-----Messaggio originale-----
Da: Andrea Trentini [
mailto:andrea.trentini@unimondo.org]
Inviato: giovedì 10 novembre 2005 22.15
A: glt-nonviolenza@???; gan@???;
gantrentino@???
Cc: nodo-tn@???
Oggetto: [glt NV] DS e industria bellica: la relazione di Marco Minniti
ma guarda te, i "democratici di sinistra"
preparano la guerra per volere la pace...
è bene tornare a chiarire che il movimento della pace
non può dare nessuna delega in bianco a nessun governo
se queste sono le premesse, nessun voto
andrea
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DS e industria bellica: la relazione di Marco Minniti
di Giulio Leben (g.leben@???)
08/11/2005
La relazione del responsabile settore difesa per i Ds, in occasione del
Convegno organizzato dalla Quercia ieri dal titolo: "Le nuove sfide
della difesa italiana". Presenti i big dell'industria
Appoggio all'industria bellica italiana che, secondo i Ds, soffre di una
grave disattenzione da parte del governo in carica. Finanziamenti
aggiuntivi e un capitolo specifico nel bilancio, nel qual caso l'Unione
andasse al governo l'anno venturo. E' questo il senso complessivo del
convegno che si è tenuto ieri, 7 novembre a Roma, organizzato dai Ds. A
cui hanno partecipato gli stati generali dell'industria e della Quercia.
Fra i protagonisti: il Ministro della Difesa Antonio Martino, il capo di
Stato maggiore della Difesa Gianpaolo Di Paola, il Segretario Generale
delegato Nato Alessandro Minuto Rizzo, il Presidente Comando militare
dell'Unione Europea Rolando Mosca Meschini, l'amministratore delegato
Fincantieri Giuseppe Bono, il rappresentante permanente italiano presso
la Nato Maurizio Moreno, il presidente dell'A.I.A.D. Giorgio Zappa e il
rappresentante italiano nel Comitato politico e di sicurezza dell'Unione
Europea Maurizio Melani.
I punti salienti dell'introduzione
Marco Minniti, Capogruppo DS in Commissione Difesa e componente della
delegazione N.A.T.O. del Parlamento italiano, ha illustrato nella sua
introduzione le preoccupazioni e le prospettive dell'impegno diessino
nel comparto, rilanciando la necessità del rafforzamento per una "difesa
europea".
la formazione di Gruppi da Combattimento EU (EU Battlegroups) quali
parti delle Forze di Intervento Rapido. Dal 2007 in poi, l'Unione
europea avrà la capacità di effettuare anche contemporaneamente due
distinte operazioni di risposta rapida, sempre a livello di singolo
battlegroup, sotto il comando diretto di appositi organismi operativi di
teatro. La struttura di comando e controllo interforze italiana, il COI
- Comando Operativo di vertice Interforze, è candidata ad assolvere
questa funzione.
l'istituzione dell'Agenzia Europea per la Difesa, sta sviluppando,
congiuntamente al Comitato Militare EU un sistematico processo di
sviluppo delle capacità militari EU sulla base di valutazioni di
costo/efficacia e promuovendo l'armonizzazione sull'acquisizione dei
materiali ed equipaggiamenti per la Difesa, concependo per lo scopo
programmi di studio nel campo tecnologico, di ricerca e sviluppo,
marketing e produzioni industriali. Dare impulso ai lavori dell'Agenzia
deve diventare una priorità di governo.
la Cellula Civile-Militare, struttura EU che amplierà le capacità di
gestioni delle crisi in un quadro multi-operativo, realizzando una
maggiore interconnessione fra strutture e strumenti civili e militari.
un piano per il coordinamento del trasporto strategico aeromarittimo,
"L'approccio Globale di Dispiegamento" strumento chiave in funzione
strategica per il dispiegamento rapido delle forze EU.
il coordinamento tra EU e NATO, nel rispetto della reciproca autonomia
decisionale, per un impegno di una generale complementarità tra EU
Battlegroups e Forza di Reazione NATO, con particolare riguardo agli
standards ed alle procedure operativi.
I primi commenti: Aon e politici
"I Democratici di Sinistra devono dire al paese dove vogliono trovare le
risorse che oggi hanno promesso ai vertici delle Forze Armate italiane".
E' quanto ha dichiarato Massimo Paolicelli, Presidente dell'Associazione
Obiettori Nonviolenti.
"E' grave - prosegue Paolicelli - che i DS non mettano minimamente in
discussione questo modello di difesa al quale hanno dato un forte
contributo quando sono stati al governo nella passata legislatura. La
professionalizzazione delle Forze Armate con una forza di 190.000
uomini, alcuni costosissimi sistemi d'arma, l'elevazione a quarta Forza
Armata dei carabinieri sono scelte fatte dal precedente Governo e che,
come avevamo apertamente denunciato, stanno facendo lievitare a
dismisura i costi di questo modello di difesa. Le spese per il personale
volano in alto, si continua ad investire in inutili sistemi d'arma,
visti i nuovi scenari strategici che abbiamo davanti e poi si taglia
sull'esercizio e sulla manutenzione, mettendo a repentaglio la vita
degli stessi lavoratori con le stellette".
Ma non solo dalle fila della società civile sono giunte le critiche.
"All'interno del partito ci sono posizioni diverse", a dirlo è Silvana
Pisa, prima firmataria della mozione parlamentare sulle armi leggere a
favore della campagna Controlarms, che, raggiunta da Vita.it, non cela
un certo imbarazzo per la posizione assunta dal proprio partito in
occasione del convegno, e precisa "in questo caso parliamo di sistemi
d'arma bellica, mentre la mozione da me firmata mira a controllare il
commercio delle armi leggere. Ciò detto, non vi è ombra di dubbio che la
cose non possono andare disgiunte. Spero che il mio partito voglia
quindi valutare la situazione nel suo insieme".
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10/11/2005
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