<TERRORISTI> IN SCIOPERO DELLA FAME. PERCHE?
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Sent: Monday, August 29, 2005 5:02 PM
Subject: <TERRORISTI> IN SCIOPERO DELLA FAME. PERCHE?
Oggi nel nostro sito:
-Chi sono gli Iracheni ai quali fini nega il visto? http://www.antiimperialista.org/view.shtml?category=53&id=1125155876
-Interrogazione parlamentare sui visti negati http://www.antiimperialista.org/view.shtml?category=53&id=1125162446
-Donne Irakene accusano: "Women Charges" I crimini delle forze di occupazione e dei loro fantocci contro le donne irachene devono essere resi pubblici
http://www.antiimperialista.org/view.shtml?category=23&id=1125219467
-L'APPELLO PER LA CONFERENZA <Lasciamo in pace l'Iraq - sosteniamo la legittima resistenza del popolo iracheno>: http://www.iraqiresistance.info/call.php
-LISTA DEI PROMOTORI DELLA CONFERENZA: http://www.iraqiresistance.info/endorsers.php
-IL PROGRAMMA DELLA CONFERENZA CHE FINI VUOLE IMPEDIRE : http://www.iraqiresistance.info/
In formato PDF l'originale della Lettera dei 44 congressisti USA all'ambasciatore italiano: www.iraqiresistance.info/media.php
Notiziario del Campo Antimperialista .... 29 agosto 2005
http://www.antiimperialista.org
Questo Notiziario contiene:
1. <TERRORISTI> IN SCIOPERO DELLA FAME. ECCO PERCHE'?
2. LA LETTERA DEI 44 membri del Congresso USA
3. L'APPELLO DI LECCE - CONTRO L'INGERENZA AMERICANA
4. VOGLIAMO VEDERE I VISTI
La lettera di protesta indirizzata a G. Fini coi firmatari
1. <TERRORISTI> IN SCIOPERO DELLA FAME. ECCO PERCHE'?
La questione dei visti negati ad alti esponenti iracheni che si oppongono all'occupazione ha conquistato le prime pagine di tutti i giornali. Un piccolo successo, se si pensa che fino a qualche giorno fa si parlava invece di presunti <finanziamenti al terrorismo iracheno> e degli sfracelli a cui noi andavamo incontro.
Merito anzitutto del Comitato Iraq Libero, che presiede, a nome di un ampio schieramento mondiale (http://www.iraqiresistance.info/endorsers.php) all'organizzazione della Conferenza internazionale prevista a Chianciano per i giorni 1 e 2 ottobre. Comitato Iraq Libero che e' riuscito a raccogliere, nel giro di pochi giorni, tantissime qualificate adesioni alla lettera di protesta indirizzata al Ministro degli esteri italiano (vedi sotto).
Che non solo gli ambienti antimperialisti ma il mondo della cultura, dell'informazione, del diritto, della scienza, della chiesa, siano scesi in campo affinche' la Conferenza possa svolgersi, ha certamente contribuito a rompere il muro di silenzio. Ci sono infatti volute tre settimane (eccezion fatta per il manifesto) affinche' la stampa parlasse dell'arrogante ingerenza dei 44 congressisti americani (vedi sotto). Cosa chiedono, a nome di Bush, i 44 (tutti esponenti della destra Neocon)?. Due cose. Obbiettivo massimo: far fuori una volta per tutte il Campo (che per Lorsignori sarebbe capostipite di tutti i disfattisti antiamericani). Obbiettivo minimo: impedire la Conferenza internazionale del 1-2 ottobre.
Per quanto concerne l'illegalizzazione del Campo, dicono i 44 ai satrapi italiani, vi diamo un po' di tempo (intanto, per dare una mano e una spinta al governo italiano la Casa Bianca porebbe infilare il Campo nella famigerata Lista nera), ma la Conferenza e' alle porte e dovete darci un segnale immediato.
Il segnale e' arrivato presto. Poco prima di ferragosto il Ministero degli Esteri interviene di persona affinche' la nostra ambasciata a Bagdad faccia marcia indietro bloccando immediatamente la consegna dei visti agli invitati iracheni. E' stata la prova inconfutabile di almeno tre cosette: 1) che la politica estera italiana non si fa a Roma ma a Washington, 2) che il <partito americano> non solo infetta le istituzioni italiche ma ha un peso dominante nella compagine governativa, 3) che Fini e' ormai il principale referente politico di questo partito.
