[NuovoLab] Fw: da lidia Menapace con preghiera di pubblicazi…

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Author: Coscione
Date:  
To: forumgenova
Subject: [NuovoLab] Fw: da lidia Menapace con preghiera di pubblicazione



----- Original Message -----
From: Lidia Menapace
To: piero.sansonetti@???
Sent: Friday, December 09, 2005 5:11 PM
Subject: da lidia con preghiera di pubblicazione




    "Chi si loda s'imbroda", dice un vecchio proverbio, ma altri più aulici
motti sono: errare humanum perseverare diabolicum, bisogna farsi sempre
l'esame di  coscienza,  il bravo compagno fa autocritica quando ha torto,
Gesù Cristo approva il pubblicano (cioè uno spregevole cittadino di serie b)
rispetto al fariseo (una colonna della società)perchè il pubblicano
riconosce di avere sbagliato e invece il fariseo dichiara di aver fatto
tutto giusto.


Tutto ciò premesso, amerei molto dei politici che ogni tanto, quando
serve, quando l'errore è davvero evidente, facessero autocritica, esame di
coscienza, si comportassero come pubblicani e non come farisei, insomma
scegliessero il rito la cultura la forma che vogliono, per ammettere che
qualcosa da correggere c'è.

Mi riferisco alla Tav in Valsusa. E valga il vero. Di tutte le opere
faraoniche che vanno di moda sappiamo già che il tunnel sotto la Manica è un
clamoroso e costosissimo flop; che il Mose a Venezia è sospettabilissimo di
rovine; che un arditissimo ponte non so bene tra quali isole tra il Kattegat
e lo Skagerrak viene chiuso appena c'è un filo di vento perchè le macchine
rischiano sennò di finire in mare, sicchè tutti preferiscono il traghetto di
prima; che la Malpensa è uno schifo (cosa controllabile) che le popolazioni
aborrono; che il ponte sullo stretto di Messina non lo vuole nessuno degli
abitanti sulle rive; che il Mugello è già stato massacrato dai lavori della
Tav; che l'arco alpino diventerà un formaggio coi buchi se non li fermiamo;
che i tunnel alpini esistenti sono già sperimentate trappole mortali e via
discorrendo, senza dimenticare il Vajont: non basta? Per riciclare denaro
sporco non ci sono metodi meno pericolosi? Si chiede almeno una bella e
buona pausa di riflessione e un discorso con le popolazioni, dato che ci si
riempie la bocca di "democrazia partecipata"! Anche sotto il Brennero si
vuole fare un tunnel, e per farlo si colmerà letteralmente di detriti una
valletta (è piccola, e dunque...; di vallette ce n'è tante...): la montagna
è un sistema fragile nonostante la sua imponenza, già colpito dallo
scioglimento dei ghiacciai, dallo scomparire del permafrost che sta dentro
le rocce, per cui guglie dolomitiche e del Bianco crollano ora a ogni
stagione, dopo alcune centinaia di milioni di anni di stabilità. Forse si
risveglierà qualche mammuth, dichiarandosi modernissimo! E a chi domanda col
solito atteggiamento subalterno perchè in altri paesi europei non ci sono
proteste, dirò che nessuno si aspettava la banlieu e che -inoltre- le Alpi
sono qui da noi e fare ferrovie in pianura è meno difficile e distruttivo. A
parte che pur non essendo claustrofobica, l'idea di stare per molte e molte
decine di chilometri sottoterra non mi piace: il treno è un mezzo di
trasporto che include la visione del paesaggio. Qualcuno dei sostenitori
dice che in verità queste linee velocissime da Lisbona a Kiev non si fanno
per i viaggiatori bensì per le merci. Ma quale merce ha bisogno di andare ad
alta velocità? fragole da Lisbona a Kiev? cavoli da Kiev a Lisbona? e quanto
costeranno ad alta velocità? e non si possono coltivare ciascuno a casa sua?
molti infatti cominciano a dire che è molto più ragionevole il modello
economico proposto da Samir Amin (un illustre economista arabo che insegna
alla Sorbona, non un "anarcoinsurrezionalista" o un "professionista della
protesta" ecc.), il quale sostiene che ciascuna area dovrebbe fare una
recensione di tutto ciò che può produrre da sè, e calcolare poi il volume
normale e la qualità degli scambi con le merci che mancano al proprio
"sviluppo autocentrato". Sarebbe ridotto e quindi non ci sarebbe bisogno di
intasare strade autostrade e ferrovie di inutili trasporti, si potrebbe
aumentare in modo stabile e strutturale, non transitorio, l'occupazione con
l'immagazzinare ciò che serve in un luogo dato, sviluppare agricoltura,
produzione di alimenti, sistemi di conservazione biologica, controllare le
merci e respingere le multinazionali che dominano i mercati e sfuggono a
qualsiasi controllo vendendoci latte all'inchiostro ecc.ecc.

Dunque, come dicono giustamente i pastori valdesi (che qualcosa certo
ricordano dei danni venuti alle loro popolazioni dalle miniere di talco di
val Germanasca! riaperte per gli immigrati?) sulla Valsusa: può pure darsi
che i politici abbiano creduto di fare una cosa giusta, ma non gli sorge il
dubbio che potrebbero avere ragione anche quelle e quelli che protestano
così civilmente e tenacemente?

Del resto che l'Alta velocità avesse dentro un qualche squilibrio a me
era venuto in mente persino da subito. Essendo una che pratica lo sport
(ormai uno sport estremo) di andare in treno, a me arrivare a spron battuto
da Roma a Milano, ma metterci poi tre ore per andare da Milano a Sondrio o
a Cremona o a Mantova sembrava una irrazionale idea del trasporto
ferroviario, un trasporto se altri mai sociale e che quindi deve
corrispondere al diritto fondamentale di tutti e tutte di arrivare in
ragionevole parità di servizio da qualunque luogo a qualunque luogo: o una
ha colpa di essere nata in una vallata difficile o di abitare in un paese
fuori dalle grandi linee di comunicazione? E' tra l'altro una delle ragioni
per le quali la ferrovia deve essere un servizio pubblico, non una azienda
privata, cosa su cui, dopo le gioie della privatizzazione, convengono tutti,
stufi marci di essere chiamati "gentile clientela" e di avere sempre torto,
di vedere una pubblicità infondata come tutte, e di sentirsi annunciare
come facesse notizia solo quando il treno è in orario (cosa che per davvero
fa notizia, tanto è rara).

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