Szerző: antonio bruno Dátum: Címzett: forumgenova, aderentiretecontrog8 CC: debate Tárgy: [NuovoLab] MAI PIU' AUTOCENSURA
manifesto 22.10.2005
MAI PIU' AUTOCENSURA
L'autocensura non e' mai utile. Non lo e' ora né in futuro, a maggior
ragione se il centro sinistra governerà, come non gioverebbe un
addomesticamento del conflitto sociale. Invece siamo stati zitti pur non
condividendo alcune scelte compiute da un'area politica nella quale ci
riconosciamo.
Abbiamo taciuto perché, dicevamo a noi stessi, non possiamo aprire un
ulteriore "problema" quando è necessario mostrarsi uniti nella decisiva
battaglia contro il governo delle destre, quando già troppe polemiche
attraversano la sinistra antiliberista, quando ogni osservazione
rischierebbe di essere interpretata alla luce del complesso dibattito tra
le diverse aree interne ai singoli partiti, quando il movimento è già
sottoposto a tensioni per una candidatura frutto di una scelta politica di
una delle sue tante anime e presentata invece dai media come rappresentanza
di tutto l'universo no global.
Per evitare fraintendimenti diciamo subito da quale posizionamento
affrontiamo la questione: abbiamo avuto esperienze comuni nel movimento da
Genova in poi, non siamo iscritti ad alcun partito, pensiamo sia necessario
costruire l' alleanza di tutta l'opposizione per vincere le elezioni e per
costruire un governo al quale partecipino tutte le forze politiche
dell'Unione e ci siamo impegnati nelle primarie in sostegno a Bertinotti.
Le primarie. Non vi è dubbio che il voto di domenica ha espresso una forte
ricerca di unità contro Berlusconi e un radicato desiderio di
partecipazione. Questo desiderio si è espresso attraverso i canali che il
mondo politico del centrosinistra ha messo a disposizione: la scelta del
leader. Il rischio ora è che una richiesta di partecipazione venga gestita
come una delega in bianco. Chi ha vinto, incoronato dalla volontà popolare,
si sente legittimato a decidere tutto. Trionfa la personalizzazione e
l'americanizzazione della politica.
Una volta indette, era necessario parteciparvi con un candidato alternativo
a Prodi.
Ma primarie cosi' organizzate dovevano essere invocate anche da settori
della sinistra antiliberista? Non sarebbe stato più opportuno chiedere che
il popolo dell'Unione fosse chiamato pronunciarsi su alcuni punti
programmatici sui quali nella coalizione esistono differenti proposte? Non
programmi complessivi abbinati ai nomi dei candidati premier, ma alcuni
selezionati, fondamentali quesiti da sottoporre al voto con la possibilita'
di scegliere tra differenti risposte.
Avrebbe comunque vinto Prodi, ma forse vincolato sul ritiro delle truppe, o
sulla chiusura dei CPT o sul rifiuto della legge 30. O piu' probabilmente
proprio per questa ragioine la maggioranza dell'Unione non le avrebbe
accettate; ma era una battaglia da fare, pubblicamente, con forza, allora,
quando, almeno formalmente, si era ancora tutti ai nastri di partenza
Per il futuro prossim riusciremo ad aprire spazi di espressione diretta al
popolo dell'Unione su alcuni punti cardinali del programma? Intanto
firmiamo la campagna "cambiare si puo'" un passo in questa direzione.
La legge elettorale Sulla complessa questione della legge elettorale non
aiutano reticenze o semplificazioni. Il quadro oggi appare più o meno
questo: lo schieramento tradizionalmente a favore del maggioritario si
batte per una riforma in senso proporzionale, i sostenitori del
proporzionale viceversa si battono per la difesa del maggioritario. E' il
paradosso del presente.
La legge proposta dalla destra è ancora una volta sovversiva dell'ordine
costituzionale, propone un premio di maggioranza che farebbe vergognare
qualsiasi "legge truffa", impone ai cittadini di votare su liste bloccate.
Altrettanto inaccettabile è una legge elettorale modificata a pochi mesi
dal voto, senza il consenso dell'opposizione, anche se la modifica in
extremis del titolo quinto della Costituzione nel 2001, con il minimo dei
voti indispensabili, non è stato un buon esempio.
Nessun dubbio sulla necessità di opporsi "senza se e senza ma" alla
proposta governativa.
Ma con quali contenuti, con quali parole d'ordine?
