a
>volte con le manifestazioni colorate, a volte con il terrorismo, a volte
>con la moneta. In ogni caso si opera come detta Mein Kampf.
>
>Oggi la stampa di sinistra (di quella di destra, con i suoi automatismi
>dell’allineamento, non mette conto parlare) di tutto questo non fa
>menzione. C’è questa intermittenza della memoria, ormai strutturale e,
>forse, condizione di sopravvivenza in un esistente considerato
>ineluttabile, che ha già consentito alla sinistra cosiddetta radicale di
>allinearsi su alcune questioni dirimenti per la nostra storia e il nostro
>futuro. Ne cito solo alcuni, ma cruciali: il terrorismo dalle Brigate
>Rosse ad Al Qa’ida, la demonizzazione dei "nemici" da Cuba alla
>Jugoslavia, dall’Algeria alla Corea del Nord , dall’Iraq alla Siria e
>all’Iran; e poi il cristianesimo papista e non, la non violenza, i diritti
>umani e la democrazia, tutti sussunti nei termini esatti che convenivano
>al potere capitalista nella sua fase finale dell’imperialismo economico e
>bellico con salmerie al seguito. Qualche accenno all’"uomo delle
>privatizzazioni" sul "Manifesto", con Parlato da sempre affettuoso con la
>Banca d’Italia, perfino con suoi pontefici più maleodoranti, e, con più
>energia, su "Liberazione" dove, ricordando la svendita operata da Draghi
>dei cosiddetti "gioielli di famiglia", Enel, Eni, Telecom, IMI, Comit,
>BNL, tutto il sistema bancario italiano, si parla del neo-governatore
>della Banca d’Italia come del responsabile del processo che "consegnò
>l’economia del paese in mano alla finanza e alle sue speculazioni,
>accompagnando e accelerando in modo vistoso il declino industriale del
>nostro paese; che ha segnato definitivamente il tramonto dell’etica, se
>mai ve n’è stata una, nell’economia di mercato; che ha precostituito il
>terreno per le scorrerie dei vari raiders di ogni colore…" E dici niente!
>Roba che, se un ciarlatano biscazziere non avesse disintegrato il sistema
>giudiziario e la sensibilità morale universale, dovrebbe imporre al
>personaggio una specie di Norimberga per crimini contro il pezzo italiano
>dell’umanità.
>
>Ma la metastasi entrista del giornaletto del rampichino Bertinotti rimedia
>subito, aprendo le porte alla possibilità che il Dilapidatore Massimo
>della nostra storia si ravveda. Per cui "non vi è nulla di personale
>contro Mario Draghi. Anzi, la sua biografia intellettuale è di tutto
>rispetto, a cominciare dal suo essere stato uno degli allievi di Federico
>Caffè, uno degli economisti più innovativi e socialmente sensibili della
>storia del nostro paese…" E che vuol dire? Non è forse Fassino allievo di
>Togliatti e il Panzerpapa allievo di Gesù? Ma l’eulogia va avanti a vele
>spiegate visto che il Nostro "ha una notevole dimestichezza con il
>funzionamento degli organi dello Stato, maturata lungo un decennio nelle
>funzioni di direttore generale del Tesoro. La sua esperienza
>internazionale è fuori di dubbio, visti i suoi incarichi nel G7 e nel G10,
>nonché la recentissima attività presso un’istituzione globale come la
>Goldman Sachs… E’ dunque una nomina di alto profilo, come è stato
>autorevolmente commentato…" Insomma, un quasi santo. "Il Manifesto",
>accennato anch’esso alle privatizzazioni, segue a ruota: "Nel lavoro però
>Draghi non ama la solitudine. Ama il dialogo, il lavoro di staff, la
>discussione, circondarsi di intelligenze (di quali è detto in apertura di
>questo scritto. N.d.r.). In questa ottica in Banca d’Italia si attendono
>molto". Poi, detto correttamente delle sue sciagurate svendite degli
>organi vitali del paese, si sale addirittura al diapason: "Draghi non è
>uomo di sinistra, anche se certamente non è di destra. O almeno di questa
>destra. Credo che possa essere definito un liberal nell’accezione Usa".
