Re: pasola e l'altro                                                                                                        
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Pasolini: gli occhi   [ Dino Pedriali ]                                                                     20 novembre 2005
amori, tentazioni, invettive ...                             
                              a cura di gianni quilici      [ gianniq@??? ] 
                                                                                                                                                                                                
Perciò io vorrei soltanto vivere
pur essendo poeta
perchè la vita si esprime 
anche solo con se stessa.
Vorrei esprimermi con gli esempi.
Gettare il mio corpo nella lotta.
Pier Paolo Pasolini
Email spedite: n.  5 3 6
Essere di sinistra
secondo Gilles Deleuze
Se si comincia dal limite,
ecco si è di sinistra...
Bisogna veramente trovare le soluzioni,
i concatenamenti mondiali.
Essere di sinistra è sapere
che i problemi del Terzo mondo
sono più vicini a noi
deoi problemi del nostro quartiere.
E' una questione innanzitutto di percezione...
Ed in secondo luogo
significa essere per natura...
o piuttosto divenire...
Non smettere mai di divenire minoritari.
La sinistra in quanto tale
non può mai essere
maggioritaria.
E per un motivo semplicissimo:
la maggioranza presuppone
un'ità di misura.
In Occidente questa misura è
 "uomo", "adulto", "maschio", "cittadino urbanizzato".
[ Parole da meditare,
sembrano paradossi,
sono invece
ragionamenti radicali,
che vanno alla radice]
Rivoluzionare
Ritorno e questa volta 
di buona lena,
deciso,
se mi aiutate
a rivoluzionare
questo giornale en line.
Aiutare come?
Presto farò proposte.
Intanto
se avete
da "Gettare"
e dalla vita stimoli
scrivete.
Se è vero
che occorre recuperare
il silenzio
è anche vero
che il silenzio
non è autorepressione,
rassegnazione,
ma raccolta di energie,
espansione,
una inestinguibile,
provvisoria liberazione...
[Alcuni di voi hanno vissuto
quella emozionante serata
su Pasolini 
con Eros Pagni,
che ha interpretato
con molta forza e finezza
 le sue poesie,
accompagnato da un quartetto
di musicisti di primo ordine.
Tra tutte l'ultima L'urlo
è quella che più mi ha coinvolto
ed è una poesia che si trova nel finale
di quel libro composito che è "Teorema".
Sono per me,
fino ad ora
tra i più bei versi
del 900 italiano.
Eccola!]
L'urlo
E' impossibile dire che razza di urlo 
sia il mio: è vero che è terribile
- tanto da sfigurarmi i lineamenti
rendendoli simili alle fauci di una bestia -
ma è anche, in qualche modo, gioioso,
tanto da ridurmi come un bambino.
E' un urlo fatto per invocare l'attenzione di qualcuno
o il suo aiuto: ma è anche, forse, per bestemmiarlo.
E' un urlo che vuol far sapere,
in questo luogo disabitato, che io esisto,
oppure, che non soltanto esisto,
ma che so. E' un urlo
in cui in fondo all'ansia
si sente qualche vile accento di speranza;
oppure un urlo di certezza, assolutamente assurda,
dentro a cui risuona, pura, la disperazione.
Ad ogni modo questo è certo: che qualunque cosa
questo mio urlo voglia significare,
esso è destinato a durare oltre ogni possibile fine.
                                                         Pier Paolo Pasolini
da "Teorema"
Sondaggi Swg
come è possibile che ci siano in Italia
ancora un 45% che vota questo governo? 
Che poi potrebbero nella realtà
essere addirittura di più?
Ecco una bella domanda
su cui aprire una discussione,
ma meglio,
molto meglio una ricerca?
IL REFERENDUM LI FERMERA'
Sostituiti a colpi di maggioranza 53 articoli della Costituzione
per fare a pezzi l'unità nazionale,
dare poteri assoluti al premier
e umiliare il ruolo del Capo dello Stato.
"Questa riforma"
ha detto Oscar Luigi Scalfaro
" è del tutto inemendabile.
Il "no", quindi
è dovere civile e patriottico.
