[Badgirlz-list] message from inmigrantes en transito

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Autore: seal
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Oggetto: [Badgirlz-list] message from inmigrantes en transito
At 13.29 06/09/2005 -0700, you wrote:
>
>Ricevuto da migranti in transinto (Tanger - Melilla) realtivo alla recente
>morte di due compagni in uno scontro con la guardia civile mentre
>cercavano di attraversare la frontiera. Il manifesto sollecita che venga
>intrapresa una inchiesta indipendente e che lo stato spagnolo smetta di
>finanziare il Marocco per la militarizzazione della frontiera.
>
>Può essere firmato da orgnaizzazioni e singoli
>individui. Pubblicato su
>indymedia estrecho:
>http://estrecho.indymedia.org/newswire/display/15291/index.php
>
>***



un racconto piu' approfondito della vicenda, su border=0

http://www.tmcrew.org/border0/news/32_guardiacivil.htm

---

Guardia Civil assassina!

A melilla... Guardia Civil assassina!

2 settembre - Nella notte di domenica 28 agosto, almeno 300 migranti
subsahariani hanno tentato di passare la frontiera tra Marocco e Melilla
(Spagna). Il piano era stato organizzato nel campo autogestito di "Gurugù"
che sta nella foresta vicino alla frontiera. Con piu' di 50 scale fatte a
mano e collegati con cellulari, inizio' "l'assalto" alla frontiera.
All'inizio piu' di 70 avrebbero potuto scavalcare quando parecchia polizia
militare spagnola (Guardia Civil) arrivo' e scateno' la brutale
repressione. Dopo 45 minuti di confronto (e con la pronta presenza della
polizia marocchina) due migranti del Cameroon sono morti e ci sono molti
feriti.

La vicenda e' ora su tutte le prime pagine dei quotidiani spagnoli e il
Ministro degli Interni probabilmente dovra' riferire al parlamento. Ieri ha
avuto luogo (come tutti si aspettavano) un brutale intervento nel campo di
nuovo con numerose persone ferite e detenute.

segue una molto rude traduzione del comunicato postato su
http://estrecho.indymedia.org/

---

La mattina del lunedi' 29 agosto e' stata tragica. Due compagni dal
Cameroon ci hanno lasciati ai cancelli che separano la Montagna Mariguari,
in Marocco, dalla citta' di Melilla.

Noi eravamo numerosi, i poliziotti ci cercavano: è una lotta, una
battaglia, come al solito. Ma lo scontro e' impari, loro hanno gas che ci
asfissiano, loro hanno pallottole di gomma. Hanno anche i proiettili veri,
e talvolta li puoi udire nella notte. Noi abbiamo le nostre mani e i nostri
piedi, e l'idea di non reagire. Cio' che e' importante e' il collettivo, e
esso e' la speranza che ci sostiene lungo la strada per l'Europa dalle
nostre terre d'origine. Due, tre anni siamo stati su questa strada.

Le guardie hanno anche dei lunghi sfollagente, che cadono violentemente e
velocemente sui nostri corpi, rompendo le nostre ossa e la nostra speranza.
Alcuni di questi manganelli sono elettrificati, e puoi sentire il tuo corpo
tremare, non puoi piu' respirare, e ti senti di morire.

Questo giorno e' stato come molti altri. Questa volta non c'erano
poliziotti marocchini, c'eravamo noi e la Guardia Civil spagnola. Molti di
noi attraversarono il cancello, noi eravamo a Melilla, la Guardia Civil ha
aperto una piccola porta e ci ha spediti indietro in Marocco. I poliziotti
hanno rispedito indietro i feriti, i sani. E hanno anche rispedito indietro
due corpi morti.

La notte era buia, noi avevamo paura che i militari marocchini sarebbero
potuti venire e deportarci a Oujda (al confine con l'Algeria), completando
il lavoro della Guardia Civil. Cosi' ci siamo nascosti nella boscaglia.
Solo al mattino abbiamo trovato il corpo di uno dei nostri fatelli,
apparentemente morto. Noi abbiamo visto nella luce dell'alba le teste della
polizia vicini al cancello, e abbiamo realizzato che qualcosa di terribile
era accaduto. Un marocchino disse che c'era un altro cadavere.

Stavamo in piedi vicino al cadavere, facemmo un paio di telefonate,
chiedendo aiuto, cercando di far capire, di rendere consapevoli, le
autorita' internazionali di quanto fosse successo. Qualcuno venne, vide e
filmo' e potrebbe testimoniare che stiamo dicendo il vero. Anche "Medici
Senza Frontiere" ha visto le ferite e uno dei cadaveri, pure loro sanno che
uno dei due morti aveva lo stomaco ferito. Perche' allora tutto questo
silenzio?

Noi, gli illegali come loro ci chiamano, coloro che non hanno voce,
giuriamo sulla nostra dignita' (perché, sebbene ci uccidono abbiamo
tuttavia la nostra dignità come esseri umani) che noi fummo testimoni di
come i nostri compagni sono stati colpiti fino alla morte, che i poliziotti
spagnoli aprirono la piccola porta e gettarono i due corpi verso il
Marocco, come se fossero cani.

E noi sappiamo che torneremo al cancello. Molti di noi stanno scappando
dalla fame e dalla guerra, ma non abbiamo paura: benche' tutte le
istituzioni ci lascino soli, noi sappiamo che siamo esseri umani e che non
abbiamo fatto niente, e che gli assassini non sono fra noi, e che almeno
Dio sa tutto questo.

Chiediamo a tutte le organizzazioni sociali di sostenere questo appello per
la giustizia.
Chiediamo a tutte le organizzazione che furono testimoni dei fatti di
denunciarli.
Reclamiamo dal governo spagnolo il rispetto dell'articolo 157 della legge
d'immigrazione.
Reclamiamo dal governo spagnolo la fine delle torture al confine tra Ceuta
e Melilla.