[Cerchio] Torino: anarchici rompono la tregua olimpica

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Autor: Federazione Anarchica Torinese
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Assunto: [Cerchio] Torino: anarchici rompono la tregua olimpica
Protesta anarchica alla vetrina preolimpica "Young Words": aperti striscioni e interrotto dibattito.

Foto a quest'indirizzo: http://italy.indymedia.org/news/2005/09/882183.php

L'ultima serata della tre giorni "Young Words" organizzata dal comune di Torino all'insegna dello spirito New Global per siglare l'inizio della "tregua" olimpica in vista dei giochi invernali del febbraio 2006 ha visto l'arrivo di un folto gruppo di guastafeste.
Una cinquantina di anarchici delle Case occupate e della FAI torinese sono intervenuti alla serata che vedeva tra i mattatori alcuni dei guru intellettuali più noti nella sinistra arcobalenista, cooperante ed alternativa. Mentre in una sala gremita ma non troppo si esibiva Jeremy Rifkin, annunciati dal suono di alcune trombe da stadio gli anarchici hanno aperto due striscioni.
In uno, siglato dalla FAI torinese, campeggiava la scritta "Nessuna tregua con chi sfrutta e opprime", quello aperto dagli anarchici delle Case Occupate metteva un epitaffio sull'operazione cosmetica tentata dal comune dichiarando che "la tregua olimpica è una farsa".
Che si trattasse di una farsa mal congegnata lo dimostrava l'ampio spiegamento di Digos, agenti in tenuta antisommossa, esponenti della security alla creatina e, ducis in fundo, anglosassoni in blu con pistola bene in vista sotto la giacca che volteggiavano tra gli stand della manifestazione. Fuori dal tendone dei dibattiti montato in piazzetta reale, nella contigua piazza Castello, in un unico calderone stavano Medici senza frontiere e frotte di suore, artigianato terzomondialista assortito e Boy scout, danze brasileire e donne in nero, il tutto condito da qualche centinaio di ragazzi radunati a Torino per celebrare lo spirito olimpico.
Nel pomeriggio la "tregua" era stata sottoscritta al teatro regio da associazioni varie alla presenza delle autorità cittadine.
Un lago di melassa nel quale l'amministrazione cittadina pretende di annegare la politiche all'insegna della repressione messe in atto negli ultimi mesi contro chiunque si opponesse al razzismo, al fascismo, alla devastazione ambientale. Sono stati mesi segnati dalla criminalizzazione mediatica degli anarchici, dalle cariche e dagli arresti del 18 giugno contro gli antifascisti, dagli arresti del 20 luglio, dagli sgomberi di posti occupati, dalla morte non accidentale di quattro migranti, dalla rivolta sedata a botte e deportazioni nel CPT, dalle lotte dei valsusini contro il TAV, dalla protesta degli operai Fiat contro i padroni della città.
A rifare il trucco a Torino non bastano un po' di lustrini e una manifestazione dal sapore mellifluamente internazionalista. Tra gli sponsor olimpici, autentici campioni della difesa dei diritti umani quali i trafficanti d'armi della banca S. Paolo, i campioni della difesa ambientale e nella tutela dei lavoratori quali Mac Donald e Coca Cola. L'irruzione degli anarchici nel salotto buono dei sinistri amministratori della città è servita a gettare un fascio di luce sull'ipocrita operazione mimetica con la quale si vogliono mascherare i loschi affari dei soliti pochi in città.
Nonostante le pressioni della polizia l'arrivo degli anarchici ha catalizzato l'attenzione dei presenti al punto che per circa mezz'ora il dibattito è stato interrotto, mentre in sala venivano distribuiti volantini e in numerosi capannelli venivano evidenziate le ragioni della protesta. Un esponente dell'Asilo occupato è riuscito a fare un breve intervento dal palco nel quale ha denunciato il lifting con il quale la giunta comunale tenta di coprire una realtà fatta di oppressione, repressione.
La tregua olimpica, la farsa di Chiamparino & C. è stata rotta.
La loro pace ha il volto della guerra: noi non ci stiamo!
FAI Torino