Dipende da noi che la Costituzione,
costata tanto sacrificio e tanto sangue,
non sia travolta nei suoi principi
e nei suoi valori,
ancora oggi
così vivi
e così attuali"  
                                                                                    
      Primo Piano
[inviatami da Aldo Zanchetta]
Quello che non sentite che non sapete
 La fame per esempio
 la fame nuda e cruda
 senza aggettivi senza morsi
 la fame di
 Sonia Khatun
 impiccarsi a 12 anni
 perché non c'è una rupia
 tenera farfalla fra i bambù
 una notizia fra le tante
 un numero fra le cifre
 un dollaro al giorno
 "la povertà estrema"
 4,5 milioni morti di fame
 dall'inizio del magnifico secolo
 30.000 bambini morti al giorno
 Quello che non sentite che non sapete
 la fame di giustizia e di amore
 che spinge a mettere in gioco la  vita
 una fame così forte che non teme
 d'essere saziata dalla galera
 che non è vinta dall'amore dei figli della madre
e del nonno in cariola
 Quello che non sentite che non sapete
 la costanza di un amore che corre
 chilometri  per un colloquio
 ogni quindici giorni da una galera all'altra
 il pacco da preparare e l'ispezione
 con l'infame "questo si quello no"
 e l'emozione di un padre di una donna
 lo spiare nel volto i segni delle privazioni
 e dirsi forza coraggio sto bene
 Quello che non sentite che non sapete
 Quando ti trovi un muro davanti
 e gli sbirri intorno e al di là i compagni
 e tutti i carcerati
 e intorno il deserto
 e incominciare ad urlare
 prepara le casse
 metti i dischi
 il vento da che parte va?
 ci sentono? ci sentono?
 più forte
 si hanno sentito
 si rispondono
 e il cuore pare spezzarsi
 hanno sentito
 e urlare urlare il nome del compagno
 ditegli che siamo qui
 gridare forte
 lottiamo
 Quello che non sentite che non sapete
 quello che per voi è solo cronaca
 Melilla col suo muro raddoppiato
 a guardia dell'Europa e 500 1000 umani
 che invadono la sicurezza
 che ne sapete voi? cosa sentite?
 è solo un dato
 per loro è  sfuggire al nodo scorsoio
 Noi non mostriamo le mani a resa
 Noi leviamo i nostri pugni
 lacerati dai fili spinati
 Restate  nei vostri muri perimetrali
 nelle carceri che vi siete scelti
 voi che vi vendete  e presumete
 di vendere altri, pure!
 senza volto o con le vostre ridicole sigle
 C'è un mondo che non sentite non sapete
 "Noi siamo della stessa materia di cui sono fatti i sogni: e la nostra 
breve
 vita è circondata da un sonno."
                                                                                   [ vittoria]
 L'avamposto degli incompatibili
 www.controappunto.org
[ Volevo scrivere qualcosa dopo essere stata al presidio per Massimo a
 Benevento e fare una breve cronaca di quella giornata, ma sentire la voce 
di
 Massimo che gridava da dentro "la lotta non si arresta" mi ha dato una 
tale
 emozione che non sono riuscita a fare una cronaca della giornata ma solo
 questo]
Poesie in arrivo  
[Sono tre poesie,
scritte da donne.
Assaporatele:
lo meritano]
 A Princy
 
Tu non sai mai
 con che colore di capelli
 e di vestito  arriva....
 questo continuo trasformismo
 che ribalta e sconvolge
 chi le è accanto, dissuade sempre
 
a volte riservata e chiusa
 come un mollusco inquinato
 a volte ridanciana e
 vivace
 come rosso novello andaluso,
 libera comunque,
 come un cavallo di camargue......
 io la amo
                    Princy 
Liberamente tratto
Vorrei aprirmi il petto,
cavarne il cuore
e tenerlo tra le mani
affinchè tutti potessero vederlo
Perchè in me non c'è desiderio più grande
che rivelarmi a me stesso
e essere compreso dagli altri
Vorrei che la mia luce
stesse al centro della sala
per risplendere nel volto
del mio amato ospite
                           Loredana
Le  e.mail e la poesia
1.
salve! un amico mi ha girato alcuni numeri di GETTARE... e mi 
piacerebbe riceverlo direttamente al mio indirizzo di posta. anche io 
scrivo COSE e magari potrei inviarne qualcuna e partecipare a questi 
incontri di pensiero via internet. non so esattamente come devo fare 
però. può darmi indicazioni? 
grazie 
anna
2.
caro gianni,
a proposito di COSE te ne invio 
volentieri un paio. 
detta fra noi ne ho una scatola piena, produzione 
di anni gelosamente custodita perchè è parte di me, silenziosamente 
custodita per lo stesso motivo. 
ma già da un pò queste COSE ribollono, 
hanno vita propria, si vogliono staccare da me e uscire a far sentire 
la loro voce. 
