[Cerchio] Articolo tratto da uno scritto di Marcello Pamio

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Autor: Vampire shadow
Datum:  
To: Cerchio
CC: PNoglobal
Betreff: [Cerchio] Articolo tratto da uno scritto di Marcello Pamio
Fiaccole, compleanni e bombe nucleari del 04/11/2005

Il 4 novembre del 1979 a Teheran, centinaia di insorti
iraniani occupano l'ambasciata statunitense e prendono
in ostaggio 52 civili per richiedere l'estradizione
dello Scià di Persia, rifugiato a New York (metropoli
dove probabilmente si trovavano i conti correnti
cifrati...)
Il presidente americano dell'epoca era James Earl
Carter Junior, meglio conosciuto come Jimmy Carter.
Le potentissime lobbies delle armi e del petrolio,
colgono la palla al balzo e decidono di togliere di
mezzo Carter per far posto ad un uomo di fiducia: l'ex
direttore della Cia, George Walker Herbert Bush.
Il piano era semplice: trattare con i pasdaran
iraniani, e quindi proprio con quel Ahmadinejad che
oggi casualmente è presidente dell'Iran, e chiedere
(dando soldi e armi) di mantenere gli ostaggi fino
alle elezioni presidenziali successive. Questo avrebbe
favorito l'attore Ronald Wilson Reagan a discapito di
Carter.
Ed infatti le cose sono andate proprio così.
Gli ostaggi furono tenuti per ben 444 giorni!
Il 16 gennaio 1981 le due banche centrali degli Stati
Uniti e della Gran Bretagna (Federal Reserve Bank e
Bank of England) trasferiscono 7 milioni di dollari su
un conto corrente di una banca iraniana![1]
Il 18 gennaio 1981 gli ostaggi vengono miracolosamente
liberati e il 20 gennaio Reagan presta giuramento a
Capitol Hill come presidente degli Stati Uniti
d'America.
Ventisei anni fa Ahmadinejad è stato molto utile (un
aiuto costoso) per far crollare Carter, oggi il
neopresidente della Persia è usato per qualcos'altro.

Il 4 novembre 1995 viene assassinato il Premio Nobel
per la Pace , nonché primo ministro israeliano Yitzhak
Rabin, per mano di un giovane dell'ultradestra
ebraica, Yigal Amir.
Ufficialmente Yigal Amir è colui che ha armato la
pistola e sparato per ben due volte al primo ministro
uccidendolo. Per questo crimine, oggi sta scontando in
isolamento una condanna all'ergastolo.
La moglie dell'assassino, attraverso un sito internet,
ha chiesto, per voce del marito, la riapertura del
processo dopo le recenti affermazioni del pubblico
ministero del primo processo, secondo il quale la
morte di Rabin fu causata da una terza pallottola,
sparata da una distanza molto ravvicinata[2]. Amir
afferma che questo terzo colpo non l'ha esploso lui, e
scarica naturalmente la colpa sui servizi segreti
deviati.
Questo naturalmente non cambia la sua posizione di
criminale, ma quello che cambiano sono gli scenari. Se
prima la colpa era di un pazzoide criminale isolato,
ora si deve parlare di cospirazione interna al
sistema. La conferma di ciò sono almeno dieci arresti
da parte delle autorità israeliane[3] (compreso
personale dell'esercito), e soprattutto le
dichiarazioni del ministro Moshe Shahal, che parla di
«complotto organizzato»[4]
Cui Prodest? Chi poteva volere la morte di Rabin?
Certamente il primo ministro aveva moltissimi nemici;
è bene ricordare che nelle manifestazioni della destra
estrema veniva raffigurato addirittura con la divisa
nazista[5], questo perché, vedevano in lui e negli
accordi di Oslo (gli accordi di pace con il popolo
palestinese) il tradimento e un nuovo Olocausto[6]
contro il popolo eletto.
La figlia di Rabin, Dalia, sull'assassinio del padre è
convinta che ad armare la mano di Amir non è stato un
gruppo di fanatici qualsiasi, anche perché questi sono
protetti dall'alto, godono insomma di importanti
coperture politiche!