Ieri, 28 agosto, a causa della pressione mediatica, il Ministro degli esteri e' sceso personalmente in campo, affermando che i visti non saranno concessi perche' gli esponenti iracheni invitati <rappresentano una minaccia alla sicurezza nazionale italiana>. E perche' rappresenterebbero una minaccia? Udite, udite: non perche' sarebbero dei terroristi, quanto perche' sono contrari all'occupazione imperialista dell'Iraq e verrebbero in Italia a raccogliere --fondi alla guerriglia? macche': <consensi alla loro causa>.
Siamo davanti ad un fatto enorme: Fini rifiuta il diritto di parola a capi politici iracheni che nello stesso Iraq sotto tallone USA possono manifestare la loro opposizione alla guerra d'aggressione e all'occupazione che ne e' seguita. Ergo: c'e' piu' liberta' d'espressione in un paese sotto occupazione straniera che in Italia.
La <Linea del Piave> tracciata da Fini è dunque di un'inaudita gravita'. La sua decisione viola palesemente sia la Costituzione italiana che cio' che resta del Diritto internazionale, che non solo sancisce il diritto a resistere da parte di un popolo aggredito, ma la liberta' di pensare e di dire che la Resistenza e' legittima e giusta.
C'e' poi un altro punto. Che intende Fini per <sicurezza nazionale>? Egli agisce come un patetico proconsole di Bush, per cui la sicurezza italiana corrisponderebbe, come per transitiva proprieta', a quella degli Stati Uniti. Ma non e' cosi. Gia' la maggior parte dei cittadini pensa che la politica imperiale di Bush metta a repentaglio oltre alla pace gli interessi del popolo italiano, e quindi la loro sicurezza. Alzando un muro contro l'Iraq ribelle, Fini ostenta al mondo intero un'Italia guerrafondaia, antiaraba, antimusulmana e schiacciata sulle posizioni di Bush-Stranamore.
Noi rovesciamo l'accusa: se qui c'e' una minaccia alla nostra sicurezza questa e' rappresentata proprio dalla politica estera del <partito americano> a Roma.
Andreotti afferma (meeting di CL) che questo e' <il paese dei precedenti>, ovvero: un atto politico (a maggior ragione se istituzionale) ove non respinto dal corpo sociale, finisce per diventare consuetudime politica, se non un vero e proprio principio giuridico (malgrado sia extra-costituzionale). Oggi Fini nega il diritto di parola a iracheni contrari all'occupazione, cosi facendo stabilisce un <precedente>, un principio politico-giuridico per cui domani chiunque pensi e dica che il popolo iracheno ha ragione a combattere contro gli occupanti verra' messo nelle condizioni di tacere.
Non si tratta dunque solo di visti, si tratta se questo paese, sulla questione cruciale della guerra, accettera' la liberta' di pensiero e di espressione, oppure se seguira' le orme di Bush e del Patriot Act, per cui, chi sostenga la Resistenza, viene incarcerato per propaganda antinazionale e fiancheggiamento al terrorismo.
Ognuno capisce che razza di colossale slittamento verso la tirannia stiamo subendo.
Ancora ai tempi del Vietnam, ma pure del Nicaragua, cittadini americani potevano non solo protestare contro la guerra, ma dichiarare che preferivano la vittoria dei Vietcong o dei sandinisti. Potevano non solo dirlo ma aiutare quelle rivoluzioni, recarsi in quei paesi e raccogliere fondi per le lotte di liberazione. Oggi, negli USA, si puo' andare in galera per molto meno.
Il post-fascista Fini scalpita per allineare l'Italia allo standard dispotico ora vigentge negli USA. Cio' facendo calca le orme di Mussolini, che incarcerva come presunto agente del <nemico> chiunque fosse contrario all'invasione coloniale dell'Etiopia.
Una certa destra becera e filoamericana su questo sta in effetti picchiando duro (e prende noi come capro espiatorio) e dice: c'e' una guerra mondiale in corso, c'e' una guerra di civilta' (anche Mussolini giustificava il suo imperialismo con la necessita' di esportare la civilta' di Roma contro i selvaggi abissini) non si puo' stare nel mezzo, tantomeno col <nemico>. Chi sta col <nemico> sta coi <terroristi>, chi sta coi <terroristi> va messo a tecere con ogni mezzo.
