[Forumlucca] Del Mondo Kurdo n.22

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Autore: Cinzia Mancini
Data:  
To: forumlucca
Oggetto: [Forumlucca] Del Mondo Kurdo n.22
Del Mondo Kurdo

Anno 5 - numero 22

a cura dell'Ufficio d'Informazione del Kurdistan in Italia

www.kurdistan.it (italiano), www.kurdishinfo.com (multilingue)



INDICE

·         Unità militari iraniane assaltano un villaggio


·         Prosecuzione del processo per omicidio a Eskisehir


·         Soldato Catturato: “Mi libereranno”


·         Abitanti di un villaggio nella zona di Dersim subiscono minacce di morte dai soldati turchi.


·         È nato il nuovo partito DTP (Partito della Società Democratica): l’obiettivo è una Turchia Democratica


·         Molti Kurdi feriti nei nuovi tumulti a Mahabad (Iran)


·         Quattro mesi di isolamento inflitti a 27 donne del PKK detenute a Sivas


·         Nessuna notizia di Abdullah Öcalan


·         Centinaia di giovani kurdi insistono su una soluzione per la pace, nuovi partecipanti agli Scudi Umani


·         Karayilan: Barzani e Talabani si assumano il loro ruolo ai fini della soluzione


·         Bilancio di ottobre delle Forze di Difesa Popolare (HPG): 106 morti, fra soldati e poliziotti




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Unità militari iraniane assaltano un villaggio

MHA, 24.10.2005 - Dopo uno scontro a fuoco tra l’esercito iraniano e un’unità guerrigliera dell’HPG, i militari hanno assaltato Keyika, un villaggio di confine, e arrestato 15 persone. Secondo fonti dell’ufficio stampa dell’HPG, negli scontri del 16 ottobre è rimasto ucciso un comandante iraniano. “Lo scontro a fuoco è scoppiato dopo che la guerriglia aveva scoperto un’imboscata da parte dell’esercito iraniano. Nello scontro a fuoco è caduto mortalmente un comandante iraniano e vari soldati sono rimasti feriti. Da parte della guerriglia non vi sono stati feriti”, si legge in una dichiarazione dell’HPG. Gli abitanti del villaggio tratti in arresto sono stati accusati dall’esercito iraniano d’aver preso parte agli scontri. L’ufficio stampa dell’HPG nega tale circostanza; gli abitanti del villaggio nulla avrebbero a che fare con gli scontri.



Prosecuzione del processo per omicidio a Eskisehir

Özgür Gündem, 25.10.2005 - Ieri è proseguito, a Eskisehir, il processo contro i poliziotti che un anno fa hanno ammazzato, a Mardin-Kiziltepe, Ugur Kaymaz e suo padre.

Dagli ambienti del MHP vi sono state grida invocanti il linciaggio. A coloro che, provenienti da altre città, si volevano recare in qualità di osservatori al processo, è stato impedito l’accesso in città. Altri sono stati attaccati dalla polizia. A coloro che sono riusciti a raggiungere il palazzo del tribunale è stato impedito l’acceso all’edificio. In segno di protesta, i venti avvocati della famiglia Kaymaz e i rappresentanti delle organizzazioni della società civile hanno abbandonato l’udienza. Per prima cosa, i difensori dei poliziotti hanno affermato che il ragazzo ucciso aveva 15-16 anni. Lo hanno definito terrorista e, come prova, hanno fornito foto di bambini che in relazione all’episodio delle bandiere erano stati arrestati durante il Newroz a Mersin nonché foto di minorenni presenti nei campi d’addestramento della guerriglia. Essi hanno commentato in questo modo l’abbandono della sala del tribunale da parte della difesa di Kaymaz: “Sono qui solo per organizzare uno show. La maggior parte di coloro che si definiscono rappresentanti delle organizzazioni della società civile nient’altro sono che membri del PKK”.

