Da anarcotico.net
Combattere per la libertà della donna in Sudafrica
- a cura di: Federazione Anarco-Comunista Zabalaza
Dove noi combattiamo
Noi, classe lavoratrice, produciamo la ricchezza mondiale. Vogliamo godere
dei suoi benefici.
Vogliamo abolire il sistema del capitalismo che pone nelle mani di pochi
il potere e la ricchezza, e sostituirlo con l'auto-gestione dei lavoratori
e il socialismo. Non facciamo riferimento al socialismo praticato in
Russia, Cina e in altri stati di polizia - sistema che in questi paesi
era/è una forma di capitalismo uguale alle altre.
Noi combattiamo per una nuova società dove non ci saranno capi e
burocrati. Una società basata su una vera forma di democrazia dei
lavoratori, fondata su assemblee nei luoghi di lavoro e all'interno delle
comunità. Vogliamo abolire i rapporti autoritari e sostituirli con il
controllo effettuato dal basso - non dall'alto.
Tutte le industrie, così come tutti i mezzi di produzione e distribuzione,
saranno gestiti in comune e governati da chi vi opera quotidianamente. La
produzione sarà coordinata, organizzata e pianificata da una federazione
eletta e dai comitati dei lavoratori, non per profitto ma per soddisfare i
bisogni. Il motto sarà " In base alle capacità, in base ai bisogni".
Siamo contrari a tutte le autorità coercitive, e crediamo che il solo
limite alla libertà di un individuo si palesi mentre si va ad intaccare
quella altrui. Noi non vogliamo diventare capi né raggiungere il potere
"nell'interesse della classe lavoratrice". Al contrario, vogliamo che il
socialismo si crei grazie alla massa formata da gente comune. E'
sottinteso che non abbiamo intenzione di eliminare una classe dirigente
per sostituirla con un'altra.
Siamo contrari allo stato perché non è neutrale, bensì cerca sempre di
soddisfare i propri interessi. Le strutture dello stato intervengono
unicamente quando una minoranza prova a contrastare una maggioranza.
Possiamo costruire le nostre strutture, aperte e democratiche, affinché la
vita quotidiana possa proseguire nel migliore dei modi.
Siamo orgogliosi di far parte di una tradizione di socialismo libertario,
di anarchismo. Il movimento anarchico ha trovato radice nella classe
lavoratrice di molti paesi perché è al servizio dei suoi interessi - non
dei detentori del potere e dei politici professionisti.
In breve, noi combattiamo per i bisogni e gli interessi impellenti della
nostra classe, mentre cerchiamo di incoraggiare la comprensione e
l'attivismo per sovrastare il capitalismo e i suoi stati, al fine di
guidare la nascita di una libera ed equa società (anarchica).
Combattere per la libertà della donna
Perché voi donne permettete alla gente di maltrattarvi? Perché dipendete
dagli altri per mangiare... Perché non avete cibo? Perché i ricchi hanno
rubato le nostre proprietà e hanno stravinto sulla maggioranza delle
persone...
Qual è la soluzione? Praticare l'Anarchismo... Tutte le donne sanno che
non esiste niente di più dannoso del denaro...
Tutte, diventiamo una sola mente! Unite assieme agli uomini per
sconfiggere definitivamente la borghesia e i ricchi! Allora il denaro
verrà abolito... Così, non solo quello che mangeremo non ci sarà imposto
da altri, ma sarà anche un ottimo cibo.
He Zhen, donna anarchica cinese
"Quello che le donne devono sapere sull'Anarco-Comunismo"
Introduzione generale
Gli anarchici riconoscono che le donne sono particolarmente oppresse
proprio in quanto tali (fronteggiano l'oppressione come donne e a causa
della loro posizione sociale). Noi la chiamiamo oppressione sessista.
Come Anarchici ci opponiamo a questa oppressione sia in teoria sia in
pratica.
Il nostro movimento ha sempre parteggiato per i diritti delle donne,
riconoscendo la specificità dell'oppressione femminile ma sempre
collegandola alla lotta di classe.