Info:
Mail: fat@???
Tel. 011 857850 oppure 338 6594361

Di seguito il testo del volantino distribuito dalla FAI torinese

Nessuna tregua con stato e padroni
Persino ad una persona francamente impresentabile come l'attuale sindaco di Torino può capitare di dirne una buona. L'idea di fare come i greci, proclamando la tregua olimpica in occasione dei giochi invernali del 2006, ci dice a chiare lettere che siamo in guerra.
Se non lo fossimo bisogno ci sarebbe di proclamare una tregua?
Ma il nostro bravo sindaco e con lui la giunta, i partiti della maggioranza e quelli dell'opposizione, hanno un'idea particolare di "tregua", che consiste nell'assicurarsi che tutti gli oppositori, quelli che non amano il razzismo, il fascismo, la devastazione ambientale, la servitù salariata, il TAV, le galere, i cpt-lager per migranti siano messi a tacere. Con le buone e, se necessario, con le cattive.
Non è il caso di stupirsi. Chi fa parte di un partito, i DS, che è pacifista solo con le guerre proclamate dagli altri (vedi "missione" in Iraq) e neppure tutte (vedi Afganistan), e che chiama le guerre che scatena "operazioni umanitarie" c'è da aspettarsi di tutto. I morti sotto i bombardamenti in Serbia e Kossovo tanto non vanno mica a votare. I torinesi, sia pure sempre meno, a votare ci vanno e ci andranno anche tra qualche mese. E allora? A Roma una volta si diceva "pane e circo". Di pane qui sotto la Mole a dire la verità non è che ce ne sia molto e allora vai con il circo! I giochi olimpici del 2006, un baraccone miliardario dove una montagna di soldi pubblici sono spesi per gli interessi dei soliti pochi, una vetrina promozionale per dare lustro ad una città che affonda peggio di New Orleans nella melma del dopo Fiat. I padroncini nuovi si esibiscono alla penosa kermesse della "grande" Punto, mentre fuori si sa che si tratta solo di prolungare l'agonia succhiando il !
più po
ssibile da una città che di sudore e sangue sull'altare del profitto ne ha versato sin troppo.
Questa vetrina non la deve sporcare nessuno e allora, con l'ausilio di una suadente campagna di criminalizzazione mediatica, quest'estate sono partite le grandi manovre repressive. 19 inquisiti, di cui 9 ancora agli arresti domiciliari accusati di devastazione e saccheggio. La loro colpa? Aver tentato di manifestare in centro per denunciare l'aggressione fascista contro due occupanti del Barocchio feriti da una squadraccia fascista che mirava ad uccidere. Contro gli antifascisti e contro gli antirazzisti che un mese prima avevano manifestato in solidarietà ai migranti in rivolta al CPT di Torino, si è scatenata prima la polizia, poi la magistratura. Il potere politico e la stampa hanno fatto il resto. Il sindaco si è distinto nel chiedere lo sgombero dei posti occupati e dei centri sociali e le forze del disordine statale hanno prontamente risposto con sei sgomberi: Osservatorio ecologico per tre volte, LSO e Fenix. E, a sentire i velinari della questura, pare che non sia an!
cora f
inita.

La "tregua" olimpica di Chiamparino e soci ha il volto della guerra, della guerra sociale.

Una guerra che mira a mettere la sordina sulla Val Susa, dove un'intera valle dice NO al TAV e dove i politici di ogni colore stanno lavorando per fiaccare la resistenza della popolazione che per mesi ha bloccato l'apertura dei cantieri. L'ultima trovata sono i tavoli tecnici per prendere tempo prima delle olimpiadi.
Una guerra che mira a trattare da criminali coloro che si oppongono alle leggi razziste ed alle galere per migranti, alle deportazioni ed al razzismo.
Una guerra che vede i fascisti scorazzare per la città mentre gli antifascisti sono nel mirino di giudici e poliziotti.
Una guerra in cui gli operai Fiat che fischiano il sindaco sono trattati come nemici mentre si sprecano sorrisi e strette di mano per i padroni della città.
Una guerra in cui agli anarchici fanno indossare gli abiti dei cattivi da perseguitare per mettere a tacere chi, in questi anni si è opposto con determinazione e tenacia alla guerra, ai bombardamenti umanitari, all'occupazione militare dell'Iraq e dell'Afganistan…

Chiamano tregua invitare a Torino un po' di ragazzi per una vetrina di pace ma dietro questa vetrina a due passi da noi, ci sono altri ragazzi: ragazzi che muoiono in mare, ragazzi che vengono rinchiusi e deportati, ragazzi che non hanno futuro in paesi devastati dalla feroce guerra per il dominio.

In questa guerra non c'è tregua. Chi pensa tuttavia che manganelli, galera e repressione possano fermare le lotte sociali non conosce il cuore di questa città che pretende di amministrare, non sa che se stato e padroni non danno tregua… saranno in molti a non darne loro.
Federazione Anarchica Torinese - FAI
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