La prossima udienza avrà luogo il 19 dicembre. Dopo che la difesa ha abbandonato l’aula del tribunale, il presidente dell’IHD, Yusuf Alatas ha definito questo modo di procedere della corte contrario alle norme giuridiche. In riferimento allo spostamento del processo da Mardin alla Turchia occidentale per asseriti “motivi di sicurezza” ha dichiarato: “Ma di quale sicurezza si parla?. Qui si tratta della sicurezza di difensori dei diritti umani, avvocati e parenti delle vittime”. Poco prima dell’inizio dell’udienza è intervenuta la polizia contro un gruppo di osservatori; almeno dodici persone, durante un brutale attacco, sono state arrestate e l’edificio del tribunale è stato circondato dai mezzi blindati della polizia; inoltre, nelle immediate vicinanze dell’edificio si sono appostati tiratori scelti della polizia. Estremamente rigidi sono stati i controlli fisici e dei documenti all’ingresso. Il comitato di osservatori al processo ha condannato l’atteggiamento della polizia e ha accusato, quali responsabili, l’ufficio del governatore e il comando di polizia locale.



Polizziotto Catturato: “Mi libereranno”

Özgür Gündem, 25.10.2005- Per la prima volta si è espresso pubblicamente il poliziotto Hakan Acil, rapito dall’HPG tra Midyat e Idil il 9 ottobre.

All’agenzia di stampa Firat (Ajansa Nuçeyen Firat-ANF) ha dichiarato di essere in buone condizioni fisiche. “Sono stato trattenuto in quanto poliziotto. Dal punto di vista della salute non ho problemi. All’inizio è stata dura, ora mi sono adattato alle condizioni di vita in montagna”. I combattenti dell’HPG si sono comportati nei suoi confronti umanamente, senza che si verificassero maltrattamenti. “Voglio far ritorno a casa, dalla mia famiglia, che mi manca molto”. Inoltre Acil ha esortato l’esercito turco a porre fine alle operazioni militari. E poi potrebbe essere consegnato ad una delegazione dell’IHD.

Il gruppo di guerriglieri, nelle cui mani si trova Acil ha fatto riferimento a massicce operazioni militari e a lanci di bombe. Vi è stato un nuovo attacco con bombe appena 15 minuti prima del colloquio. “In queste condizioni non è possibile liberare il poliziotto”, hanno dichiarato i guerriglieri.

Il prigioniero ha potuto avere un colloquio telefonico col padre, Muammer Acil. Il colloquio telefonico ha avuto luogo dopo che il padre di Acil aveva assistito al processo per assassinio di Ugur Kaymaz, a Eskisehir. Egli sedeva insieme ai rappresentanti dell’IHD. Muammer Acil ha affermato che il figlio è tenuto attualmente prigioniero a Diyarbakir e presumibilmente sarà liberato entro pochi giorni. Il presidente dell’IHD, Yusuf Alatas, ha rinnovato la richiesta di liberare il poliziotto.



Abitanti di un villaggio nella zona di Dersim subiscono minacce di morte dai soldati turchi.

DozaMe.org 25.10.2005 - Soldati turchi, durante dei raid nei villaggi di Hanusagi, Cevizlidere e Yesilyazi, nella provincia kurda di Dersim (Turchia sudorientale), hanno arrestato 20 abitanti, con l'accusa di sostegno ai guerriglieri kurdi.

I raid nei tre villaggi del distretto di Ovacik sono avvenuti l'altro ieri. Gli abitanti hanno detto di esser stati minacciati di morte dai soldati turchi, che hanno loro intimato di smetterla di appoggiare i guerriglieri kurdi dell'HPG, altrimenti avrebbero fatto la stessa fine dei guerriglieri.

I venti abitanti arrestati sono ancora nel carcere militare. I militari turchi stanno proseguendo i raid in altri villaggi del distretto di Ovacik, come riportano le fonti di DozaMe.org, ma i nomi di tali villaggi sono ancora da accertare.