Esempio di questimpegno:
L'anarchica americana Emma Goldman si concentrò particolarmente su temi
riguardanti la classe lavoratrice femminile e fu arrestata per
distribuzione dinformazioni sulla contraccezione; la sua posizione era
critica nei confronti della famiglia patriarcale e richiedeva equità fra
uomini e donne; era in disaccordo con le femministe riformiste del suo
tempo e si discostava dalle realtà economiche della classe lavoratrice
femminile; era una rivoluzionaria per la lotta di classe;
In Argentina, le donne Anarchiche che crearono a La Voz De La Mujer nel
1890, furono le prime a collegare la liberazione delle donne con le idee
rivoluzionarie di lotta di classe in America Latina, chiamando le donne a
mobilitarsi contro l'oppressione sia come donne sia come lavoratrici;
In Cina, il movimento ha sviluppato una distinta posizione anarchica sulla
liberazione delle donne che collega l'oppressione delle donne al sistema
classista, allo sfruttamento economico e alla cultura tradizionale,
chiamando ad una radicale rivoluzione sociale;
In Spagna le Anarchiche hanno fondato Mujeres Libres (Donne Libere),
gruppo esistente dal 1936, con l'obiettivo di portare l'attenzione sui
temi prettamente femminili e aumentare il numero di donne attiviste
coinvolte nel movimento; Mujeres Libres lavora per emancipare le donne
dalla tradizionale passività, dall'ignoranza e dallo sfruttamento che le
hanno schiavizzate per giungere ad una completa collaborazione tra uomini
e donne; ha organizzato le lavoratrici; distribuito informazioni sulla
salute, contraccezione e sessualità; combattuto i pregiudizi contro le
donne; aperto strutture sanitarie per l'infanzia e organizzato brigate
militari che hanno combattuto durante la rivoluzione spagnola (1936-1937).
Aspetti dell'oppressione delle donne
Le donne devono fronteggiare sfruttamento e oppressione nei luoghi di
lavoro, all'interno della comunità e a casa.
*Luoghi di Lavoro
Nei luoghi di lavoro, le donne sono costrette ad una bassa paga,
all'insicurezza e a lavori pericolosi, spesso venendo pagate meno rispetto
ai loro collaboratori uomini. Vengono spesso sessualmente molestate dai
loro collaboratori e dai capi. Inoltre, non possono godere appieno dei
diritti per la maternità e spesso sono licenziate se si scopre che sono
incinte. Alcune donne incinte devono lavorare in ambienti dalle condizioni
pericolose e mettere a repentaglio la loro stessa esistenza.
Le compagnie tendono ad essere dominate dagli uomini e rare sono le donne
elette come leader dei lavoratori.
I lavoratori dubitano della competenza delle donne in queste posizioni e
tendono a pensare che gli uomini, per natura, possano svolgere in maniera
migliore il ruolo di "leader". In alcuni casi le aziende creano strutture
per le donne e posti speciali per loro. Ciò che abitualmente succede in
questi casi è che le aziende rispondono ai problemi delle donne con
promesse fallaci, e di conseguenza le questioni femminili vengono spesso
ignorate o relegate ai margini. Le donne inoltre trovano difficoltà a
partecipare effettivamente nell'azienda e nella sua vita organizzativa.
Spesso i mariti e i compagni cercano di tenere lontane le loro mogli e
compagne dall'attività dell'azienda. Quando questi uomini rientrano a casa
pretendono che la cena sia pronta e che i figli abbiano mangiato e siano
puliti. Quando rientrano non trovando quello che si aspettano perché le
donne partecipano ai meeting aziendali, si arrabbiano perché non sono
soddisfatti i loro bisogni. Le riunioni vengono spesso effettuate di sera
e questo comporta dei disagi per le donne che vi vogliono partecipare.
Tutti noi sappiamo quanto possa essere pericoloso per le donne uscire la
notte quando possono diventare potenziali vittime di stupri e aggressioni.
