Care amiche e amici,
Vi scriviamo per chiedere il vostro appoggio per
Mehmet Tarhan, un
anarchico gay obiettore di coscienza "totale" che in
Turchia è stato
condannato a quattro anni. Nella prigione militare è
stato picchiato e
torturato da guardie e detenuti omofobici.
Speriamo che vi possiate unire a noi e ad altre
organizzazioni a
livello
internazionale mobilitandovi per il 9 dicembre 2005.
Fino ad ora ci
sono
eventi programmati in Turchia, Inghilterra, Finlandia,
Francia,
Germania,
Italia (Venezia), Polonia, Scozia, Serbia e Stati
Uniti, e vanno dal
volantinaggio ai picchetti di ambasciate e uffici
turistici turchi ai
blitz di email/fax (vedere volantino). Sarebbe
splendido se poteste
organizzare una protesta lo stesso giorno, grande o
piccola che sia.
Siamo donne lesbiche e bisessuali e uomini gay ed
etero attivi nello
Sciopero Globale delle Donne, e da maggio abbiamo
organizzato una
campagna
in appoggio a Mehmet Tarhan con la sua famiglia e i
suoi sostenitori in
Turchia. Mehmet tornerà sotto processo davanti a un
tribunale militare
il
15 dicembre. Aiutiamolo a uscire di prigione e a
vincere la causa!
Per maggiori informazioni visitate il sito web:
www.refusingtokill.net,
dove domani sabato 3 dicembre sarà pubblicata la
versione PDF del
volantino (che garantiamo migliore del messaggio in
appendice), nel
caso
lo vogliate usare.
Saremmo liete/i di discutere con voi altri dettagli.
Potete
raggiungerci
(in inglese o italiano) al numero del Crossroads
Women's Centre di
Londra
indicato sopra, oppure, per quelli che parlano solo
italiano tel. 00 44
780 378 9699.
Speriamo di sentirvi presto,
Didi Rossi Giorgio Riva
Wages Due Lesbians Payday
Wages Due Lesbians (Lesbiche per il Salario Dovuto) è
una rete
internazionale multirazziale che conduce una campagna
per i diritti
economici, legali e umani delle donne
lesbiche/bisessuali.
Payday è una rete internazionale multirazziale di
uomini, gay ed etero,
che lavora con il Global Women's Strike (Sciopero
Globale delle Donne)
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Mehmet Tarhan libero!
Obiettore di coscienza gay in carcere in Turchia
9 dicembre 2005: Giornata internazionale di lotta
Mehmet Tarhan è un anarchico gay, obiettore di
coscienza
"totale" - contro tutte le guerre e qualsiasi
alternativa al
servizio militare. E' stato condannato a quattro ani
da un
tribunale militare per "insubordinazione".
La Turchia non riconosce l'obiezione di coscienza e
non
fornisce alternative al servizio militare.
Per i militari turchi l'omosessualità è una
"malattia".
Chi fa domanda di esenzione per omosessualità deve
sottoporsi a una visita anale e spesso fornire un
video di
un rapporto sessuale.
E' l'equivalente del famigerato "test di verginità"
che la
polizia e l'esercito turco usano da anni per stuprare
e
aggredire sessualmente le donne, in particolare le
donne
curde.
Mehmet ha rifiutato l'etichetta di "malato" perché è
gay e
ha rivendicato il suo diritto all'obiezione di
coscienza.
La Corte Militare d'Appello ha annullato la sentenza
di
prima istanza, lo ha minacciato di stupro giudiziario
e ha
ordinato un nuovo processo il 15 dicembre.
Una manifestazione dell'Iniziativa per la solidarietà
con
Mehmet Tarhan in Turchia
12 luglio, Wages Due Lesbians e Payday al picchetto
dell'ambasciata turca in Inghilterra...
... e negli Stati Uniti...
Proteste internazionali: Wages Due Lesbians e Payday
organizzano un picchetto davanti alle Turkish Airlines
a Londra
e una manifestazione d'informazione in centro a
Filadelfia -
Altre proteste annunciate finora in Turchia (Istanbul,
Ankara,
Smirne, Sivas) - Finlandia (Helsinki) - Francia
(Parigi) -
Germania (Francoforte, Berlino, Mainz, Münster) -
Italia
(Venezia) - Olanda (l'Aia) - Polonia (Varsavia) -
Serbia
(Belgrado) - Stati Uniti (New York), Scozia (Glasgow)
...
Vedi il sito web di Payday
www.refusingtokill.net
In prigione da aprile, Mehmet Tarhan è stato aggredito
e
torturato da detenuti e guardie. E' stato messo in
isolamento
perché rifiuta la disciplina della prigione militare.
E'
entrato due volte in sciopero della fame (per 28 e 34
giorni)
esigendo che i suoi aggressori vengano puniti. Potete
scrivergli a:
5. Piyade Egitim Tugayi, Askeri Cezaevi, Temeltepe -
Sivas,
Turchia.
Esigiamo:
+ La fine della tortura mentale e fisica di Mehmet
Tarhan,
la sua immediata liberazione e il suo congedo
immediato
dall'esercito;
+ Il riconoscimento dei diritti degli obiettori di
coscienza
da parte della Turchia;
+ L'abolizione della definizione dei militari turchi
dell'omosessualità come malattia, che richiede una
visita
anale e "prove" visive.
Blitz di email & fax
Dovunque siate il 9 dicembre, fate sapere alle
autorità
turche che Mehmet non è solo.
Mandate queste rivendicazioni per email o fax a:
Primo Ministro Recep Tayyip Erdogan
fax: +90 312 417 0476
rte@???
e all'ambasciata turca di Roma:
fax: 06 488 24 25 turchia@???
e mandate in cc a payday@???