E' doloroso ammettere che la legge elettorale voluta dal centro sinistra in
Toscana presenta elementi di forte somiglianza con la proposta della
destra; con l'aggiunta di un presidenzialismo assoluto, sul piano
regionale, accompagnato da un considerevole aumento del numero dei
consiglieri (ma in un consiglio con sempre meno poteri, naturalmente).
Abbiamo avversato in prima persona quella proposta, i movimenti l'hanno
criticata, ma con queste regole si è voltato in Toscana pochi mesi fa.
Ulteriori elementi del paradosso.
Se tutto questo è chiaro, altrettanto chiaro è che la sinistra alternativa
debba trovare il coraggio, anche oggi, di dire la verità: che un autentico
sistema proporzionale - una testa, un voto - è semplicemente più
democratico dell'attuale sistema elettorale e di qualunque sistema
maggioritario; che le ragioni che ci spinsero a votare "no" al referendum
del 1993 non sono oggi meno valide.
Tacere su tutto cio' o limitarsi a sussurarlo non aiuta la sinistra ne'
nella discussione del presente, ne' nelel scelte da compiere quando
eventualmente sara' a governo. Sappiamo bene che la politica dei due tempi
non ha mai pagato.
Possibile che l'unica mobilitazione di massa fino ad ora convocata
dall'Unione sia stata in difesa del maggioritario ? Non vi sono altri temi
egualmente degni di mobilitazione e almeno egualmente importanti per la
vita delle donne e degli uomini che si oppongono all'attuale governo? La
lotta contro ogni privatizzazione dell'acqua, l'opposizione alla riforma
Moratti o alla legge Bossi / Fini solo per fare qualche esempio non
meritavano almeno un pari impegno?
Genova e dintorni.
Qualunque percorso di sinistra non può prescindere dal confronto e
dall'assunzione delle tematiche sollevate dal movimento; non vi è dubbio
che su questi temi i pronunciamenti delle forze antiliberiste siano
numerosi e coerenti.
Ci piacerebbe vedere queste forze porre, insieme, sul tavolo dell'Unione
alcuni punti discriminanti di questa comune eredità: la richiesta formale
di aperture di una commissione d'inchiesta sui fatti di Genova, un netto
rifiuto di missioni di guerra comunque mascherate, la chiusura e non la
riverniciatura dei CPT, l'abolizione della legge 30.
Una possibilita' reale.
Anche considerando che le commissioni chiamate a elaborare il programma
sono composte quasi unicamente da rappresentanti dei partiti e che, abbiamo
ragione di temere, l'assemblea programmatica si ridurrà principalmente ad
un incontro di grande impatto mediatico.
Non e' poi sostenibile una politica economica fondata sulal privatizzazione
dei servizi e sull'avviodelel Grandi Opere infrastrutturali (Ponte sullo
Stretto, Alta velocita' ferroviaria, nuove autostrade) anziche' al sostegno
ai diritti dei lavoratori e su interventi di recupero e ad alto contenuto
occupazionale. E' pretendere troppo chiedere a Prodi una pubblica presa di
distanza dalla direttiva Bolkestein approvata dalal Commissione europea
quando era presidente?
Se l'autocensura riguardasse solo gli autori di questo articolo saremmo di
fronte ad una vicenda personale da sbrigarsi individualmente con la
coscienza di ciascuno di noi; ma, senza supponenza, crediamo che molti di
coloro che hanno attraversato la vita del movimento in questi ultimi anni
abbiano svolto riflessioni non molto differenti. Almeno questo è quello che
abbiamo percepito nello scambio di opinioni con amici e compagni incontrati
in tante recenti occasioni.
In questi ultimi quattro anni ci siamo ripetuti reciprocamente in
moltissime occasioni che la forza di un governo di sinistra (o
centrosinistra) sta nella sua capacità di non rinunciare mai alla
dialettica sociale, nel vedere nei movimenti e nelle organizzazioni di
massa dei compagni di strada, delle risorse dalle quali non si può
prescindere. Percio' abbiamo sempre detto che anche in presenza di un
governo "amico" (per il quale oggi anche noi ci stiamo battendo) nessuno
potrà chiedere ai movimenti sociali di non svolgere il proprio ruolo, di
"tacere per non disturbare il manovratore".
Se su questo impegno vogliamo essere credibili per il domani, dobbiamo
cominciare a sperimentarlo dall'oggi.