[NuovoLab] Torna il nucleare: Burlando possibilista

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Szerző: brunoa01
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L´annuncio di Guarguaglini: "Si riparte con il nucleare"
Ansaldo 2005, ritorno al futuro

Scajola: "Il referendum è stato un errore, quella scelta ci costa ancora oggi moltissimo"
COSTANTINO MALATTO


Dopo diciotto anni il termine "nucleare" esce dall´ombra nella quale l´aveva costretto il referendum del 1987 e torna a campeggiare nel marchio di una società. Anzi: della sua società. Dal 1° novembre rinasce infatti Ansaldo Nucleare, società Finmeccanica con una paio di centinaia di dipendenti e un capitale sociale "il più esiguo possibile", come tiene a sottolineare lo stesso presidente della capogruppo, Pierfrancesco Guarguaglini. Il quale getta acqua sul fuoco («È poco più di un cambio di maglia, gli stessi tecnici che oggi fanno parte della divisione nucleare di Ansaldo Energia si potranno presentare come rappresentanti di una società per azioni dal nome storico»), ma inutilmente: vicino a lui c´è il ministro della Attività Produttive, Claudio Scajola, che invece sul nucleare punta molto. E non perde l´occasione di riaffermare con forza le sue convinzioni: «Il referendum sul nucleare è stata una scelta errata - afferma - : si scelse di fuggire, fu l´abdicazione della politica al compito di indicare le prospettive a lungo termine. Eravamo i secondi al mondo come tecnologia e come produzione. Quella scelta ci costò moltissimo: se avessimo proseguito su quella strada avremmo sviluppato un grande settore industriale e oggi potremmo avere energia a costi del 30% inferiori a quelli attuali».
Non è senza significato il fatto che la nuova società abbia sede centrale a Genova. Il capoluogo ligure fino alla metà degli anni Ottanta è stato la capitale del nucleare. Tornerà ad esserlo? Scajola non ha dubbi, Guarguaglini fa lo gnorri, il presidente della Regione Claudio Burlando nicchia: «Certo a Genova il nucleare ha una grande tradizione - dice - Il palazzone al fianco della Fiera, che ora ospiterà un albergo, i genovesi lo chiamano ancora Palazzo Nira come ai tempi in cui c´erano gli uffici del settore. Che Ansaldo Nucleare possa operare all´estero per non perdere know how e mercato mi sembra una scelta doverosa».
In realtà il nucleare di Ansaldo si è ridotto ma non è mai stato completamente abbandonato. Anche dopo lo smantellamento della struttura industriale nucleare, sulla quale l´allora amministratore delegato Giovanni Gambardella aveva puntato tutte le carte produttive, è rimasto un nucleo composto da circa 180 tecnici che opera ancora nel settore. Lavora per esempio in Romania, in Francia, ha buone prospettive per partecipare allo "spegnimento" dei sottomarini nucleari in Russia. Ma per Scajola la nascita di Ansaldo Nucleare va più in là della semplice ingegneria societaria: è l´indicazione di una rinnovata "via italiana al nucleare" che secondo il ministro è una strada obbligata: «L´obiettivo del governo - spiega Scajola - è cambiare il mix per la produzione di energia elettrica, oggi tutta affidata al petrolio, unendo il gas e il carbone pulito. Puntiamo anche sulle energie alternative: il bando sul solare è stato un successo, in dieci giorni abbiamo avuto 3.500 domande, prossimamente faremo il bando anche sull´eolico. Ma dobbiamo entrare nel nucleare, riacquisire le competenze che abbiamo perso».
Nel settore energetico Finmeccanica punta sul nuovo accordo tra Ansaldo Energia e Siemens: un´intesa grazie alla quale Ansaldo Energia potrà continuare a produrre senza limiti di tempo e senza il riconoscimento di royalty tutti i tipi di macchine costruiti fino a oggi. Ansaldo Energia, ha detto Guarguaglini, stima 800 milioni di ricavi nel 2005, 1.100 milioni nel 2008 e 1.200 milioni nel 2012. Le previsioni indicano la progressiva diminuzione delle quote derivanti da manifattura e impianti e l´aumento dei ricavi nel comparto service e nel nucleare, che nel 2012 peseranno rispettivamente per il 38% e per il 9%. L´accordo con Siemens, ha aggiunto Guarguaglini, consente anche di adeguare tecnologicamente le macchine esistenti, di cooperare caso per caso con Siemens, di diventare leader nel settore del service tra gli operatori indipendenti. La costituzione di «Ansaldo Nucleare» ha un valore di portata storica per il futuro industriale ed economico di Genova - ha dichiarato il sottosegretario agli Affari Regionali Alberto Gagliardi - e restituisce a Genova il primato di capitale dell´industria nucleare italiana, fatto di lavoro, ricerca, tecnologia e innovazione».
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secoloxix
A Genova rinasce Ansaldo Nucleare
Finmeccanica torna a scommettere sull'atomo


