23.10.'05
E' utile e necessario informare della censura che si continua a consumare 
contro "Mare Nostrum" del regista Mencherini, ma la necessità 
dell'esemplificazione nella diffusione della notizia non deve essere a 
scapito del reale e portare a diffondere inesattezze che, tra l'altro, 
colpiscono altri che hanno lavorato e continuano a lavorare, con altrettanta 
pervicacia, ma con altro stile.
Il video di Mencherini non è nè il primo nè il solo che parla dei cpt in 
Italia, nè è il solo che è stato censurato (se per censura s'intende la 
proiezione sulla grande distribuzione). Tra l'altro l'Italia (che introduce 
dopo d'altri Paesi i cpt) è in ritardo anche nella produzione di video. 
Difatti all'estero ne sono stati prodotti di pregevoli (e prima di produrne 
di nuovi bisognerebbe consocerli, se non si vuole scoprire l'acqua calda). 
E' del dicembre del '01 un video-documentario ("Where we go", durata 33' - 
BIGSUR - INDAGO ILM, Roma), prodotto in collaborazione con l'Osservatorio 
Provinciale sull'Immigrazione di Lecce (che ha anche vinto qualche premio). 
E' una denuncia chiara e documentata, priva di retorica, sul cpt "Regina 
pacis". E ce ne sono altri, prodotti da giovani registi, senza tanti 
clamori, di cui nessuno parla.
Grazie alle lotte portate avanti in questi anni (anche con dure condanne) e 
all'intelligente iniziativa del presidente Vendola (che ha coinvolte altre 
13 Regioni) il velo dell'omertà sui cpt è stato strappato e il tema si è 
divulgato (non si contano più i programmi televisivi e gli articoli 
giornalistici).
La distribuzione di medaglie appartiene alla retorica istituzionale ed evoca 
scenari sconvenienti, ma l'esatta informazione è un dovere 
(rivoluzionario?). C'è un libro del '04, dal titolo, CPT: né qui né altrove. 
I luoghi della sospensione del diritto, curato da Rossana De Luca R. e M. R. 
Panareo (Ed. Manni) che raccoglie gli atti di un Convegno del '03, dove c'è 
anche un intervento del compianto Dino (che, impossibilitato a presenziare, 
fece pervenire il suo pezzo). Se si ha la pazienza (almeno) di sfogliarlo ci 
si accorge che in Puglia il tema cpt è stato al centro di studi (e 
monitoraggio) in tempi in cui i media imperterriti li chiamavano di 
"accoglienza" (ancora oggi ci provano) e intorno ad essi, sul malinteso 
della disinformazione - guidata da mons. C.F.Ruppi, presidente della CEI 
pugliese - si creava la cordata degli "imprenditori della misericordia", che 
hanno fatto affluire ingenti somme dalle casse dello stato a quelle della 
chiesa locale e creato un consenso, gestito sapientemente. Però, se nel 
Salento - com'è risaputo - si è arrivati a chiudere i due Centri di 
dentenzione ("Regina pacis" e "Lorizzonte") e a mettere i loro gestori sotto 
processo (penale), qualcosa di non effimero ci sarà dietro. Centri gestiti 
da potentati, come la CEI e una ONG (con alle spalle la Provincia - di 
centro-sinistra-), in Italia non si smantellano, nè si processano e si 
condannano i gestori, specialmente se uomini della chiesa.
Nel Salento, diversamente da altre parti d'Italia, i cpt erano oggetto di 
monitoraggio da tempo e Dino - infaticabille e coriaceo militante che in 
quegli anni era uno dei portavoce della Rete Antirazzista (RA) -, prima di 
diffondere, sapeva a chi rivolgersi per le informazioni. Dino, attento 
lettore, conosceva bene uno dei pochi lavori scientifici prodotti in quegli 
anni. Il portavoce per la Puglia della RA era chi scrive e il n. monografico 
che Critica marxista (Perrone L., 1999, "L'invenzione di un'emergenza: gli 
sbarchi dei 'clandestini' in Puglia", n. 1, pp. 21-53) dedicò al tema ebbe 
modo di leggerlo prima della pubblicazione. L'apporto di Dino nello 
smantellamento dei cpt del Salento è fuor di dubbio (sebbene Dino fosse in 
grado di essere dappertutto), ma per capire cosa sia effettivamente successo 
bisogna saper scavare.
Se in Italia fa più storia e notizia l'intelligente trovata di un 
giornalista bisogna prendere l'evento come un indicatore sociale, che induce 
a preoccuparsi più che a rallegrarsi.
