[Forumlucca] "E allora sbattezziamoci!"

Üzenet törlése

Válasz az üzenetre
Szerző: massimiliano.piacentini@tin.it
Dátum:  
Címzett: forumlucca
Tárgy: [Forumlucca] "E allora sbattezziamoci!"
Da www.gay.it

E ALLORA 'SBATTEZZIAMOCI'!

di Roberto Taddeucci
(altri articoli dell'autore)
Venerdì 25 Novembre 2005

Gli
omosessuali sono sempre più allontanati dalla Chiesa: per reazione c'è
chi si fa togliere dagli elenchi ufficiali dei cattolici e chi invece
si avvicina ad altre realtà religiose.






ROMA - Il
documento della Congregazione per l'Educazione Cattolica che di fatto
mette al bando gli omosessuali dalla vita della Chiesa Cattolica è
l'ennesima doccia fredda per tutti quei credenti che leggono nel
messaggio cristiano un fermo invito alla fratellanza, all'amore a al
rispetto tra tutti gli esseri umani, a prescindere dalle differenze
individuali legate ad aspetti della loro personalità. Chi pensava che
fosse l'atto sessuale in sé il "peccato" da cui tenersi alla larga dopo
la pubblicazione di questo nuovo documento, approvato da Benedetto XVI,
si trova di fronte ad una ben più deprimente, discriminatoria realtà:
non è più una questione di essere casti, di non praticare nessuna
attività sessuale; la nuova Istruzione dice a chiare lettere che non
possono essere ammessi "al Seminario e agli Ordini sacri" non solo
"coloro che praticano l'omosessualità" ma anche tutti coloro che
"presentano tendenze omosessuali profondamente radicate o sostengono la
cosiddetta cultura gay".

Si potrebbe far notare che ogni uomo adulto
maturo e responsabile è pienamente cosciente del radicamento del
proprio orientamento sessuale, il che non significa che chi decide
liberamente di fare tale scelta di vita non possa coltivare l'astinenza
dal sesso come pia virtù. Allora il radicamento profondo del proprio
orientamento sessuale, etero o omosessuale che sia, che c'entra?
Secondo logica niente.

Ancora più nebulosa e sibillina la messa al
bando verso coloro che "sostengono la cosiddetta cultura gay". Ma cosa
vuol dire? Combattere ogni forma di discriminazione, cercare di capire
gli altri e accettarli senza pregiudizi, comprendere un fenomeno
sociale e culturale senza per questo necessariamente farne parte, come
dimostrato dai molti religiosi che in vari ambiti cercano un dialogo
tra mondo cattolico e realtà gay, è motivo sufficiente per
l'allontanamento di una persona dal cammino seminaristico? Alla luce
degli odiosi risvolti pratici di questa nuova direttiva, frasi come il
"...pur rispettando profondamente le persone in questione...", pure
contenuto nello stesso documento, suonano come ipocrite parole vuote.

Quando è troppo è troppo
Mentre cresce costantemente il numero di
scandali a sfondo sessuale che vedono coinvolto il clero,
l'irrigidimento della Chiesa Cattolica sulle tematiche legate alla
diversità e la progressiva e sempre più marcata tendenza
all'emarginazione di certe realtà e in particolare quella omosessuale
sta diventando per molte persone la classica goccia che fa traboccare
il vaso e li spinge ad allontanarsi dalla religione. Del resto
comprensibilmente: non è affatto piacevole non sentirsi benvenuti,
quindi per molti meglio che sentirsi a malapena "tollerati" è meglio
togliere il disturbo e uscire a testa alta da quel circolo di individui
che considera noi e la nostra vita, anche affettiva, "come
intrinsecamente immorali e contrari alla legge naturale".

Non
contribuiscono ad un clima di dialogo e rispetto reciproco i continui
strali del cardinale Ruini sulle coppie omosessuali e i periodici tuoni
e fulmini emessi dalla CEI sul progetto di legge sul Pacs. Per
manifestare il proprio dissenso sempre più persone decidono di far
annullare il proprio battesimo, come il recentissimo caso di H. R., un
impiegato altoatesino che ha deciso di uscire dalla Chiesa Cattolica
adducendo una motivazione molto chiara e semplice: "Sono un credente e
ho una spiritualità, ma non farò parte di una comunità che ha avviato
una crociata anti-gay", dichiarazione rilasciata al quotidiano Alto
Adige del 10 novembre.

