[Cm-roma] "non potendo rinunciare al pieno"

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Autore: Paolo Bellino
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Oggetto: [Cm-roma] "non potendo rinunciare al pieno"
qui si parla di economia e consumi. ieri l'istat ha diffuso i dati sull'inflazione, che è in generico calo tendenzialmente, ma accusa vari rialzi in diversi settori, tra cui il carburante. il caro-benzina è noto a tutti.
oggi su repubblica un articolo di luisa grion (una buona giornalista del servizio economico del giornale, madre, friulana e biciclettara in gioventù: una donna concreta, la definirei) analizza il costante calo dei consumi in itaglia.
una frase mi ha copito, in particolare: tra le varie cause dell'anoressia consumistica (come la definisce l'associazione dei commercianti) c'è il fatto che il consumatore deve stare attento a quello che fa anche perchè deve fare benzina. cioè: i carrelli della spesa sono sempre meno pieni perchè il serbatoio deve essere pieno.
c'è qualcosa di marcio, in una cultura che riesce a produrre concetti simili (e ribadisco il mio rispetto per luisa).
"non potendo rinunciare al pieno": è l'inciso in cui, en passant, si illustra con una frase una delle cause che spinge la popolazione a non acquistare beni alimentari, tra gli altri (in costante discesa di prezzo: ogni mese -02%).
"non potendo rinunciare"...

questo è il punto. è un dato ormai assodato, direi incancrenito, del nostro (della popolazione genericamente definibile come occidentale) modo di vivere.
siamo arrivati dunque a questo punto: la totale assunzione acritica che il pieno va fatto, ma sulla spesa si può tagliare?
do' da mangiare alla mia vettura togliendomi il pane di bocca?
ora, chiarendo che la frase di una giornalista lascia il tempo che trova e la sua analisi forse è sbagliata, è proprio ciò che le è sfuggito dalla tastiera che mi preoccupa: indizio di una totale acriticità nei confronti dell'esistenza quotidiana. una frase preoccupante.

noi DOBBIAMO rinunciare al pieno, questa è la chiave (una delle chiavi) per risanarci la vita.
il nostro obiettivo deve essere la SCOMPARSA dello stesso concetto di pieno al serbatoio, se non quello dell'acqua.
quello che i ciclisti critici fanno, o dovrebbero fare, è proprio questo (a parte gli scazzi inutili): mettere il dito lì, in quel punto lì; far vedere ai nostri vicini di banco, di scrivania, di tornio quanto questo modello di spostamento sia insensato e non solo, direttamente e costantemente dannoso: nocivo, e non per i gas di scarico, ma per l'intera gamma di attività umane.

mi si scusi lo sfogo.

più bici, più vita.

amen

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quanti iracheni fai fuori con un litro?

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