[Consumo critico - Milano Social Forum] Fwd:"Livres Como O V…

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Autor: caloges\@libero\.it
Data:  
A: consumo-critico-msf
Assumpte: [Consumo critico - Milano Social Forum] Fwd:"Livres Como O Vento" - Newsletter - #13 - FUORI PROGRAMMA - TAV e Val di Susa
ciao
vi rigiro questa mail; ci sono info generali e dei commenti di grillo e benni; "pacchetto pronto" per chi vuole diffondere a qualche indeciso alcune ragioni dei NO TAV
ciao sabina


Ciao a tutti!
Innanzitutto, un saluto ai nuovi iscritti alla newsletter dell'associazione "Livres Como O Vento"; in questa occasione, la newsletter esce in "edizione straordinaria", ovvero non parleremo dei prossimi appuntamenti con il Teatro di Augusto Boal ma di una tematica che ci sta molto a cuore e che in parte ci riguarda direttamente e ci ha visti coinvolti in prima persona: la TAV, ovvero la costruzione della linea ferroviaria ad Alta Velocità in Val di Susa. Vi riportiamo alcuni racconti, alcuni brani, e vi invitiamo a partecipare all'incontro di sabato a Torino, insieme alla gente della valle e alla loro voglia di raccontare una "verità diversa" sulla costruzione della linea TAV. Una "verità diversa", di cui vi diamo qualche accenno nei racconti di Benni, Grillo, Peyretti.
Potete recuperare materiale, documenti ufficiali e istituzionali, seguire gli avvenimenti in tempo reale consultando i siti http://www.notav.it o http://www.legambientevalsusa.it; potete trovare diverse testimonianze ed opinioni sul blog di Beppe Grillo (http://www.beppegrillo.it).
Vi ringraziamo di tutto il sostegno e del vostro aiuto nel divulgare queste informazioni, le motivazioni di una valle non di "sfaccendati" ma di persone che, dati alla mano, hanno studiato da 15 anni la pericolosità e i danni legati alla TAV e non stanno solo "dicendo di no", bensì proponendo un modello diverso di sviluppo.
Buona lettura!

Sommario:

1. La manifestazione di sabato 17
2. Una testimonianza da Venaus
3. "Io sono valsusino", di Beppe Grillo
4. "Una riflessione sugli uomini delle caverne", di Stefano Benni
5. "Vergogna e rivelazione", di Enrico Peyretti

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1. La manifestazione di sabato 17

Ecco i dati relativi alla manifestazione di sabato 17 novembre a Torino:
- h. 14: ritrovo alla stazione di Porta Susa
- h. 15: partenza con destinazione Parco della Pellerina
- discorso finale con la partecipazione di Dario Fo, Beppe Grillo e Marco Paolini
Se siete interessati ad unirvi al nostro gruppo potete segnalarcelo compilando i campi del messaggio dalla pagina dei contatti del nostro sito (raggiungibile dalla voce del menu di http://www.livres.it o direttamente da http://www.livres.it/contatti.htm)

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2. Una testimonianza da Venaus

Quello che segue è la testimonianza di un presidiante a Venaus, scritta in "tempo reale" durante lo svolgimento degli accadimenti.

