Il giorno 12.26 04/12/2005, arlan ha scritto:
>E' la seconda volta che riporti fatti non corrispondenti al vero.
>Quel pdf non e' la versione definitiva
L'ho detto chiaramente: la versione definitiva l'ho messa in giro su 
Emule 30 giorni dopo l'uscita di quella provvisoria, e comunque 
l'unica differenza sta nelle seguenti quattro righe di testo:
Il 6 luglio 2005 il Parlamento europeo ha respinto quasi 
all'unanimita' la proposta di direttiva sui brevetti software, 
vanificando le pressioni della lobby del software. Ma la battaglia 
legale rimane aperta, almeno fino a quando ci saranno aziende che 
potranno ricavare dei profitti stratosferici dal sistema dei 
brevetti, e che potranno spostare la loro azione di lobbying dal 
livello europeo a quello dei parlamenti nazionali.
>e sopratutto NON l'hai pubblicato tu
Infatti questo non ha importanza, proprio perche' quel libro e' 
libero e chiunque puo' pubblicarlo come cazzo gli pare e quando cazzo 
gli pare, compreso il suo autore. Le licenze CC non obbligano gli 
autori a fare nulla se non dire ai lettori "siete liberi". Chi manda 
in giro film CC non e' obbligato a mettere in rete il testo della 
sceneggiatura: chiunque puo' usare quel film. Chi manda in giro 
musica CC non e' obbligato a mettere in rete gli spartiti: chiunque 
puo' usare quella musica come gli pare. Chi manda in giro libri CC (e 
anche FDL) non e' obbligato a metterli in giro in formato 
elettronico: chiunque puo' farlo. Chi manda in giro software GPL E' 
OBBLIGATO a mandare in giro il codice sorgente, ma il problema e' che 
un libro non e' un software, ma alcuni pensano che i ragionamenti 
sviluppati in 20 anni di analisi sul software libero possano essere 
presi e riportati pari pari per cose diverse.
>Forse faresti meglio a ragionare sul fatto che probabilmente sei l'unico
>autore al mondo a cui sono riusciti a piratare un libro che aveva rilasciato
>sotto copyleft.
Il mio obiettivo era proprio questo, e cioe' che la gente prendesse 
il libro e ne facesse quello che gli pareva, sollevando me dal fare 
cose che potevano crearmi problemi.
IO: "Mi pubblicate un libro sulla pirateria con licenza CC?"
EDITORE: "Si', va bene, pero' tu non diffondere subito il PDF almeno 
all'inizio".
IO: "Va bene". E nel frattempo pensavo (tanto se non lo faro' io lo 
fara' sicuramente qualcun altro, e quindi alla fine non cambia un 
cavolo. La licenza CC da' agli utenti della rete tutte le liberta' 
necessarie per ottenere da soli una versione elettronica del libro, e 
quindi quello che posso fare o non fare non ha importanza, ha 
importanza che il libro sia liberato dalla licenza".
Pero' questo giochino non l'ha capito nessuno, e' stata fatta 
circolare una bozza incompleta senza il mio consenso, nel frattempo 
il tribunale del popolo ha emesso le sue sentenze di condanna e io 
sono diventato il nemico della liberta' di informazione.
Tutto questo quando nel frattempo sulla homepage di 
www.gubi.it c'e' 
ormai da mesi un link al PDF del libro, ma ormai Google se ne fotte 
di questa pagina, e quindi se si cerca il mio libro appare come primo 
link la pagina di copydown con la versione priva delle quattro righe 
di aggiornamento. Clap clap, complimenti a chi mi ha "piratato" il 
libro, ammesso che si possa parlare di pirataggio dal momento che 
quel libro e' uscito dal mio portatile a cavallo di una email, e non 
certo ottenuto con abili sotterfugi per salvare un testo dalla 
prigionia a cui lo aveva costretto il suo autore.
Allora qual e' stata la vera violazione delle liberta'?
