Autor: Alessandro Presicce Data: A: la mailing-list del Lecce social forum Assumpte: [Lecce-sf] Fw: [Cpt] Lettera aperta no cpt Bari
RIPARTIAMO DA BARI: NESSUNA MISERICORDIA PER I CPT
----- Original Message -----
From: anna simone
To: neurogreen@??? ; cpt@???
Sent: Thursday, December 08, 2005 12:37 PM
Subject: [Cpt] Lettera aperta no cpt.doc
Lettera aperta dal presidio permanente no-Cpt di Bari
Ormai l’ora fatidica è arrivata. A giorni il CPT di Bari sarà operativo. A gestirlo sarà La Misericordia. Da venerdì 2 dicembre dinanzi ai cancelli della vergogna si tiene un presidio permanente prevalentemente gestito da singole e singoli della Rete no-cpt di Bari, da qualcuno della CGL (per di più critico nei confronti del proprio sindacato che non dimostra di riuscire a sostenere una massiccia presenza dei suoi iscritti), qualche singolo/a di Rifondazione, il movimento degli studenti e qualcun altro/a che ogni tanto si affaccia.
Questo presidio esiste perché è stato inizialmente indetto dal sindaco di Bari Michele Emiliano che, assieme ad un comitato, avrebbe dovuto portare sino in fondo le dichiarazioni d’intenti in merito alla non-apertura del Cpt di Bari. Su alcune pagine dei giornali locali sono anche apparse lettere aperte di associazioni e di gruppi di intellettuali che aderivano al presidio indetto dal sindaco. Tutto, insomma, ci lasciava credere che intorno a questa battaglia saremmo stati in tanti, che avremmo potuto creare un’articolazione tra forze differenti accomunate da un un’unica pratica di resistenza rispetto all’imposizione del CPT e alla decisione dell’imminente apertura volute dal ministro Pisanu.
Il presidio, però, nella realtà, è stato sinora retto solo da singole e singoli del movimento contro i Cpt, dagli stessi, cioè, che hanno occupato la sede della Croce Rossa il 21 ottobre e la sede della Misericordia il 30 novembre più singole e singoli di Rifondazione e della CGL. Dai Rom che sono riusciti a costruire una capanna semi-coperta per farci stare un po’ più al riparo e da due splendidi cittadini baresi che ci hanno consentito di usare il loro camper.
E’ vero, la lotta ai Cpt non riesce a coinvolgere ampie fasce di cittadinanza come accade in questi giorni in Val di Susa, è sempre stata una lotta difficile, ma il movimento in tutti questi anni ha saputo fare passi avanti che neanche potevamo immaginare. Per questo abbiamo accolto positivamente il Forum indetto da Vendola l’11 luglio ed anche per questo abbiamo gioito quando il sindaco Emiliano ha tentato la strada, per quanto “legale”, della richiesta di non allacciamento dell’acqua, del gas e della luce. E’ evidente che le posizioni appaiono tutt’altro che conciliabili, il movimento non vuole né il “superamento” dei Cpt, né la loro “umanizzazione”: le azioni compiute contro la cosiddetta “gestione umanitaria” parlano da sole. Ma ora non c’è più neppure il tempo di lanciare proclami e dichiarazioni d’intenti. C’è un presidio permanente davanti ai cancelli del CPT di Bari, un presidio voluto dal sindaco ma gestito solo da singole e singole dei movimenti, da qualche membro della CGL, dagli studenti e da qualche appartenente a Rifondazione Comunista. Non basta, è troppo poco. Ora non c’è più tempo per parlare e per lanciare comunicati stampa che portano tutti a pensare che la Puglia sia la regione più a sinistra d’Italia. Il cerchio si sta chiudendo per tutti. Il Cpt a giorni apre, siamo arrivati agli sgoccioli e davanti ai cancelli della vergogna, sotto la capanna costruita dai Rom bisogna “stare” tutti, le parole e gli atti mancati non ci bastano. Bisogna essere in molti per dire ancora, tra qualche ora: “No-Cpt”. Non nel caldo delle stanze del potere o solo dalle colonne dei giornali ma lì, al freddo, dove siamo da una settimana, soli ma davanti ai cancelli della vergogna.
Le singole e i singoli del presidio permanente NO-CPT
Bari, 8 dicembre, 2005.