Autor: andynet Data: Para: copyleftlista Assunto: (L) incontro creative commons a torino
Leggete questo feed dell'incontro che si è svolto a torino
per
creativecommons.
Durante la
conferenza c'è stato un momento "hot": speravo
che prima o
poi
qualcuno facesse chiarezza su
un concetto che, a quanto pare, sembra di
difficile comprensione (forse
perché paradossale).
Glorioso "spiega"
a Mazza (che rappresenta i discografici, i
titolari di
diritti
connessi, non gli autori): "Se un produttore, un autore mi
dà un
CD,
utilizzando una licenza di quelle che solitamente ci sono
quando si
compra un CD, io non sono autorizzato a metterlo su circuito
P2P,
con
Creative Commons sono autorizzato a farlo, con qualsiasi
tipologia
di
licenza".
Non è vero: purtroppo, ha ragione Mazza. Le CCPL ti danno la
possibilità
di mettere l'opera su P2P (spartito, brano *rieseguito*...
)
ma non il CD, le registrazioni, se, come ha spiegato Mazza, i
diritti
connessi (i diritti del produttore fonografico) non sono stati
licenziati.
Ecco perché a Mazza piacciono le CCPL:
perché* i
discografici possono utilizzare, gratuitamente, dei brani
rilasciati
con CCPL, possono produrli e poi, grazie ai diritti connessi,
possono
farne un affare esclusivo, un affare tutto loro, un affare in
cui la
parola "conoscenza" viene svuotata di ogni senso*
(anche il semplice CD
promozionale, di cui parla Mazza, è un affare).
Ecco la rete che
lavora gratuitamente per l'industria.
Ecco perché da più di un anno
sottolineo in lista, evidentemente
invano,
l'importanza di affrontare
una seria discussione sui diritti
connessi.
Perché *la trasmissione
della conoscenza non avviene telepaticamente,
ma
attraverso elementi
fisici che qualcuno ha prodotto*.