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Secondo uno studio americano non ci sarebbe molta differenza tra una
camminata
sulla tangenziale e un'ora di traffico passata con radio e climatizzatore
L'aria che si respira nell'abitacolo?
Più inquinata di quella delle città
di DANIELE SPARISCI
"Aria, ti respiro ancora sai, nell'aria..." strillava una famosa
canzonetta degli anni ottanta. Nelle affumicate città lo stesso motivo
potrebbe tranquillamente uscirne stravolto, e ci troveremmo a canticchiare
dello smog che ci assedia ovunque. Nelle code impazzite dell'ora di punta,
nei centri storici, persino nelle campagne. Neanche in auto, sigillati
nell'abitacolo, lo smog ci lascia in pace: studi americani dimostrano che
l'aria peggiore la respiriamo proprio lì dentro.
Insomma, secondo Robert Baker presidente della US Indoor Air Quality
Association, non ci sarebbe molta differenza tra una camminata sulla
tangenziale e un'ora di traffico passata con radio e climatizzatore. Il
perché ce lo spiega lo stesso Baker : "L'aria interna non si depura da
sola, e chi guida contribuisce a inquinarla di più".
Solo pochi automobilisti, infatti, si preoccupano di pulire con regolarità
l'abitacolo, di controllare l'impianto di aria condizionata, di pulire o
sostituire i filtri logori. Eppure, - si legge nel sito web healthycabin.
org. sg appena inaugurato da Baker a Singapore - operazioni del genere
sono all'ordine del giorno in aerei, uffici e abitazioni. Ma non in auto,
dove i rischi per la salute sono anche maggiori.
Perché le minuscole particelle tossiche penetrano all'interno
dell'abitacolo e si diffondono ancor più velocemente quando il
climatizzatore è in funzione senza ricircolo. Particolato, idrocarburi
incombusti, monossido di carbonio e di azoto, polveri sottili, sono tutte
sostanze nocive, responsabili di cancro e malattie cardiovascolare, che
entrano in macchina quando abbassiamo i finestrini o apriamo gli
sportelli, oppure quando usiamo la ventola.
E lo stesso succede ai veicoli più "anziani" dove sono frequenti le
perdite. Ma il pericolo non è solo là fuori: a bordo - spiega il sito- non
è rara la presenza di agenti chimici contaminanti, di batteri, di muffe e
persino di virus "invitati" a bordo dall'amico a cui avete appena dato un
passaggio. In ambienti chiusi e senza ricircolo, come gli aerei di linea,
il contagio è facile.
Quando nel 2003 scoppiò la SARS il grande timore, poi divenuto realtà, era
la trasmissione rapidissima del virus da una sponda all'altra dell'oceano.
Il fumo- si sa- danneggia in maniera grave e ancor di più nello spazio
angusto di un'automobile, e a poco servono alberelli profumati e diffusori
se non a coprire il puzzo del tabacco.
Per evitare, dunque, che la vostra auto diventi una raffineria,
bisognerebbe- stando ai consigli del sito- controllare l'aria condizionata
ogni 10 mila chilometri, effettuare la pulizia dei filtri e installarne
altri interni o in alternativa dei piccoli depuratori d'aria . Dura la
vita dell'automobilista...
(21 ottobre 2005)
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ZUT!
zut e' divenire perfettissimo
perfettissimo e' divenire zut