[NuovoLab] teste choc alla Diaz: "Ci riparavamo l'uno contro…

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Autor: brunoa01
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A: veritagiustiziagenova
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Assumpte: [NuovoLab] teste choc alla Diaz: "Ci riparavamo l'uno contro l'altro"
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teste choc alla Diaz: "Ci riparavamo l'uno contro l'altro

Continuano le testimonianze shock al processo per l'irruzione al processo per l'irruzione della polizia alla Diaz nei giorni del G8 del luglio 2001.
Ieri mattina è stata la volta di un giovane spagnolo Chabier Francho Corral, che ha deposto come parte offesa al processo a carico dei 29 poliziotti accusati delle violenze nella scuola.
<<Ci siamo riparati uno con l'altro, cercavamo di nasconderci dietro i compagni per attutire i colpi e per non essere picchiati al fegato o alla tsta>>.
Il giovane ha anche raccontato pdel perchè era venuto a Genova nei giorni i cui rappresentanti dei maggiori governi mondiali si erano riuniti per discutere dei grandi problemi della globalizzazione.
Chabier Francho Corral faceva, infatti, parte di un gruppo proveniente da Saragoza appartenente a un'associazione non violenta.
Lo spagnolo (che è assistito dall'avvocato Antonio Lerici) durante la rievocazione di quei terribili momenti ha riferito che durante il pestaggio riportà la frattura della gamba sinistra e contusioni al braccio sinistro. <<Ero steso sul pavimento e avevo lasciato scoperta solo la parte sinistra del mio corpo - ha detto - ho protetto soprattutto la testa perchè se non avessi fatto così avrebbero potuto ammazzarmi>>.
Nogueras Chabier rispondendo alle domande del pm Albini Cardona, ha descritto la divisa dei poliziotti entrati nella Diaz. <<Avevano pantaloni celesti chiaro, giacca blu, casco azzurro e fazzoletto rosso per coprire il volto - ha spiegeato - ma ce n'erano altri con pantaloni jeans, giubbotto e pettorina con la scritta polizia. Anche questi ultimi avevano un fazzoletto per coprire il viso>>. Nella sua rievocazione di quella sera di luglio del 2001 lo spagnolo ha affermato di aver visto picchiare molti altri con manganelli e con calci. <<Sentivo le urla dei miei compagni - ha ricordato - e solo quando hanno finito di dare colpi ho notato molti di loro con il viso completamente insanguinato>>.
<<Alla fine - ha aggiunto - ho visto le luci accese e hanno iniziato ad aprire tutti gli zaini. C'erano diversi poliziotti che entravano; uno in particolare aveva una fascia con i colori dell'italia ma ce n'erano anche in borghese>>.
Lo spagnolo ha riferito che gli zaini venivano svuotati del loro contenuto: stuoie per dormire, macchine fotografiche e ha aggiunto di non aver visto né molotov, né mazze o bastoni. Ha poi ricordato che, dopo, sono giunti i soccorsi. <<Tuttti chiedevano aiuto - ha detto - e anch'io avevo bisogno di assistenza medica>>.

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