[Forumlucca] I: [res] Assemblea rete sud Nuovo Municipio Reg…

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Autor: Elena Bertoli
Data:  
A: forumlucca, forumvalleserchio, 'Monica Suffredini', 'Cinzia Lenzarini', 'Andrea Tessieri', 'Lucia Pieroni', 'Rosanna Bertoncini', 'Ron Gauld', 'Claudio Cappuccio', 'Antonella e Paolo Notturni', 'Maurizio Cavani', sattialessia, 'Paola Ginestri', 'Francesca', 'Enzo Girolami', 'Elena', 'Franco Santi', shaj, 'Sandra', arteimmagine2002, giannasi, danielle.pieroni, gusnri, michelefasano, francabianchi46, e.barsanti, amletomik
Assumpte: [Forumlucca] I: [res] Assemblea rete sud Nuovo Municipio Reggio Calabria 10 dicembre


-----Messaggio originale-----
Da: Osvaldo Pieroni [mailto:o.pieroni@unical.it]
Inviato: martedì 6 dicembre 2005 3.24
A: giuseppe de santis; Gianfranco Florio
Cc: res@???
Oggetto: [res] Assemblea rete sud Nuovo Municipio Reggio Calabria 10
dicembre






Dal movimento contro il Ponte sullo Stretto, alla Rete Sud del NUOVO
MUNICIPIO, alle Reti Sociali in Meridione, alle associazioni di
cittadinanza
attiva, ai collettivi.


Assemblea aperta a Reggio Calabria

10 dicembre 2005, ore 15.00

Università per Stranieri

Via del Torrione, 95

(dietro il Teatro Comunale)

NO al PONTE sullo STRETTO, CONFLITTI, AUTOSOSTENIBILITA' DEI TERRITORI
MERIDIONALI E PRATICHE ALTERNATIVE


Programma:



1.. Coordinamento NO ponte: "No ponte - No Tav. Rafforziamo la
mobilitazione."
2.. Rete Sud Nuovo Municipio: "Verso nuovi Comuni: democrazia,
sovranità
locale, altra economia."
3.. Laboratori Territoriali: "Dalle lotte alla costruzione di scenari
partecipati di autosostenibilità."
4.. Interventi di associazioni, collettivi, amministratori locali.

L'iniziativa vuol essere un momento di incontro, di scambio di
esperienze e
informazioni su quanto sta emergendo nelle regioni meridionali attorno
ai
temi della partecipazione dal basso, della resistenza a progetti calati
dall'lto - di cui il Ponte sullo Stretto al Sud e la TAV al Nord sono
eclatanti
esempi - e della costruzione di pratiche e scenari sostenibili per un
nuovo
orizzonte di futuro condiviso.



Molte esperienze degli ultimi anni in Sicilia, in Calabria, in Puglia,
al
Sud più in generale, dimostrano come sia in atto il dispiegarsi di una
nuova
cultura alternativa, tale da rappresentare una visione del territorio
meridionale diversa da quella dominante, che lo vuole, ancora, "spazio
socialmente disponibile" per l'incontro del grande capitale speculativo
con
le ingenti risorse finanziarie da riciclare, accumulate dalla mafia con
le
attività legate al ciclo della droga, delle armi, del cemento, di
rifiuti.

Gli attori delle nuove esperienze vanno anche oltre la pure
importantissima
"resistenza" all'aggressione all'ambiente causata dalla ricaduta sul
territorio di quegli interessi affaristici e criminali (ieri con la
costruzione dei grandi poli industriali e infrastrutturali, oggi con un
maggiore orientamento verso il terziario commerciale ed il turismo). Il
loro
obiettivo è promuovere, oltre la "resistenza", l'affermazione virtuosa
di
azioni tese a valorizzare i patrimoni culturali ed ambientali dei
territori.