"Sbattezzarsi": istruzioni dove e come
Il sito
internet dell'Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti registra
un traffico sempre crescente e di particolare interesse per gli
internauti sembrano essere proprio le pagine relative alla campagna sul
cosiddetto "sbattezzo" (argomento che tra l'altro già vede un'animata
discussione sul nostro Forum). L'U.A.A.R. ha tra i suoi scopi generali
il sostegno alle istanze pluralistiche nella divulgazione delle diverse
concezioni del mondo e nel confronto fra di esse, opponendosi
all'intolleranza, alla discriminazione e alla prevaricazione,
riaffermando l'importanza della completa laicità dello Stato. Dal 1999,
a seguito di decisione del Garante della Privacy, la chiesa è
"obbligata" ad annotare la dichiarazione di chi non desidera essere più
considerato cattolico accanto alla registrazione del battesimo. Il
Garante in quell'occasione ha "evidenziato come dalla volontà
dell'interessato di abbandonare una determinata comunità discenda
l'impossibilità di continuare a considerare la persona in questione
come appartenente al gruppo, all'associazione, o, come nel caso
specifico, alla confessione religiosa" mentre fino ad allora venivano
contati come cattolici tutti i battezzati.

Il segretario nazionale
dell'UAAR Giorgio Villella ci ha detto che nell'ultimo anno circa
diecimila utenti internet hanno scaricato dal sito il modulo relativo.
Quanti di questi lo abbiano poi effettivamente utilizzato ovviamente
non è dato di sapere ma il numero in sé è indicatore di una tendenza.
Villella si è mostrato per niente sorpreso del recente documento: «La
Chiesa dice sempre, e lo insegna il catechismo, di essere per l'unione,
per la comunità, per l'inclusione, e del resto "religio" vuol dire
legare. In realtà, oggettivamente, ha fatto sempre una politica di
separazione. Ha diviso gli uomini dalle donne, i cristiani dagli ebrei,
gli eterosessuali dagli omosessuali e mentre ci sono altre confessioni,
ad esempio i Valdesi, che questa divisione non la fanno più, la Chiesa
Cattolica continua ad emarginare, da sempre. È la Chiesa che ha
inventato il ghetto, dicendo che gli ebrei dovevano indossare un pezzo
di stoffa gialla per essere distinti per strada. Per gli omosessuali ha
fatto lo stesso, e finché ha potuto li ha messi al rogo. Oggi li
esclude, cosi come esclude i portatori di handicap: chi aveva la
poliomielite non poteva fare il sacerdote; se gli veniva dopo andava
bene, altrimenti non poteva farlo. Oggi esclude gli omosessuali mentre
se dovesse fare qualcosa dovrebbe cercare di tenere lontani i pedofili.
Così facendo ottiene due piccioni con una fava: uno non si parla di
pedofili e due si mettono tra i reietti gli omosessuali. Non si capisce
davvero perché una persona adulta se non pratica il sesso debba essere
escluso, etero o omosessuale che sia. Il messaggio che cercano di far
passare che gli omosessuali poi sarebbero i preti pedofili, il che non
è vero niente dal momento che la pedofilia e l'omosessualità sono due
cose ben distinte».

Altre realtà di culto
È evidente che questa
demonizzazione teologica degli omosessuali messa in atto, sempre più
scopertamente, dalla Santa Romana Chiesa si rifletta negativamente
soprattutto in coloro che più avvertono l'esigenza di un'appartenenza
ad una comunità religiosa e non si trovano a proprio agio con
l'approccio ateo o agnostico appena esposto. In Italia però a pochi
sfiora l'idea di saperne di più su un'altra confessione, un altro modo
di vedere le cose, un altro modo di organizzare la chiesa.

La
Federazione delle Chiese Evangeliche rappresenta tutta una serie di
realtà alternative in questo senso: ci sono Valdesi, Metodisti,
Battisti, Pentecostali. Si tratta di un mondo molto vario, non come
quello cattolico in cui le chiese sono guidate da un organismo centrale
per cui la teologia e la dogmatica è riconosciuta per forza da tutti.
Ovviamente su certi argomenti ci sono chiese molto più aperte e altre
più chiuse e diciamo integraliste, ma a nessuno viene vietato di
entrare in una chiesa e di prendere l'eucarestia in una comunità
protestante. Dalla Federazione delle Chiese Evangeliche ci hanno
confermato che non esistono regole dogmatiche per impedire alle persone
con orientamento omosessuale di poter diventare dei pastori, ovvero non
esiste una dogmatica scritta che dica che l'omosessuale sarebbe (come
sostiene il Vaticano) "contro natura" per cui non può essere un buon
prete.


-