È nato il nuovo partito DTP (Partito della Società Democratica): l’obiettivo è una Turchia Democratica

Ozgur Gundem / www.dth-web.com - Il Movimento per la Società Democratica ha finalizzato i suoi lavori di un anno con un’Assemblea Costitutiva riunitasi il 24-25 ottobre 2005 ad Ankara. Così, è stata dichiarata la nascita del Partito della Società Democratica (DTP), che ha come emblema una rosa rossa su sfondo giallo. Sono stati eletti presidenti Aysel Tugluk e Ahmet Turk da 424 delegati partecipanti all’assemblea.

L’Assemblea Costitutiva del Movimento della Società Democratica, dopo aver votato su statuto e programma del nuovo partito, ha scelto 60 persone che faranno parte del consiglio esecutivo (24 sono donne). Eccone i nomi: Mizgin Irgat Sibel Öz, Hatice Çoban, Nursel Aydogan, Selma Irmak, Zeliha Sayar, Zeynep Karaman, Türkan Yüksel, Filiz Mete, Zahide Besi, Sabahat Tuncel, Birsen Kaya Akat, Ezgi Dursun, Selma Söker, Selma Tanrikulu, Esma Güler, Çimen Isik, Fatma Yildirim, Türkan Aslan, Pero Dündar, Aynur Coskun, Zeynep Demir, Sevinç Bozan, Yildiz Atay, e Tuncer Bakirhan, Dogan Erbas, Selim Sadak, Hasip Kaplan, M. Samil Atlan, Sedat Yurtdas, Aleddin Erdogan, Mustafa Sarikaya, Ismail Göldas, Nazmi Gür, Mahmut Bilgin, Alican Önlü, Orhan Miroglu, Dogan Erdogan, Nurettin Yilmaz, Medeni Kirici, M. Naci Kutlay, Cemal Kavak, Mustafa Özer, Mazlum Tekdag, Osman Özçelik, Senanik Öner, Canip Yildirim, Fadil Bedirhanoglu, Hüseyin Yilmaz, Nadir Yildirim, Salih Agaç, Sirri Sakik, Hüseyin Dag, Kemal Aktas, Mustafa Avci, Muammer Deger, Salih Akdogan, Cesim Soylu, Osman Ergin, Hüseyin Yildiz

Ahmet Turk ha dichiarato che il nuovo partito si muoverà insieme alle forze democratiche assumendo come base la creazione di una Turchia democratica; ha anche detto che il partito intende lavorare per diventare un partito di Turchia e ha proseguito: “Certamente la Questione Kurda in Turchia è una questione fondamentale, della quale è necessario discutere. Infatti, abbiamo la responsabilità di portarla alla discussione e di trovare i modi per la sua soluzione nell’ambito dell’opinione pubblica. Non abbiamo potuto creare un clima di dialogo durante 15 anni di guerra. Nostro obiettivo è creare un dialogo giusto, insieme alle forze democratiche; vogliamo anzi creare un dialogo anche con lo Stato e con il Governo, per far nascere una nuova formula di dialogo sociale, finalizzato alla soluzione della Questione Kurda”.

Turk ha detto: “Quando potremo organizzare e riunire i Kurdi per una soluzione democratica, allora potremo anche diventare un partito di Turchia”. Continuando, ha detto: “Quando si applica una linea politica democratica, forte e credibile, allora si possono incontrare le forze democratiche di Turchia e si può raggiungere l’obiettivo politico d’essere un partito di Turchia. Noi insisteremo sulla pace interna e svolgeremo il nostro ruolo”.

Turk ha anche sottolineato che il nuovo partito è disponibile a dialogare per la soluzione in ogni ambito e che la soluzione nazionalista non è accettato dalla popolazione come una possibile soluzione. Turk, criticando il partito di sinistra turco CHP, ha detto: “Quello di sinistra non è un partito pacifico, social-democratico”. Turk, ha concluso dicendo che il DTP sosterrà i movimenti che credono nella democrazia, le organizzazioni della società civile che si muovono secondo principi coerenti con l’essere di sinistra e movimenti degli intellettuali.