Si subdorava che sarebbe finita in modo violento, ma mai come sta finendo in queste ore. I presidianti di quello che è stato soprannominato il villaggio gallico questa notte, passata la grande affluenza e le grandi feste a base di sci di fondo, balli occitani e vin brulè del week-end, sono solo più una cinquantina di turno questa notte.
Che non sarebbe stata una notte normale lo si poteva pensare, qualche avvisaglio c'era. Infatti ho fatto circolare un sms in serata avvisando tutti di tenere i cellulari accesi e a portata nella notte. Un amico era su ed aveva istruzione di dare l'allarme a qualsiasi ora del giorno e della notte. Non vado a dormire tranquillo. Alle quattro la chiamata: "sono a Venaus, stanno picchiandoci tutti a sangue".
Si fanno partire tutti gli sms alle persone operative. Ci si sente per trovarsi all'ospedale di Susa. Ci si veste e via, nella notte. A Susa vediamo arrivare un'autoambulanza inseguita da due pattuglie digos. Entriamo nel pronto, c'è un'infermiera e quattro carabinieri armati di tutto punto con in bella mostra una sbucciatura a testa. Uno parla: "ci hanno aggrediti" e giù tutti e quattro a ridere. Discutiamo animatamente, appoggiati dall'infermiera, e ce ne andiamo verso Venaus. L'unica strada libera viene da Giaglione. Polizia ovunque. Sono le 5 e qualche centinaio di persone si assiepa davanti ai militari in assetto antisommossa. Lontane le urla strazianti dei presidianti. Telefono all'amico assediato: racconta che sono circondati nel prato. Alle 3.30 è partito il blitz: le forze dell'ordine hanno svegliato a calci e manganellate sulla tenda chi dormiva nella tenda. Il vicequestore Sanna, in preda a delirio da coca o amfetamine, sale su una ruspa e sprona il macchinista co!
ntro la barricata con la gente sopra, urlando agli uomini "ammazzateli tutti" (registrato con un telefonino, spero che quell'uomo possa pagare per quello che ha fatto). A quel punto gli assediati sono in due gruppi in due prati, stretti e colpiti ripetutamente da manganellate e calci, a difendersi con le mani in alto. Le ambulanze dopo un'ora finalmente permettono di soccorrere i feriti. Giornalisti manco a dirlo tutti assenti. Un signore conosciuto al presidio con cui abbiamo fatto mezza giornata di pulitura dei prati dai rifiuti di plastica, una delle persone più pacifiche che abbia mai conosciuto, è stato duramente colpito in testa ed alla nuca. Arriviamo che il cordone della polizia si stringe di colpo contro di noi per fare passare i mezzi di rinforzo per massacrare ancora i 50 poveracci ostaggi nei prati. Non ci muoviamo e stiamo con le mani in alto. Quello davanti a me con lo scudo inizia a spingere con violenza e quelli dietro a colpire con il manganello. Schivo i co!
lpi, ma la rabbia è infinita. Pensionati iniziano a lanciare sassi, tutti colpiscono a calci il pullman. Le botte aumentano, poi passati i mezzi si fermano. Arrivano gli assediati, rilasciati. Il terrore è nei loro occhi, molti sragionano e quasi tutti hanno preso botte. La gente è sempre più inferocita, gli sms girano per tutta la valle. Un signore con il cappello da alpino colpito nella carica si contorce a terra per mezz'ora, poi la polizia lascia passare i barellieri, ma non l'ambulanza, lontana. Nella giornata si susseguiranno le voci di un coma, ma per conoscenza scopriamo che non è vero. In molti abbandoniamo Venaus, tutte le fabbriche, le scuole, i negozi sono in sciopero. Si organizzano i blocchi: autostrada a Venaus: arrestati tutti subito. Bussoleno strade e ferrovia Susa autostrada S. giorio autostrada Avigliana ferrovia Almese autostrada. Noi andiamo a Bussoleno. C'è gente che prepara barricate, la polizia arriva, poi si ritira, poi arriva dall'altra parte. Qui!
c'è una barricata, arrivano armati fino ai denti, si fermano dietro alla barricata. Iniziano a sradicarla. Qualcuno butta palle di neve, poi due copertoni, poi la carica su donne, uomini, vecchi con le mani alzate. Chi ha la macchina fotografica viene colpito all'apparecchio e poi alla testa. Una coppia di ragazzi sui 35 anni (lui e lei) rimangono in mezzo, pestati da 4 poliziotti evidentemente sotto l'effetto di droghe. Tutti accorrono, gridano, le prendono. Botte, botte, botte. Arrivano notizie dagli amici di pestaggi violenti a San Giorio, Avigliana (voce di un morto, da confermare), Susa, Almese, con i parroci in testa. Barbara Debernardi, sindaco di Condove, ha la faccia nera per i pestaggi sul naso. Arriva notizia che i pensionati a San Giorio stanno facendo barricate sull'autostrada abbattendo alberi e guardrail. Hanno bisogno di aiuto, moltissimi accorrono. Ora (16.28 ) sono qui per far sapere al mondo ciò che sta accadendo, amici sono a San Giorio, dove mi dicono c!
he continuano le cariche ed i pestaggi sulla popolazione inerme, migliaia di persone. Fate girare, per favore. Il tutto sta avvenendo nel silenzio dei media, complici, con l'assenso di buona parte delle forze politiche ed il colpevole silenzio di quasi tutti i nostri concittadini italiani. Per un'opera pericolosissima per la salute (vedi http://www.legambientevalsusa.it ), inutile per i trasporti (vedi articolo di Marco Boitani su http://www.lavoce.info, riportato sul Sole 24 ore e Corriere della sera) ed utile solo a rubare agli italiani l'equivalente di 4 ponti sullo stretto, da parte di cooperativa rosse (CMC, Ravenna), FIAT, ENI, Rocksoil (della moglie del ministro Lunardi, scava in Francia).

