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Il fuoco di Olimpia da Portofino al Porto Antico, poi l´imbarco sulla nave Palinuro diretta in Sardegna
La fiaccola corre tra le polemiche
Festa in città, contestazione no global in via Venti Settembre
Sorpresa: non sempre la torcia corre, buona parte del tragitto viene coperto all´interno di un camper sponsorizzato
RAFFAELLA GRIGGI
Un´ora prima dell´arrivo a Portofino, a Santa Margherita, la aspettano bambini, nonni, famiglie. «Arriva, eccola». E´ mezzogiorno, ci sono le vecchie «500» che distribuiscono bandierine della Coca Cola, bus della Samsung che affibbiano palloncini della casa a grappoli. Cadeaux per tutti. Una festa che fa felici i più piccoli. E gli sponsor, soprattutto. Passa la fiaccola olimpica: un ritorno ad antiche abitudini, forse a nuove entusiasmi, che ricorda quando lo sci era popolare quasi come il calcio e Crozza imitava Tomba a «Mai dire lunedì». C´è qualche clacson che suona, non è proprio un delirio scudetto, anche se è appena successa qualcosa che forse vale persino di più. Domenica mattina di sole sull´Aurelia, in stato di grazia con il verde dei lecci potente e un mare di luce piena. Ritmi lenti di un giorno di festa. Una grande cosa con enfasi minima, la piazzetta accoglie la fiamma, nella sua pace arcaica, con la sua grazia spontanea. Cerimonia per pochi intimi in realtà: ai tavolini, qualche coppia dal dialetto milanese. Crespe code di cavallo grigie, giacche da marianio, belle donne che senza trucco sbiadiscono un po´. Puny e qualche portofinese doc, fanno «oh», «Per essere domenica c´è anche tanta gente». Il sindaco Giorgio Devoto, soprannominato il «Tigre», è euforico con la fascia d´ordinanza. Qualche boato elegante alle 13.01. Arriva un effetto tonificante: spunta una ragazza, con la tuta bianca- arancione- gialla, tiene in mano la torcia, ma è spenta. I flash sono tutti per lei, Sandra Mori, avvocato della Coca Cola, si affretta a specificare il marito che continua a scattare foto. E´ di Milano. Il sospetto, neanche tanto vago, è che abbia goduto di qualche agevolazione in più nella corsa al tedoforo. Stesso discorso per Yontak Bac, sud coreano minuto e diligente, folletto lieve e smilzo, dipendente della Samsung con la divisa da maratoneta: è questo ragazzo dagli occhi piccoli piccoli ad attraversare il borgo con la fiaccola. «Avremmo preferito fosse un portofinese», mugugnano in piazzetta. Non si sa se prenderlo seriosamente o giocosamente questo rito, perché ce n´è dell´uno e dell´altro. «La fiaccola, la fiaccola», è il ritornello un po´ per tutta l´Aurelia: Recco, Pieve, Sori, Bogliasco. Ma per alcuni tratti viaggia sul camper, è perfettamente inutile tentare di vederla. A Genova, il momento clou. In via Venti Settembre alle 16.30 va in scena il solito corpo a corpo per lo shopping di Natale. L´implacabile orologio dei regali, è spietato: sono in tantissimi con pacchi di cosmetica, elettronica, abbigliamento. A Brignole e De Ferrari ci sono mercatini di bellissime inutilità. Si crea un´involontaria coreografia all´altezza del ponte Monumentale per la contestazione del gruppo «No Tav»: in tutto una decina. Alzano striscioni, «Innaffiamo la fiamma», «Facciamo correre Lunardi». Cori anti multinazionali, «Boicottiamo Coca-Cola» (sponsor della fiaccola). Il traffico si paralizza per quasi un´ora. Il passeggio è quello di una domenica senz´auto. Ecologica. Arriva la Digos e anche Merella, che dirige le operazioni dal telefonino, «Non si può...ci vogliono dei vigili all´incrocio con via Cinque Dicembre, e via Fieschi». Alle 18 torna tutto regolare, la fiamma scorre via dentro a un bus dell´organizzazione. L´emozione, la migliore delle scioline per questo tour, è rimandata al centro storico, Via del Campo, e al Porto Antico, dove Eraldo Pizzo con un´ora di ritardo ha consegnato la fiamma sulla Nave Palinuro diretta ad Olbia.
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