*Casa e Comunità
Le donne lavoratrici devono affrontare anche il lavoro domestico. Quando
tornano a casa dopo una lunga giornata lavorativa, devono cucinare,
pulire, avere cura dei figli con un piccolo aiuto dei membri maschili
della loro famiglia. La mancanza di servizi sociali di base (come
l'elettricità, l'acqua calda, ecc.) e la mancanza di strutture per bambini
in favore delle donne che lavorano, intensificano la mole di lavoro a
carico della classe povera delle donne lavoratrici di colore.
Le donne sono spesso oggetto di abuso: migliaia di loro vengono stuprate,
picchiate, e psicologicamente violentate. In molti casi di violenza contro
le donne, la maggior parte riguarda stupro e molestie fisiche che sono
portate avanti da padri e mariti. In Sud Africa, è stato stimato che ogni
sei giorni una donna è uccisa da suo marito o dal suo compagno.
Sono rari i centri di assistenza per le classi lavoratrici e per le
comunità povere. Quei pochi esistenti sono carenti di fondi e personale.
Quando le donne denunciano casi di violenza alla polizia sono trattate
come criminali. Nella maggior parte dei casi - quando la causa è contro un
compagno o un marito - non viene fatto nulla e questi bastardi sono liberi
e indisturbati. I tribunali e la polizia non sono interessati a proteggere
le donne dalla violenza, sono concentrati unicamente a difendere le
proprietà e i privilegi dei ricchi.
Radici dell'Oppressione delle Donne
Rifiutiamo l'idea che le donne sono biologicamente inferiori agli uomini,
o che siano biologicamente predisposte ad assumere determinati ruoli nella
società (come la cura dei figli). Non esistono argomenti in grado di
supportare questa tesi.
Non ci sono prove che evidenzino che le donne sono biologicamente
"inferiori" agli uomini. E l'oppressione delle donne non è sempre
esistita, per questo si deduce che non esistono basi "naturali" a
supportare questa teoria. Non è così scontato che le donne siano
obbligatoriamente "atte" a cucinare, ecc. Le cosiddette caratteristiche
"femminili" non sono tratti genetici bensì costrutti sociali, che cambiano
nel tempo e secondo la società in cui ci troviamo, e che dipendono dalle
norme e dai regolamenti dell'ordine sociale ed economico. Quello che è
lampante è che ci sono stati cambiamenti notevoli riguardo al lavoro delle
donne. Ad esempio, quello che era il lavoro delle donne nel diciannovesimo
secolo in Gran Bretagna, oggi è di dominio esclusivo degli uomini.
Noi rifiutiamo l'idea che specifiche forme di oppressione (esempio:
mutilazione genitale femminile) siano accettabili come parte di una
cultura di gruppo. Inoltre noi appoggiamo il diritto dei diversi gruppi
etnici di preservare le loro tradizioni e costumi, perché siamo contrari
alle pratiche oppressive. Bisogna notare che le tradizioni cambiano nel
corso dei secoli e non sono prefissate. Le donne, nelle diverse culture,
hanno il diritto di rivendicare la loro libertà all'interno della propria
cultura, contribuendo alla creazione di nuove tradizioni egualitarie.
Origini dell'Oppressione delle Donne
L'oppressione delle donne emerge con la divisione della società in classe,
circa 10000 anni fa. Da allora, l'oppressione si è sviluppata in forme
diverse secondo le necessità della classe dominante.
*Tempi antichi
Nell'era pre-agricola, non esistevano suddivisioni in classi e quindi una
reale oppressione; le donne erano viste come validi membri dei gruppi
nomadi, e considerate esattamente come gli uomini. Infatti, molte divinità
erano femminili. C'era una divisione dei lavori in base al sesso (uomini e
donne facevano lavori diversi) ma questo non comportava disuguaglianze tra
i sessi.
*Rivoluzione agricola
La Rivoluzione Agricola è stata l'epoca in cui le persone hanno iniziato a
coltivare i semi e a addomesticare gli animali, circa 12000 anni fa. Ha
rappresentato uno dei più decisivi sviluppi della storia umana e ha inciso
notevolmente sul modo in cui gli uomini hanno organizzato la loro vita.