Genova L'Italia torna al nucleare. E Genova ne ridiventa la capitale. L'annuncio arriva, nella tarda mattinata di ieri, all'inaugurazione della nuova sede delle aziende genovesi di Finmeccanica, alla Fiumara. A parlare è il ministro delle Attività produttive, Claudio Scajola: «Nascerà Ansaldo Nucleare, una nuova società costola di Ansaldo Energia, con la missione di restituire al Paese il patrimonio tecnologico e di conoscenza andato perduto dopo il referendum del 1987».
Subito dopo è il presidente e amministratore delegato di Finmeccanica, Pier Francesco Guarguaglini, a fornire i dettagli operativi: «Ansaldo Nucleare sarà operativa dal prossimo primo novembre e in essa confluirà l'attuale divisione nucleare di Ansaldo Energia, per meglio valorizzare le peculiarità del "business". Gli obiettivi sono quattro: un accordo strutturale con gli operatori italiani e in particolare la Sogin (azienda controllata dal Tesoro specializzata nello spegnimento delle centrali atomiche ndr); il consolidamento delle posizioni nelle aree in cui Ansaldo è già operativa, come in Romania; il rafforzamento delle attività di manutenzione degli impianti attraverso specifici investimenti; la penetrazione del mercato europeo nelle attività di ricostruzione delle centrali».
«L'Italia è drammaticamente indietro - spiega il ministro - e deve assolutamente recuperare terreno. Genova e l'Ansaldo sono il nostro "nocciolo duro" e da qui abbiamo deciso di ripartire».
Genova torna capitale dell'atomo
L'annuncio del ministro e del presidente di Finmeccanica all'inaugurazione della nuova sede genovese dell'holding. «L'Italia deve recuperare il terreno perduto»
Scajola: «Nascerà Ansaldo Nucleare». Guarguaglini: «Operativa da novembre»