La mia scelta di far uscire in rete a novembre un libro uscito in 
libreria a settembre, privando per due mesi il mondo delle mie sagge 
parole in formato PDF? Ma se il mondo voleva le mie sagge parole in 
formato PDF poteva prendere il libro, scansionarlo, fotocopiarlo, 
dipingerlo sui muri, insomma farci quel cazzo che voleva.
>Un primato difficilmente eguagliabile.
Infatti sono fiero di essere riuscito a trovare un escamotage per 
ottenere quello che volevo, e cioe' la pubblicazione di quel libro da 
parte di un editore e la sua circolazione in rete. Questo dimostra 
solamente che le licenze CC non sono fatte per chi vuole la pappa 
pronta, ma richiedono la partecipazione degli utenti nella diffusione 
del sapere.
> > 2) Vorrei sapere perche' in questi quattordici giorni i miei zebedei
> > sono stati triturati finemente da un gruppo di eroici paladini della
> > liberta' che pero' non hanno dimostrato lo stesso impegno su altri libri
> > "no-copyright" che pero' non sono diffusi in rete
>Cosa vuol dire? se tanti sbagliano allora  va bene? che ragionamento e'?
E' un ragionamento che fa differenza tra passato e presente:
Tu puoi pensare che io ABBIA SBAGLIATO mettendo il libro online due 
mesi dopo la sua uscita in libreria, cosa che comunque io rivendico 
come una scelta fatta in base ad un ragionamento, magari non 
condivisibile, ma pur sempre di ragionamento si tratta e non di bieco 
interesse personale. Comunque ormai e' un dato di fatto che il PDF 
del libro E' LIBERAMENTE SCARICABILE.
Quindi in teoria l'"incidente" che mi riguarda dovrebbe essersi 
chiuso, e riguarda fatti del passato.
Nel PRESENTE, invece, ci sono ancora libri che a DIECI ANNI DALLA 
LORO PUBBLICAZIONE (e dieci anni sono 120 mesi, e non i due mesi che 
ci ho messo io) NON SI TROVANO DA NESSUNA PARTE in formato 
elettronico, e anche questi libri fanno grandi discorsi sul 
no-copyright e le liberta' digitali, ma chissa' come mai nessuno si 
e' sognato di dare addosso a chi li ha scritti o a chi li ha pubblicati.
Quindi, visto che la tua testolina non ci arriva, ti faccio presente 
che non sto nascondendo il mio presunto errore dietro errori altrui, 
anche perche' non credo che il mio sia stato un errore, ma una 
precisa scelta nel modo di far circolare un libro in rete: 
affidandolo a chi vuol farlo circolare. Il fatto che il mio libro sia 
stato "piratato" anziche' scansionato e OCR-rato come speravo io, mi 
ha comunque facilitato nella mia decisione di farne circolare la 
versione completa. Visto che nessuno ha fatto quello che speravo, ma 
comunque c'era in giro una versione del libro a cui mancavano 3 righe 
aggiunte all'ultimo momento, allora e' stato facile per me fare 
quello che nessun altro aveva avuto l'idea di fare.
Quello che sto facendo non e' nascondere il mio errore dietro gli 
errori altrui, ma e' chiedere a te e ad altri che mi hanno dato 
addosso una giustificazione per un atteggiamento molto incoerente: 
adottare atteggiamenti diversi per situazioni e persone diverse che 
pero' hanno compiuto azioni simili. Se tizio fa una cosa per due mesi 
e gli do' addosso, a maggior ragione dovrei fare la stessa cosa con 
Caio se la fa per dieci anni, altrimenti la mia onesta' intellettuale 
puo' essere messa indiscussione.
>Non voglio entrare nel merito degli esempi che tu porti
E' proprio questo il problema: su alcune situazioni cambi discorso, 
non entri nel merito e non metti alla pubblica gogna altre persone 
come invece hai fatto con me, mentre quando io faccio qualcosa in 
buona fede cercando escamotage per salvare capra e cavoli, per 
ottenere al tempo stesso pubblicazione in libreria e circolazione in 
rete, divento improvvisamente un nemico. Io posso aver sbagliato nel 
credere che questo escamotage fosse chiaro e comprensibile, ma tu 
sbagli nel momento in cui ti accanisci su di me e ignori altri problemi.