Il 4 novembre 2004 arriva l'annuncio ufficiale della
morte clinica di Yasser Arafat, il leader indiscusso,
e soprattutto molto discusso, del popolo
palestinese.[7]
Il fondatore di Al Fatah è deceduto nel Percy Military
Training Hospital di Parigi.
Fin da subito si parlò di avvelenamento, tanto che il
premier palestinese di allora, Abu Ala, chiese alle
autorità francesi di ricevere il referto medico per
verificare se Arafat era stato avvelenato oppure
no[8].
Non ha dubbi invece Ali Rashid, il primo segretario
della delegazione generale palestinese in Italia: il
leader dell'OLP (l'Organizzazione per la Liberazione
della Palestina) è stato avvelenato[9].

Ieri, 3 novembre 2005 migliaia di fiaccole si sono
accese davanti all'ambasciata iraniana a Roma, per
protestare contro le dichiarazioni pesanti del
presidente dell'Iran, Ahmadinejad.
Cosa avrà mai detto l'ex sequestratore degli ostaggi
del 1979 per scatenare le ire mondiali?
Tutti i media insieme, (e quando si tratta di
uniformarsi, sono veramente maestri: un esempio per
tutti le armi di distruzione di massa di Saddam),
hanno pubblicato e attaccato le seguenti affermazioni:
«Israele deve essere cancellato dalla carta
geografica»
Indubbiamente, detto così fa un certo effetto, vediamo
però se leggendo il discorso completo cambia qualcosa.
Ecco cos'ha detto il premier davanti alla folla.

«A coloro che dubitano, a coloro che non credono, io
dico che un mondo senza America e Israele è possibile
e fattibile»

«Un giorno, sua eminenza l'Imam Khomeini dichiarò che
il regime illegale dei Pahlavi doveva finire, ed è
finito. Poi disse che l'impero sovietico sarebbe
scomparso, ed è scomparso. Disse anche che il malvagio
Saddam doveva essere punito, e lo vediamo sotto
processo nel suo Paese. Sua eminenza disse anche che
il regime di occupazione di Qods [Gerusalemme] doveva
essere cancellato dalla mappa del mondo, e con l'aiuto
dell'Onnipotente, noi vedremo un mondo senza America e
senza sionismo, nonostante coloro che dubitano»[10].

Estrapolare mirabilmente da questo discorso una frase
ad hoc è assolutamente fazioso, anche perché si è
parlato di sionismo e non di Israele. C'è una enorme
differenza tra un movimento politico-religioso
minoritario e lo stato d'Israele!
Non stiamo difendendo Ahmadinejad, non è certo uno
stinco di santo, ma coloro che lo criticano e
attaccano oggi per le sue sparate pubbliche,
dovrebbero farsi un esame di coscienza . Mi riferisco
a personaggi come l'ex generale Ariel Sharon (ministro
della difesa nel 1982 quando avvenne la strage di
Sabra e Chatila, dove furono massacrate dai miliziani
filoisraeliani 2.000 persone, tra palestinesi e
libanesi) o come il presidente George Walker Bush,
colpevole di genocidio in Afghanistan e Iraq

L'idea della protesta pro Israele è partita, guarda
caso, da Giuliano Ferrara, giornalista molto potente e
temuto, che è stato, dice lui, al soldo dei servizi
segreti americani: la Cia[11].
Dal palco sono sfilati nomi illustri della politica,
del giornalismo e dell'establishment, molto spesso la
stessa cosa.
Un grazie va a Magdi Allam per aver ricordato ad alta
voce, semmai qualcuno lo avesse dimenticato, che:
«Israele è un faro di democrazia in Medioriente»[12]
A Ferrara va il grande merito invece, non solo per
aver organizzato l'importante e significativa
manifestazione, ma soprattutto per aver imparato a
parlare l'iraniano. Il direttore de Il Foglio
(giornale della moglie di Berlusconi), infatti sbraita
nella lingua persiana: «Viva Israele e viva la
libertà»[13]!

