[Lecce-sf] Fw: IL 2 OTTOBRE A ROMA CON HAJ ALI

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From: Comitato nazionale Iraq Libero
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Sent: Sunday, September 25, 2005 7:02 PM
Subject: IL 2 OTTOBRE A ROMA CON HAJ ALI



IRAQ LIBERO - COMITATI PER LA RESISTENZA DEL POPOLO IRACHENO



Bollettino del 25 settembre 2005



http://www.iraqiresistance.info





Questo bollettino contiene:

1. DOMENICA 2 OTTOBRE A ROMA CON HAJ ALI

2. VOGLIAMO VEDERE I VISTI - Continuano ad arrivare le adesioni all'appello

3. "RITIRATEVI DALL'IRAQ PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI" - Intervista A Salah al Mukhtar

4. APPELLO ALLA FORMAZIONE DI UN FRONTE UNITO NAZIONALE

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Verso la Conferenza Internazionale


MANIFESTAZIONE


ROMA, domenica 2 ottobre, ore 10,00 - Aula magna università valdese

via Pietro Cossa 40 (zona P.zza Cavour)

fermata metropolitana Lepanto linea A



Partecipa Haj Ali, torturato di Abu Ghraib


GUARDIAMO IN FACCIA LA VERITÁ


Il governo italiano, negando ad alti esponenti della società civile irachena di venire in Italia col pretesto che essi sarebbero "seminatori d'odio" e una "minaccia per la sicurezza nazionale", ha impedito che si svolgesse la prevista Conferenza di Chianciano.

In verità gli iracheni sarebbero venuti non solo a spiegare le ragioni della Resistenza contro l'occupazione, ma ad invitare l'Italia a cambiare strada seguendo una politica di pace.

Il fatto è che Berlusconi, Fini e C. obbediscono a Sua Maestà Bush il quale, attraverso un ultimatum firmato da 44 parlamentari del Congresso USA, intimò a Roma, già a fine giugno, di proibire la prevista Conferenza.

In un colpo solo sono stati così calpestati la sovranità italiana, la Costituzione, la libertà di pensare diversamente da chi vuole trascinarci nell'abisso della "guerra di civiltà".

Non gli italiani sono infatti terrorizzati, ma solo il governo, poiché non vuole far loro conoscere la verità su quanto sta accadendo in Iraq: che non c'e' alcuna pacificazione; nessuna stabilizzazione democratica; che i crimini compiuti dalle truppe occupanti e dai loro squadroni della morte (che cinicamente si cerca di addossare alla Resistenza ) continuano più efferati di prima.



MANIFESTAZIONE
ROMA, domenica 2 ottobre, ore 10,00 - Aula magna università valdese

via Pietro Cossa 40 (zona P.zza Cavour)



Verso la Conferenza Internazionale - Per i visti ai fratelli iracheni - Per il ritiro delle truppe d'occupazione -Con la Resistenza popolare -Per una pace giusta nel rispetto della sovranità nazionale



Presiedono:

Leonardo MAZZEI, portavoce dei Comitati Iraq Libero - John CATALINOTTO, International Action Centre, USA - Manolis ARKOLAKIS, Lega Internazionale dei Popoli in Lotta ILPS - Wilhelm LANGTHALER, Campo Antimperialista



Intervengono tra gli altri:



Haj ALI, vittima delle torture di Abu Ghraib - Awni al KALEMJI, portavoce dell'Alleanza Patriottica Irachena - Kawthar al KUBAYSI, moglie di Abduljabbar, segretario dell'Alleanza Patriottica Irachena, sequestrato dall'esercito USA il 4 settembre 2004 - Abdulhaleem KANDIL, rappresentante di Kifaya, Egitto - Roberto GABRIELE, per i sette scioperanti della fame - Gianni VATTIMO, Filosofo - Giovanni FRANZONI, Comunità Cristiana di Base di S. Paolo - Hamza PICCARDO, Segretario nazionale dell'Unione delle Comunità Islamiche - UCOII - Domenico LOSURDO, Filosofo - Marina BIGGIERO, Confederazione Cobas - Vainer BURANI, Avvocato difensore di attivisti islamici - Aldo BERNARDINI, Professore di diritto internazionale - Georges LABICA, Filosofo, Francia - Jan MYRDAL, Scrittore, Svezia.