Molti Kurdi feriti nei nuovi tumulti a Mahabad

DozaMe.org 27.10.2005 - A Mahabad alcuni kurdi sono stati feriti, due in maniera grave, allorché dimostranti kurdi si sono scontrati ieri con le forze di sicurezza iraniane nella Piazza della Libertà, al centro della città del Kurdistan orientale (Iran nord occidentale). 500 persone, in larga parte giovani, si erano riunite nella piazza per chiedere il rilascio di prigionieri kurdi catturati dalle forze di sicurezza iraniane durante i disordini che furono scatenati dall'uccisione di Shivane Qadri, da parte dei soldati iraniani in luglio.

Tra i kurdi imprigionati vi è il 22enne Mistefa Resulniya, che è stato accusato dalle autorità iraniane di aver ucciso un soldato di nome Cengucu. I detenuti kurdi nel carcere di Urmiye hanno riferito che Resulniya ha subito pesanti torture da parte delle autorità del carcere. La procura di Urmiye ha richiesto che sia condannato alla pena capitale.

La tensione è salita all'arrivo sulla piazza delle forze di sicurezza iraniane e si è giunti a uno scontro tra soldati e manifestanti. Da entrambe le parti è giunta notizia di ferimenti; due giovani kurdi sono stati condotti in ospedale in quanto feriti in modo grave. Non si conoscono le loro condizioni attuali.

In città la situazione è ancora di tensione, come riferisce il corrispondente da Mahabad dell'agenzia di stampa kurda ANF.



Quattro mesi di isolamento inflitti a 27 donne del PKK detenute a Sivas

DozaMe.org 27.10.2005 - Donne kurde, prigioniere nel carcere di massima sicurezza di tipo E di Sivas e appartenenti al PKK, sono state punite con la detenzione in isolamento per quattro mesi dalle autorità carcerarie turche per aver svolto per due giorni uno sciopero della fame, in segno di protesta per le pessime condizioni carcerarie.

Le 27 donne, oltre a condurre lo sciopero, avevano scritto lettere di protesta alle autorità carcerarie di Sivas. In risposta, le autorità le hanno punite con quattro mesi d'isolamento, non consentendo loro di ricevere visitatori nè di colloquiare con i parenti telefonicamente nè di socializzare con altre detenute, partecipare ad attività sportive o sociali e ricevere o inviare e-mail.

Nelle loro lettere di protesta le donne avevano messo in luce le condizioni di prigionia loro e quelle del Leader Kurdo Abdullah Ocalan. Due delle donne detenute, Aynur Epli e Hatice Çakmak, versano da lungo tempo in condizioni di salute gravi e hanno bisogno di cure urgenti, è stato detto alle autorità carcerarie nelle lettere. E' stato anche ribadito che ogni richiesta scritta di cure ospedaliere da parte di prigioniere del PKK a favore delle compagne malate è stata finora respinta.I legali delle prigioniere intendono ora sottoporre il caso alla Corte Europea per i Diritti Umani.



Nessuna notizia di Abdullah Öcalan

Özgür Gündem, 27.10.2005 - Gli avvocati di Abdullah Ocalan e della sorella Hawa Keser non hanno potuto essere condotti ieri sull'isola-prigione di Imrali. Ancora una volta la motivazione addotta è stata il malfunzionamento dell'imbarcazione. Non è stato neanche consentito di consegnare giornali e libri indirizzati a Ocalan. L'ultimo colloquio del Leader Kurdo con i suoi legali risale al primo giugno. Il fratello Mehmet gli ha invece fatto visita per l'ultima volta il 31 agosto. Da allora non si è più avuta alcuna notizia di Ocalan. La popolazione kurda reagisce con apprensione e impazienza a tale condizione d'isolamento; ieri in molte città hanno avuto luogo raduni spontanei di protesta. Le richieste regolari dei legali al Comitato Antitortura del Consiglio d'Europa (CPT) non hanno finora ricevuto risposte. Finora il CPT ha fatto visita a Ocalan per tre volte. Mentre si diffonde nella popolazione la preoccupazione per lo stato di salute di Ocalan, i suoi difensori dicono: "Ormai non siamo neppure più in grado di dire se sia ancora vivo".

