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Il Governatore/ Dalla minaccia alla querela, ecco di cosa mi accusa Fitto
Per rispetto ai tanti amici e colleghi che mi hanno espresso solidarietà all’epoca della minaccia di “querela preventiva” fattami dall’ex presidente della Regione Puglia Raffaele Fitto per la pubblicazione del libro “il Governatore”, ritengo doveroso informarli dell’effettiva denuncia per diffamazione sporta il 24 marzo 2005, a pochi giorni dalle elezioni regionali del 3 e 4 aprile 2005, nonostante la minaccia fosse stata da lui resa pubblica il 12 novembre 2004. Nell’udienza di oggi, davanti al gip Andrea Lisi, presso il tribunale di Lecce, il giudice dell’udienza preliminare, dopo aver sentito il legale di Fitto, Paolo Francesco Sisto, e i miei avvocati, Marcello Petrelli e Cosimo Panese - che, tra l’altro, hanno sottolineato come nella querela si ravvisi una “istanza censoria” -, ha ritenuto “necessario un approfondimento dibattimentale” e ha disposto il rinvio a giudizio per il 28 marzo 2006, davanti al giudice monocratico Fabrizio Malagnino. Il rinvio, in relazione al reato di cui all’art. 595, commi primo, secondo e terzo c. p. e 13 L. n. 47/48, è relativo ai seguenti capi di imputazione, per aver detto:
… il sentimento di pietosa solidarietà che all’inizio ha alimentato la favola del “povero orfanello”…
… dietro la faccia giovane e pulita che sull’onda di quella favola ha incantato tutti e legato le mani a maggioranza ed opposizione, si muove in realtà un partito degli affari in un connubio indissolubile di pubblico e privato, si muovono interessi ingenti di lobby economiche che stanno occupando le istituzioni e mettendo a rischio la stessa democrazia in Puglia…
…era passato direttamente dall’agiatezza del figlio di buona famiglia, ricca e benestante, agli scranni della Regione. La miseria era qualcosa che non gli apparteneva ed è con questa sua insensibilità che trattò la vicenda delle centinaia di lavoratori socialmente utili (Lsu) rimasti senza lavoro e senza prospettive di occupazione…
…Fitto fece anche quella (nomina) di direttore dell’Arpa. Uno di famiglia avrebbe dunque controllato un settore strategico come quello dell’ambiente, che poteva interessare molto la Copersalento, il sansificio gestito a Maglie dall’altro cugino, Raffaele Rampino…con Fitto che, oltre a governare la Puglia, era anche commissario straordinario per l’emergenza ambiente e lo smaltimento dei rifiuti e con il cugino Alfredo Rampino, alla direzione dell’Arpa, il controllo del settore in Puglia era completamente nelle mani di Fitto…
… in quelle intercettazioni telefoniche Raffaele Fitto sarebbe stato citato almeno in una circostanza. Il governatore appare sullo sfondo delle vicende come una figura immanente, come un grande fratello che sa tutto ed al quale viene riferito ogni cosa…
… dove il “conflitto d’interessi parentale” assume contorni ancora più definiti è con la “svendita” a prezzi di saldo da parte della Regione di propri beni a vantaggio di una società amministrata da un parente del governatore….
Tanto perché ciascuno possa farsi una propria idea. Per quanto mi riguarda, i capi di imputazione si commentano da soli e se non si posso dire simili verità, penso che la situazione è grave per la libertà di informazione.
Nella costituzione di parte civile, Raffaele Fitto, per “i notevoli danni di natura morale, considerato anche che la sua presentazione è avvenuta…in periodo di campagna elettorale”, ha chiesto “il risarcimento di tutti i danni patrimoniali e non patrimoniali conseguenti all’entità ed alla gravità dei fatti” e inoltre “la condanna…al pagamento di una provvisionale nella misura di euro 100.000/00 (centomila)”.