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Cari amici
il periodo natalizio non è il migliore per parlare di finanza internazionale, ma ci provo pur senza addentrarmi in analisi eccessivamente complicate nelle 'orge' natalizie
certamente Fiorani non è un bel personaggio, e neppure la Banca Popolare Italiana è un gioiello di banca, e infine Fazio non si è mosso con grazia nei loro riguardi e questo complica l' andare oltre la vulgata moralistica (fondata, per carità!) per capire gli avvenimenti
questo breve scritto di Gambescia che leggete in calce, troppo breve per essere esaustivo, può invitare a porsi delle domande (ovviamente il discorso di una finanza 'cattolica' mi disturba in se, ma purtroppo esiste : io preferirei poter ragionare di una finanza asservita al bene di pochi cui si oppone una finanza orientata al bene comune, e per il momento è utopia)
la mia pur limitata esperienza latinoamericana mi dice due cose:
la finanza internazionale è lanciata verso il controllo più ampio possibile del mondo bancario internazionale ; per quanto ci riguarda noi europei posso dire che banche spagnole e olandesi (oltre alle inglesi) sono lanciate nell' acquisizione di banche latinoamericane le quali poi finanziano non gli investimenti ma sfruttano le posizioni di controllo del credito (mi fermo qui ma si potrebbe dire di più sul loro parassitismo); in particolare sono le stesse banche spagnole e olandesi impegnate per ottenere il controllo della Banca Antonveneta e della Banca del Lavoro; in Messico ad es il 90% del sistema bancario è in mani estere e il paese ha così una difficoltà in più, non lieve, a sviluppare politiche economiche proprie e il disastro argentino ebbe nelle banche estere protagonisti di primo piano
quando si è voluto preparare il terreno per privatizzare grandi complessi statali (e quindi compiere un ultriore passo verso l' impossibilità di esercitare politiche economiche di autodifesa) come di grandi banche si è prima passati attraverso campagne pubbliche di denigrazione in modo che l' opinione pubblica finisse per condividere
forse secondo alcuni autorevoli personaggi indipendenti anche tangentopoli servì a liberarsi di politici scomodi per il sistema di dominio USA (mi riferisco agli a me non simpatrici Andreotti e Craxi che comunque nel 'mare nostrum' tentavano politiche più indipendenti da quelle USA di quanto non sia avvenuto dopo) : Dio sa se entrambi non avessero avuto di che essere attacati......ma ciò non toglie che probabilmente l' obbiettivo reale non era, e non è ora con Fazio, la moralizzazione della vita pubblica ma lo sbarazzarsi di 'non consenzienti' a certi disegni politici
prevedo che qualcuno sarà tentato di lapidarmi elettronicamente ma spero che altri siano invece spinti a interrogarsi per trovare delle risposte che io non ho, o almeno non ho così chiare per scriverle, e sviluppare un dibattito
buona fine d' anno
Aldo
Banca d'Italia: oltre Fazio, per capire
di Carlo Gambescia [20/12/2005]
Fonte:carlo gambescia
Le dimissioni di Antonio Fazio suggeriscono almeno tre chiavi di lettura, o meglio, tre diversi modi di interpretare quella che i media hanno definito la "telenovela Fazio".
Un primo livello di spiegazione, molto superficiale, è quello che è possibile ricavare dalla lettura dei giornali: Fazio come Presidente non neutrale, legato a un gruppo di pressione, da lui favorito, e quindi come nemico della "trasparenza" e del "libero mercato". E per questo costretto alle dimissioni.
Un secondo livello di spiegazione, già meno superficiale, è quello politico "interno-esterno": Fazio come ultimo garante dell'indipendenza "creditizia" nazionale; come oppositore di un processo di riorganizzazione del credito su basi europee, affidato a grandi gruppi creditizi spagnoli, olandesi, francesi, eccetera. E per questo "scaricato"
Un terzo livello di spiegazione, più profondo, è quello di Fazio, noto per la sua manifesta fede cattolica e per i legami vaticani, come avversario di alcuni settori della finanza internazionale non cattolici, collegati agli Stati Uniti e a parte dell'establishment creditizio e finanziario europeo. E per questo eliminato.
