[NuovoLab] rassegna sul corteo a Torino

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la festa nel parco della Pellerina con Grillo, Paolini, Fo e Travaglio
Torino, corteo grande e pacifico
"L'anti-Tav, da oggi, è nazionale"
Presenti, per la prima volta, anche delegazioni francesi
Si preparano altre iniziative ma c'è voglia di trattativa




di VERA SCHIAVAZZI
TORINO - Nessun incidente, neppure il minimo disturbo allo shopping
dell'ultimo weekend prenatalizio che, nel centro di Torino, richiamava
migliaia di persone. La manifestazione No Tav si è conclusa così, nel parco
periferico della Pellerina, tra gli scrosci di applausi che i 30.000
manifestanti (cinquantamila secondo gli organizzatori) hanno riservato agli
oratori ufficiali: prima Marco Paolini, che ha parlato e cantato per
un'ora, poi Beppe Grillo, più parco ma altrettanto incisivo, poi Dario Fo e
Franca Rame, e infine Marco Travaglio.

Oltre, naturalmente, ai sindaci della Valsusa e, per la prima volta, anche
ad una delegazione dei loro colleghi francesi della Maurienne, la regione
immediatamemte al di là delle Alpi. Non è fuori luogo la dichiarazione
finale del segretario torinese della Fiom, Giorgio Airaudo: "Da oggi il
movimento no Tav è diventato nazionale".

Se è vero che il canale della mediazione appare aperto, e anche gli
organizzatori della protesta di oggi lo hanno ricordato ("dobbiamo
dimostrarci capaci di discutere così come lo siamo stati nel riprenderci i
terreni di Venaus", ha detto dal palco Alberto Perino, ormai diventato il
Bové locale), è altrettanto vero che non sarà facile, alla vigilia delle
Olimpiadi e delle scadenze elettorali, liberarsi di un movimento così
determinato.

Un movimento che, del resto, si è già appropriato di icone, suoni, parole
radicatissimi nella sinistra: dalla Resistenza (che in Valsusa fu molto
forte, e che viene continuamente richiamata, come è accaduto anche nel
corteo di oggi) alle canzoni di De André fino all'indomito Asterix, il
personaggio dei fumetti che in poco tempo è diventato per il popolo dei
no-Tav il più amato, insieme all'inevitabile Che Guevara.



E oggi, la gente dell'anti Tav ha ricevuto anche il plauso del ministro
degli Interni, Giuseppe Pisanu che, nelle scorse settimane non aveva
nascosto le sue preoccupazioni per possibili "infiltrazioni eversive": "Il
merito - afferma il responsabile del Viminale - è certamente dei
manifestanti, ma anche delle forze di polizia, che hanno operato con la
consueta professionalità, e del servizio d'ordine, che questa volta è
riuscito a neutralizzare i malintenzionati".

I valsusini, ragazzi e anziani col cappello da alpino, sindaci e
insegnanti, mamme con i passeggini e giovani con i megafoni, stanno anche
imparando a comunicare. Le ragioni del no all'alta velocità ferroviaria tra
Torino e Lione appaiono oggi più visibili di quelle delle Ferrovie italiane
e francesi, del governo, delle amministrazioni locali favorevoli all'opera.

Dario Fo ha ringraziato dal palco i manifestanti per le loro "facce
felici", Beppe Grillo ha rigirato il coltello nella piaga ("se qualche anno
fa fossero venuti a parlarvi anche voi oggi sareste più collaborativi"),
mentre gli slogan della protesta ('Sara dura', pronunciato con forte
inflessione piemontese, è quello più gettonato) campeggiano ormai su
adesivi, striscioni, newsletter realizzate in poche ore e distribuite in
migliaia di copie nonostante la scarsità di risorse di un movimento ancora
ampiamente spontaneo.

La data simbolo è diventata quella dell'8 dicembre, quando i manifestanti
si sono riappropriati del terreno di Venaus dove dovrebbe cominciare il
primo cantiere e da dove poche ore prima, durante la notte, erano stati
cacciati dalla polizia. Ora l'immagine di quella 'riconquista', uomini e
donne comuni che camminano su un prato di montagna, è dappertutto nelle
manifestazioni.

E quelle parti della sinistra organizzata, come la Fiom (unica
organizzazione sindacale ad aver aderito da tempo e ufficialmente alla
protesta), stanno contribuendo a rafforzare il movimento, consentendogli di
uscire dai confini della Valle e di organizzare kermesse come quella di
ieri. Ieri a disertare la manifestazione è stata però una parte della gente
e degli amministratori dell'Alta Valle, dove la stagione sciistica è
cominciata a pieno ritmo e nessuno vuole rischiare di comprometterla,
neppure per continuare a protestare.

Antonio Ferrentino, un altro dei leader storici del movimento no Tav,
sindaco e presidente della Comunità montana della Bassa Valle, dichiara
comunque vittoria. E annuncia una nuova stagione di trattative e
manifestazioni.