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VOGLIAMO VEDERE I VISTI



Continuano ad arrivare le adesioni all'appello per i visti agli esponenti iracheni previsti alla Conferenza di Chianciano.

La battaglia per il diritto dei rappresentanti dell'opposizione irachena ad essere in Italia per poter svolgere regolarmente la conferenza continua.



Al Segretario Generale del Ministero degli Esteri, Paolo Pucci di Benisichi

Al Ministro degli Esteri Gianfranco Fini





     I Comitati Iraq Libero, insieme ad un ampio schieramento di promotori, hanno organizzato una Conferenza internazionale da tenersi in Italia nei giorni 1-2 ottobre 2005 sul tema: "Lasciamo in pace l'Iraq.  Sosteniamo la legittima resistenza del popolo iracheno".


Fra i relatori internazionali hanno già assicurato la loro partecipazione, fra gli altri, i seguenti Alti rappresentanti della società civile irachena:

Ayatollah Sheikh Jawad al KHALESI, leader del Iraqi National Foundation Congress; Ayatollah Sheikh Ahmed al BAGHDADI; Salah al MUKHTAR, già ambasciatore iracheno in India; Sheikh Hassan al ZARGANI, Portavoce internazionale del movimento di Muqtada al Sadr; Mohamad FARIS, Comunista patriottico iracheno; Ibrahim al KUBAYSI, fratello del segretario dell'Alleanza Patriottica Irachena, rapito dagli americani il 4 settembre 2004.



Abbiamo appreso, agli inizi di agosto, che 44 membri del Congresso degli Stati Uniti hanno inviato una richiesta formale al governo italiano, invitandolo ad impedire lo svolgimento del convegno.

L'ambasciata italiana a Bagdad, nei giorni successivi, mutando repentinamente la posizione tenuta fino a quel momento, ha comunicato che i visti richiesti per gli esponenti iracheni non sarebbero stati più concessi per decisione politica del Ministero degli Esteri.



La evidente pressione esercitata sul governo italiano dagli Stati Uniti, che ha portato alla negazione dei visti, rischia di rendere impossibile lo svolgimento di una conferenza che potrebbe contribuire alla ricerca di una pace giusta in Iraq, nel rispetto del diritto all'autodeterminazione dei popoli.



I sottoscritti, di fronte a questa gravissima ingerenza negli affari interni del nostro paese che calpesta i diritti democratici sanciti dalla Costituzione, chiedono al Ministero degli Esteri a al governo italiano di garantire il rilascio dei visti richiesti.



E' possibile leggere l'elenco aggiornato delle adesioni all'indirizzo

http://www.iraqiresistance.info/visas.php



per aderire scrivere a:

iraqlibero@???



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Proseguono le interviste agli esponenti iracheni ai quali Fini ha negato il visto.



dal Manifesto del 23 settembre



«Ritiratevi dall'Iraq prima che sia troppo tardi»

«Il governo ha paura delle nostre parole». Parla Salah al Mukhtar l'ex diplomatico al quale Fini ha negato il visto


STEFANO CHIARINI

INVIATO A BEIRUT


«La partecipazione dell'Italia alla guerra contro il popolo iracheno è molto grave e siamo addolorati per il danno inferto dal vostro governo ai rapporti con l'Iraq e con il mondo arabo. Le truppe italiane, al di là del loro comportamento, sono infatti parte dell'occupazione e quindi comunque responsabili dei massacri, dei saccheggi, delle distruzioni compiuti dagli altri contingenti e dai reparti locali da loro addestrati. Speriamo che il governo italiano si accorga di quanto sia sbagliata la sua politica in Iraq prima che sia troppo tardi». Salah al Mukhtar, scrittore, giornalista, diplomatico, attualmente in esilio nello Yemen, sembra più sorpreso e preoccupato che indignato di fronte all'atteggiamento del governo Berlusconi nella crisi irachena e al diniego del visto che gli avrebbe permesso di partecipare alla conferenza di Chianciano sulla resistenza irachena. «Come giudica questo inaspettato rifiuto?» chiediamo all'esponente dell'opposizione irachena. «Mi sembra soprattutto un modo per distruggere la credibilità di tanti discorsi sulla libertà di parola, i diritti umani, la democrazia. Normalmente sono i paesi dittatoriali del terzo mondo ad avere paura delle parole e dei convegni e in questo caso il governo italiano è sceso al loro livello. Spero che la prossima volta siano più saggi e che possa incontrare il vostro meraviglioso popolo».