Vi sembra poco? E' forse una questione che riguardi solo i militanti antimperialisti? Ovvio che no: qui sono chiamati in causa tutti coloro che sono stati contro la guerra, che sono contro l'occupazione dell'Iraq, anche coloro i quali, diversamente che da noi, non giungono a sostenere la Resistenza.
A volte un particolare contiene l'universale. E questo e' uno di quei casi. Anche per questo sta montando la polemica, non soltanto perche' il ceto politico e' diviso e si accapiglia in vista delle elezioni. C'e' la percezione che oltre ad essere un paese a sovranita' limitata, stiamo precipitando con dosi omeopatiche sotto una vera e propria dittatura a stelle e striscie, per cui la liberta' ci sara' solo per coloro che stanno con gli americani.
In questo contesto il Comitato Iraq Libero ha deciso di provare a sfondare la <Linea del Piave> tracciata da Fini.
A giorni alcuni compagni entreranno in sciopero della fame affinche' i visti agli amici iracheni siano concessi.
Iniziativa disperata? Lotta velleitaria?
Fini deve assumersi fino in fondo le responsabilita' dei suoi atti. Sbaglia, il Vassallo, se pensa che possa cavarsela a buon mercato.
Per tutti noi e' chiaro che il diniego dei visti e' un modo, non solo di impedire la conferenza, ma di aprire il <fronte interno> della guerra, obbligando le riottose istituzioni affinche' si schierino col potere imperiale e quindi portino un assalto frontale a chi, come noi, ha ancora voce per dire che il nemico numero uno dell'umanita' e' Bush, sono gli USA, e nostri amici i popoli ribelli.
Sappiamo cosa significhi uno sciopero della fame. E' una forma di resistenza che, ove il potere persista nella sua arroganza, puo' condurre a sacrifici estremi.
Non abbiamo, per impedire che sulla pelle nostra si consumi il <precedente>, altra scelta. Possiamo perdere? Certo, ma meglio perdere a testa alta che piegarla dandola vinta al l'Italia di Berlusconi e del servilismo verso gli Stati Uniti. Ci dicono che gli italiani siano ormai narcotizzati, rimbambiti, egoisti assuefatti a tutto. Puo' darsi. E' che ci non lottiamo solo per loro ne', tantomeno, solo per noi, ma per i popoli oppressi di tutto il mondo, per tutti e dannati della terra che stanno affrontando sacrifici ben piu' duri dei nostri.
Forse non abbiamo la stessa tempra del Che, ma vorremmo almeno provare a tener fede alla sua inequivocabile consegna:
<Le nostre aspirazioni, in sintesi, sono queste: distruzione dell'imperialismo mediante l'eliminazione del suo baluardo più potente: il dominio imperialistico degli Stati Uniti d'America. Come obbiettivi tattici assumiamo la liberazione graduale dei popoli, a uno a uno, o per gruppi, attirando il nemico in una lotta difficile fuori dal suo terreno, liquidando le sue basi di appoggio: i territori dipendenti. ...Cosa importano i pericoli o i sacrifici di un uomo o di un popolo quando è in gioco il destino dell'umanità! Tutta la nostra azione è un grido di guerra contro l'imperialismo e un appello per l'unità dei popoli contro il grande nemico del genere umano: gli Stati Uniti d'America. In qualsiasi luogo ci sorprenda la morte, sia essa benvenuta, purchè questo nostro grido di guerra giunga ad un orecchio sensibile e un'altra mano si tenda per impugnare le nostre armi ed altri uomini si apprestino ad intonare il canto funebre con nil crepitio delle mitragliatrici e nuove grida di guerra e di vittoria>.
Messaggio alla Tricontinentale, 17 aprile 1967
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2. LA LETTERA DEI 44 membri del Congresso USA
Congresso degli Stati Uniti
Washington, DC 20515
28 giugno 2005
(resa nota pubblicamente negli USA il 27 luglio, rilanciata dal Campo in Europa il 4 agosto)
Ambasciatore Sergio Vento
Ambasciata d'Italia
3000 Ehitehaven Street, N.W.
Washington, D.C., 20008
Caro ambasciatore Vento:
Scriviamo per esprimere la nostra preoccupazione perché gruppi che appoggiano attività terroristiche hanno in progetto di incontrarsi prossimamente in territorio italiano per pianificare una campagna di appoggio finanziario al terrorismo. Come lei forse saprà, membri e simpatizzanti del "Campo Anti-imperialista" (AIC) stanno organizzando un incontro a Roma nei giorni 1-2 ottobre per una Conferenza Internazionale di Appoggio alla Resistenza Irachena.