(17 dicembre 2005)
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Nessun problema di ordine pubblico. Kermesse con Paolini, Grillo e Fo
Torino, corteo pacifico e festa per i «No Tav»
Comizi, musica e spettacolo al parco delle Pellerina. Oltre 30 mila persone
secondo l'organizzazione. Gli unici danni li ha fatti il vento

    
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TORINO - Si è svolto senza problemi e si è concluso con una festa
collettiva il corteo a Torino dei «No Tav». Trentamila i partecipanti,
secondo gli organizzatori. La kermesse finale del popolo anti-alta velocità
si è svolta parco della Pellerina, dove sono stati molto applauditi gli
interventi di Marco Paolini e Dario Fo. Grande entusiasmo, poi, per la
breve esibizione di Beppe Grillo. Sul palco è poi salito il presidente
della Comunità Montana, Antonio Ferrentino che ha chiuso la manifestazione
ricordando di avere ricevuto dal leader dell'Unione Romano Prodi la
proposta di un incontro con la coalizione che si candida a governare il
Paese. «La Torino-Lione - ha detto Ferrentino - va fermata, su questo non
si discute. La nostra è diventata una questione nazionale così come il
movimento».
TIMORI- Sono stati così fugati i timori che al corteo potessero mischiarsi
elementi dell'area antagonista, quelle frange violente che nelle settimane
scorse hanno già devastato alcune strutture cittadine (lo store olimpico,
Atrium, sedi di banche) e che comunque avevano annunciato «non ci sarà
violenza se non ci sarà una presenza oppressiva della polizia». I
manifestanti sono arrivati da tutto il nord Italia: un centinaio le
associazioni che hanno aderito. C'erano anche giovani dei centri sociali,
arrivati da tutta la penisola.
BANDIERE - Centinaia le bandiere - quelle bianche «No Tav», quelle della
Fiom, quelle di Rifondazione Comunista - e gli striscioni: «Con Sole e
Baleno nel cuore», «No Tav, no tregua», «Pisanu vergogna della Sardegna»,
«Asteniamoci dal voto, difendiamo la terra», «No tav, No tac, sì al
potenziamento ferroviario esistente», «L'amianto vola fino a Torino,
ripensaci Chiamparino». In testa al corteo, al quale partecipano anche
molte famiglie, ci sono quattro asinelli con cartelli «No Tav» e uno
striscione bianco con otto foto giganti degli incidenti di Venaus. C'è
anche un'auto del Comune di Bussoleno con altoparlanti che diffondono
musica, dietro la quale sfilano una decina di sindaci della Val Susa e sei
sindaci francesi che sorreggono uno striscione con su scritto «Projets
ferroviaires non au Tgv, Lyon-Turin non».
QUALCHE DISAGIO - Un massiccio ma discreto servizio d'ordine ha presidiato
i punti nevralgici del percorso, mentre alcuni elicotteri sorvolavano la
zona. Gli unici danni durante il corteo sono stati quelli provocati dal
forte vento che ha abbattuto le recinzioni di uno dei cantieri aperti
davanti alla Stazione di Porta Susa. Qualche disagio solo per i ctittadini
torinesi: numerose le deviazioni dei mezzi pubblici e le strade chiuse per
consentire il passaggio dei manifestanti.
17 dicembre 2005

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www.lastampa.it

LLA PELLERINA HA PARLATO DARIO FO
Tav, partito il corteo a Torino
La manifestazione di protesta è cominciata a Porta Susa
17/12/2005





Una manifestante no Tav
durante il corteo di Torino
TORINO.l lungo corteo No Tav, al quale partecipano migliaia di persone, è
partito da Porta Susa.

In testa ci sono quattro asinelli, su uno dei quali c'è un bambino, e uno
striscione bianco con otto foto giganti degli incidenti di Venaus.

Al grido di «sarà dura» la testa del corteo è entrata nel parco della
Pellerina.

Un grande applauso si è levato da quanti hanno preferito non partecipare
alla marcia ma sono rimasti ad ascoltare la kermesse nel grande parco
torinese. Al momento la manifestazione si sta svolgendo senza problemi di
ordine pubblico, quasi in modo giocoso e durante la marcia da Porta Susa
sono parecchi i torinesi che si sono aggiunti ai no-Tav per raggiungere la
Pellerina.
Dietro, le bandiere bianche No Tav e un'enorme talpa, lunga una decina di
metri, sorretta da una decina di manifestanti.

C'è anche un'auto del Comune di Bussoleno con altoparlanti che diffondono
musica, dietro la quale sfilano una decina di sindaci della Val Susa e sei
sindaci francesi che sorreggono insieme uno striscione con su scritto
«Projets ferroviaires non au tgv, lyon-turin non». Al corteo partecipano
giovani dei centri sociali arrivati da tutta Italia. Le forze dell'ordine
ai lati della strada controllano il regolare svolgimento della
manifestazione, ma al momento il corteo è pacifico. Sfilano numerose
famiglie.

«Oggi qualcuno pensa che non sia successo niente perchè non ci sono stati
scontri, ma oggi è successo tutto».

Così Dario Fo si è rivolto alla migliaia di persone che sono radunate al
Parco della Pellerina, per dire no all'alta velocità Torino-Lione.

Prima di passare la parola alla moglie, Franco Rame, Fo ha aggiunto: «Chi
oggi si sente deluso e pensa che non sia successo niente è perchè non si è
accorto che in piazza c'eravate voi, gente in silenzio ma con dentro una
forza che non si trova facilmente. Non ho visto la noia tra le persone che
hanno sfilato in corteo, ho visto tante facce felici e vi ringrazio per i
vostri sorrisi e la vostra allegria», ha concluso.

Subito dopo ha preso la parola Franca Rame, che ha letto alcuni spezzoni
delle lettere scritte dalla mamma americana il cui figlio è morto in Iraq e
che la scorsa estate per oltre un mese ha stazionato davanti al ranch del
presidente americano, George Bush.