Nelle società agricole, le persone non erano eccessivamente impegnate
nella quotidiana ricerca di cibo e le comunità iniziarono a stanziarsi in
luoghi fissi. Per la prima volta le società erano in grado di produrre
scorte di cibo (ossia più di quello che gli serviva per sopravvivere).
Queste scorte furono le prime forme di ricchezza accumulate. Il cibo in
eccesso veniva raccolto per essere poi consumato nelle stagioni fredde
oppure scambiato con altri beni. La chiave di questa ricchezza era
rappresentata dalle terre, di cui le comunità s impossessavano in un
modo in cui, ad esempio, i nomadi con bestiame non potevano avere accesso.
In molte comunità, una classe dirigente aveva il controllo delle scorte,
in cui rientravano coloro che vivevano grazie a chi le produceva: i re, i
capi, ecc. Lo stato era stato costituito per difendere questa classe
privilegiata dai lavoratori sfruttati. La religione conseguì per
giustificare queste nuove divisioni, indicando gli sfruttatori come
"prescelti" dagli "dei".
Come si sviluppò l'oppressione in questa situazione?
In primo luogo, dobbiamo dare uno sguardo ad alcuni dei costumi che
provengono dall'era pre-agricola. A causa della divisione dei lavori in
base al sesso, le donne svolgevano molti più compiti rispetto alle attuali
contadine. Allo stesso tempo, la vita era ancora organizzata attorno ad
una famiglia (grandi ceppi uniti in cui le persone avevano "relazioni" tra
loro). La ricchezza prodotta attraverso l'agricoltura (le scorte) non era
detenuta dagli individui ma dal gruppo. Chiunque fosse sposato all'interno
della famiglia non aveva nessun diritto sulla proprietà. In alcune
comunità, il gruppo era strutturato "patri-localmente" (questo significa
che le donne dovevano sposarsi nel gruppo, e che le relazioni venivano
tracciate dagli uomini; le figlie invece potevano sposarsi con uomini di
altri gruppi); in altre il principio era opposto (erano gli uomini ad
essere scelti; le donne stabilivano i contatti, e i figli potevano
sposarsi fuori).
Così, in entrambi i casi, uno dei due sessi era dominante. Per un numero
di ragioni complesse, i gruppi patriarcali tennero ad avere la meglio
sugli altri, dominando le risorse di differenti aree. Come risultato,
sempre più gruppi scelsero questo modello. L'effetto che ne conseguì è che
l'oppressione delle donne divenne un'usanza. Contemporaneamente,
all'interno dei gruppi maschili, alcuni uomini accrebbero il loro potere
nei confronti degli altri membri, col risultato che alcuni di loro
divennero più potenti e costituirono una classe dirigente parassita. Gli
uomini più poveri divennero dipendenti e sfruttati, mentre gli altri
furono capi.
In questa situazione, le donne divennero un nodo centrale nella
continuazione del sistema classista. In primo luogo, le donne partorivano
bambini che in futuro sarebbero diventati parte integrante della classe
dirigente. Questo implicava che le donne fossero legate a vita ad un solo
uomo. Secondariamente, il numero di donne in una casa rappresentava la
chiave del successo, e gli uomini cercavano di avere più mogli possibili
per impiegarle nelle terre, e avere figli (che producevano più lavoro e
ricchezza e, se femmine, potevano sposarsi in cambio di una buona somma),
pagata dai padri delle altre comunità per permettere il matrimonio. Come
capo, l'uomo più ricco aveva diverse mogli rispetto ad un povero, che di
solito era monogamo; inoltre, il povero solitamente doveva comprare i beni
prodotti dai ricchi per sposarsi; quindi era costretto a lavorare per la
classe ricca e pagare tasse, oltre che ad essere obbediente. In questo
modo, la speciale oppressione delle donne e le origini del sistema
classista sintersecano fra loro.