Noi riteniamo che l'AIC, che funge da coalizione di vari gruppi legati al regime di Saddam Hussein e agli insorti iracheni, faccia parte di una rete internazionale di finanziamento dei terroristi che si estende dall'Iraq all'Europa. In un convegno del settembre 2003 in Italia, vicino ad Assisi, città il cui nome è legato in perpetuo alla pace, il "Campo Anti- Imperialista" lanciò una campagna "Dieci Euro per la Resistenza Irachena", per inviare aiuti verso aree in cui è ben nota l'attività delle forze degli insorti, compresa la provincia di Al Anbar. Questo gruppo ritiene che la violenza per resistere al nuovo governo iracheno e ai suoi alleati della Coalizione sia legittima e ammette tranquillamente di essere favorevole all'utilizzo del denaro per acquistare armi ed equipaggiamento militare.
Sulla base delle dichiarazioni pubbliche dell'AIC e di altri gruppi, riteniamo che la conferenza di Roma sarà utilizzata per raccogliere ulteriori fondi per il terrore in Iraq e per coordinare campagne simili in tutta Europa e nel mondo.
L'Italia e gli Stati Uniti hanno una lunga storia di collaborazione per la libertà, dai giorni di Garibaldi fino alla Guerra Fredda. Attualmente americani e italiani operano in Iraq affrontando insieme il pericolo continuo di attacchi terroristici. Non lasciate che quanti odiano la coraggiosa lotta del popolo iracheno per conquistare la democrazia e la sicurezza possano usare l'Italia come base per le loro campagne di finanziamento. Siamo pronti a lavorare con i nostri governi per fermare il flusso di denaro ai terroristi e difendere i valori che condividiamo.
Cordiali saluti,
Seguono 44 firme
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3. L'APPELLO DI LECCE
CONTRO L'INGERENZA AMERICANA
CRESCONO LE ADESIONI ALL'APPELLO PER ESPRIMERE SOLIDARIETA' AL CAMPO.
<<E' di pochi giorni fa la notizia dell' indebita "iniziativa" di 44 membri del Congresso americano che hanno formalmente invitato l' ambasciatore italiano a Washington, Sergio Vento, ad usare il pugno di ferro contro il Campo antimperialista e ad impedire con ogni mezzo l' organizzazione e la realizzazione della Conferenza Internazionale sull' Iraq che si terrà a Chianciano Terme il !° e 2 Ottobre p. v..Data la gravità e la tracotanza insieme di un tale atto, ogni commento ci sembra superfluo; riteniamo di dover prendere posizione manifestando piena solidarietà ai componenti del Campo antimperialista, la cui libera espressione è minacciata in spregio ad ogni più elementare diritto. Sollecitiamo l' adesione a questo appello da parte di chiunque si riconosca nei principi della libertà e della democrazia e reputi che l' Italia sia una nazione sovrana che non può accettare imposizioni da chicchessia e tanto più da uno stato che spesso ci ha trattati da vassalli, con l' avallo dei nostri governi (vedi Cermis, casi Calipari e imam Omar,etc.)>>
Comitato Salentino contro la Repressione
Collettivo Iqbal Masih
Rifondazione Comunista di Lecce
Circolo politico-culturale " Il Cantiere"-Lecce
Cobas-Scuola Lecce
Mauro Pascariello-Consigliere Federale Nazionale dei Verdi
Romeo Candido-Componente Esecutivo Prov.le dei Verdi
Si può aderire inviando un' e-mail al seguente indirizzo: campoantimperialista@???
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4. VOGLIAMO VEDERE I VISTI
La lettera di protesta indirizzata coi firmatari
Al Segretario Generale del Ministero degli Esteri, Paolo Pucci di Benisichi
Al Ministro degli Esteri Gianfranco Fini
I Comitati Iraq Libero, insieme ad un ampio schieramento di promotori, hanno organizzato una Conferenza internazionale da tenersi in Italia nei giorni 1-2 ottobre 2005 sul tema: "Lasciamo in pace l'Iraq. Sosteniamo la legittima resistenza del popolo iracheno".
Fra i relatori internazionali hanno già assicurato la loro partecipazione, fra gli altri, i seguenti Alti rappresentanti della società civile irachena:
Ayatollah Sheikh Jawad al KHALESI, leader del Iraqi National Foundation Congress; Ayatollah Sheikh Ahmed al BAGHDADI; Salah al MUKHTAR, già ambasciatore iracheno in India; Sheikh Hassan al ZARGANI, Portavoce internazionale del movimento di Muqtada al Sadr; Mohamad FARIS, Comunista patriottico iracheno; Ibrahim al KUBAYSI, fratello del segretario dell'Alleanza Patriottica Irachena, rapito dagli americani il 4 settembre 2004.