Come giudica il processo politico in corso in Iraq...


Non si tratta di un vero processo politico ma di un espediente degli occupanti per cooptare alcuni dignitari locali e qualche politico per dare un velo di legittimità alla loro presenza. Come tutti sanno l'occupazione è illegale e così lo sono tutti i suoi atti. Ciò vale anche per la cosiddetta costituzione. A tale proposito va ricordato che gli occupanti, secondo la Convenzione di Ginevra non hanno alcun diritto di cambiare la costituzione del paese occupato, le sue leggi, la sua composizione demografica. Più nel merito la nuova costituzione è una ricetta per dividere l'Iraq in tre stati sulla base del settarismo confessionale e del razzismo. Ciò vorrebbe dire la scomparsa dell'Iraq, uno dei paesi più importanti dalla nazione araba. Questo è il motivo per il quale tutti gli iracheni hanno respinto questa costituzione, resistendo con le armi e con la politica per gettarla nel cestino della storia. La resistenza non permetterà questo scempio. L'Iraq è un unico paese con una maggioranza araba di oltre l'85%. Gli Stati uniti, per cancellare il carattere arabo dell'Iraq, con il pieno sostegno di Tehran, stanno cercando di indebolire e dividere questa maggioranza e a tal fine hanno portato nel paese oltre 3 milioni di iraniani e di curdi turchi, illegalmente, ed altrettanto arbitrariamente hanno dato loro la cittadinanza irachena. Il tutto dopo la distruzione dell'anagrafe per mano di mercenari addestrati dalla Cia.


Da chi è composta la resistenza irachena?


Gli Stati uniti pensavano di poter controllare facilmente l'Iraq ma ben presto hanno capito che il partito Baath, in generale e il presidente Saddam Hussein, in particolare, avevano messo in piedi un'organizzata e sofisticata resistenza armata. Se guardate alla mappa dell'Iraq dopo due anni e mezzo di occupazione noterete che la resistenza in realtà controlla gran parte delle città irachene dal nord, al centro e al sud dell'Iraq. La resistenza è molto organizzata, ben addestrata, ben preparata, ed era pronta ad entrare in azione già due anni prima dell'invasione americana. Ogni giorno la resistenza compie più di 300 operazioni contro gli occupanti senza tenere conto delle azioni individuali o di gruppi locali. L'Amministrazione Bush, per nascondere il fatto che la resistenza in Iraq è portata avanti dal popolo iracheno non parla altro che di questo personaggio fantastico di Zarqawi ma ogni iracheno sa bene che la resistenza è un movimento di liberazione nazionale iracheno al 100%. Un dato confermato dagli alti comandi Usa in Iraq secondo i quali il numero degli stranieri nelle file della resistenza non supererebbe il 10%. In ogni caso non c'è da meravigliarsi che molti amanti della libertà e della nazione araba siano accorsi in Iraq da tutto il mondo come già successe in Palestina, in Spagna, in Vietnam e a Cuba. La componente più rilevante della resistenza è costituita dal Baath dal momento che il partito, la più grande organizzazione politica nazionale con oltre sei milioni di sostenitori, si è preparato per anni a questo tipo di guerriglia. La resistenza inoltre, nella quale vi sono anche altri partiti e tutte le tendenze, etnie e confessioni presenti in Iraq, ha comunque una direzione unificata e un unico comando.


Non c'è il pericolo di una guerra intestina tra sunniti e sciiti?