Dopo queste origini comuni, le società classiste si sviluppano in maniere
differenti. Alcune diventano quelle che chiamiamo "tributari sistemi di
produzione" (regni Zulu e Swazi), altre "sistemi antichi" (l'Antica Roma),
altre feudali (Europa medievali e Giappone, parte dell'India e
dell'Africa), e altre capitaliste.
In alcune di queste società, i principi fondamentali dell'oppressione
femminile rimangono gli stessi, anche se assumono drastiche forme
differenti; nelle classi superiori riescono ad avere maggiori opportunità,
più ricchezza e potere rispetto alle classi più povere (le classi
modificavano la loro posizione). Quando queste varie forme di classi
entrano in contatto tra loro, interagiscono in complessi metodi che
portano alla realizzazione di nuove forme di oppressione. Questi sistemi
interagiscono inoltre con altre forme di oppressione, come il razzismo. E
molte di queste oppressioni sono tra loro collegate all'interno di
capitalismo, stato, imperialismo, ecc.
Così, in Sud Africa, il contatto tra capitalismo (portato dal
colonialismo) e il sistema classista indigeno fonda le basi del sistema
del lavoro migrante - ciò accade perché i capi possono controllare i
giovani e poveri lavoratori mandandoli a lavorare per determinati periodi
nelle miniere e nelle fattorie dei coloni e dell'Apartheid in Sud Africa;
la posizione subordinata della donna la costringe a permanere nella stessa
terra per tutti gli anni in cui gli uomini sono lontani, per crescere i
figli e coltivare la terra; la divisione sessuale del lavoro prevede che
le donne (e non gli uomini) rimaste nelle terre a coltivare, incrementino
il loro orario di lavoro per mantenere la produzione ai livelli precedenti
e fronteggiare l'assenza degli uomini.
*Durante il capitalismo
L'oppressione delle donne è l'interesse principale del capitalismo e dello
stato. Facendo svolgere alle donne i lavori peggiori, in totale assenza di
sicurezza, i capi hanno creato una forza-lavoro flessibile che possono
governare a loro piacimento. Pagando le donne meno rispetto agli uomini,
le aziende sono in grado di incrementare le loro già altissime rendite.
Dato che le donne non ricevono alcuna garanzia e spesso sono licenziate
quando aspettano un bambino, i datori non devono pagare benefici extra o
concedere la maternità. Le donne, infatti, hanno potenzialmente più
richieste rispetto agli uomini, come il permesso di maternità e altro
ancora; le aziende in queste situazioni si comportano dando alle donne
lavori part-time o saltuari. In questo modo, viene sfruttata l'oppressione
delle donne per creare una forza-lavoro indifesa e poco costosa che riceve
benefici irrisori.
Il lavoro non retribuito a casa delle donne fornisce alle aziende
generazioni future di lavoratori senza nessun costo ulteriore. Loro
cucinano, puliscono, accudiscono i figli, si prendono cura dei malati e
degli anziani allo stesso modo. I capi sanno che la paga bassa delle donne
è giustificata dal fatto che sono gli uomini a dover "mantenere" la
famiglia. Ma le donne troppo spesso devono lavorare sia fuori sia a casa.
In questo modo, lavorano "doppiamente" a costi veramente irrisori.
Le aziende portano avanti campagne mediatiche sull'oppressione della donna
e sulle idee sessiste fornendo una sua pessima immagine, idea che dipinge
la donna come inferiore e come oggetto adatto agli abusi. Il nodo cruciale
di questa propaganda è dover "giustificare" l'oppressione della donna e
dividere i lavoratori tra uomini e donne, così come i poveri dagli altri.
L'oppressione e il sessismo devono "provare" a separare la classe operaia
e i poveri. Usando la sostituzione tramite lavoratrici a basso costo, le
aziende sono in grado di minare le condizioni dei lavoratori, e ridurre
così le loro tutele generali. Promuovendo l'ostilità tra i due sessi, le
aziende e i capi minano l'organizzazione dei lavoratori e la resistenza.