Continuiamo a lottare per la democrazia e per le libertà, diffondiamo in 
ogni angolo di mondo notizie e informazioni, ma facciamo in modo di non far 
diventare verità solo quelle gridate.
Succede spesso di essere chiamati a porre la propria firma contro 
un'ingiustizia, ma succede che quella firma, paradossalmente, testimoni di 
un'ingiustizia, per milioni di firme non apposte per chi non ha nemmeno la 
forza di esistere.
----- Original Message ----- 
  From: ass.del2000PACE
  To: antirazzismo@???
  Sent: Saturday, October 22, 2005 8:59 PM
  Subject: [migranti&antirazzismo] da Peacelink :Aderite all'appello contro 
la censura di Mare Nostrum e contro i CPT-Passateparola
  da Peacelink: 
http://italy.peacelink.org/migranti/articles/art_13215.html
  Campagna di sensibilizzazione sull'informazione sociale
  Mare Nostrum libero!
  "Non è grave il clamore chiassoso dei violenti, bensì il silenzio 
spaventoso
  degli uomini onesti." (Martin Luther King)
  20 ottobre 2005
  Tutto quello che ho sempre sostenuto segnalandolo nelle sedi 
istituzionali, adesso è finalmente emerso dall'inchiesta di questo 
giornalista coraggioso dell'Espresso al quale darei un premio". Queste 
parole sono parte della dichiarazione di Biagio Palumbo rilasciata alla 
stampa nei giorni scorsi. Palumbo è l'ex direttore del Cpt di Agrigento. Il 
giornalista coraggioso invece è Fabrizio Gatti. Prendendo alla lettera 
l'appello dei mesi scorsi del presidente Ciampi ai giornalisti di "tenere la 
schiena dritta", Gatti ha realizzato un'inchiesta, pubblicata dal 
settimanale l'Espresso, sulle violenze e sugli abusi commessi nel Cpt di 
Agrigento. Il suo ottimo lavoro ha permesso nei giorni scorsi di tornare a 
discutere di quei luoghi di illegalità e diritti negati che sono i Cpt 
italiani.
  Situazioni che vengono denunciate da anni, inascoltate. Già nel 2000 lo 
stesso Gatti aveva realizzato la stessa inchiesta sul Cpt di Via Corelli a 
Milano. Tra i primi a denunciare le violenze e gli abusi nei Cpt, 
soprattutto nel Regina Pacis di Lecce, fu Dino Frisullo. L'indimenticato e 
indimenticabile Dino è stato fino alla morte(avvenuta nel giugno di due anni 
fa) anima e colonna dell'associazione Senzaconfine. Le denunce e le 
inchieste sul Regina Pacis, sui Cpt e sulle condizioni dei migranti in 
Italia nel 2002 diedero vita a "Mare Nostrum", film d'inchiesta di Stefano 
Mencherini, regista RAI e giornalista indipendente. Sono passati tre anni, 
nei quali il film ha subito censure senza fine. L'inchiesta di Fabrizio 
Gatti sull'Espresso ha ribadito quel che già Mare Nostrum aveva denunciato.
  Nei mesi scorsi una campagna popolare, lanciata da diverse 
associazioni(PeaceLink, Articolo21, MeltingPot), ha raccolto centinaia di 
firme e ha proposto un digiuno a staffetta tra decine tra persone comuni, 
migranti, parlamentari e persone impegnate nel sociale. Rilanciamo oggi le 
richieste della campagna. Chiediamo quindi che questa sia l'occasione per 
mostrare agli italiani la verità.
  Cessi quindi la censura del servizio pubblico (pagato da tutti i cittadini 
italiani) su Mare Nostrum e si avii un vero dibattito a livello nazionale
  sull'incostituzionalità, l'illegalità e il fallimento della 
Bossi-Fini-Mantovano e dei Cpt.
  Così che sia finalmente possibile superare e chiudere questi luoghi 
disumani, dove abusi e violenze avvengono giornalmente.
  Primi firmatari:
  Alessia Montuori, Associazione Senzaconfine
  Carmine Miccoli, prete, Pax Christi
  Mao Valpiana, Azione Nonviolenta
  Riccardo Orioles, giornalista antimafia
  Carlo Ruta, giornalista
  Antonella Serafini, 
http://www.censurati.it
  don Albino Bizzotto, Beati i Costruttori di Pace
  padre Alex Zanotelli, missionario comboniano
  Agnese Ginocchio, cantautrice per la Pace
  Luca Kocci, redattore Adista