[Incontrotempo] Fw: Fwd:sulla piaggio

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Autore: cetrusco
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To: INCONTROTEMPO, NETWORK ANTICAPITALISTA
Oggetto: [Incontrotempo] Fw: Fwd:sulla piaggio
Il 21 ottobre si è svolto a Pontedera un consiglio comunale aperto, sulla
crisi che sta attraversando l'indotto metalmeccanico legato alla Piaggio,
3300 lavoratori\trici a rischio e relative famiglie. Molte sono le fabbriche
a rischio di chiusura, alcune hanno già o stanno per cessare l'attività,
altre hanno messo in cassa integrazione i lavoratori, attualmente le
fabbriche coinvolte sono: la Dayco, la Mitsuba, la Pieracci, la Leader Pump,
la MVP Pogetti, la Metal Plast, la Pistoni Asso, solo per citarne alcune,
oltre 350 i lavoratori messi in cassa integrazione, un centinaio i prossimi
al licenziamento. Tutto questo è emerso forte e chiaro nel consiglio del
21\10, come forte e chiara la responsabilità della Piaggio e le sue scelte
di rilancio basate sulla riduzione dei costi, soprattutto della manodopera,
al fine di riportare i bilanci in attivo in vista della prossima
collocazione in borsa del titolo Piaggio prevista per la primavera 2006.
Solo così possiamo tragicamente comprendere il perché una grande azienda
industriale italiana, leader nel settore delle 2 e 3 ruote, abbia deciso di
delocalizzare, -trasferire-, in Cina il 70% della componentistica standard,
la produzione e commercializzazione, (in un primo tempo solo per i paesi
asiatici ed ora anche per il mercato europeo), dei mezzi da 50 cc., di
trasferire, sempre in asia, la produzione dei veicoli da trasporto leggero,
(i mezzi a 3 e 4 ruote, Ape, Porter e Quargo), di non avvalersi più della
collaborazione delle aziende dell'indotto, salvo in pochi casi, quelle
ritenute dalla Piaggio "migliori", offrendo loro anche l'aiuto necessario a
delocalizzare a loro volta le produzioni in Cina. Ma se è vero che per ora a
pagare questa situazione sono solo i lavoratori delle piccole aziende, una
denuncia sulla Piaggio e sul suo futuro, nell'occasione, è venuta dai
rappresentati della R.S.U. Piaggio, reduci da un incontro avuto il 3 di
ottobre con i vertici dell'azienda. Nell'incontro, l'amministratore delegato
Rocco Sabelli, non ha fatto altro che confermare quanto finora abbiamo
scritto, inoltre ha illustrato e parlato di nuove produzioni di veicoli e
relativi investimenti, ma si è rifiutato di consegnare copia del piano
industriale adducendo motivi di segretezza. Se ci fosse realmente un vero
piano industriale con reali e nuovi investimenti, con l'opportunità di nuove
assunzioni, la stabilizzazione dei tanti precari che lavorano in Piaggio e
opportunità di sviluppo anche per l'indotto, non saremmo certo qui a
parlarne, il vero problema è, che quanto illustrato sulla carta, non trova
poi riscontro nei fatti, chi vive da decenni la fabbrica pur non essendone
l'imprenditore, sa, e molto bene, che tutta una serie di strutture interne
si sarebbero già dovute attivare, il settore della sperimentazione e
ricerca, la modifica delle linee di montaggio in funzione alle nuove
produzioni, operazioni basilari necessarie in prospettiva di cambiamenti e
innovazioni come quelle prospettate a parole, bene di tutto questo nulla. Il
timore, espresso bene dai delegati RSU della Piaggio, che in questo momento
l'azienda, pensi solo a crearsi una immagine positiva in vista dell'entrata
in borsa, dopo di che temono l'aprirsi di una crisi con prevedibili nuovi
esuberi e quindi licenziamenti. Timore che trova una sua fondatezza anche da
una lettura dei quotidiani, capita sempre più spesso che i giornali
pubblichino dati relativi alla crescita della Piaggio, di nuove commesse
milionarie, che non si traducono in stabilità dei posti di lavoro, di
bilanci sempre più in crescita e di riduzione dei debiti, informazioni utili
all'immagine della Piaggio, un bel vestito nuovo non c'è che dire, purtroppo
il giorno dopo leggiamo di 100 lavoratori a rischio licenziamento e di
riunioni al capezzale dell'indotto dato ormai per spacciato, ma questo poco
importa non è Piaggio.
Lo scenario è drammatico, pesanti le ricadute sui lavoratori e sul
territorio, cosa fare per uscire da questa situazione non è ancora chiaro,
almeno due le proposte uscite dal consiglio del 21, le istituzioni (Comune e
Provincia), parlano ancora una volta di "tavoli si osservazione sulla crisi"
e di "concertazione", molto probabilmente 350 cassa integrati, 100
licenziamenti non li ritengono sufficienti.
Mentre i lavoratori, appoggiati da alcuni sindacati e forze politiche,
chiedono a gran voce l'apertura di una vertenza territoriale complessiva che
coinvolga sia la Piaggio che l'indotto per la salvaguardia e difesa dei
posti di lavoro, perché la Piaggio sia chiamata a presentare il piano
industriale, non a parole ma nei fatti, in modo da verificare realmente
quali siano le prospettive per il futuro, in merito a sviluppo industriale,
interno, esterno e occupazionale, parlare di tavoli di osservazione con una
crisi già in atto è riduttivo, defilarsi con atteggiamenti pilateschi dalle
responsabilità dicendo che le istituzioni non aprono vertenze è ancora più
grave, quante volte l'Amministrazione Comunale, le Istituzioni sono
intervenute condizionando le scelte dei lavoratori? Ma non vogliamo entrare
in polemiche che potrebbero distrarci dai reali problemi, appoggiamo invece
la richiesta dei lavoratori di aprire la vertenza territoriale, e di
mobilitarsi per una grande manifestazione in difesa del lavoro e
dell'occupazione, la solidarietà espressa dalle istituzioni ai lavoratori
prossimi al licenziamento è da noi condivisa, ma non basta ora occorre fare
di più, avere il coraggio di schierarsi e appoggiare le rivendicazioni dei
lavoratori in toto e non limitarsi ad osservare.

confederazione cobas pisa e pontedera