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Sent: Thursday, November 17, 2005 3:04 PM
Subject: [info-unponteper] Osservatorio Iraq: newsletter 17/05
Newsletter Osservatorio Iraq
17/2005
02 - 17 novembre 2005
Fosforo bianco su Fallujah. Con l'inchiesta di Rainews24
http://www.osservatorioiraq.it/modules/wfsection/article.php?articleid=1661 torna l'attenzione dei media e dei politici sull'Iraq, anche se molte delle cose erano già state denunciate
http://www.osservatorioiraq.it/modules/wfsection/article.php?articleid=1667 .
Ma l'inchiesta di un canale della Tv di Stato italiana, riportata dai molti dei quotidiani statunitensi e amplificata da un confronto radiofonico
http://www.osservatorioiraq.it/modules/wfsection/article.php?articleid=1653
tra gli autori, i testimoni e un portavoce militare, spinge il Pentagono prima ad una smentita, poi ad una parziale ammissione
http://www.osservatorioiraq.it/modules/wfsection/article.php?articleid=1671 .
Il fosforo è stato utilizzato, e forse non solo per illuminare. Gli Usa non hanno mai firmato il terzo protocollo della Convenzione del 1980 sull'uso di bombe incendiarie, e questo basta all'Amministrazione Bush per giustificare il proprio operato.
Fallujah è solo una delle città in cui le operazioni militari condotte sia dalle sole truppe Usa , sia congiuntamente alle forze irachene, hanno causato morti e feriti tra la popolazione. L'ultima operazione in ordine di tempo, "Steel Curtain", ha provocato gli stessi scenari di distruzione, come già successo ad Al Qaim
http://www.osservatorioiraq.it/modules/wfsection/cerca.php?stringa=alqaim poco prima, e prima ancora
http://www.osservatorioiraq.it/modules/wfsection/cerca.php?stringa=assedio a Tal Affar, Hadita... La stessa missione Onu denuncia
http://www.osservatorioiraq.it/modules/wfsection/article.php?articleid=1669 l'uso della forza sulla popolazione, le morti civili, le detenzioni arbitrarie
http://www.osservatorioiraq.it/modules/wfsection/article.php?articleid=1658 .
Nulla dell'intervento delle nazioni straniere sta avvantaggiando la popolazione: come scrive nel suo rapporto
http://www.osservatorioiraq.it/modules/wfsection/article.php?articleid=1627 Stuart Bowen, ispettore generale per la ricostruzione dell'Iraq,
"L'Amministrazione aveva promesso di "riportare le reti di elettricità, di distribuzione dell'acqua, di oleodotti e le strutture sanitarie ai loro livelli di prima della guerra e anche oltre, ma la dura realtà è differente".
La corruzione
http://www.osservatorioiraq.it/modules/wfsection/cerca.php?stringa=corruzione è vastissima, e coinvolge governo e aziende appaltatrici: la ricostruzione diventa un obiettivo impossibile da conquistare, e l'economia irachena crolla anche nei suoi aspetti quotidiani. Racconta Alberto Negri
http://www.osservatorioiraq.it/modules/wfsection/article.php?articleid=1673, giornalista de Il Sole 24 Ore che "oggi, questo è un Paese dove non solo non arrivano gli stranieri, i capitali o i tecnici , ma se ne vanno pure gli iracheni e non ci vogliono neanche più tornare.
Quello che ti chiedono, oggi in Iraq, è come uscirne fuori, non come restarci."
A restare sono invece le truppe straniere: l'otto novembre il Consiglio di Sicurezza ha prorogato
http://www.osservatorioiraq.it/modules/wfsection/article.php?articleid=1657 di un anno il mandato delle forze straniere nel paese, anche se le reazioni a questo sono state diverse e contrastanti. Le massime cariche istituzionali hanno chiesto la permanenza delle truppe, anche se, come ammette il presidente Talabani
http://www.osservatorioiraq.it/modules/wfsection/article.php?articleid=1624 parlando dell'eventuale utilizzo del territorio iracheno per attaccare la Siria, "le mie possibilità nell'affrontare le forze USA rimangono limitate. Non posso imporre loro alcuna opinione".
Quello dell'occupazione sarà un tema che entrerà nell'agenda della prossima campagna elettorale in vista delle elezioni
http://www.osservatorioiraq.it/modules/wfsection/article.php?articleid=1623, e che probabilmente verrà discusso anche all'incontro preparatorio per una Conferenza di Riconciliazione Nazionale sponsorizzata dalla Lega Araba che si terrà al Cairo il prossimo 19 novembre.
Lo preannuncia Al Khalisi
http://www.osservatorioiraq.it/modules/wfsection/article.php?articleid=1662
segretario generale dell'Iraqi National Foundation Congress.
E non sarà l'unico.
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