[NuovoLab] amianto processo a fincantieri

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Autore: ANDREA AGOSTINI
Data:  
To: forumgenova
CC: ECONOMIA
Oggetto: [NuovoLab] amianto processo a fincantieri
da lanuovaecologia.it

Giovedì 27 Ottobre 2005

Amianto, processo a Fincantieri

FincantieriQuattro dirigenti dell'impresa di Palermo e tre responsabili di
aziende dell'indotto sono accusati di omicidio colposo e lesioni
gravissime. Sarebbero responsabili di 26 decessi. L'udienza preliminare è
fissata per il 22 febbraio

È stata fissata al prossimo 22 febbraio l'udienza preliminare a carico di 4
legali rappresentanti della Fincantieri di Palermo e di 3 responsabili di
aziende dell'indotto che svolgevano lavori all'interno dei Cantieri navali,
accusati di omicidio colposo e lesioni gravissime.
Secondo la procura di Palermo, non applicando la normativa
antinfortunistica a tutela degli operai che lavorano a contatto con
l'amianto, sarebbero responsabili delle morti di 26 dipendenti e della
insorgenza di asbestosi e mesotelioma pleurico in altri 35 dipendenti.
L'udienza preliminare, che si terrà davanti al gup Agostino Gristina, nasce
da un procedimento penale avviato dalla Procura di Palermo alla quale
l'Inail aveva inviato una serie di cartelle cliniche di operai morti o
ammalati in seguito a contatto con l'amianto.
I decessi e le malattie su cui la Procura ha indagato sono in tutto 61 e
riguardano un periodo che va dal '94 ad oggi. Per quanto riguarda le morti
avvenute tra il '70 ed il '93, i reati sono ormai prescritti.
Davanti al gup il 22 febbraio compariranno Luciano Lametti, Raniero Fabbri,
Giuseppe Cortesi, Antonino Cipponeri, tutti legali rappresentati della
Fincantieri. Rischiano il processo anche Salvatore Grignano, dirigente
della Blasco-At srl, Salvatore Tranchina, della Sa.Ve.Mi. e Giuseppe
Scrima, responsabile della ''Rinascita Picchettini".

Giovedì 27 Ottobre 2005

Amianto, 400 marinai morti

Pericolo amiantoDopo Padova e La Spezia anche la procura di Torino apre
un'inchiesta sui militari che sarebbero deceduti per l'esposizione alla
fibra killer / Vittime d'uranio

Anche la procura di Torino, dopo le magistrature militari di Padova e La
Spezia, ha aperto un fascicolo di indagine sul caso degli oltre cinquecento
militari della Marina ammalati o morti per cause riconducibili
all'esposizione all'amianto.
Il procuratore aggiunto Raffaele Guariniello procede, di concerto con i
colleghi delle altre città, per le persone decedute nel circondario del
capoluogo piemontese. L'amianto era presente in moltissime delle navi in
forza alla Marina militare e, in particolare, in quelle consegnate dalla
Marina americana (cannoniere, dragamine) dopo la fine della seconda guerra
mondiale e l'ingresso dell'Italia nella Nato.
Fino agli anni Ottanta è stato adoperato - in forma pura o impastato con
altro materiale - per coibentare macchinari e tubature, ma anche nelle
cabine. Nell' ultimo quindicennio la Marina militare ha cominciato a
prendere provvedimenti, bonificando le navi in questione.
Dei cinquecento casi al vaglio dei magistrati, quattrocento sono mortali.
Trecento, inoltre, sono stati originati da un mesotelioma provocato -
secondo i primi accertamenti - dal contatto con il minerale killer.