>Gore Vidal, Noam Chomsky, Luther King, Robert Redford, Gorge Clooney, Sean
>Penn, Norman Mailer si voltano dall’altra parte colpiti da spasmi.
>
>La frase da lapide sulla magione dove Draghi è nato è sempre del
>"Manifesto": "E’ stato un ottimo servitore dello Stato… e quando ha avuto
>in mano i conti pubblici, le cose andavano decisamente meglio di oggi".
>Mancano solo la corona d’alloro e la banda dei granatieri. Vediamolo,
>allora, questo "ottimo servitore dello Stato" e colmiamo qualche vuoto
>che, certo inavvertitamente, i nostri controinformatori intestatari del
>termine "comunismo", hanno lasciato nelle citate biografie (attingiamo in
>buona misura a quanto pubblicato e mai smentito nei siti telematici in
>calce). L’uomo che ha sconfitto il capofila della finanza cattolica (ma il
>Papa si è subito rifatto sull’embrione e sulle donne) e ha aggiunto sulle
>torrette di Palazzo Koch uno svettante vessillo a bande bianche e azzurre,
>emerge dal grigiore della burocrazia ministeriale poco dopo essere stato
>chiamato a dirigere il Tesoro. Era il 2 giugno del 1992, data
>assolutamente fatidica per rimuovere dal calendario simbolico d’Italia il
>25 aprile e passare dalla per quanto menomata sovranità alla pressoché
>totale dipendenza coloniale. Al largo di Civitavecchia veleggia il panfilo
>più lussuoso e prestigioso del mondo: il "Britannia" della regina
>Elisabetta. Oltre che la sovrana Hannover-Windsor, la cui presenza a bordo
>rimase confinata nelle voci, tra i passeggeri figurano i rappresentanti
>delle banche più importanti e manovriere della finanza ebraico-massonica,
>Barings, Barclay’s e Warburg, lo speculatore internazionale Gorge Soros,
>titolare del Fondo Quantum collocato nelle Antille Olandesi e, secondo
>indagini statunitensi, sospettato di essere gonfio di dollari da
>riciclaggio nell’ambito del traffico di droga colombiana, e, per l’Italia,
>Mario Draghi, Beniamino Andreatta, collaboratore di Romano Prodi e, privo
>però di conferma, il ministro del Tesoro Barucci. Tutta gente che, se i
>procedimenti aperti dalle procure di Roma e Napoli non fossero svaporati
>nelle nebbie, avrebbe rischiato fino a quattro anni di carcere – e
>l’esclusione in perpetuo dal mondo finanziario e dall’ambito delle persone
>perbene – per aver provocato la svalutazione con mezzi illeciti della
>moneta nazionale e dei titoli di Stato, aprendo poi le porte alla
>cannibalizzazione dell’economia italiana da parte delle forze finanziarie
>ispirate dalla City di Londra e da Sion. I due massimi responsabili della
>lira erano in quel momento Carlo Azeglio Ciampi, governatore e Lamberto
>Dini, direttore generale della banca centrale, poi diventati presidenti
>del consiglio dei due governi tecnici responsabili delle privatizzazioni
>su tutto il fronte e di tagli micidiali alla spesa pubblica, come
>suggerito da Maastricht.