Il primo governo iracheno dopo la fine dell'occupazione sarà un esecutivo di coalizione al quale parteciperanno tutte le organizzazioni che portano avanti la lotta e le nuove istituzioni si baseranno sui principi democratici. Ciò porterà alla formazione di un Fronte di Salvezza Nazionale ma per far questo sarà necessario che tutti i partiti iracheni portino avanti un processo di revisione critica del passato. Per quanto riguarda il presunto scontro tra sunniti e sciiti è un' illusione degli occupanti. In ogni famiglia irachena potete trovare sciiti, sunniti e curdi e i legami tra di loro sono assai più forti delle tensioni politiche.





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APPELLO ALLA FORMAZIONE DI UN FRONTE UNITO NAZIONALE
DICHIARAZIONE CONGIUNTA del PARTITO ARABO SOCIALISTA BAATH DELL'IRAQ E DELL'ALLEANZA PATRIOTTICA IRACHENA


Per la prima volta ufficialmente forze decisive della Resistenza fanno appello ad un ampio e unitario fronte di liberazione nazionale che lotti non solo per cacciare gli occupanti ma per un Iraq unito e democratico.

Sostenere la resistenza Irachena, costituire un fronte unito nazionale, porre fine all'occupazione per un Iraq Indipendente e sovrano: questi sono i compiti di tutti i patrioti.


Dopo due anni di eroica resistenza condotta da tutte le frazioni della Resistenza; dopo il chiaro fallimento, militare, politico e morale degli occupanti e del loro progetto coloniale, i patrioti iracheni sono oggi più vicini che mai a gettare le basi di un ampio Fronte Nazionale per lottare contro l'occupazione e le ambizioni coloniali in Iraq e in tutta la regione.
I patrioti iracheni sottolineano il vitale bisogno di un aperto dialogo tra tutti i gruppi iracheni, poiché esso e' la sola chiave per superare i diversi punti di vista. Un serio e fondamentale dialogo tra tutti gli iracheni è un compito più urgente che mai poiché e' decisivo che la Resistenza conquisti tra i suoi obbiettivi fondamentali anche una reputazione e un rispetto mondiali tra tutti i popoli che amano la libertà e la democrazia.

Nella prospettiva della fine dell'occupazione tutti i patrioti debbono comprendere che la strada della Resistenza sta diventando il vero metro di misura per verificare la lealtà e l'amore di ognuno per il nostro paese.

Davanti a questo storico frangente tutti gli iracheni debbono capire che l'indipendenza della patria e la ricostruzione di un Iraq unito per tutti gli iracheni e' una grande responsabilità di tutti i patrioti.
Il rifiuto di votare per la costituzione coloniale, auspicata e sostenuta da tutti i gruppi settari, opportunisti e collaborazionisti, sarà un elemento di grande disfatta per gli occupanti.
I firmatari di questa dichiarazione affermano decisamente che un Iraq democratico e indipendente e' il loro scopo finale; il PARTITO ARABO SOCIALISTA BAATH DELL'IRAQ, L'ALLEANZA PATRIOTTICA IRACHENA e l'ASSOCIAZIONE degli INTELLETTUALI IRACHENI, chiamano quindi tutti gli iracheni che resistono all'occupazione a formare un Fronte unito e a parlare con una voce sola. Questa e' la sola strada per ottenere lo scopo finale: un Iraq liberato, democratico e indipendente.

Siccome gli iracheni stanno cercando di vedere il momento in cui l'Iraq sarà liberato, essi stanno anche cercando di vedere il momento in cui tutte le forze patriottiche irachene che lottano contro l'occupazione si uniscano e partecipino in un ampio fronte patriottico unito che diventi la spina dorsale della Resistenza.


Con questo scopo i nostri saluti vanno:

Al movimento della Resistenza

Alla vittoria e alla libertà della nostra nazione araba

Al popolo iracheno e alla sua lotta per la libertà e la democrazia

A tutti quanti sostengono il nostro popolo contro l'occupazione

Gloria eterna a tutti i martiri del nostro popolo


Partito Arabo Socialista Baath - Alleanza Patriottica Irachena - Associazione degli intellettuali contro l'occupazione


16 settembre 2005



Comitati IRAQ LIBERO - 25 settembre 2005
























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