Diciamo che il primo livello di spiegazione, è quello più accreditato, dal momento che permette automaticamente ai "censori" di collocarsi dalla parte della ragione : in tempi, come questi, dove i "buoni" sono tutti dalla parte del Libero Mercato e della Trasparenza, non c'è accusa peggiore che quella di non aver rispettato le "regole" di sua Maestà la Concorrenza. Che poi gli accusatori di Fazio, non siano migliori dell'ex Presidente e che il Libero Mercato sia una favola, sono particolari ininfluenti. Quel che conta è la forza "ideologica", o polemica, delle accuse.
Probabilmente, invece, la vera ragione della defenestrazione di Fazio, oltre ovviamente alle sue "leggerezze", è nei due successivi livelli di spiegazione: l'essersi opposto, più o meno intenzionalmente, a un processo di ritrutturazione creditizia su basi europee, dietro il quale c'è sicuramente lo zampino Usa, e soprattutto di non essere nelle grazie della finanza non cattolica.
Si dirà: come comprovare una tesi del genere. Sarà sufficiente attendere la nomina del successore. Se verrà nominato Desario, sarà comunque una nomina ideologicamente interlocutoria, in attesa del vero titolare... Mentre, restando nel campo dei "papabili", un incarico a Tommaso Padoa Schioppa, Monti, o addirittura Draghi non potrà non piacere al blocco di potere finanziario euro-americano. Padoa Schioppa (Mit, Aspenia ecc.) piace a europei e americani, Monti (ex commissario europeo, Aspenia, ecc...) piace soprattutto agli europei, ma non è sgradito agli americani, Draghi (Mit, Aspenia, Goldman Sachs) è invece il candidato perfetto per Wall Street.
Certo anche Fazio, studiò al Mit, ma essendo più anziano degli altri tre, vi si addottorò in tempi non sospetti, per rientrare subito in Banca d'Italia.
Fantaeconomia? Fantapolitica? La risposta sarà data dal nome del nuovo Presidente...
MA SI, PER COMPLICARE IL ROMPICAPO UISCO ANCHE QUESTA:
Antonio Fazio e lo scontro tra Opus Dei & Rothschild.
di Marcello Pamio [22/12/2005]
Fonte:disinformazione.info
Antonio Fazio ieri si è dimesso dalla carica di governatore di Bankitalia.
Qualcuno sta ancora festeggiando, qualcun altro invece - magari nelle oscure stanze dell'Opus Dei di via Bruno Buozzi 73 a Roma - si sta asciugando le lacrime.
Dopo 12 anni di mandato lascia il Palazzo Koch di Via Nazionale «per il bene del paese» dicono all'unisono i nostri umili governanti.
Cosa farà adesso? Con quale incarico verrà premiato per i suoi servigi alla società e soprattutto per sopperire allo stipendio miliardario (2 miliardi di vecchie lire, pari a oltre 160 milioni al mese)?
Al suo illustre predecessore è andata molto bene. Carlo Azeglio Ciampi oggi ricopre la prestigiosa carica di Presidente della Repubblica. (Ricordiamo che è stato lo stesso Ciampi a voler Fazio come successore. All'epoca Fazio era vicedirettore generale e ha "magicamente" scavalcato il direttore generale che era Lamberto Dini.)
Eppure.l'attuale capo dello Stato ha nel suo armadio qualche scheletruccio di troppo!
Nel settembre 1992, quando dirigeva la Banca Centrale nel governo, guarda caso, di Lamberto Dini, ritardò una speculazione della sterlina da parte del filantropo George Soros contro la lira che ne causò la sua svalutazione del 30%. Nel vano tentativo di arginare l'attacco, l'esperto di finanza Ciampi prosciugò le riserve in valuta estera della Banca d'Italia: ben 48 miliardi di dollari (quasi 100 mila miliardi di vecchie lire)!!!