. 
quello che amo dello 
scrivere é l'estrema libertà con cui lo faccio e non ci rinuncerei per 
niente al mondo, è una delle mie ricchezze e se il mio uscire allo 
scoperto dovesse comportare in qualsiasi modo una restrizione di questa 
libertà, tornerei immediatamente nell'ombra. 
detto questo comunque la 
voce scritta grida e non vuole essere soffocata. 
quindi eccomi anche 
qua a gridare piano la mia voce scritta, con umiltà, con timidezza, con 
amore, con libertà. 
perchè libertà è anche partecipazione...
un saluto
                                              anna 
^^^^^^^^^
1 ottobre 2001
Cosa resta di tutti i nostri sogni
dei deliri
delle fughe
degli amori e degli amanti 
della disperazione
del nostro morire ogni giorno
e del nostro rinascere
rivivere
dimenticare
ricordare
affacciata qui
su questo prato in ombra
dove tenue una linea di sole 
impallidisce di bagliori argentei
ove una storia si districa 
e una si intreccia 
ove le pietre ammiccano alla sera 
un'unica certezza 
(vedere il sole languire) 
sento il mio pianto di bambina 
il mio sguardo di donna 
e la lentezza della mia vecchiaia 
qui affacciata 
tengo il tempo nel cuore 
fermo nel mio respiro 
e ascolto quel silenzio che non illude 
Ove sono i richiami melodiosi 
e le tristi note? 
Pace 
pace nel mio corpo 
fino a languire come il sole nella sera 
                                                      [Anna]
 
Quotidiano Vivere
      (di gianni)
1.
E infine 
mi butto
con tutto l'ardore
del desiderio
dentro
              25 ott. 2005
2.
Ho fame
un'irragionevole
fame
      3. 
Questa luce 
che s'apre 
stamani
improvvisa 
negli occhi
Do-me-ni-ca
separando le sillabe
come in una poesia
Che cosa 
si può inventare
restando seduti?
La gatta mi guarda
su due zampe
eretta
come se meditasse
Ascolto il tempo
non vorrei
perderlo
23 ott. 2005
4.
Amo i ritagli,
gli scampoli,
perfino le attese 
che mi 
co
strin
gono
a stare con me
a ricreare 
a ricrearmi
         2 nov. 2005
5.
Nella sera vado cercando...
e quando entro in classe
inizio quasi saltando
il mio irrefrenabile
corpo a corpo
                         18 nov. 2005
Ho deciso che cambiarò.
Passerò
dal relativismo all'assolutismo,
dove l'assolutismo sia anche
massimo libertarismo
nella dialettica tra
ciò che è poss ibile 
con ciò che 
im possibile è
                20 nov. 2005
visioni letture e altro
vedete, leggete, viaggiate, ascoltate?
Chi vuole comunicare, condividere,
segnalare, contestare, interagire .... 
                 I n t e r v e n t i  
Le polarità in una donna:
la passione dell'azione
la seduzione della passività
Leggendo il n° 56 del 18 luglio 2005 di Gettare. mi uscirono, impellenti come sempre mi succede spesso anche leggendo il tuo  "foglio elettronico", delle considerazioni che subito scrissi ma poi non inviai per timidezza e scarsissima autostima.
Nei giorni passati mi sono trovata a discutere, assieme ad alcune amiche, sulla questione femminile soprattutto vissuta nel nostro quotidiano e siccome le riflessioni del luglio riguardavano proprio queste tematiche, ho deciso di rompere il ghiaccio anzi il silenzio, come va va, e se fanno schifo o non sono condivisibili pace! Scrivevo così:
Invettive, amori, tentazioni
.si carissimo Gianni invettive, amori.. suggestioni
tratte, e non è certo la prima volta, da ciò che i tuoi, i nostri amici, Emilio e Aldo hanno scritto su questo numero 56.
Suggestioni nate dalle loro parole con le quali hanno voluto accompagnare il consiglio ad una lettura per l'estate.