>
>Dallo yacht regale, pronube Mario Draghi
>(<http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&p=1242#1242>che
>poi pigolerà flebili rincrescimenti, peraltro poco credibili visto il
>successivo accanimento
>svenditore<http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&p=1242#1242>
>), si sprigiona quella nube tossica che, nel successivo settembre, farà
>dell’economia italiana, soprattutto degli italiani altri dai connazionali
>speculatori, avanzi da rottamazione. Entra in scena George Soros,
>l’anfitrione del "Britannia", punta di lancia delle guerre di sterminio
>contro paesi, piuttosto popoli, che si fanno gli affari loro, fuori dalla
>garrota imperialista-sionista, o che comunque offrono banchetti da
>consumare. Con svendite a rotta di collo e a vastissimo raggio della
>nostra valuta nazionale viene lanciato un attacco speculativo che porta a
>una svalutazione della lira del 30% ed al prosciugamento delle riserve
>della Banca d’Italia con Ciampi che, per arginare la catastrofe, arriva a
>bruciare 48 miliardi di dollari. Una crisi che portò anche alo
>scioglimento del Sistema Monetario Europeo (SME). Nell’incontro segreto
>sulla barca della regina si era complottata la completa privatizzazione
>delle partecipazioni statali – asse portante dell’economia italiana – a
>prezzi stracciati grazie alla svalutazione. Presidente del Consiglio e,
>dunque, principale di Draghi e di Andreatta, è Giuliano Amato, oggi
>candidato di punta per la presidenza della Repubblica italiana. Prodi
>governa lo smantellamento dell’IRI. Passano in mani straniere, oltre a
>buona parte del sistema bancario, i colossi dell’energia e delle
>comunicazioni, l’IRI, Buitoni, Invernizzi, Locatelli, Galbani, Neuroni,
>Ferrarelle, Peroni, Moretti, Perugina, Mira Lanza e molte altre aziende
>dei settori strategici. L’Italia diventa quella colonia buona per tutte le
>rapine, esterne e interne, che funsero da banco di prova per i gangsters
>delle scalate odierne, a partire dal dalemiano Colaninno a Gnutti, a
>Fiorani, a Consorte, con alle spalle, a tirarsi trabocchetti e inciuci, le
>opposte grandi coalizioni partitiche (vedi "L’anno dei complotti" di Fabio
>Andriola e Massimo Arcidiacono, per Baldini & Castoldi).
>
>Ci si mise anche, in bella combutta, l’agenzia di rating Moody’s, la
>stessa che declassò più tardi la Fiat da comprare. Si accanì contro
>l’Italia declassando i Bot e contribuendo così allo tsunami sorosiano
>sulla nostra moneta. Effetto collaterale della cospirazione: lo
>smantellamento dello SME e, quindi, una botta micidiale all’Europa che
>Bettino Craxi attribuì a "potenti interessi, avversari dell’Unione
>Europea, che pare si siano mossi allo scopo di spezzare le maglie dello
>SME". A seguito di questa sprangata sui denti all’Europa, utile sia agli
>angloamericani che alla loro quinta colonna israeliana, arriva in Italia,
>ambasciatore USA, Reginald Bartholomew che, a complotto riuscito,
>insisterà:"Continueremo a sottolineare ai nostri interlocutori italiani la
>necessità di privatizzare, di proseguire in modo spedito e di rimuovere
>qualsiasi barriera per gli investimenti esteri". Cinque anni dopo
>Bartholomew diventerà presidente di Merryl Linch Italia, in parallelo con
>il compare Mario Draghi, sponda italiana dello sfascio nazionale, che
>arriverà addirittura a vicepresidente della più sionista di tutte le
>realtà finanziarie del mondo, la Goldman Sachs, instaurando un conflitto
>d’interessi da ridurre quello di Berlusconi a truffa da Monopoli,
>conflitto tra questa sua affiliazione (e affiliazioni del genere, lo
>sappiamo, sono per sempre, come i diamanti) e quello che dovrebbe essere
>il suo ruolo di salvaguardia della nostra moneta e, dunque, della nostra
>economia. Non saranno certo gli oggi plaudenti D’Alema e Rutelli a
>farglielo pesare, visto come si precipitarono ad accreditarsi nei
>salottini intimi della City, proprio quelli dell’assalto del 1992, proprio
>presso quella idra finanziaria che aveva rovinato il paese nel 1992 e seguenti.
