[NuovoLab] G8: in ospedale botte e sevizie

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Al processo Diaz parla un no global spagnolo: "Avevo nove punti in testa, mi prendevano a sberle"
G8, botte anche in ospedale
Nei sotterranei di San Martino pestaggi e sevizie

"Perchè nessuno ha visto nulla?"
MASSIMO CALANDRI


PRESI a schiaffi, maltrattati, umiliati, manganellati, derisi dai poliziotti. Durante il G8 è successo anche all´ospedale San Martino. Ma tutti hanno preferito far finta di nulla, diventando complici con il loro silenzio di quelli che hanno calpestato le regole del diritto e della democrazia. Come alla scuola Diaz, come nella caserma di Bolzaneto. A quattro anni e passa da delitti che in troppi cercano colpevolmente di rimuovere, c´è ancora spazio per sorprendersi, per indignarsi, ascoltando storie orribili ed inedite al grande pubblico. Ieri mattina, durante l´interrogatorio di un no-global di origine spagnola durante il processo per il sanguinario assalto alla scuola Diaz, si è scoperto che nei sotterranei dell´ospedale gli agenti menavano le mani e torturavano psicologicamente i no-global fermati - per altro illegalmente - nel corso del blitz all´istituto di via Cesare Battisti. Medici e infermieri non erano mai presenti alle violenze, val la pena di precisare. «Ma secondo me c´era della complicità, in questo atteggiamento passivo: vi pare possibile che nessuno si sia accorto di nulla?», ha commentato ieri José Luis Sicilia Heras, rispondendo alle domande del pm Francesco Cardona Albini. Lo spagnolo, assistito dall´avvocato Emanuele Tambuscio, ha ricordato quando lasciò una stanza dell´ospedale - costretto su di una sedia a rotelle per una gravissima emorragia interna, con nove punti di sutura in testa - e già nell´ascensore cominciò ad essere preso a sberle ed insulti da un paio di poliziotti. Altre sberle da altri agenti in un corridoio dei sotterranei. E poi flessioni sulle gambe, completamente nudo. «Non potevo neppure lavarmi il sangue dalla faccia. Battevano con i manganelli sulle brande, la luce era accesa giorno e notte e in pratica era impossibile dormire. Ad un certo punto mi hanno strappato la flebo dal braccio. E lo stesso trattamento lo hanno riservato anche agli altri».
Bolzaneto. Nel corso di un altro procedimento, quello relativo ai soprusi ed alle violenze commesse nella caserma di Bolzaneto, i giudici della terza sezione del tribunale penale non hanno ammesso nella lista dei testimoni (297 in tutto) il ministro della giustizia Roberto Castelli e quello degli esteri Gianfranco Fini. Definito il calendario per tutto il prossimo anno: due udienze fisse settimanali, il lunedì e martedì, oltre ad una serie di appuntamenti straordinari previsti in particolare nei mesi di marzo, maggio, ottobre e novembre.

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