[Forumlucca] tratto da Pride (settembre)

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Autore: massimiliano.piacentini@tin.it
Data:  
Oggetto: [Forumlucca] tratto da Pride (settembre)


----Messaggio originale----
Da: info@???
Data: 12-set-
2005 8.00 AM
A: <info@???>
Ogg: tratto da Pride
(settembre)

UN PATTO CON FAUSTO
Di Gianni Rossi Barilli

Un gruppo di
intellettuali e militanti glbt, di Rifondazione e non,
promuove un
appello a sostegno della candidatura di Fausto Bertinotti
alle primarie
del centrosinistra che si svolgeranno in ottobre. Ma
Bertinotti non è
il solo concorrente in lizza a parlare di ?Pacs e
diritti?. La caccia
al voto gay è aperta.

?Caro Bertinotti, siamo cittadine e cittadini
omosessuali, lesbiche,
transessuali, impegnati nella politica, nella
cultura,
nell?informazione. Ogni giorno spendiamo le nostre energie per
la
costruzione di un paese più civile, libero e democratico?.
Inizia
così l?appello che lancia la candidatura del segretario di
Rifondazione
come rappresentante delle rivendicazioni glbt nel
programma di governo,
al momento in costruzione, del centrosinistra.
Tra i primi firmatari ci
sono la parlamentare Prc e dirigente di
Arcilesbica Titti De Simone, la
presidente di Arcilesbica Cristina
Gramolini, l?attore Vladimir
Luxuria, la presidente del Movimento
italiano transessuali Marcella di
Folco e poi scrittori, intellettuali
e giornalisti come Daniela Danna,
Helena Velena, Massimo Consoli,
Francesco Gnerre, Ezio Menzione,
Porpora Marcasciano, Francesca Polo.
C?è anche il direttore di ?Pride?,
Giovanni Dall?Orto, che come molti
altri presenti nella lista è solo un
elettore e/o simpatizzante
critico.
Il denominatore comune tra tutti i
nomi è la militanza glbt prima che
l?adesione a un partito o a un?area
culturale politicamente radicale,
anche se entrambi questi elementi
contano.

Fa piacere quindi che Fausto Bertinotti abbia prestato un
orecchio
molto attento a questa richiesta di rappresentanza e l?abbia
per così
dire sollecitata, intervenendo e interloquendo a un incontro
elettorale
promosso da Titti De Simone e organizzato a Roma il 27
luglio all?hotel
Nazionale.
Proprio di fronte a Montecitorio, che per
ragioni simboliche, oltre che
di comodità parlamentare, è un posto
strategico.

I promotori dell?appello hanno formulato richieste, auguri
e qualche
critica, con la collaborazione di altri esponenti della
comunità glbt
?esterni? all?iniziativa come Sergio Lo Giudice (Arcigay)
Franco
Grillini (Ds) e Imma Battaglia (Dì gay project).
E Fausto ha
incassato con la consueta eleganza l?invito a lavorare per
estendere i
nostri diritti. A cominciare dal Pacs. ?Sono d?accordo con
voi?, ha
detto tirando le fila dell?incontro, ?e mi impegnerò in questa
battaglia. Le vostre richieste saranno inserite tra i punti centrali
della mia campagna per le primarie?.
Il segretario di Rifondazione ha
anche detto che all?Italia serve ?un
cambio di passo? e che la fine
delle discriminazioni verso omo e
transessuali è parte integrante di
queste necessità di cambiamento: ?Il
riconoscimento della dimensione
affettiva e la piena dignità della
cittadinanza sono questioni che
investono direttamente la politica e
sono indispensabili alla
costruzione del cambiamento?.

