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Aihe: [RSF] FW: [rnacg] 25 novembre Convocazione Sciopero e 29 nov Stati Generali dello Spettacolo

A breve il testo della Rete da far circolare su tutte le liste ...

Convocati nuovamente per il 29.11.05 gli Stati Generali al cinema Capranica

by Angelo Ciaiola on November 19, 2005
Associazione Generici dello Spettacolo

Spettacolo mobilitato aspettando i politici

Roma, Ancora una protesta, un nuovo appuntamento di massa, l'ennesimo appello a politici e governanti perche' non considerino la cultura una spesa "ma un investimento capitale per l'affermazione del made in Italy nel mondo". Lo Spettacolo prostato dalla mancanza di fondi e dal rischio di ulteriori riduzioni del Fondo Unico, non si rassegna e per martedi 29 novembre 2005 convoca gli stati generali. Tutti al Capranica, come il 14 novembre scorso quando la manifestazione contro i tagli vide la partecipazione massiccia di popolo e di star, a cominciare da Benigni, e i cinema chiusero per una giornata in segno di protesta.

La parola d'ordine, questa volta, e' " meno piazza, piu' istituzioni ".

Significa che e' richiesta a gran voce la presenza di politici e amministratori pubblici. Prima che i giochi siano fatti.

L'ormai cronica emergenza del settore, oggi si registra un'emergenza ulteriore : " Dal 1 gennaio 2006 lo spettacolo dal vivo si ritrovera' del tutto scoperto, senza norme. Urge almeno una legge-ponte".

Dunque, nuova mobilitazione generale, tutti riuniti per farsi sentire e reclamare i fondi che permettano di continuare a vivere al cinema, teatro,danza, musica, spettacoli dal vivo: " sono settori strategici, di cui non si puo' fare a meno e per i quali l'attuale dotazione del Fus, sia pure portata a 385 milioni per il 2006 dal recente maxiemendamente, non e' sufficiente".

" Nel 2007 e per il 2008 le sovvenzioni pubbliche dovrebbero addirittura tornare a 300 milioni: e come si fa, con una cifra tanto modesta, a sviluppare dei programmi, o peggio ancora una politica su tutto il territore?"

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ASSOCIAZIONE GENERICI: CONVOCAZIONE SCIOPERO DEL 25 NOVEMBRE

(Testo di cui abbiamo ricevuto copia originale da Angelo Ciaiola, presente alla conferenza della Rete Artisti presso il Teatro Fàrà Nume)

I continui tagli al FUS (Fondo Unico per lo Spettacolo) nel corso dell'attuale legislatura hanno portato ad una situazione di profonda ed ormai strutturale crisi della produzione culturale.
La riduzione della previsione iniziale dei tagli nella discussione della Finanziaria è ridicola, anche se consistente.
Ridurre il taglio di 85 milioni vuol dire comunque mantenere una stangata mortale per l'audiovisivo e per lo spettacolo dal vivo.
La riduzione non può produrre altro effetto che prolungare l'agonia del Cinema, della Musica, della Prosa e della Danza a dispetto delle grandi tradizioni del nostro paese e a danno delle professionalità presenti nel nostro paese.
Bisogna chiarire due cose.
La prima è che ridurre la spesa per l'attività culturale vuol dire ridurre gli investimenti per un settore ad alta redditività di sistema. Un settore dove investire 1 (uno) euro vuol dire avere un cospiquo ritorno di reddito.
Il segno delle scelte politiche è quello che ha portato a 300 milioni il finanziamento al FUS per il 2006, mentre se ci si fosse limitati ad adeguare progressivamente il finanziamento del 1985 agli indici Istat dovrebbe ammontare ad 800 milioni! Senza considerare il taglio dei trasferimenti agli Enti Locali per la spesa culturale.
La seconda è che ci sono non solo pochi soldi, ma anche poche idee. Non si riesce aconcepire l'idea di un sistema integrato.
Lo sviluppo delle potenzialità tecnologiche delle reti e dei supporti informatici multimediali dovrebbe generare un fortissimo incremento della produzione dei contenuti e delle giornate di lavoro.
Invece, assurdamente, si preferisce acquistare dall'estero, produrre all'estero (la RAI) con i soldi del canone finanzia le produzioni che girano all'estero, facendo così "occupazione all'estero e disoccupazione in Italia") e, in ultimo, produrre in Italia, ma a bassi costi.
Perciò, a dispetto delle potenzialità sociali ed occupazionali della tecnologia, si stimano 5.000 aziende e 60.000 posti di lavoro a rischio, in un settore privo di ammortizzatori sociali, che si vanno ad aggiungere alla drastica riduzione delle giornate di lavoro chenel settore della produzione cinematografica supera il 90% negli ultimi 3 anni.
Non solo occorrono più risorse, ma anche più certezze e più stabilità delle stesse, insieme, certamente, ad una profonda riforma morale dell'imprenditoria del settore, dove pure non mancano imprenditori onesti e dinamici.
Occorre a tal fine una produzionelegislativa capace di invertire la tendenza e riprogettare complessivamente il settore.

+ Rilanciio degli investimenti nell'ottica che i francesi chiamano dell'eccezione culturale, che affranca, cioè, gli investimenti nella cultura dai vincoli di Maastricht.

+ Accesso al credito per l'impresa di produzione dei contenuti

+ Tutela delle condizioni di maggior favore in amvbito internazionale e, in primo luogo, europeo, in controtendenza con la direttiva Bolkestein.

+ Riordino dello Spettacolo dal vivo a partire dalle Fondazioni Lirico - Sinfoniche.

+ Revisione della Legge Cinema di Urbani.

+ Ricorso alla legge regionale n° 36 sui Distretti Industriali.

+ Valorizzazione delle professionalità artistiche e tecniche: certificazione, tutele legislative, dignità contrattuale collettiva di tutte le professioni. Formazione continua contro la dispersione professionale.

+ Ammortizzatori sociali e sostegno effettivo al reddito per gli intermittenti.

+ Certezza delle prestazioni previdenziali

+ Strumenti istituzionali e regime ispettivo contro il lavoro nero.

Per questo bisogna battersi fino in fondo con forza e con coerenza.
Il 14 ottobre è stato soltanto l'inizio.
Il 25 novembre bisogna partecipare compatti allo sciopero, ai cortei provinciali ed all'esecuzione della messa da Requiem di Verdi autogestita che si terrà al Teatro dell'Opera e all'Accademia di S. Cecilia e in tante altre città d'Italia, per simbolizzare la morte della politica culturale.
Noi ci saremo e saremo in tanti continueremo a sviluppare la mobilitazione permanente per ottenere il necessario cambiamento.

Un cambiamento radicale.

Associazione Generici dello Spettacolo.