>
>Se Draghi era la sponda italiana della loggia orchestrata da George Soros,
>quest’ultimo ne era e tuttora lo stratega e l’operativo. Alla manovra
>sull’Italia, ne seguirono altre, su Tailandia, Malaisia (dove Soros fu
>processato e da cui fu cacciato a calci), Indonesia, Singapore e fu la
>fine, o almeno il ridimensionamento di quelle "tigri asiatiche" che tanto
>avevano disturbato il manovratore imperiale di Washington. Noi l’avevamo
>incrociato in Jugoslavia, nella parallela capacità di sovvertitore
>geopolitico, di destabilizzatore di paesi. E mentre "La Repubblica",
>organo del filoisraeliano De Benedetti, per la penna di un Giorgio Ruffolo
>o di un Vargas Llosa, ne cantava le lodi di "filantropo" e vessillifero
>no-global contro le asprezze del capitalismo, Soros, infiltrandosi sotto
>le mentite spoglie di educatore con i suoi istituti "Open Society",
>Società Aperta, e corrompendo a forza di miliardi i corruttibili dei paesi
>da destabilizzare, provocava via via i regime change indicatigli da
>USA-Sion, a volte con, a volte senza l’adolescente imperialismo europeo
>(non è nuovo, del resto, il foglio scandalistico di De Benedetti a
>fiancheggiamenti avventuristici degli squadroni della morte
>israelo-statunitensi; basta ricordare le oscene fandonie dell’allora suo
>Magdi Allam a promozione della guerra all’Iraq, o la recente
>campagna-canaglia contro il settore "nazionale" dei servizi, impersonato
>da Nicola Calipari e Nicolò Pollari). Tra i paesi da "democratizzare",
>ovvero colonizzare: Jugoslavia (e nella presunta "democratizzazione" ci
>cascarono le Tute Bianche guidate da Luca Casarini), Ucraina, Georgia,
>Kirghizistan, Uzbekistan (dove gli è andata male), fino all’attuale
>"rivoluzione dei cedri" in Libano. Tutti paesi la cui ricchezza è stata
>fatta passare per il settaccio delle privatizzazioni e dei tagli sociali,
>con la crusca per il popolo e i grani per i ladroni. In Libano, dove la
>"rivoluzione colorata" cara a Israele e Francia, non è ancora conclusa,
>alla faccia degli osceni incoraggiamenti forniti da un cantore delle
>imprese israeliane contro il "terrorismo islamico" come Guido Caldiron di
>"Liberazione", la posta è l’ulteriore squartamento del mondo arabo,
>allargando il fronte dall’Iraq irriducibile e ormai vittorioso
>politicamente, se non militarmente, allo stesso Libano e alla Siria. Da
>queste operazioni lo speculatore ungherese non è mai lontano: fondi,
>fogli, radio, istituti della destabilizzazione sono sistematicamente cosa
>sua, "cosa nostra" se si guarda all’insieme.
>
>Soros non lavora solo in proprio, anche se da un giochino fatto con
>Draghi, come quello dell’assalto alla lira, ha intascato la bella
>commissione di due milioni di dollari. Per esempio un anno dopo la vicenda
>del "Britannia", scatenò un acquisto in massa di oro, dicendo che la Cina
>stava rimpinguando le sue riserve. Tutti dietro a comprare, con il
>risultato che il prezzo salì del 20%. A questo punto, insieme al compare
>sionista Jimmy Goldsmith, si disfece segretamente dei suoi acquisti
>realizzando delle plusvalenze stratosferiche (
><http://www.movisol.org/soros2.htm>www.movisol.org/soros2.htm<http://www.movisol.org/soros2.htm>
>). Il suo Quantum Fund di Curacao, oggetto di tanti interventi legali per
>la vicinanza ai flussi del narcotraffico, è legato ai Rothschild, sovrani
>secolari della finanza ebraica, attraverso i Rothschild di Ginevra
>(direttore Karlweis), quelli d’Italia (già direttore Katz e dirigente del
>Quantum), quelli di Londra (direttore e consigliere del Quantum Fund,
>Taube). Questi legami risalgono a quando, negli anni ’70, Soros lavorava
>per il Bleichroeder Fund, finanziaria che opera in sintonia con i
>Rothschild. Oggi la Bleichroeder di New York è, insieme alla Citibank, la
>principale fiduciaria del Quantum Fund. Insieme a Soros, a organizzare il
>raduno sul "Britannia" si impegnò un gruppo di finanzieri anglo-israeliani
>chiamati British Invisibles. Uno dei massimi esponenti di questo gruppo è
>Sir Derek Thomas, ambasciatore britannico a Roma nel 1987-89 e dal 1990
>direttore della Rothschild Italia e consigliere europeo per la
>N.M.Rothschield & Sons. Accanto a lui Richard Katz, già direttore di
>Ropthschild Italia, è consigliere del Quantum Fund. Va notato
>incidentalmente che nella direzione della Rothschild Bank AG di Zurigo
>troviamo Juergen Heer che, nel 1992, dichiarò di aver pagato ai killer
>mafiosi di Roberto Calvi 5 milioni di collari. Del resto, secondo la
>relazione di minoranza della commissione parlamentare P2, il 22 aprile del
>1981 la banca Rothschild di Zurigo fondò a Monrovia (Liberia) una società
>di nome Zirka per conto dei piduisti Umberto Ortolani e Bruno Tassan Din.