Ciò aumenta notevolmente il potere della classe dirigente.
Alcuni uomini credono alle bugie sessiste della classe dirigente. Una
delle ragioni è il grande potere dei media. Un'altra ragione è la
frustrazione che gli uomini provano in ambienti lavorativi razzisti e non
democratici, avvertendo la paura dell'inadeguatezza e del pericolo della
disoccupazione. Questo li porta a riversare il loro risentimento sulle
famiglie e sulle donne. Ma questi fattori mostrano che il comportamento
sessista degli uomini è radicato in condizioni interne al capitalismo, non
negli ormoni degli uomini o nella natura biologica, come vuol farci
credere la classe dirigente. Il punto è che gli uomini, in generale,
giocano un ruolo chiave nell'oppressione delle donne, ma non sono la causa
del problema.
Chiaramente, ne consegue che non è un'attitudine sessista a rendere le
donne cittadine di seconda classe. Paghe basse, nessuna sicurezza
lavorativa, ecc. sottraggono alle donne potere e le isolano nella società.
La propaganda dei capi, favorita dalle condizioni del sistema capitalista,
è la causa principale dell'idea sessista.
Può la classe lavorativa maschile trarre profitto dall'oppressione delle
donne?
Non dobbiamo dimenticare che gli uomini possono guadagnare
dall'oppressione della donna nel senso che possono provare una
"sensazione" di superiorità su di lei, o raggiungere più bassi tassi di
disoccupazione o lavori molto più ben pagati.
Allo stesso tempo, loppressione delle donne porta rovinosi risultati per
la classe operaia e i poveri. Divide la battaglia dei lavoratori. Ne
conseguono minori garanzie e meno tutela per tutti. Crea disagi personali.
Di conseguenza, non esistono interessi reali dell'uomo perché le donne
siano oppresse. Al contrario, la libertà delle donne è un pre-requisito
per la libertà degli uomini, giacché solo se si cancellerà l'oppressione
anche gli uomini raggiungeranno una posizione per migliorare le loro vite,
combattendo per migliori condizioni e per un maggior controllo delle loro
vite.
La liberazione delle donne attraverso la rivoluzione della classe operaia
Noi riconosciamo che tutte le donne subiscono oppressione. Ci opponiamo al
sessismo ovunque esista.
Tuttavia, le classi differenziano l'esperienza del sessismo. Le donne
ricche hanno a disposizione personale di servizio, avvocati, ecc. che si
sostituiscono a loro per sbrigare situazioni che, invece, le donne
lavoratrici devono svolgere. Al contrario, sono le donne povere che devono
far fronte all'oppressione.
Dato che il capitalismo e lo stato sono le chiavi dell'oppressione delle
donne, la reale libertà richiede una rivoluzione contro queste strutture.
Da quando le donne della classe dirigente traggono benefici dal
capitalismo e lo stato, e grazie al super-sfruttamento della classe
operaia e delle donne povere che queste strutture utilizzano, non sono più
capaci di trovare la radice da cui nasce l'oppressione. Quindi non
possiamo evocare un'alleanza fra "tutte le donne" contro il sessismo
perché, anche se può apparire strano, alcune donne (appartenenti alla
classe dirigente) hanno un interesse obiettivo nel preservare le strutture
che causano il sessismo (capitalismo e stato).
Solo la classe operaia e i poveri possono combattere il capitalismo e lo
stato, perché solo queste classi non sono sfruttatrici (ma produttrici),
non hanno interessi a mantenere il sistema corrente, e hanno il potere e
la capacità organizzativa per farlo (possiamo organizzarci contro la
classe dirigente attraverso la produzione). Questo significa che solo la
lotta di classe può definitivamente sconfiggere il sessismo. Non si può
creare un "movimento di tutte le classi". Anche se la lotta di classe
contro il capitalismo e lo stato interessa tutti i lavoratori e i poveri
(questo sistema sfrutta, impoverisce, domina e umilia ognuno di loro), le
donne hanno un'ulteriore motivazione per portare avanti questa battaglia:
il capitalismo e lo stato sintegrano perfettamente con l'oppressione
delle donne.