L'avvocato Irfan Dundar ha criticato l'atteggiamento passivo del CPT, che in uno dei suoi rapporti sulla condizione di Ocalan ha annunciato di voler osservare se i colloqui di Ocalan con i difensori potevano aver luogo senza ostacoli. "Tale Comitato è in grado, qualora vi sia il sospetto che stia avendo luogo una violazione di diritto, di effettuare ispezioni nel carcere anche senza accettazione", ha ricordato Dundar, che ha anche rammentato, rimproverando, che il cammino giuridico dei ricorsi alle istituzioni locali o alla Corte Europea per i Diritti Umani non appare sufficiente. "Noi crediamo che il problema sia risolvibile, piuttosto, ponendolo all'attenzione dell'opinione pubblica democratica".



Centinaia di giovani kurdi insistono su una soluzione per la pace

ANF-28.10.2005 - Cresce l’attenzione e l’interesse per gli Scudi Umani. Gli attivisti facenti parte degli Scudi Umani, che si autodefiniscono Brigate di Pace e di Libertà e si sono recati nella Regione Protetta di Medya, sono aumentati di numero, da 222 a 377 persone.

In una dichiarazione che hanno di recente rilasciato alla stampa hanno affermato che ora si trovano in zone nelle quali potrebbero verificarsi scontri tra esercito turco e guerriglieri kurdi: “Noi, 377 giovani kurdi, avevamo gia espresso ai nostri interlocutori le nostre preoccupazioni sul momento delicato che viviamo. Però, quando analizziamo quel che è avvenuto fino a oggi, la risposta del governo turco al nostro appello per il dialogo e la pace è consistita in perquisizioni alle sedi di organizzazioni democratiche, arresti, attacchi a manifestazioni popolari che erano il modo di reagire della popolazione, esecuzioni extragiudiziali. Inoltre, sono state portate avanti le operazioni militari in modo ampio, allo scopo di annientamento delle forze guerrigliere”.

Nelle dichiarazione viene richiamato il popolo kurdo, e soprattutto i giovani, ad aumentare le rivolte democratiche e a continuare la lotta in modo attivo, per rispondere al tentativo in atto finalizzato ad annientare fisicamente il Presidente del Popolo Kurdo, Abdullah Ocalan: “E’ una realtà che siamo diventati Scudi Umani per rimediare alla situazione di Imrali. Lo stato turco, tuttavia, con il suo modo di comportarsi su una questione che è per noi di vitale importanza, sta facendo sì che si esauriscano le ultime gocce di pazienza che abbiamo a disposizione. Mandiamo il nostro avviso al governo turco. Ormai non abbiamo più pazienza”.



Karayilan: Barzani e Talabani si assumano il loro ruolo ai fini della soluzione

ANF 28.10.2005- Murat Karayilan ha rilasciato una dichiarazione all’emittente televisiva ROJ-TV, nella quale ha fatto appello ai presidenti Barzani e Talabani affinché si assumano le loro responsabilità.

Il Presidente del Consiglio Esecutivo della Comunità delle Comunità del Kurdistan (Koma Komalên Kurdistan), Murat Karayilan, ha pronunciato un invito al Presidente del Governo Regionale Kurdo, Mesut Barzani, e al Presidente della Repubblica Irachena, Celal Talabani, affinché si assumano la responsabilità di svolgere il loro compito al fine della soluzione della Questione Kurda in Turchia.