( Emilio consigliava Fatalità di De Sade e Aldo L'ape che tesse di Valeria Andò)
Nei loro commenti emerge un'idea della donna e del femminile che mi colpisce per gli opposti che vi si trovano: due schizzi di un femminile che mi colpiscono molto ed alimentano in me un'idea che da tempo accarezzo ma che mi sembrava follemente personalistica e non facilmente condivisibile.
Ma decido comunque di procedere ed esternare permettendomi forse anche di fraintendere deliberatamente il loro pensiero e inventando un altro senso diverso dall'originale nel tentativo di un sincretismo sicuramente "sballato" ma forse misteriosamente collegato.
Le POLARITA' del libro di De Sade: SESSUALITA' / DISTRUZIONE
TENEREZZA / CRUDELTA'
La donna meretrice passionale / espiatrice altruistica
Il femminile oscilla nella non facile ricerca dell'equilibrio tra sensualità, tenerezza, altruismo, forse più facilmente (a livello culturale e sociale) riconducibili alla donna,
e determinazione, distruzione, crudeltà, sessualità e passione, più difficili da accettare.
Ma credo che il punto da comprendere risieda solo nella accettazione degli opposti, o meglio nella lotta tra l'uno e l'altro, nel tentativo, senz'altro non facile, di riuscire a muoversi tra l'uno e l'altro senza far prevalere nessuno dei due.
. meretrice per passione.
ciò che ho sempre sentito, ma contestualmente rinnegato esprimendo un giudizio verso me stessa che erroneamente valuta laddovè la valutazione non serve. 
Riconoscere ed accettare anche questa parte del mio femminile mi aiuta a trovare il mio posto tra gli uomini (anche se l'ala post femminista può non essere d'accordo)
Ma in egual modo mi colpisce la "passività" della donna nel libro "L'ape che tesse" così come ce lo racconta Aldo nel suo commento
. l'idea di un femminile tanto attivo quando si muove da una condizione di passività.
Anche questo sperimento, molto più difficilmente, ma ne riconosco l'antica forza e il fascino della potenza che non rinuncia alla sua determinazione ma solamente decide, consapevolmente, di farla viaggiare su un'altra strada, meno percorsa, non certo di moda, ma in armonia con un femminile parte della natura intrinseca di ogni donna (questa ancor meno condivisibile dalle femministe di cui sopra)
Quindi i due opposti,
le due polarità:
la passione dell'azione
la seduzione della passività
Quindi ancora un ossimoro
dentro la mia vita
ma al quale non mi oppongo
E che mi invita a danzare
magicamente oscillando
tra spazi interiori
                                                 Loredana 
                                                                             luglio 2005
                                                         &&& && &&& &&
Intervengo nel dibattito su terrorismo, pace e conflitti (a modo mio).
Il nodo centrale - quello sul quale si gioca gran parte del futuro del pianeta - sembra a molti, me compreso, quello del rapporto (cattivo, mancato?) fra radicalismo islamico e modernizzazione. Appare prioritaria, in quest'ottica, la risposta a una domanda: si può coniugare la "modernità" (scienza tecnologica, uguaglianza formale, partecipazione alle decisioni, tolleranza, ma anche "approccio relativista" e "verità prospettica" ) col rifiuto del disincantamento del mondo, esigenza intorno alla quale ruotano le scelte di quel tipo di fondamentalismo?
Rifiuto che sembrerebbe negazione dell'esistenza di una doppia verità (tradizionalmente quella della fede e quella della "ragione"): ad una verità immutabile ed unica si collega l'idea di leggi etiche eterne, che vanno tenute al riparo dalle contingenze storiche, di una sacralità diffusa nella natura, della necessità di ascrivere ogni atto a un disegno trascendente ( del Creatore o del Maligno) e quindi della empietà di un arbitrio che giunga a modificare norme giuridiche sancite e codificate da una rivelazione teofanica.
Il monoteismo dell'Islam appare fra tutti il meno secolarizzato e il più letteralizzato, una reazione agli accomodamenti compiuti dagli eredi di Abramo e, al tempo stesso, il più intricabilmente connesso alla dimensione politica. La visione cristiana di un Dio compromesso con la storia, dalla duplice natura, schierato coi perdenti, storicizzando le metafore e i miti (eucarestia, resurrezione, vergine-madre, giudizio universale), secondo me racchiudeva già i germi del suo rovesciamento.