Queste azioni trovano tuttavia ancora attenzione molto relativa, quasi
inesistente, da parte della politica istituzionale ai diversi livelli.
Ciò
non sorprende, se si pensa, per esempio, al carattere delle dirigenze
dei
partiti, anche riformisti, espressioni di un ceto politico che intende
la
sua azione per lo più come pratica di mestiere da preservare ed
allargare,
guardando più agli interessi delle lobby che all'innovazione sociale di
base; e ulteriormente incoraggiate in questa direzione dagli effetti
dell'ideologia
di mercato e dal mito della crescita che hanno contagiato anche molta
sinistra.

Probabilmente Berlusconi perderà le elezioni, ma a quel punto la società

italiana - che ha bisogno di profonde svolte innovative, sociali e
politiche - si troverà ad essere governata da un quadro
politico-istituzionale inadeguato e obsoleto.

Anche per questo è importante che le capacità di innovazione nella
gestione
dei problemi "dal basso" dimostrate dalle realtà di lotta e di
partecipazione meridionali, vengano allargate per diventare riferimento
per
una soggettività plurale e diffusa, in grado di "pressare criticamente"
la
politica e le istituzioni fino a ri-orientarne l'azione. E' importante,
di
più, che simili indicazioni arrivino dall'ambito in cui si sta
consumando
uno dei maggiori conflitti tra aggressione e difesa del territorio: lo
Stretto di Messina.

Proprio per il peso che ha assunto il "no" al ponte in termini di
resistenza alle aggressioni speculativo-mafiose, difesa dell'ambiente,
ma
anche valorizzazione autosostenibile del territorio, attorno a tale
ambito
possono prodursi fertili relazioni per la crescita scientifica e
politica di
molti soggetti in diverse direzioni.

Anche di questo parleremo nell'assemblea del 10 dicembre a Reggio
Calabria,
che riteniamo importante per il consolidamento delle relazioni di "rete"
fra
soggettività e situazioni che resistono all'aggressione al territorio,
non
solo al Sud (basta guardare a quanto avviene in Valle Susa contro la
TAV) e
lo scambio di preziosi elementi politici e tecnici derivanti dallo
specifico
delle diverse esperienze.

E' da questo che può derivare la svolta necessaria in molti settori
dell'economia
e della società italiana. Non si tratta infatti solo di cancellare
Ponte,
Mose, TAV.Val-Susa, né di evitare il ritorno al nucleare, concedendo il
gas
e un po' di carbone più piccolo e pulito. Si tratta invece di marcare
una
svolta politico-programmatica che sancisca la pianificazione
autosostenibile
dal basso quale strumento di intervento sull'energia, sui trasporti,
sulla
gestione dei rifiuti, sulla salute e la qualità della vita degli
abitanti.

In questa prospettiva è fondamentale che, in un quadro generale
orientato
alla "decrescita", le azioni di riqualificazione,
ri-territorializzazione,
recupero e riassetto socio-culturale ed ecologico del territorio
divengano
riferimenti generalizzabili. A testimoniarne la possibilità sono
esperienze
come i "Laboratori territoriali", la gestione dei percorsi di turismo
ecosociale (Nebrodi, Madonie, Area dello Stretto, Riace, ecc,), alcune
azioni dei Gruppi di Azione Locale, l'agricoltura biologica, la
"lezione"
della Cartiera di Pettogallico, i "contratti di solidarietà"
dell'Aspromonte,
la cittadinanza attiva dei gruppi pugliesi, la rete di economia solidale

partenopea, i progetti di bilancio partecipato che alcuni comuni stanno
assumendo, ecc.

Si può pensare allora all'iniziativa del 10 dicembre a Reggio Calabria,
che
intende riunire quanti aderiscono alla Rete del Nuovo Municipio, ai
Laboratori ed alle associazioni per la cittadinanza attiva, come momento
per
consolidare le relazioni "di rete" tra le varie realtà del Sud che
resistono, lottano, costruiscono partecipazione e si riconoscono nei
medesimi obiettivi strategici.



Per ulteriori informazioni vedi:
http://retesudnuovomunicipio.blog.tiscali.it/






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