Ne consegue che i veri alleati delle donne nella lotta contro il sessismo
sono i lavoratori e i poveri, e non le donne della classe dirigente.
Questi uomini non hanno nessun interesse nella perpetuazione
dell'oppressione, perché colpisce anche loro. La classe operaia e le donne
povere possono beneficiare di questa sorta di alleanza perché li rende
forti entrambi, impedendo che vengano isolati e ghettizzati.
Questa sorta di unità d'azione richiede che accadono due cose: la prima, è
che le richieste siano comuni a tutti i lavoratori, sia uomini sia donne;
la seconda, è che lattenzione vada a ricadere sui temi femminili in modo
che non vengano marginalizzati. Questo è indispensabile perché non si
possono mobilitare tutti i lavoratori e i poveri senza presentare
motivazioni che riguardino tutte le sezioni dei lavoratori e dei poveri, e
si tende così a porre laccento sui temi femminili non sono opzionali al
resto della battaglia, ma anzi ne sono un nodo cruciale per il successo
del movimento operaio. Quindi, la classe operaia e i poveri possono essere
mobilitati unitariamente per combattere contro il capitalismo, lo stato e
tutte le forme di oppressione.
Di conseguenza, è chiaro che la lotta per la libertà delle donne richiede
una lotta di classe cui prendano parte lavoratori e poveri; viceversa, la
lotta di classe può avere successo soltanto se ha come obiettivo
l'abbattimento dell'oppressione delle donne.
Non siamo d'accordo con quelle femministe che ritengono che, per giungere
all'uguaglianza, debbano diventare capi e politici. Noi vogliamo
distruggere le attuali strutture di dominazione e di sfruttamento. La
battaglia per la liberazione è la battaglia contro il capitalismo e lo
stato. Ed è al contempo una lotta contro le istituzioni sessiste (come il
capitalismo) e le idee sessiste (accettate sia dagli uomini sia dalle
donne).
Capitalismo, Stato, Sessismo:
Un solo nemico, Una sola lotta!
Lavoratori del Mondo - Uniamoci!
Per un Socialismo Anti-Autoritario e Senza Stato!
Attivismo Anarchico Contro l'Oppressione delle Donne
Prospettive Generali
Le priorità del movimento delle donne rivelano l'alta presenza di donne
del ceto medio. Noi crediamo che debbano diventare basilari per la classe
operaia, piuttosto. Noi crediamo che la lotta contro l'oppressione sia una
parte vitale della lotta di classe e una condizione necessaria per la
rivoluzione. Le nostre priorità consistono nel coinvolgere migliaia di
lavoratrici.
Linee Guida dellAzione Quotidiana
Noi lottiamo per una paga equa e per un equo lavoro, per l'accesso delle
donne a quelle attività che tradizionalmente vengono loro negate, per la
sicurezza sul lavoro, per la retribuzione della maternità e la garanzia di
un successivo re-impiego.
Ci opponiamo alla violenza contro le donne e ne difendiamo i diritti di
difesa contro gli abusi perpetrati dagli uomini.
Vogliamo che il lavoro casalingo sia condiviso dagli uomini.
Le donne devono poter raggiungere posizioni di "leadership" nelle
organizzazioni di massa.
Noi crediamo che le donne debbano controllare da sole la loro fertilità.
Devono essere libere di decidere se avere figli o meno, quanti e quando.
Crediamo in una libera contraccezione. Supportiamo l'aborto gratuito,
quando è richiesto. Le donne devono essere libere di poter interrompere
relazioni per loro insoddisfacenti.
Le attitudini sessiste devono essere abbandonate, qui e subito. I compagni
che esibiscono tali comportamenti dovranno cambiare.
Federazione Anarco-Comunista Zabalaza
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Africa
WebSite:
http://www.zabalaza.net
Email: worker@???
Traduzione a cura di: marvin@???
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