[Forumlucca] Rapporto di Amnesty sull'Uzbekistan

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Autore: Gabriele Focosi
Data:  
Oggetto: [Forumlucca] Rapporto di Amnesty sull'Uzbekistan
CS108-2005: 20/09/2005

Rapporto di Amnesty sull'Uzbekistan: "La verità è sotto assedio"

Solo un’inchiesta internazionale indipendente potrà rivelare la verità su
quanto accaduto a maggio nella città di Andizhan, dove centinaia di civili
sarebbero stati uccisi dalle forze di sicurezza.

In un nuovo rapporto diffuso oggi, Amnesty International afferma che “la
verità è sotto assedio e il governo uzbeco vuole impedire di accertare cosa
accadde realmente ad Andizhan”.

Sia Amnesty International che Human Rights Watch – che a sua volta oggi
pubblica un rapporto sulla repressione e le uccisioni di Andizhan –
chiedono che un’inchiesta internazionale indipendente si affianchi ai primi
procedimenti interni nei confronti di persone incriminate per i fatti del
12 e 13 maggio.

Il rapporto di Amnesty International riporta testimonianze oculari secondo
cui le forze di sicurezza aprirono il fuoco indiscriminatamente nei
confronti di migliaia di persone che stavano manifestando nel centro di
Andizhan e nel corso della loro precipitosa fuga. La versione governativa è
profondamente diversa: le forze di sicurezza non avrebbero ucciso alcun
civile e le vittime sarebbero state uccise da “terroristi” armati. Molti
dei morti, 187 in tutto, sarebbero stati a loro volta “terroristi”.

Eppure, le autorità uzbeche si ostinano a non rivelare i nomi delle persone
uccise e alcune famiglie non riescono ad avere informazioni sulla sorte dei
propri congiunti “scomparsi”. Secondo fonti non confermate, i corpi delle
vittime sarebbero stati portati via da Andizhan e sepolti in segreto in
località ignote.

Un uomo, che dopo due mesi era ancora alla ricerca di suo figlio, ha detto
ad Amnesty International: “Non è nei campi profughi, non è nei centri di
detenzione. A chi devo chiedere? Spero che sia ancora vivo…”

“Il presidente Islam Karimov è certo che il suo governo non abbia sparato
contro donne e bambini. Allora, perché non consente un’inchiesta
internazionale indipendente? Perché le autorità non pubblicano i nomi delle
vittime? Perché non hanno autorizzato il Comitato internazionale della
Croce rossa a visitare gli ospedali e i centri di detenzione?” – chiede
Amnesty International, secondo la quale l’indagine parlamentare in corso è
inutile e non può sostituire un’inchiesta internazionale.

Il rapporto dell’organizzazione per i diritti umani rivela fino a che punto
il governo uzbeco si sia spinto per impedire che circolassero all’esterno
versioni difformi da quella ufficiale. Migliaia di persone sono state
arrestate arbitrariamente, i testimoni sono stati minacciati per impedire
loro di raccontare cosa avevano visto, importanti documenti sono stati
distrutti, è stato vietato l’accesso alla città ai giornalisti, nonché ai
difensori e agli organismi internazionali per i diritti umani e sono stati
bloccati i siti Internet del paese e quelli legati all’opposizione uzbeca
in esilio. Giornalisti indipendenti, difensori dei diritti umani ed
esponenti dell’opposizione politica sono stati intimiditi e arrestati;
alcuni di essi sono stati incriminati per aver esercitato il proprio
diritto alla libertà di espressione e sono stati adottati da Amnesty
International come “prigionieri di coscienza”.

Desta particolare preoccupazione il caso di Saidzhakhon Zainabitdinov,
presidente dell’organismo indipendente per i diritti umani “Appello”.
Zainabitdinov, presente ad Andizhan il 13 maggio, ha fornito alla stampa
internazionale una testimonianza assai diversa dalla versione ufficiale.
Per questo motivo, il 21 maggio sarebbe stato arrestato per poi essere
trasferito nella capitale Tashkent a luglio, dove si troverebbe tuttora,
detenuto in condizioni di isolamento e a rischio di subire torture e
maltrattamenti. A quanto pare, è stato accusato di “diffondere informazioni
con lo scopo di seminare il panico” e di “terrorismo”, un reato che
comporta la pena di morte.

Secondo Amnesty International, le autorità uzbeche stanno usando i fatti di
Andizhan per assestare un ulteriore colpo alla società civile del paese.
Ancora una volta, il governo attacca i difensori dei diritti umani e
reprime la libertà di espressione in nome della sicurezza nazionale. Le
persone accusate di reati penali rischiano di essere processate con
modalità che violano gli standard internazionali sul giusto processo. Esse
sono inoltre a rischio di tortura e potrebbero essere messe a morte al
termine di processi irregolari.

Il rapporto di Amnesty International presenta una serie di raccomandazioni
al governo uzbeco, affinché affronti il problema dei sistematici difetti
nell’amministrazione della giustizia, protegga il diritto alla libertà
dagli arresti arbitrari, dalla tortura e dagli altri maltrattamenti e
garantisca il diritto alla libertà di espressione.

Amnesty International inoltre formula specifiche raccomandazioni agli Stati
membri delle Nazioni Unite, alla Commissione Onu sui diritti umani (o
all’organismo, altrimenti nominato, che potrà succederle), all’Unione
europea e ai suoi Stati membri, alle istituzioni dell’Organizzazione per la
sicurezza e la cooperazione in Europa, chiedendo a questi organismi che
continuino a chiedere l’avvio di un’inchiesta internazionale indipendente
sui fatti di Andizhan e comunichino al governo dell’Uzbekistan la propria
preoccupazione per la situazione dei diritti umani.

FINE DEL COMUNICATO Roma, 20 settembre 2005