Rovesciamento, non fuoriuscita, non nuovo inizio ma ridefinizione lessicale come sistemazione teorica di una svolta epocale: a molti - me compreso - appare così la modernizzazione occidentale, e le sue tappe, identificate concordemente nella nuova scienza rinascimentale e nell'Illuminismo, appaiono come distanziamenti conflittuali - con la pratica di una scienza avalutativa e l'idea della temporalità della norma giuridica - dall'unitarietà originaria con la natura. Non però dalla sua gerarchizzazione e dal dominio su di essa - che i monoteismi hanno in comune - tratti che, anzi, negli ultimi cinquecento anni risulterebbero rafforzati.
La strada tracciata dall'Occidente pacifista e dialogante ha a questo punto davanti a sé - a mio parere - due ostacoli duri da superare: 1)- quello economico: la ineguale ripartizione delle risorse, legata ad assetti interni al mondo islamico, incoraggiati o indotti anche da secolari e sempre più attuali politiche di rapina e di dominio capitalistiche. 2)- quello culturale: l'Occidente dovrebbe, in pratica, imporre al mondo islamico un'intesa basata su "conquiste" squisitamente sue, elaborate in contesti storicamente non riproducibili in altre parti del mondo se non per esportazione. Fra queste, principalmente, la possibilità di un'etica provvisoria, relativa, basata pragmaticamente su accordi contingenti - sebbene utili e universalmente riconosciuti - anziché su principi intangibili.
Dopo il riconoscimento che, pur negando finalità e disegni trascendenti, si può stare insieme, crescere, rispettarsi e perfino amarsi, il mondo occidentale può compiere sul terreno culturale un passo ulteriore, per il quale esistono già alcuni presupposti e condizioni, insieme a grandi difficoltà. Lo definirei reincantamento laico del mondo.
Potrebbe costituire un'altra via - più rispettosa delle culture altre - allo sviluppo e al progresso, ed anche terreno di incontro di approcci differenti: prima del singolo la comunità e prima ancora la specie, prima delle attuali generazioni quelle future, avanti a tutto - in un ordine invertito - la biosfera e il cosmo che ci custodisce e del quale siamo, dal nostro inderogabile punto di vista, essenziale per quanto effimera espressione. Oltre che responsabili e a nostra volta temporaneamente custodi.
Reinserire nell'azione politica valori per troppo tempo relegati nella sfera religiosa, quale il senso del limite - contro il principio di onnipotenza (forza e aporia dell'impresa scientifica) - in un'epoca caratterizzata da una vertiginosa capacità distruttiva dell'umanità, offrirebbe, secondo me, una non trascurabile base d'intesa. 
                                                    [emilio]
          Schegge
Il '68 è l'irruzione del divenire.
Si è voluto vederlo
come il regno dell'immaginario.
E' una ventata di reale
allo stato puro    
                        Gilles Deleuze
Fotografare significa per me
riconoscere nella realtà
un ritmo di superfici, 
di linee,
di valori 
Henri Cartier-Bresson
Il compito dell'Occidente
oggi
è perciò
quello di portare,
con le buone o con le cattive,
la democrazia
là dove non c'è ancora.
Si è cominciato
a mettere in riga
Jugoslavia, Afghanistan e Iraq...
Massimo Fini
da "Sudditi", Marsilio
e per finire ...
Usano le leggi
come fossero un machete.
Tagliano, amputano, eliminano.
Colpiscono il cinema quanto il teatro,
la musica come l'editoria.
Sono convinti che la cultura
sia un passatempo sovversivo...
                                               Gianni Canova
   i n c o n t ri    
ce ne sono troppi
alla prossima volta       
 I N  V  I  O... 
Invio queste email anche a chi conosco poco o pochissimo,
o a chi magari non mi conosce o che solo casualmente
       è entrato nella (mia) posta  ettronica.                                                                                                                   
Chi per qualsiasi ragione non vuole ricevere questi messaggi
me lo faccia,  e scusatemi, sapere:     gianniq@??? 
Chi invece si sente partecipe, anche quando dissente,
 aggiunga, proponga, faccia le sue critiche, e magari  faccia circolare ....
                                                          Chi vuole essere inserito nella lista blablabla bla blabla