Genova L'Italia torna al nucleare. E Genova ne ridiventa la capitale. L'annuncio arriva, nella tarda mattinata di ieri, all'inaugurazione della nuova sede delle aziende genovesi di Finmeccanica, alla Fiumara. «Nascerà Ansaldo Nucleare, una nuova società costola di Ansaldo Energia, con la missione di restituire al Paese il patrimonio tecnologico e di conoscenza andato perduto dopo il referendum del 1987»: il ministro delle Attività produttive, Claudio Scajola, scandisce le parole. La folta platea che lo ascolta ha un sussulto.
Nello stupore dei volti si coglie la sorpresa provocata dalla notizia. Subito dopo è il presidente e amministratore delegato di Finmeccanica, Pier Francesco Guarguaglini, a fornire i dettagli operativi: «Ansaldo Nucleare sarà operativa dal prossimo primo novembre e in essa confluirà l'attuale divisione nucleare di Ansaldo Energia, per meglio valorizzare le peculiarità del "business". Gli obiettivi sono quattro: un accordo strutturale con gli operatori italiani e in particolare la Sogin (azienda controllata dal Tesoro specializzata nello spegnimento delle centrali atomiche ndr); il consolidamento delle posizioni nelle aree in cui Ansaldo è già operativa, come in Romania; il rafforzamento delle attività di manutenzione degli impianti attraverso specifici investimenti; la penetrazione del mercato europeo nelle attività di ricostruzione delle centrali».
Nella conferenza stampa che segue la parte protocollare dell'appuntamento, Guaguagualini chiarisce che Ansaldo Nucleare farà capo al 100% ad Ansaldo Energia, e attraverso essa a Finmeccanica, ma è Scajola a delineare meglio i contorni di una scelta che marca politicamente la gestione del settore energetico, con probabili ricadute polemiche nei rapporti fra i due Poli. «L'Italia è drammaticamente indietro - spiega il ministro - e deve assolutamente recuperare terreno. L'ultimo piano energetico risale al 1988, entro il prossimo febbraio conto di poter varare quello nuovo. Ma le iniziative sono già partite: con la Francia, grazie agli accordi fra Enel ed Edf, abbiamo stabilito di poter partecipare ai progetti delle centrali nucleari di nuova generazione e questo ci impone di recuperare il più rapidamente possibile il "know how" che abbiamo smarrito. Genova e l'Ansaldo sono il "nocciolo duro" di questo patrimonio e da qui abbiamo deciso di ripartire».
Rimettendo in discussione il referendum e quindi tornano a costruire impianti anche in Italia? Il ministro non si spinge fino a tanto, chiarisce che «quella referendaria è stata una scelta scellerata, compiuta da una politica scappata dalle proprie responsbailità», ma una timida apertura all'ipotesi di ridiscutere tutto la compie quando afferma che «l'argomento va affrontato senza tabù e senza pregiudizi, quindi neppure escludendo che il Paese torni a ospitare delle centrali nucleari».
Nel frattempo, però, «partecipiamo ai progetti stranieri e ci garantiamo, se non altro, la possibilità di acquistare successivamente energia a un prezzo inferiore a quello attuale». Il titolare delle Attività produttive, peraltro, guarda con attenzione alla fase transitoria e qui fissa i paletti della strategia messa in campo: «Stiamo cambiando il "mix" del nostro approvvigionamento. Oggi siamo totalmente dipendenti dal petrolio, entro il 2010 almeno nell'elettricità ci saremo riconvertiti sul gas e sul carbone pulito».
Non secondario è il capitolo delle fonti rinnovabili: «Siamo ripartiti con il solare (i pannelli, ndr), e in dieci giorni sono arrivate 3.500 domande, e contestualmente ci muoviamo sugli impianti eolici: tutto ciò ci serve anche per rispondere meglio alle prescrizioni del protocollo di Kyoto sulla riduzione delle emissioni nell'atmosfera». C'è dunque una strategica complesa e complessiva che trova una singola coincidenza con le affermazioni che quasi contemporaneamente compie il presidente della Commissione Ue, Josè Manuel Barroso, parlando al tavolo dei leader europei riuniti nel Castello di Hampton Court: «Bisogna affrontare lo shock energetico guardando a tutte le fonti alternative, nucleare compreso».
L'aspetto politico della vicenda non sfugge. Accanto a Scajola siede il presidente della Regione Liguria, il diessino Claudio Burlando, e la domanda è inevitabile: come si comporterà il centrosinistra di fronte all'indicazione sul nucleare che potrebbe ricevere in eredità dall'attuale governo. La prima reazione è affidata a una battuta: «Mi pareva strano che potesse essere solo una giornata di festa...». Poi l'affondo: «Ho già detto, e confermo, che un Paese che in materia di energia si affida a un referendum deve interrogarsi su dove stia andando». Definisce «positivo il fatto che l'Italia partecipi a progetti europei con una propria società appositamente costituita» e non trova «scandoloso che ciò avvenga sia nel settore dello spegnimento delle centrali, sia in quello della costruzione».
Non va oltre, però, il governatore ligure - «non tocca a me» - consapevole che per il centrosinistra si tratta di un nervo scoperto. Nella coalizione alla quale appartiene c'è una forte corrente "nuclearista" guidata da Pierluigi Bersani (Ds) ed Enrico Letta (Margherita), ma anche un fronte di dura opposizione, che fa capo ai Verdi di Alfonso Pecorario Scanio e alla Rifondazione comunista di Fausto Bertinotti. Ci sarà di che mediare quando Romano Prodi dovrà affrontare, durante la stesura del programma dell'Unione, l'argomento.
Guarguaglini sorride sornione e va per la sua strada. «Già oggi la divisione nucleare di Ansaldo Energia fattura intorno ai 50 milioni di euro e con le 120 persone che la nuova società riceverà in eredità da quella attuale potrà crescere. Il "decommissionig", cioè lo smantellamento del nucleare, è un settore che ci interessa molto, sia per quanto riguarda i sommergibili atomici ex sovietici sia per quanto riguarda le centrali per la produzione di energia, ma guardiamo con attenzione anche ai Paesi dove si costruiscono i nuovi impianti. In Romania ci siamo già, altrove siamo pronti a sbarcare». E' il sigillo al ritorno di Genova sullo scacchiere mondiale dell'atomo.



Luigi Leone








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