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3. "Io sono valsusino", di Beppe Grillo

Io sono VALSUSINO!

Molti pensano che per essere contro il TAV sia necessario essere Valsusini... sbagliato!

Ad esempio in Val Ceronda, una zona poco conosciuta (Valdellatorre località Brione) verrà posizionato l'inizio del tunnel, con tutto quello che ne consegue (montagne di detriti, migliaia di camion, pulviscolo pericoloso etc..).

Magari, Voi che state leggendo questa pagina, possedete una casetta in Valle di Susa oppure abitate semplicemente a Torino dove il pulviscolo inquinante (si legge anche amianto...) potrebbe ricadere.

Oppure siete affezionati al lago del Moncenisio che probabilmente sparirà utilizzato per smaltire le scorie...

Oppure sapete che, in previsione del passaggio dell'Italia all'energia nucleare, a suo tempo vennero individuate le risorse d'uranio necessarie nel massiccio dell'Ambin.

Oppure sapete che la percentuale di malattie tumorali in Valle di Susa è già ampiamente sopra la media nazionale.

Oppure Vi ricordate semplicemente di quante montagnole di detriti sono rimaste dopo lo scavo delle gallerie dell'Autostrada.

Oppure sapete che la Valle di Susa, larga appena un chilometro e mezzo, attraversata dalla Dora Riparia, unisce l'Italia all'Europa per mezzo dell'Autostrada del Frejus con relativo tunnel, della Ferrovia internazionale a doppio binario anche qui con relativo tunnel, e delle Statali 25 del Moncenisio e la 24 del Monginevro che scavalcano le Alpi coi propri colli.

Oppure credete semplicemente che fra 20 anni il TAV potrebbe essere un'opera ormai inutile.

Oppure sapete che il Gottardo aprirà il suo tunnel molto prima, e quindi il traffico merci si stabilirà lì.

Oppure sapete che il preventivo, in attesa di adeguamenti, si aggira sui 16 miliardi di euro (30 mila miliardi di vecchie lire...) per 20 anni di lavori con 500 camion impegnati giornalmente, contro il miliardo previsto per il potenziamento della linea attuale (stime Ferrovie italiane e francesi).

Oppure sapete che la società che progetterà i complessivi 200 km di gallerie è la Rocksoil di proprietà della famiglia del ministro Lunardi.

Oppure sapete che, attualmente, il trasporto merci sulla tratta internazionale è utilizzato solo al 38% della sua potenzialità mentre sono state soppresse quasi tutte le corse giornaliere del TGV per scarsità di richiesta da parte dei passeggeri.

Oppure sapete che lo scavo che si vuole intraprendere a Venaus non è un carotaggio, bensì una struttura di supporto lunga 10 km e larga 6 metri.

Oppure sapete che il vicequestore Sanna, guidando l'attacco notturno del migliaio di poliziotti in assetto di guerra contro un'ottantina di persone di tutte le età acccampate al freddo per difendere la salute ed il diritto, spronava i suoi uomini (sotto effetto di sostanze eccitanti) al grido di: "Uccidilo, uccidilo!". E, dopo l'occupazione militare del territorio, non venne permesso alle ambulanze di soccorrere i feriti, ma gli stessi furono soccorsi dai barellieri a piedi. Indegnità mai commessa nemmeno nelle più truci battaglie.

Come vedete i motivi per essere contro il TAV sono molti.

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4. "Una riflessione sugli uomini delle caverne", di Stefano Benni

Si dicono moderni, ma in realtà vogliono riportare il mondo indietro di milioni di anni. Sono gli uomini delle caverne, gli estremisti del nuovo potere economico. La loro mentalità è paleolitica : il mondo è del più forte, la clava è il profitto, e la terra è una preda.

Si distinguono perché si battono minacciosamente il petto gridando lo slogan: "Grandi lavori". Amano scavare nuove caverne e gallerie per farci passare un supertreno superveloce ma non sanno costruire un normale, decoroso treno per i pendolari. Perché una delle loro paleobugie è questa : una cosa fatta male che va più in fretta è meglio di una cosa fatta bene che va più piano. Sono eiaculatori precoci, che non ce la fanno a godere del mondo.

Stupidi e avidi, pitecantropi e pidueantropi, insistono in un progetto ormai fallito, un modello di sviluppo che non riesce più a progredire, ma solo a riportare indietro la qualità della vita di tutti. Grugniscono: "non ci lasceremo intimidire", si dicono moderni e chiamano gli altri arretrati.

Togliamogli dalla bocca questa bugia.

