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Ieri ripreso il processo per le violenze alla Diaz. Su 29 imputati se n´è presentato uno
G8, i magistrati al governo "Trovate una sede per il processo"
L´Anm: giusto l´allarme dei giudici genovesi
Ascoltati i militari della scientifica: "Nella scuola c´era sangue dappertutto"
Proiettate in tribunale le immagini del 2001 dopo il blitz della polizia
MASSIMO CALANDRI
«LA cosa più evidente era il sangue. Sangue. Dappertutto. Era proprio un gran casino». Il maresciallo della scientifica racconta il sopralluogo dei carabinieri nella scuola Diaz, due giorni dopo l´irruzione della polizia. Il grande televisore dell´aula proietta le immagini di quattro anni fa: emozione, sgomento, brividi neri, sembra ancora sia accaduto ieri. Entrato finalmente nel vivo, il più sgradito dei processi del G8 dopo una giornata di interrogatori rimanda alla prossima udienza, quella del nove novembre. Stamani tocca invece ad un altro procedimento scomodo e clamoroso, quello per le violenze ed i soprusi nella caserma di Bolzaneto: di nuovo si celebrerà al quinto piano, quello dell´assise, spazio inadeguato e poco decoroso per una vicenda che segna le coscienze di tutti e dei genovesi in particolare. Da Roma, l´Associazione nazionale magistrati raccoglie «l´allarme e le preoccupazioni manifestate dai colleghi del distretto di Genova, in ordine alla inadeguatezza delle strutture giudiziarie, in particolare in relazione ai maxi processi per i fatti del G8 del luglio 2001». E gli amministratori del capoluogo ligure? Sollecitati più volte dai giudici, prima da Mario Morisani - che ha chiesto di poter utilizzare un teatro - e poi da Anna Canepa, hanno scelto ancora la via del silenzio, che per qualcuno assomiglia in maniera sinistra a quella della rimozione. Per stamani la Canepa ha invitato tutti, in particolare il sindaco Giuseppe Perìcu: «Così si renderà conto di persona quale è la situazione».
Ventinove imputati, compresi alcuni uomini ai vertici del ministero dell´Interno (basti pensare a Francesco Gratteri, questore di Bari; o a Giovanni Luperi, responsabile della task force europea per l´antiterrorismo islamico), accusati a vario titolo di aver deliberatamente picchiato 93 no-global, di averli arrestati falsificando le prove e truccando i verbali: degli uomini sotto accusa, ieri in aula c´era solo un funzionario che vive e lavora a Genova. Ma il processo per il sanguinario assalto alla Diaz ha ingranato con l´interrogatorio dei primi testimoni. Il pm Enrico Zucca ha chiamato i militari che due giorni dopo il blitz entrarono nell´istituto per i rilievi scientifici. Quando ancora non si cercavano prove per sbugiardare una sciagurata operazione di polizia, ma elementi che incastrassero le fantomatiche Tute Nere. E invece, i carabinieri collezionarono le immagini di una carneficina. Si è parlato anche del ritrovamento di feci umane, nella palestra che ospitava i no-global: perché per la paura delle botte dei poliziotti qualche ragazzo se la fece letteralmente addosso. L´avvocato Marco Corini, che difende alcuni imputati, ha però evidenziato come anche nella scuola Pascoli, istituto che di fronte alla Diaz ospitava il centro stampa, furono trovate catene e addirittura un ordigno lacrimogeno: segno, secondo la sua tesi, che nelle scuole di via Cesare Battisti i Black Bloc c´erano per davvero.
In una nota di ieri, la giunta dell´Associazione Nazionale Magistrati scrive: «E´ compito del Ministro, unitamente agli altri Enti preposti, assicurare la funzionalità degli uffici giudiziari, al fine di consentire l´ordinato e sollecito svolgimento di ogni processo. L´Anm auspica che vengano trovate soluzioni adeguate, anche con l´intervento degli Enti territoriali». L´Aula Magna del tribunale genovese, utilizzata ieri eccezionalmente, sarà disponibile solo il mese prossimo. Stamani il processo Bolzaneto partirà alle 10.30, se tutto va bene: prima la sezione deve fare i conti con altri due processi.
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