>ma non mi  pare che sia un'argomentazione intelligente e pertinente 
>con la discussione.
L'argomento della discussione era un autore che in un libro parla di 
liberazione dal copyright e poi non manda in rete il suo libro per 
due mesi, dando adito a sospetti di incoerenza. A me sembra invece 
che sia molto pertinente alla discussione parlare di altri libri che 
teorizzano il no-copyright e poi pero' non si trovano in rete per 
dieci anni. Ma comunque se questo nesso ti sfugge e non vedi la 
pertinenza tra il mio caso e altri esempi che ho portato, non posso 
farci niente, avrai un firewall nelle sinapsi che ti impedisce di 
riscontrare correlazioni tra situazioni differenti ma simili.
> > Se mi spiegate perche' quando parlo io di copyright vengo lapidato e
> > bollato come incoerente
>se vieni a pubblicizzare il tuo lavoro  in una comunita'
>(ed e' quello che hai fatto su CR visto che il 3d e' incominciato con una
>tua mail dove suggerivi di leggere  il tuo il libro) non puoi pretendere
>di sfuggire al confronto.
Anche quando tu fai una affermazione non puoi pretendere di sfuggire 
al confronto di chi ti dimostra che stai usando due pesi e due misure.
> > se decido di aspettare un mese prima di
> > rilasciare il PDF definitivo,
>bhe', niente di male, pero' il modello di diffusione della proprieta'
>intellettuale  sotto CC sarebbe diverso, se vuoi fare una cosa diversa
>usa una licenza diversa
Ancora una volta si dimostra che attorno alle licenze CC gravita un 
grande velo di ignoranza. La licenza che ho utilizzato (BY-NC-ND) NON 
MI OBBLIGA A FARE UN CAZZO. L'obbligo di rilasciare in rete il PDF di 
un libro NON E' PREVISTO DA NESSUNA LICENZA CC E NEMMENO DALLA FDL. 
Si tratta di un obbligo MORALE non codificato dalle licenze, ma 
siccome la morale e l'etica sono cose soggettive, ognuno dovrebbe 
essere lasciato libero di agire secondo coscienza senza sentirsi 
piovere sul capo le scomuniche dei chierichetti della chiesa di 
sant'ignuzio quando questi chierichetti ritengono che un determinato 
comportamento sia una bestemmia oltraggiosa delle loro convinzioni 
religiose, convinzioni che i chierichetti vorrebbero estendere a 
tutto il mondo con un'assolutismo degno del miglior Ratzinger che non 
rispetta le diversita' di pensiero e di coscienza.
>, ma SOPRATUTTO non ti appropriare di percorsi
>politici e culturali che EVIDENTEMENTE non ti appartengono.
Dipende dai percorsi a cui ti riferisci. Se parli di percorsi 
associati all'analisi marxista delle tecnologie, sicuramente questi 
percorsi non mi appartengono. Se invece ti riferisci ai percorsi di 
riflessione che hanno portato alla nascita di licenze "libere" per 
contenuti editoriali o artistici, ti faccio presente un dato storico 
incontrovertibile: la prima licenza di libero utilizzo associata a un 
libro, scritta prima ancora dell'invenzione delle licenze CC, e' 
stata quella che io ho utilizzato per il mio libro "italian 
crackdown", diffuso sul web nel 1999 esattamente lo stesso giorno di 
apparizione di quel libro negli scaffali delle librerie. Ora io 
continuo a stupiprmi che mi si rompano le palle solo perche' ho 
tardato due mesi con quest'altro libro, senza considerare come 
"attenuante" questo precedente che puo' testimoniare la mia buona 
fede. Se io vivessi negli usa e avessi scritto quella licenza del 
1999 in inglese anziche' in italiano, e se mi chiamassi Lessig 
anziche' Gubitosa, ora sarei un paladino della cultura libera 
anziche' un nemico che si permette di aspettare nientemeno che 60 
giorni prima di far circolare il suo libro in rete.