L?alleanza tra Bertinotti e una parte
consistente e significativa del
movimento glbt si ispira alle vittorie
di Nichi Vendola in Puglia e
alle riforme di Zapatero, anche se il
?caso italiano? impone che si
ricalchi una legge francese vecchia di
sei anni (il Pacs, appunto) che
perfino Chirac vuole cambiare. Del
tutto a proposito il presidente di
Arcigay Sergio Lo Giudice ha voluto
puntualizzare, in occasione
dell?incontro romano, che il Pacs non è la
massima richiesta del
movimento, anche se su questo punto c?è una
discussione in corso. Se ci
dev?essere una legge giusta, ha spiegato,
noi siamo per il matrimonio,
come in Spagna. Il Pacs, già partito come
responsabile richiesta di
mediazione, appare oggi, come il minimo
proponibile. Nel resto d?Europa
(aggiungiamo noi) anche la maggior
parte delle destre propriamente
dette è almeno a favore delle unioni
civili.

Ciò non toglie che in Italia sia in realtà il massimo
raggiungibile, e
che anche Bertinotti, a diretta domanda di chi scrive,
abbia risposto
che si batterà ?fino in fondo? perché il Pacs sia
presente nel futuro
programma di governo del centrosinistra ma che non
lo considera un
punto irrinunciabile per la partecipazione di
Rifondazione
all?alleanza. Come del resto, dice, nessun altro punto:
?Non poniamo
nessuna pregiudiziale al confronto?.
Onore al metodo, ma
confonde il fatto che il compagno segretario
risponda a chi lo vede un
po? troppo tenero verso certe sensibilità
cattoliche, sottolineando che
bisogna evitare contrapposizioni tra
laici e cattolici, pur rivalutando
lo stato laico. Un bel problema...
Al rischio di un?aggregazione
neoconfessionale centrista (cioè a una
temibile versione zombie della
vecchia Dc, con Mastella, Casini,
Formigoni e Rutelli nel ruolo dei
redivivi) bisogna rispondere evitando
lo scontro tra credenti e non
credenti.
Così dice Bertinotti, rischiando di sembrare perfino poco
convinto dei
principi di cambiamento che ha appena dichiarato di
condividere. E di
non aver imparato granché dalla sconfitta del
referendum sulla
procreazione assistita, a proposito della quale pure
afferma di aver
sottovalutato ?il rischio neoconfessionale?.

Se si è
convinti di aver ragione, qualche scontro bisogna pure essere
attrezzati a vincerlo. Il diritto di vedere riconosciuto l?uomo o la
donna della propria vita come il parente più prossimo non sarà una
pregiudiziale per Rifondazione, ma lo è per molti gay e lesbiche.
E non
solo per gli aspetti pratici della questione.
C?è una ferita culturale
che fa più male.
Una fitta al pensiero che si conceda terreno a chi
afferma, nel
centrosinistra, che le unioni gay sono ?tutta un?altra
cosa? rispetto
alla famiglia. In nome del realismo o (peggio) nel
rispetto delle
?sensibilità? altrui (...e le nostre, allora?).
Un senso
di abbandono, quando si pensa che da noi ministri e vescovi
possono
offendere gli omosessuali con tanta mancanza di pudore perché
chi sta
dalla nostra parte si accontenta troppo spesso di un silenzio
di
superiorità.

Bisogna in ogni caso riconoscere che Fausto Bertinotti
sta molto in
alto nella classifica dei leader politici in corsa per le
primarie del
centrosinistra. Il buon professor Prodi, vincitore
annunciato, ha
affermato il 20 luglio scorso che ?l'orientamento verso
i patti di tipo
francese è di tutta la coalizione?.
Ha aggiunto che
?sui singoli articoli si può discutere, ma solidarietà
e riconoscimento
dei diritti civili per i gay ci guidano verso un
orientamento comune?.
Più di questo al professore non si può proprio
chiedere, specie se si
guarda alla recalcitrante adesione dei cattolici
della Margherita alle
sue parole. Il loro interesse è palesemente
quello di raggiungere una
mediazione al ribasso anche rispetto ai Pacs
?di tipo francese?.