>Otto giorni dopo il Banco Ambrosiano Overseas di Calvi erogò a favore
>della Zirka 95 milioni di dollari che vennero subito trasferiti a Zurigo
>presso la Rothschild . Di questi 95 milioni sembra che 45 siano scomparsi
>durante la detenzione di Calvi nella primavera-estate 1981 (Carlo Palermo,
>"Il quarto livello"). La P2 sembra aver costituito un momento di
>collusione nell’altalena dei rapporti tra finanze di opposto segno
>confessionale.
>
>Ce n’è per concludere che all’ombra della finanza anglosassone-ebraica,
>rappresentata dai Rothschild, dalla City, da un Soros con amici come
>Draghi, l’Italia subì quell’attacco che finì, dopo tre lustri di
>banditesca e antipopolare politica condotta da indistintamente tutti gli
>schieramenti e tutti i protagonisti politici alternatisi alla guida del
>paese, nel verminaio attuale, con a capo, coerentemente, Mario Draghi. Un
>verminaio politico-economico dove il migliore ha la rogna e dove, al piano
>di sotto, si vive il day after delle classi escluse dal gioco. E’ un caso
>che, in concomitanza con l’ascesa del partner di Soros, nella coalizione
>che si presume vada a governare dopo l’estinzione dell’avanspettacolista
>d’annata, sia spuntata nientemeno che la "Sinistra per Israele"? O è un
>caso anche che alla rimozione di Berlusconi contribuisca con
>cannoneggiamenti giudiziari in prima pagina il giornale in mano a due
>sodali di Israele del calibro di Paolo Mieli e Magdi Allam?
>
>Siamo al punto che tutto si svolge sopra le nostre teste, appunto nel
>verminaio. Il conflitto è tra i padroni e noi, dal basso, osserviamo, non
>capiamo, applaudiamo o piangiamo in un angolo: "un volgo disperso che nome
>non ha". Qualcuno cerca di anche di arrampicarsi. E pensare che una volta
>c’era la lotta di classe.
>
>Fulvio Grimaldi
>Fonte:www.uruknet.info
>Link: http://www.uruknet.info/.?p=19119&hd=0&size=1&l=x
>
>Note:
>
>www.movisol.org/soros.html
>www.nwo.it/rothschild_soros.html
>www.forum.giovani.it/149365-fazio-e-opusdei-vs-rs.html
>www.panorama.it/economia/finanza/articolo/IX1-AO20001032976
>www.alenapoli.net/rubriche/rif16.htm
>www.beppegrillo.it/2005/12/far_west_italia.html
>www.bloggers.it/annatapessima/
>www.virusilgiornaleonline.com/duellanti.html
>www.disinformazione.info/sovranitamonetaria2.htm
>
>
>_______________________________________________
>Forumlucca mailing list
>Forumlucca@???
>https://www3.autistici.org/mailman/listinfo/forumlucca