Alla faccia della libertà!
Avrete già capito che si tratta della solita
"scusante" mediatica per attaccare e/o invadere un
paese.
Qualche anno fa dovevano invadere l'Iraq e si sono
inventate le "armi distruzione di massa"; oggi devono
bloccare l'Iran e s'inventano le armi nucleari.
Nessuno ricorda che la Reuters ha dichiarato
recentemente che l'uranio in possesso dell'Iran è
talmente sporco e di basso livello che NON può essere
usato per produrre bombe. Ma questo ovviamente non fa
notizia.
Come pure non fa notizia che Israele, «il faro di
democrazia in Medioriente», ha in dotazione tra le 80
e le 200 testate nucleari! [14]
Per caso, sono state controllate dall'ONU queste armi
vere di "distruzione di massa"?
E come mai Israele non ha firmato il Trattato di
Non-Proliferazione Nucleare, mentre per esempio lo ha
ratificato l'Iran, ed esattamente il 2 febbraio
1970[15]?
A queste domande perché il Ferrara o l'Allam di turno
non provano a rispondere?
Perché il quotidiano Il Foglio non ha organizzato una
fiaccolata davanti all'ambasciata statunitense o
inglese a Roma per quelle centinaia di migliaia di
morti innocenti, tra donne e bambini, caduti sotto le
bombe intelligenti dell'Impero angloamericano?
Comunque sia, tiriamoci su il morale, perché oggi 4
novembre è il compleanno di Laura Welch Bush, moglie
da 28 anni del presidente George W. Bush[16].
Non posso far altro che augurare alla First Lady un
compleanno in famiglia meraviglioso e soprattutto
analcolico! Sapete com'è: la situazione in Medioriente
è allarmante, e non vorrei che un bicchierino di
troppo.[17]

[1] Tratto da "Soldi: il libro nero della finanza
internazionale", ed. Nuovi Mondi MEdia
[2] "Dieci anni dopo, Israele ricorda Yitzhak Rabin",
Fausto della Porta, Il Manifesto 4/11/2005
[3] "Il contesto strategico dell'assassinio di Rabin",
http://www.movisol.org/eal-i.htm
[4] Idem
[5] Intervista alla figlia di Rabin, Dalia Rabin
Filosof,
www.unita.it/index.asp?SEZIONE_COD=DOSSIER&TOPIC_TIPO=I&TOPIC_ID=30159&DOSSIER_ID=84
[6] Idem
[7] "Yasser Arafat è clinicamente morto", Il Corriere
della Sera 4/11/2005
[8] "Abu Ala chiede alla Francia il certificato di
morte di Arafat", La Repubblica ,
http://www.repubblica.it/2004/k/sezioni/esteri/arafat2/crtfmed/crtfmed.html
[9] "Una fine troppo veloce, Yasser è stato
avvelenato", Il Messaggero 11/05/2004
[10] Safa Haeri, « Iran on course for a showdown»,
Asia Times, 28 ottobre 2005, tratto da
www.effedieffe.com
[11] "Di spie e di stragi", Antonio Tabucchi
www.unita.it/index.asp?SEZIONE_COD=TUTTEIDEEseitre&TOPIC_TIPO=E&TOPIC_ID=26343
[12] Il Manifesto del 4/11/2005
[13] Idem
[14] "Disarmo nucleare: progresso o stallo?",
Università degli Studi di Milano, Unione Scienziati
per il Disarmo (USPID)
http://www.uspid.org/sections/02_Books_Documents/USPID_Documents/disarmo.html

[15] Trattato di Non proliferazione nucleare -
http://www.difesa.it/NR/rdonlyres/CDCF3659-509C-4EF8-9275-B979AF6A120E/0/Trattato_non_proliferazione.pdf
[16] http://www.whitehouse.gov/firstlady/flbio.html
[17] "I veri pollastri siamo noi", Marcello Pamio, www.disinformazione.info/pollastri.htm

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