Arretrato è chi sceglie il progetto che piace agli affaristi e ai mafiosi. Moderno è chi sceglie il progetto migliore.

Arretrato è chi fa propaganda a ciò che ha già deciso, come tutti i vecchi dittatori. Moderno è chi lo fa discutendone prima.

Fare il ponte di Messina è una cazzata ducesco-neroniana. Mettere a posto le ferrovie dei pendolari, la Salerno-Reggio Calabria, lo svincolo di Mestre e la tangenziale di Milano, rifare gli acquedotti, gli argini e i porti, questo sarebbe moderno.

Vendere un biglietto dove è segnata un'ora in meno da Milano a Napoli e poi fare tre ore di ritardo, è un vecchissimo trucco. Arrivare in orario da Milano a Napoli sarebbe una trovata modernissima.

Emmenthal Lunardi non è moderno, gli appalti agli amici sono vecchi come il mondo. Ed è vecchio opportunismo essere un giorno europeista e un giorno devoluzionista. I valsusini non solo contestano la Tav, ma fanno anche proposte. Hanno dell'economia una visione molto più moderna e complessa rispetto agli uomini delle caverne.

Saper riconoscere i punti critici della storia, quella dove il progresso si incrina e si rompe, è opera di alta ingegneria.

I vecchi cavernicoli almeno avevano un alibi: dovevano imparare tutto ogni giorno. Questi invece non hanno imparato e capito un c...o. Continuano a fare miliardi con la spremuta di dinosauro, il petrolio preistorico, e non glie ne frega niente di pensare a cosa accadrà quando sarà finito.

Per questo gli uomini delle caverne sono furibondi: perché hanno di fronte una civiltà superiore. Gente che sa vedere il mondo come un organismo vivo, non come a una materia prima, e sa pensare a un futuro. Perciò mille volte più moderni e realisti di loro.

E adesso, pitrecantropi onorevoli e/o affaristi, andate pure nel vostro ristorante preferito a mangiare la tartare di mammuth, a parlare di dividendi, a far bancarotte e speculazioni. Ma dalla manica della giacca blu, spunta il pelo. Chiamatevi col vostro nome: siete uomini delle caverne quotati in borsa, negli ultimi anni avete scavato un tunnel , e adesso non sapete come uscirne. Usate pure la clava e il manganello , ma non dite che è in nome del progresso.

Firmato: Stefano Benni, il lupo.

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5. "Vergogna e rivelazione", di Enrico Peyretti

Il modo con cui, nella notte sul 6 dicembre, mille poliziotti infuriati hanno assalito con violento accanimento il presidio di poche centinaia di valsusini sul luogo dei cantieri del Tav, è vergognoso e rivelatore. Come per Genova 2001, un giorno lontano sarà pure resa una difficile giustizia. I resistenti valsusini avevano fino al giorno prima rifocillato e trattato con gentilezza i poliziotti. La resistenza all'avvio dei lavori, condivisa da tutti gli amministratori locali e da tutta la popolazione, con crescente solidarietà esterna, è stata una perfetta resistenza nonviolenta. Il progetto - da molti anni contestato da scienziati e tecnici competenti e qualificati, con molti argomenti economici, funzionali, ambientali, tecnici, previsionali, di interesse generale e non solo locale - si rivela essere in realtà più utile alla mafia delle "grandi opere" che al vero bene pubblico. Si deve ritenere, a questo punto, che questa mafia si imponga anche sugli amministratori e i gove!
rnanti esterni alla valle, sulla gran parte degli informatori, e quindi sull'opinione generale meno provveduta. In questi anni, chi, partendo da interesse e simpatia per il Tav, si è meglio informato, ha cambiato opinione. Si vuol fare apparire come ecologica (via i tir dalle strade) un'opera devastante e pericolosa, che non ha certezza di mettere, tra 15 o 20 anni, i tir sui treni, se non ci sarà una ristrutturazione generale, e non locale, della tecnica e politica dei trasporti. Miglioramenti più semplici e diffusi su tutta la rete - per esempio nuovi binari riservati ai merci su grandi distanze, anziché all'alta velocità, che sul denso territorio italiano non può essere alta - sarebbero assai più efficaci ai fini ecologici e funzionali. L'opposizione a questa opera, come al ponte di Messina, e a simili esibizioni spregiudicatamente speculative, ad alta corruzione, continuerà nella maturazione culturale e politica dell'opinione generale, negli anni, senza resa, per la gius!
ta politica del territorio, entro una cultura del limite e non del folle sviluppismo infinito, in questo mondo finito, che sta toccando il suo limite.

A presto!
Livres
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