> > Quindi delle due l'una: o cominciate a rompete il cazzo anche alla Shake
> > per questa questione,
>Cioe'? Ti giustifichi dicendo che hanno sbagliato altri e quindi puoi
>sbagliare
>anche tu? No perche' qualcuno potrebbe darti dell'ipocrita se e' cosi'.
Te l'ho spiegato prima: io ho smesso di "sbagliare" nel momento in 
cui ho messo in rete il mio libro, ora per coerenza tutti i fiumi di 
parole che hai usato per screditarmi dovrebbero essere indirizzati altrove.
>punto centrale( che sarebbe:come mai hai pubblicato un libro dove si
>elogia il copyleft e
>tante altre cose,  sotto CC _SENZA_ rispettare i meccanismi distributivi
>della CC
Questo dimostra una profonda ignoranza. Leggi la licenza CC che ho 
utilizzato e scoprirai che non si parla della distribuzione del libro 
da parte dell'autore, ma solo della liberta' lasciata ai lettori di 
usare il libro come meglio credono.
>evitando di facilitarne in questo modo la diffusione?
credo che in questo modo comunque la diffusione sia stata facilitata, 
dal momento che si e' creato un casino talmente grande per una 
cazzata talmente piccola da diventare una specie di immeritata 
pubblicita' indiretta.
>Hai poca fiducia nel modello distributivo sotto CC?
Io credo molto a questo modello, forse sei tu che non hai capito che 
questo modello prevede un'atteggiamento di partecipazione attiva da 
parte dei lettori di un libro, che rende sempre piu' indistinto il 
confine tra lettori e distributori, e non l'obbligo per gli autori di 
sfornare a comando pdf con i tempi decisi dai tribunali del popolo, 
magari portando a casa del lettore anche un cornetto e il caffe' 
senza che questo debba muovere un dito.
>Ultima cosa:
>nel tuo libro tra le varie "massicce dosi di idee radicali" quando parli
>  di CopyLeft e CC si accenna
>al fatto che l'autore quando rilascia sotto CC deve fornire per
>correttezza e onesta'(visto che la CC
>non cotringe a farlo) anche l'opera in un formato che permetta
>all'utente di usufruire dei diritti della CC?
Questa e' una tua interpretazione, come dicevo prima tu consideri che 
l'autore abbia un DOVERE MORALE che va al di la' di quanto contenuto 
nella licenza. Io pero' sono molto allergico ai moralisti e ai 
bigotti pronti a "scomunicare" il prossimo, sia che appartengano alla 
chiesa cattolica, sia che appartengano alla chiesa di Sant'Ignuzio.
>Perche' altrimenti l'utilizzo della CC diventa solo una nota a pie' 
>pagina e la "ribellione creativa" va' a
>farsi friggere.
A me sembra invece che diventi una liberta' messa nero su bianco per 
dire a chiunque "puoi fare il cazzo che vuoi col mio libro senza 
andare in galera", e di questi tempi non e' poco, visti i casini che 
fa la Siae nelle copisterie.
>Tra autori di libri sotto copyleft a cui hanno piratato i libri e
>grazie anche ai tuoi reply cmq da tempo
>questa discussione ha perso completamente senso.
E allora perche' l'hai riaperta? Io stavo solo parlando della critica 
marxista alle licenze CC.
>In realta' gia' da un po' ho smesso di leggere le tue
>mail pero' gine ne ha quotata una e io, per errore, ho letto e date le
>imprecisioni che c'erano non ho resistito
>a non rispondere visto anche che erano cose che mi riguardavano
>personalmente.
>ARGH! M'hai fregato!
>Non succedera' piu'.
Bravo, se ridurrai la dose di scemenze che spari via email sara' un 
bene per te e per chi ha a che fare con te.