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Autore: Errata
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To: badgirlz-list
Oggetto: [Badgirlz-list] :::sexyshock presenta::: 17 dicembre NON INGOIARE LA VIOLENZA!

Sexyshock col patrocinio del Quartiere San Vitale
presenta::::

Sabato 17 dicembre @ Vicolo Bolognetti 2, Quartiere
San Vitale
NON INGOIARE LA VIOLENZA!
Una giornata per parlare di donne, violenza, città.

h. 10.30 Panel e marmellata
una colazione a tema
?Security"or ?Safety??
Quale genere di sicurezza per il mio quartiere?

h. 16.30 Autodifesa a merenda
Un corso gratuito di autodifesa al femminile

h 19.30 Aperitivo per scaldare i cuori e stuzzicare i
sensi ?
Hime women diggei set creatività femminile alla
riscossa!

h 21.00 Mi casa es tu casa!
Socialità vs violenza
Una gara di cucina per cenare nella sede del proprio
quartiere come a
casa
propria.

"Street investigation"..per dire la mia sul mio
quartiere!
Durante la giornata sarà presente una cartina del
quartiere e verrà
chiesto
alle donne di indicare con una segnaletica colorata le
zone che
percepiscono
e vivono come insicure e di indicarne le motivazioni
(luce, presenza di
luoghi
di aggregazione, presenza o assenza di forze
dell'ordine etc)..
La street investigation non vuole fornire un?analisi
scientifica della
situazione,
bensì attraverso la valorizzazione delle relazioni,
dell?incontro e del
confronto
con altre donne creare un immaginario di
partecipazione e intervento
sul
proprio territorio.


www.ecn.org/sexyshock
infosexyshock@???


MACHO FREE ZONE
ATTO II alcune riflessioni

Ahi noi (!) in questi ultimi mesi il problema della
violenza verso le
donne
in città sta tornando prepotentemente alla ribalta.
Siamo consapevoli
che
non è l?attenzione mediatica che viene dedicata alla
violenza verso le
donne
il termometro con cui valutare l?ampiezza e la
profondità di questo fenomeno, ma allo stesso tempo
questo momento di
attenzione
collettiva può dare nuovamente il via ( e a noi l?ha
dato!) ad uno
spazio
pubblico e partecipato di discussione. Tre ci
sembrano, principalmente,
le
coordinate su cui riflettere e lavorare:
l?immaginario, la sicurezza e
la
città.

++Immaginario++
L'immaginario legato alla violenza sessuale ? dallo
stupro alle
molestie
nei luoghi pubblici o gli apprezzamenti in strada-
chiama solitamente
in
causa un bruto (attualmente quasi sempre straniero),
una donna indifesa
ed
un eroe di varia natura e questo sfondo rende il
terreno della
riflessione
scivoloso.
Da un lato un modello culturale machista considera
ancora il corpo
delle
donne di pubblica disponibilità e condanna le donne,
spesso e
volentieri,
in quanto complici nell?attirare attenzioni verso di
loro attraverso
l?abbigliamento
o lo stile di vita creando un confine tanto rigido
quanto falso tra donne per bene e donne per male
condannando quelle
donne
che evadono l?immaginario normativo della sessualità.
Dall?altro lato
un
modello, altrettanto sbagliato, considera le donne,
quelle per bene,
uno
degli anelli deboli della società, da salvare,
individui ?a metà?
incapaci
di reagire alla paura e alla violenza individuale, di
essere soggetti
?pieni?
in grado di creare nuovi immaginari collettivi.
Fuori da questi modelli, ci sono le donne: desideri,
esperienze,
strategie.
Donne capaci di ridefinire il significato sociale di
violenza, donne
responsabili
di se stesse e della sicurezza delle altre donne,
protagoniste
nell?immaginare
nuove politiche e buone prassi per contrastare la
violenza.

++Città+++
Luci, donne,socialità, spazi e reti. Ci sembra
fondamentale, oggi, in
questo
clima cittadino di
ri-definizione dello spazio pubblico ripensare lo
spazio urbano
attraverso
i nodi delle relazioni, della partecipazione e della
socialità delle
donne
come suggestioni e strumenti possibili per
contrastare la violenza e
per
creare quella città accogliente e partecipata che è il
miglior antidoto
ad
ogni forma di aggressività e di machismo.
Le relazioni perché una città non si definisce
esclusivamente
attraverso
le mura o le strade, ma anche attraverso i
comportamenti e la
sensibilità
collettiva: l?attenzione di ogni donna e di ogni uomo
verso la sua
vicina
di strada, di ogni taxista verso la cliente che
riaccompagna a casa, di
ogni
conducente di autobus verso le passeggere della sua
corsa, di ogni
proprietaria
di locale verso le sue
avventrici.
La partecipazione perché è assumendoci la
responsabilità di essere
soggetti
pieni possiamo incidere sulle politiche cittadine,
sulla progettazione
urbana,
sulla struttura e sulla vita del nostro quartiere e
della nostra città.
La
socialità perché sono le persone, l?attraversamento
degli spazi, le
chiacchiere
nelle piazze, gli aperitivi dopo le nove di sera, gli
eventi nelle
periferie,
la creatività e la produzione sociale delle donne che
rendono una la
città
sicura.

++Security or safety?++
Per cercare di sbrogliare questi nodi il balsamo che
mostra
maggiormente
la sua inadeguatezza è quello della sicurezza così
come viene
descritta,
definita e abusata negli ultimi tempi dai media così
come spesso dalle pubbliche amministrazioni. E proprio
perché è il
concetto
più bistrattato, ma potenzialmente il più utile è da
qui che vogliamo
partire
per iniziare una discussione con tutt@.
In inglese esistono due parole per tradurre il
concetto di sicurezza:
una
è security che indica la sicurezza come controllo
sociale e la
militarizzazione
del territorio che - chissà, forse per assonanze
linguistiche - è in linea di continuità con il
significato italiano.
Poi
esiste safety che definisce la vivibilità e la
sostenibilità urbana, il
trovarsi
a proprio agio in un luogo o in una città, il sentirsi
al
sicuro.
E? il concetto di safety che ci sembra brancolare nel
buio.
Per costruire una definizione ed immaginare delle
pratiche di safety
vorremmo
partire dai quartieri - iniziando dal quartiere San
Vitale - che sono
quei
centri nevralgici, molto spesso sottovalutati dove si
svolge la
quotidianità
e sulla quale si può intervenire. Mettere le mani e la
testa in questo
immaginario
nel tentativo di trasformare questi modelli culturali
utilizzando gli
strumenti
della comunicazione come forme di prevenzione alla
violenza è uno degli
obbiettivi
ambiziosi di questo progetto.
Dare il la ad una elaborazione collettiva e
partecipata di donne, e
anche
uomini ?, nei singoli territori e quartieri, di
strategie per
contrastarla
è un secondo ambiziosissimo obbiettivo.

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