Sì al diritto all'obiezione di coscienza, no al
diritto di
uccidere
Il caso di Mehmet Tarhan è un segnale per il movimento
internazionale contro la guerra e per il diritto
all'obiezione di coscienza. Come molta gente di base,
Mehmet non ne vuole sapere dell"eguaglianza"
propugnata
da alcune/i nel movimento delle lesbiche e dei gay: il
diritto a fare il militare, cioè il diritto a uccidere
e
a fare la guerra.
"Se danno ai gay il 'diritto' di fare il militare, non
andrò certo in giro a dire ai gay 'hei, andiamo a fare
il militare'. Non devono farlo. E gli eterosessuali
non devono farlo neanche loro". Mehmet Tahran
Mio fratello Mehmet
di Emine Tarhan
Dal giorno in cui è stato messo in prigione, la nostra
vita è diventata un vero incubo e continua a esserlo.
L'altro nostro fratello sta facendo il servizio
militare
obbligatorio nello stesso esercito che ha messo Mehmet
in
prigione e lo ha torturato, e non sa che cosa fare. E'
tutto
molto doloroso per lui. Mia madre ha mal di cuore, il
diabete,
il colesterolo alto e la pressione alta. Fino alla
prima
udienza le abbiamo nascosto che Mehmet era in carcere.
La
prima volta che lo vide furono due mesi dopo, durante
il
secondo processo. Mehmet si reggeva a stento in piedi
per le
torture e non riusciva a muovere la testa. Mia madre
non poté
né andare a trovarlo né abbracciarlo. Mia madre non
può
viaggiare per i suoi problemi di salute, per cui non
può
andare a trovarlo. Se non è in isolamento e le visite
non sono
proibite, io vado a Sivas tutte le settimane. Parto da
Istanbul il martedì e il viaggio dura 14 ore. Il
giorno dopo
vado a trovarlo per sette ore dietro lo sbarramento di
filo
spinato, poi ritorno la sera stessa da Sivas. Io, mia
madre e
Mehmet abitavamo tutti insieme a Istanbul. Io avevo
un'attività. Anche Mehmet lavorava. Ma sono stata
sempre
meno capace di dedicarmi al lavoro. In più nei primi
tre mesi
non riuscivo a partire da Sivas per tutto quello che
succedeva. Con la sua vita minacciata da altri
detenuti, la
repressione fisica e psicologica da parte delle
autorità della
prigione, e lo sciopero della fame che Mehmet
incominciò per
reagire a tutto questo, il corso della nostra vita
cambiò.
Dovetti chiudere la mia attività perché non riuscivo
più a
funzionare, io e mia madre fummo sfrattate dalla
nostra casa e
dovemmo ritornare a Iskenderun.
Ogni volta che lo vedo sono commossa, amareggiata e
furiosa
perché lui è ancora là.
A cosa serve la leva
L'esercito turco apre il fuoco -
5 civili uccisi e 28 feriti
Un comunicato stampa del sindaco di Yuksekova datato
18
novembre rivela che l'esercito turco ha aperto il
fuoco sui
manifestanti in questa città turca, uccidendo Islam
Bartin,
Sefer Bor, Giyasettin Avci, Ersin Menges, Abdulhaluk
Geylani e
ferendo altre 28 persone. Circa 30.000 persone si sono
riunite per protestare contro il "terrorismo del
governo", in
particolare le bombe lanciate su una libreria da dei
militari
in borghese nella città di Semdinli il 9 novembre
"Mehmet Tarhan non farà il soldato"
(foto: Initiativa per la Solidarietà con Mehmet
Tarhan)
In Turchia l'esercito è dappertutto: nelle città,
nelle
campagne, a innumerevoli posti di blocco. Ma ci sono
da
350.000 a 500.000 renitenti alla leva. Nessuno sa
quanti sono
Curdi che rifiutano di prestare servizio in un
esercito che
attacca la loro gente, torturando, stuprando e
uccidendo
donne, bambini e uomini, minacciando e cacciando gli
abitanti
dei villaggi per fare posto a dei progetti di dighe
molto
redditizi. Questo è quello che Mehmet Tarhan si
rifiuta di
fare.
DIFENDIAMO I NOSTRI DIRITTI
I governi europei vogliono usare l'entrata della
Turchia
nell'Unione Europea per minare ulteriormente i nostri
diritti umani, in Europa e a livello globale. La
Turchia è il più fedele scagnozzo degli Stati Uniti
dai
tempi della guerra fredda; gli Stati Uniti fornirono
la
maggior parte delle armi usate dalla Turchia per la
campagna genocida contro i Curdi negli anni Novanta.
Non permetteremo che la Turchia vada ad aggiungersi
agli altri alleati europei di Bush.
Con Mehmet, la sua famiglia e i suoi sostenitori,
esigiamo e difendiamo i nostri diritti umani
all'obiezione di coscienza, a rifiutare di uccidere,
alla scelta sessuale, a vivere in un mondo libero da
guerre e dittature. Libertà per Mehmet Tarhan e
tutti gli obiettori di coscienza!
INVESTIRE NELLA CURA DELLA VITA NON NELLA MORTE!
La campagna per Mehmet in Turchia ha un bisogno
disperato di
SOLDI. Spedite assegni a Payday
PO Box 287 London NW6 5QU - garantiamo che tutte le
donazioni
arriveranno alla sua famiglia e alla campagna.
Wages Due Lesbians (Lesbiche per il salario dovuto)
Tel +44 20 7482 2496 Email wdl@???
Web
www.globalwomenstrike.net
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