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L PERSONAGGIO
Il "prete di strada" ha deciso: non sarà il candidato-bandiera dei centri
sociali in competizione con Bertinotti
Primarie, il gran rifiuto di Don Gallo
"Una poltrona? Oggi la accetterei solo nel Genoa"
il padre Nell´arcivescovo ho trovato un padre. Non mi fatto nessuna
pressione, mi ha lasciato libero di scegliere
La violenza Il calcio è diventato pretesto di ingiustizia Nella Nord esiste
una fascia di malessere, non assolvo ma cerco di capire
MARCO PREVE
Chissà se Fausto Bertinotti ha acceso un cero per il pericolo scampato.
L´uomo che avrebbe potuto calamitare i voti dell´area antagonista, don
Andrea Gallo, ieri ha annunciato di non volersi candidare alle primarie
dell´Unione. Lo ha fatto «con molta serenità, per continuare ad essere in
comunione con la chiesa». In questa intervista spiega però, che una
poltrona l´accetterebbe, quella di consigliere del Genoa, e poi proprio
sulla questiona analizza, senza assolvere, il fenomeno della violenza
calcistica.
Allora, Bertinotti avrà telefonato all´arcivescovo per ringraziarlo?
«Macché - ribatte don Andrea - quando è uscita fuori questa storia della
mia candidatura Bertinotti mi ha mandato dei suoi emissari per dirmi che
non c´era nessuna competizione. E sarebbe stato proprio così, le primarie
sarebbero servite per costruire un tavolo programmatico, non per dividere».
Ma il cardinale Bertone l´ha stoppata?
«Chiariamo subito. Nell´arcivescovo ho trovato un padre. Non mi fatto
nessuna pressione, mi ha lasciato il tempo e lo spazio per decidere. Gli
avevo scritto una lettera di chiarimenti, proprio seguendo quelli che sono
i dettami gerarchici della chiesa, quando lui era ancora a Colonia per le
giornate della gioventù. Quando sono andato a trovarlo di ritorno a Genova
e gli ho chiesto un parere lui mi ha detto che la lettera non l´aveva mai
ricevuta. Probabilmente era andata persa. Così ci siamo parlati, mi ha
detto di pensarci, io gli ho chiesto qual era la sua idea, e lui mi ha
risposto che non poteva averne che una, che era contrario. Ma, lo ripeto,
mi ha lasciato del tutto libero. E io ho scelto in serenità, avrei finito
con il turbare le comunità parrocchiali e religiose».
E adesso?
«Continuerò a seguire e a partecipare ai dibattiti per le primarie. Prodi
mi aveva invitato alla Fabbrica, i centri sociali mi chiamano. Continuo a
non capire la preoccupazione dei Ds per la mia candidatura, ma ormai non fa
niente. Cercherò di sollecitare i cattolici ad approfondire il loro
rapporto con la politica. E poi le solite battaglie, per una legge sulla
depenalizzazione della droga che ci tolga da una posizione retrograda, che
non ha pari in Europa, e poi i problemi dei giovani. Ma lo sai che a
partire dal G8 ad oggi in Italia ci sono seimila ragazzi sotto processo per
reati da manifestazioni di piazza o temi politici. Ci vuole un´amnistia».
Qualcuno che manifestava in piazza contro la globalizzazione è sceso in
strada a incendiare cassonetti per difendere il calcio miliardario di un
presidente industriale, è un controsenso?
«Sì, lo è eccome. Ma ormai il calcio è diventato un pretesto di
ingiustizia. A volte vado in gradinata, nella Nord, e mi accorgo da tempo
che esiste una fascia di malessere. Ci sono un mucchio di ragazzi che la
partita manco la guardano, girano nello stadio in cerca di battaglia. Si è
perso il senso della partita come festa popolare. E le "disgrazie" della
squadra diventano il pretesto per sfogarsi. Non assolvo, ma dico che
bisogna cercare il dialogo».
Quali sono le strade?
«A Napoli e Brescia - ricorda don Gallo - i sindaci Iervolino e
Martinazzoli, mica dei comunisti, hanno acquistato i fabbricati dove si
trovano i centri sociali e li hanno dati in comodato ai ragazzi. Si
comincia da lì per riuscire a parlarsi. Ecco, parlarsi, dovrebbero farlo
anche i miei amici cappuccini che so che han qualche problema con i ragazzi
del Buridda».
Non teme che alla fine la violenza prevalga?
«Eh no. Il mondo va in un´altra direzione. I ragazzi che ora incendiano e
spaccano devono capire di essere superati. Guarda i "sem terra" in Brasile
o gli zapatisti in Messico. Ti organizzano manifestazioni con centinaia di
migliaia di persone, gente che patisce fame e soprusi, eppure sfilano in
città e non succede nulla. E´ una svolta epocale ed è un segno di speranza
per uno come me».
Visto che non correrà per le primarie dell´Unione e che il Genoa è in cerca
di un presidente....
«Presidente proprio no, non fa per me, ma un posto da consigliere...
Spinelli una volta me ne parlò... ma chissà, forse adesso potrebbe essere
la volta buona».
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"Eppure il vento soffia ancora...."
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antonio bruno FORUM AMBIENTALISTA MOVIMENTO ROSSO VERDE 339 3442011
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(luglio 2001).
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