Se ne
ridiscuterà comunque in autunno, dopo le primarie, e il consenso
che
otterranno i candidati più libertari della coalizione avrà
ovviamente
la sua influenza. I Ds sostengono la candidatura di Prodi
alla
leadership e la presenza dei Pacs nel programma della coalizione,
anche
se il segretario Piero Fassino è sempre un tantino impacciato nel
prendere il toro per le corna quando parla di omosessualità, e gli è
perfino capitato di sostenere lo pseudo argomento costituzionale (caro
ai nostri nemici), secondo cui la costituzione ammette solo la famiglia
eterosessuale perché definisce la famiglia come una ?società naturale?.
Non dipenderà magari da cosa si considera ?naturale? e cosa no?
Non
sarà che pure Piero pensa che la ?società? gaia non è poi così
naturale?

?Omosessuale è naturale?, diceva invece un vecchio slogan
dei Verdi, il
cui presidente Alfonso Pecoraro Scanio è a prima vista un
ottimo
partito per i cuori più assetati di libertà.
Alla prova dei
fatti, però, delude anche lui. Per esempio: si
autonomina ?Zapatero? di
casa nostra, ma non propone il matrimonio tout
court per gli
omosessuali perché, dice, ?non lo chiede neppure il
movimento gay?.
?Anzi: la parola matrimonio?, aggiunge, ?andrebbe
riservata solo a
quelli celebrati in chiesa. Anche i matrimoni in
comune dovrebbero
chiamarsi ?unioni?. I patti di convivenza hanno poi
il vantaggio di
avere una flessibilità più larga di quella che si può
trovare dentro un
cliché predeterminato?.
Troppo astuto: Zapatero appare, al contrario,
chiaro come l?acqua sul
principio di uguaglianza tra etero, omo e
transessuali. Deve forse
ripassare il personaggio, ma Pecoraro rimane
in lizza lo stesso, anche
se punta solo a diventare ?vicepremier?,
piazzandosi secondo dietro
Prodi. Il bell?Alfonso è infatti il
rappresentante più noto in Italia
della famosa lettera ?bi? che si
trova al terzo posto della sigla
?glbt? e non si sa mai a chi
attribuire.
è il bisessuale d?Italia, non se ne può fare a meno.
?Cinque anni fa,
in occasione del World Gay Pride di Roma?, ha
ricordato in una recente
intervista, ?dissi che la bisessualità era una
cosa normale. Sono stato
il primo ministro di un paese latino e
mediterraneo a prendere questa
posizione...?. Che indubbiamente è un?
ottima posizione.

Peccato che Pecoraro ceda poi alla tentazione di
parodiare il
Berlusconi più pataccaro, inscenando la firma di un
?contratto? con il
popolo glbt nel corso della manifestazione Friendly
Versilia, l?evento
gay estivo di Torre del Lago, di fronte a migliaia
di persone.
L?impegno preso è quello di portare il Pacs nel programma
del
centrosinistra. Forse avrà miglior fortuna di Berlusconi,
considerato
che Prodi l?ha definito ?un obiettivo di tutta la
coalizione?. Zapatero
però è ancora lontano.

Poi c?è Antonio Di
Pietro, da non sottovalutare: grazie all?apertura ai
Pacs e al fascino
dell?uomo rude ha sicuramente il suo fan club tra i
gay.

Infine c?è l?
incognita assoluta, che è l?unico candidato gay ?a tutto
tondo? nella
lotteria delle primarie. Si chiama Ivan Gasparotto, è un
manager
italiano quarantenne che lavora a Londra per un?importante
compagnia
finanziaria e vive con il suo ?civil partner?.
Ha preso l?aspettativa
dal lavoro per candidarsi alle primarie in
Italia e sostiene di correre
per vincere.
Il primo scoglio è dietro l?angolo: raccogliere 10.000
firme entro il
15 settembre per entrare nel gioco. Lui che fa parte del
gruppo
?girotondino-chic? Libertà e giustizia, è un perfetto
sconosciuto, ma
ostenta molta grinta e alcuni sponsor noti.
Il suo
programma parla di laicità, diritti individuali e
partecipazione,
mentre il suo team di comunicazione non scherza.
Desiderate dargli una
chance? Interrogate il saggio Google, e che la
Forza sia con voi...