Stranamente pochi mesi prima di questa speculazione criminale, per l'esattezza il 2 giugno 1992, avvenne un incontro segreto a bordo del panfilo reale della regina Elisabetta II d'Inghilterra, il Britannia, al largo di Civitavecchia. A bordo vi erano esponenti del mondo bancario e finanziario e lo scopo era quello di complottare la completa privatizzazione delle partecipazioni statali e dell'industria di Stato a prezzi stracciati a seguito p! roprio della svalutazione della lira provocata da Soros & Co. Nel mega yacht vi salirono i rappresentati delle banche Barings, Warburg, Barclays, ecc.; personaggi come Mario Draghi, il direttore generale del ministero del Tesoro dell'epoca, Beniamino Andreatta, George Soros e la stessa regina Elisabetta che si è occupata dei saluti ufficiali.
Il miliardario ungaro-statunitense Soros, abituato a far crollare le economie di interi paesi (vedi la crisi delle Tigri asiatiche), è lo stesso che ha incontrato recentemente Francesco Rutelli e Romano Prodi (ex consulente della Goldman Sachs). Forse i due navigati politici avevano bisogno di qualche consiglio su come gestire al meglio il prossimo governo, dal punto di vista economico?
Se a Ciampi, che ha lasciato svuotare le casse della Banca d'Italia, gli hanno regalato il Quirinale, cosa mai offriranno a Fazio per i suoi servigi? In fin dei conti non ha controllato quello che doveva controllare, non ha impedito quello che doveva impedire (Cirio, Parmalat & co), e per finire ha tentato di scalare quello che non doveva scalare. Per non parlare delle tonnellate di oro (tra le 450 e le 1500 tonnellate) che la Banca d'Italia avrebbe iscritto in bilancio ma che risultano sparite..
Insomma diciamolo: un curriculum di tutto rispetto!
Gli stessi che stanno decidendo il premio di produzione per Fazio, stanno anche decidendo il suo sostituto (e non mi riferisco al governo fantoccio di Berlusconi). Alcuni nomi già circolano e sono molto interessanti: Mario Draghi (Banca Mondiale, gruppo Bilderberg, vice presidente della Goldman Sachs), Mario Monti (Bilderberg, appena "assunto" dalla Goldman Sachs), Tommaso Padoa Schioppa (Aspen Institute, Commissione Trilaterale, Bilderberg), Domenico Siniscalco (RIIA, Royal Institute for International Affairs, il governo invisibile britannico), Vittorio Grilli (Aspen Institute), Lamberto Dini (ex vice presidente della BIS, la Banca per i Regolamenti Internazionali, Cavaliere di Gran Croce, Fondo Monetario Internazionale).
Ci siamo capiti, vero?
Il posto vacante di governatore, una delle poltrone più potenti e prestigiose dello scenario italiano, sarà prontamente occupata da uno di questi personaggi: una persona vicina a quelle che il ricercatore del Centro Studi Monetari, Marco Saba, definisce le Brigate Rothschild! Membro quindi del gruppo elitario dei Bilderberg o della Commissione Trilaterale (commissione elitaria che lega USA, Europa, Giappone), o per che no, della banca d'affari più potente al mondo la Goldman Sachs.
Quindi il religiosissimo Antonio (proprio ieri è andato a stringere la mano al capo dell'Opus Dei: Benedetto XVI), è il capro espiatorio dello scontro al vertice tra l'Opera (Obra), comunemente noto come Opus Dei, e quelle fazioni vicine agli imperi anglo-ebraici come Rothschild, Warburg, Barings, Goldman Sachs, ecc.
Chi vincerà? Lo sapremo tra qualche giorno, e mentre attendiamo trepidanti, il governo, burattino dei Poteri Forti, ha blindato il disegno di legge sul risparmio in discussione alla Camera, mettendo la fiducia su due emendamenti: l'articolo 19.100 su Bankitalia (mandato a termine di 6 anni per il governatore) e il 30.100 - guarda caso - sul falso in bilancio.
Evviva i marpioni e la finanza creativa!!!