Murat Karayilan ha analizzato l’incontro che Barzani ha tenuto con il Presidente statunitense Bush, dicendosi contento del fatto che Barzani ha dichiarato di partecipare all’incontro a nome dei Kurdi.

Karayilan ha detto che la soluzione della Questione Kurda deve essere completa e riguardare tutte le parti del Kurdistan; se si insisterà su una soluzione che riguardi soltanto una porzione del Kurdistan, ciò non porterà ad alcun successo. La vittoria di una sola parte non potrà, infatti, essere di lunga durata. Ecco perché occorre analizzare bene il livello che si è raggiunto nel Kurdistan meridionale, al fine di trovare una soluzione per tutte le altre parti del Kurdistan.

Karayilan ha anche richiamato l’attenzione sulle recenti operazioni militari e sulla repressione, il cui livello cresce di giorno in giorno, nei confronti del Presidente del Popolo Kurdo, Abdullah Ocalan. Riferendosi alle parole pronunciate in precedenza da Tayyip Erdogan, Karayilan ha affermato che è il popolo kurdo ad aver perso la pazienza.

Karayilan ha rammentato che il leader del popolo kurdo Abdullah Ocalan è molto conosciuto per il fatto che con insistenza ripete appelli e proposte per una soluzione unitaria e democratica e che rispondere con attacchi violenti, nei confronti del movimento kurdo e del suo leader, a quegli appelli e proposte, indica che si vuole che i kurdi si dividano. Karayilan ha poi sottolineato che se sarà portata avanti la repressione, al fine di annientare i kurdi o indurli alla resa, a fronte di tale comportamento i kurdi si separeranno di forza dalla Turchia.

Karayilan ha inoltre accolto con favore la notizia della nascita del nuovo Partito Democratico Sociale, (DTP). Ha dichiarato che il movimento sosterrà la lotta con strumenti democratici di tale partito, al quale egli chiede di assumere un proprio ruolo al fine di una soluzione pacifica della Questione Kurda e della democratizzazione della Turchia. Ha poi dichiarato che è importante che sia un partito a carattere popolare, con una linea politica democratica, trasparente ed equa, fondata sulle libertà. Ha anche detto che è necessario che tutti i kurdi e le forze democratiche turche prendano parte alle attività di tale partito.



Bilancio di ottobre delle Forze di Difesa Popolare (HPG): 106 morti, fra soldati e poliziotti

ANF, 31.10.2005 - Il Centro di Comando e Comunicazione (BIM) dell'HPG ha reso noto il proprio bilancio del mese di ottobre, in base al quale l'Esercito Turco ha attuato 41 operazioni militari contro i guerriglieri kurdi. Il bilancio dei confronti armati è di 106 poliziotti e soldati uccisi. In dettaglio, il BIM ha reso noto quanto segue: nel corso delle operazioni si sono verificati 53 scontri, nei quali hanno perso la vita 102 soldati turchi, 3 ufficiali e 1 poliziotto, per un totale di 106. Inoltre un poliziotto è stato catturato.

Il BIM aggiunge che 7 veicoli militari appartenenti all'Esercito sono stati distrutti e i guerriglieri si sono impadroniti del seguente equipaggiamento: una pistola, un'apparecchiatura di trasmissione radio un telefono satellitare, un'arma trasportabile di tipo G3, un'arma G3 idonea al lancio di bombe, un'arma ibrida, un fucile a pompa, 2 zaini.

Negli scontri 9 guerriglieri hanno resistito eroicamente e, da martiri, hanno perso la vita. Un guerrigliero è stato catturato dall'esercito turco.

L'HPG ha intrapreso, nel pomeriggio di ieri, un'azione di sabotaggio di una condotta petrolifera della compagnia "BOTAS" nell'area rurale di Nusaybin: l'oleodotto ha preso fuoco e ha subito ingenti danni materiali.