Rossella P. ha scritto:
> Ciao a tutti ho ricevuto questa mail e ve la giro perchè è
> iiimportantiiisssiimoooo essere in molti a divulgarla!
<CUT>
L'appello risale a fine 2003, questo non vuol dire che il caaaro premier
non voglia ripetere la cosa prima o poi, ma resta un vecchio appello.
Se ne parla sul famoso sito antibufala di Attivissimo:
http://www.attivissimo.net/antibufala/posta_respinta/berlusconi.htm
Trascrivo una parte, per chi non ha voglia di cliccare.
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Sia ben chiaro che non entro nel merito degli aspetti politici della
vicenda: qui mi limito a verificare la proposta espressa dall'appello.
Il governo Berlusconi ha annunciato di voler inviare una lettera a tutti
gli italiani? Sì: ne hanno parlato tutti i giornali, anche se da un po'
non se ne sente più parlare. Si può respingere al mittente una lettera?
Certo che si può. In questo senso, l'appello non è una bufala.
Respingere al mittente la comunicazione di un Presidente del Consiglio
può essere vista certamente come una forma di protesta civile (come ha
osservato qualcuno, è molto meglio che spaccar vetrine). La proposta
dell'appello, inoltre, non è particolarmente complicata da mettere in
atto. Infatti in genere, in caso di corrispondenza respinta i
portalettere o gli uffici postali non devono far altro che ritirare la
lettera e restituirla se possibile al mittente, oppure mandarla al
macero se la restituzione è impossibile per qualsiasi ragione. Non
occorre insomma una particolare trafila burocratica per restituire una
lettera.
Tuttavia l'iniziativa potrebbe essere meno efficace, in termini di
impatto, di quel che può sembrare inizialmente. Se pensate che la
lettera respinta ritorni materialmente al mittente, creando una
spettacolare catasta di corrispondenza di fronte alla casa del Cavaliere
o a un palazzo del governo o alla sede centrale di Forza Italia, con
tutta probabilità vi sbagliate.
Infatti di norma, quando si effettua un invio di massa di questo genere,
le buste respinte non vengono restituite al mittente: vengono
classificate come "stampe" e come tali solitamente finiscono al macero.
In altre parole, respingendo la missiva dareste semplicemente un po' di
lavoro in più alle già oberate Poste, senza ottenere un effetto granché
visibile (a parte qualche arrabbiatura per le file più lunghe agli
sportelli causate da chi restituisce la missiva all'ufficio postale), e
naturalmente non fareste risparmiare nulla allo Stato.
Insomma, lasciando da parte il caso specifico, l'idea è formalmente
valida, sia pure con le limitazioni di efficacia che ho accennato. Il
vero problema è le date citate nell'appello sono ormai passate e della
lettera non v'è traccia. Pubblico comunque questa micro-indagine perché
può tornarvi utile caso mai si ripresentasse l'ipotesi.
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