[Lecce-sf] comunicato sul venezuela

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Aihe: [Lecce-sf] comunicato sul venezuela
MEMORIA DELL'INCONTRO DI LECCE CON S.E. RODRIGO CHAVES, AMBASCIATORE DELLA REPUBBLICA BOLIVARIANA DEL VENEZUELA IN ITALIA - 10 NOVEMBRE 2005.



Questa nota di lavoro è indirizzata a:


elazioni utili tra il S

- S.E. Ambasciatore Rodrigo Chaves;

- Prefetto di Lecce, dott. Gianfranco Casilli;

- Magnifico Rettore Univ. Lecce, prof. Oronzo Limone; Prorettore Blanco; Preside di Facoltà, prof. Strazzeri; proff. Diego Simini, Fabio de Nardis, Eugenio Imbriani;

- Presidente dell'amministrazione provinciale di Lecce, avv. G. Pellegrino ed assessori Cosimo Durante e Luigi Calò;

- Sigg. Sindaci dei Comuni di Lecce (A. Poli), Alessano (L. Nicolardi), Leveranno (C. Durante), Melpignano (S. Blasi), Parabita (A. Merico), San Cesareo (R. Serra), Trepuzzi (C. Valzano), Zollino (F. Pellegrino);

- associazioni "Il Cantiere" e "Collettivo I. MASIQ";

- quanti singolarmente hanno contribuito, con la loro presenza, alla realizzazione di questo utile e gradevole incontro.

.



            Come Dipartimento di scienze sociali e della comunicazione, in collaborazione con le associazioni "Il Cantiere" e "Collettivo I. MASIQ", sostenuti dalla Provincia di Lecce e da alcuni sindaci, avevamo programmato ed organizzato un incontro con il Sig. Alvarado, sindaco di Guasdualito, città venezuelana ai confini con la Colombia.


            Il tema dell'incontro era relativo alla situazione venezuelana e alla questione della democrazia diretta nell'esperienza di Guasdualito in particolare.


            L'iniziativa sembrò configurarsi come una pratica di "diplomazia dal basso" come alcuni dicono, oppure di "diplomazia di secondo livello". Questo è un discorso che riguarda direttamente il mondo della cooperazione, ma anche quello della ricerca, soprattutto quando si propone come ricerca-azione.


            L'assenza motivata del sindaco Alvarado di Guasdualito, qui a Lecce, come nel resto d'Europa dove sarebbe dovuto essere relatore in incontri dello stesso tipo, ci ha indotti a rivolgerci all'Ambasciata nel tentativo di rispettare l'impegno già preso pubblicamente.


            La disponibilità dell'Ambasciatore Chaves e del suo vice Salazar ci hanno permesso, spostando di due giorni la data, di andare molto oltre gli obiettivi che ci ponevamo. 


Intanto il processo di istituzionalizzazione spostava la prospettiva dell'incontro dal secondo al primo livello, quello della diplomazia ufficiale con i suoi protocolli e cerimoniali. In secondo luogo si ridefinivano il quadro e le prospettive in cui avveniva l'incontro. Come è stato evidente a tutti si accelerava, agevolandole, relazioni utili tra il Salento e le sue istituzioni con il Venezuela.

            L'incontro è stato dunque sia un momento di lucida informazione e comprensione della situazione venezuelana, sia una prima occasione di collaborazione e cooperazione.


            Di seguito riassumo i passi successivi già programmati:


1.. È previsto, d'intesa con l'Amministrazione Provinciale, il ritorno a Lecce nel gennaio 2006 dell'Ambasciatore venezuelano. L'incontro si è rivelato necessario per delineare meglio possibili ambiti di cooperazione e reciproco interesse sul piano industriale, commerciale e finanziario, oltre che universitario.
2.. L'organizzazione di una delegazione salentina al social-forum di Caracas che si terrà dal 24 al 29 di gennaio 2006. Al momento si possono indicare solo due membri certi di questa delegazione: i proff. Fabio de Nardis e Pietro Fumarola, dell'Università di Lecce; la delegazione dovrebbe essere formata da una decina di persone. Sarà forse questa l'occasione per avviare collaborazioni interuniversitarie per la ricerca e la formazione, oltre che per i vari settori dell'economia.
3.. La fondazione di un'associazione italo-venezuelana sul territorio salentino che curi in ogni modo lo sviluppo di relazioni solidali con il popolo e l'attuale amministrazione venezuelana sostenendone, almeno culturalmente, lo sforzo per introdurre nel programma e nell'azione politica principi di democrazia popolare e relative forme di welfare, lì dove invece viene richiesta dagli organismi internazionali una secca applicazione di formule liberiste già rovinosamente sperimentate in America-latina.
4.. Si è considerata la possibilità di sperimentare attraverso le nuove tecnologie una comunicazione ed una collaborazione "orizzontale", a partire dal caso del comune di Guasdualito in Venezuela. L'Università ed i Comuni interessati potrebbero per esempio implementare, con video conferenze ed altre modalità, nuove forme di cooperazione solidale, di nuove municipalità. Si è immaginato di chiamare questo progetto sperimentale: "Municipi lontani" .


Bisognerà dunque continuare un lavoro non solo esplorativo per la verifica della fattibilità di

ogni possibile progetto di cooperazione, per questo Vi ringrazio dell'attenzione e Vi saluto con l'augurio di buon lavoro.



Arnesano, 18 novembre 2005