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Comunicato Stampa
Lo sciopero di popolo in Valle di Susa
La giornata del 16 per il Cobas comincia all'alba, nella prima zona industriale di Avigliana al picchetto dei cancelli dell'Azimut di via LuterKing, (la più importante fabbrica di valle, due stabilimenti con un migliaio dipendenti ).
Le bandiere e striscioni Cobas si uniscono a quelli delle Rsu , arrivano delegati Filcea e in fabbrica non entrano che una ventina tra capi, dirigenti e qualche lavoratore precario. La fila dei Tir in inutile attesa di scaricare si allunga alla rotonda e sulla strada.
Si converge su Bussoleno e già due ora prima dell'ora indetta per l'inizio della marcia la piazza è straripante. Quando la testa del corteo arriva a Susa, gli otto chilometri da Bussoleno sono ancora coperti dalla immensa folla di manifestanti.
Eravamo in 80.000, un numero che dice come -pur calcolando la convergenza sulla Val di Susa di associazioni, gruppi, militanti da fuori valle e anche da altre regioni- la popolazione della valle era tutta presente. Fabbriche, scuole, uffici postali, banche, negozi, distributori, bar: tutti chiusi e dappertutto su saracinesche e balconi le scritte No Tav.
La scellerata militarizzazione della Val Susa, gli insulti delle dichiarazioni governative, la esibita complicità dei vari Lunardi, Bresso, Saitta, Chiamparino con gli interessi dei grandi businnes privati finanziati con i soldi pubblici, lo sprezzo della annunciata giornata del 16 con l'avvio subito prima della operazione trivella, l'arbitrio con cui la Commissione di Garanzia ha cercato di bloccare lo sciopero delle realtà sottoposte alla regolamentazione della legge 146 hanno fatto da detonatore.
E' stata una giornata entusiasmante, ma la lotta è di lunga durata: i potenti sono tutti contro, compresi i vertici Cgil-Cisl-Uil che si schierano contro le loro Rsu e contro la Fiom. E mai come ora i Tg - specie il Tg3 - hanno dato prova di servile obbedienza e manipolazione dell'informazione; tra l'altro, per quanto ci riguarda, neanche il nome Cobas o dei sindacati di base viene più pronunciato.
La prossima tappa sarà pesantissima da reggere: tra poco la LTF cercherà di impossessarsi dei terreni di Venaus per far partire i lavori della galleria di ispezione. Come Pino Giampietro, portavoce nazionale della Confederazione Cobas, ci ha ricordato dal palco, non ci resta altro che continuare a fare il nostro dovere: Ora e sempre resistenza.