Abbiamo appreso, agli inizi di agosto, che 44 membri del Congresso degli Stati Uniti hanno inviato una richiesta formale al governo italiano, invitandolo ad impedire lo svolgimento del convegno.
L'ambasciata italiana a Bagdad, nei giorni successivi, mutando repentinamente la posizione tenuta fino a quel momento, ha comunicato che i visti richiesti per gli esponenti iracheni non sarebbero stati più concessi per decisione politica del Ministero degli Esteri.
La evidente pressione esercitata sul governo italiano dagli Stati Uniti, che ha portato alla negazione dei visti, rischia di rendere impossibile lo svolgimento di una conferenza che potrebbe contribuire alla ricerca di una pace giusta in Iraq, nel rispetto del diritto all'autodeterminazione dei popoli.
I sottoscritti, di fronte a questa gravissima ingerenza negli affari interni del nostro paese che calpesta i diritti democratici sanciti dalla Costituzione, chiedono al Ministero degli Esteri a al governo italiano di garantire il rilascio dei visti richiesti.
-Giorgio Bocca - Giornalista, partigiano e storico della Resistenza
-Gianni Vattimo - Filosofo ed ex parlamentare europeo
-Giulio Girardi - Filosofo e teologo della liberazione
-Samir Amin - Professore di economia a Dakar, Forum Terzo Mondo
-Luigi Cortesi - Professore emerito Università "l'Orientale", Napoli
-Hamza Piccardo - Segretario nazionale UCOII
-Domenico Losurdo - Filosofo, Università di Urbino
-John Catalinotto - International Action Centre - Usa
-Aldo Bernardini - Docente di diritto internazionale, Università di Teramo
-Falco Accame - ex Presidente della Commissione difesa della Camera dei deputati
-Franco Cardini - Istituto Studi Umanistici, Firenze
-Carlos Varea - Coordinatore della Campagna Spagnola contro l'Occupazione e per la Sovranità dell'Iraq
-Mario Santos - Filipino Workers Association (FWA)
-Klaus Hartmann - Vicepresidente dell'Associazione mondiale dei Liberi Pensatori
-Stefano Chiarini - Giornalista de Il Manifesto
-Giuseppe Pelazza - Avvocato, Milano
-Vainer Burani - Avvocato, Reggio Emilia
-Giovanni Bacciardi, - Docente universitario, Firenze
-Alessandra Kersevan - Ricercatrice storica
-Marco Ferrando - Direzione nazionale di Rifondazione Comunista
-Vener Malabanan - Co-coordinatore Philippine Peasant Support Network (Pesante)
-Alessandro Leoni - Membro del Comitato Politico Nazionale di Rifondazione Comunista
-Andrea Catone - Membro del Comitato Politico Nazionale di Rifondazione Comunista
-Eros Francescangeli - Storico del Movimento operaio
-Ugo Giannangeli - Avvocato, Milano
-Roberto Massari - Editore
-Gianfranco La Grassa - Economista
-Arturo P. Garcia - Coordinatore Justice for Filipino American Veterans (JFAV)
-Giancarlo Paciello - Studioso del Medio Oriente
-Jaime Ballesteros - Organizzazione di Solidarietà dei Popoli di Asia, Africa ed America Latina - OSPAAAL
-Manolis Arkolakis - Lega Internazionale dei Popoli in Lotta - ILPS
-Jean-Pierre Page -Comitato francese della Prima Conferenza Internazionale per il sostegno della Resistenza del popolo iracheno
-Wilhelm Langthaler - Portavoce internazionale Campo Antimperialista
-Leonardo Mazzei - Portavoce Comitati Iraq Libero
-Haluk Gerger - Politologo e giornalista turco
-Jose Maria Sison - Lega Internazionale dei Popoli in Lotta - ILPS
-Costanzo Preve - Filosofo
-Subhi Toma - Sociologo iracheno residente in Francia
-Jan Myrdal - Autore svedese
-Silas Cerqueira - Professore universitario, Portogallo
-Clara Sastre - OSPAAAL Spagna
-Roberto Gabriele - Comitati Iraq Libero
-Fausto Schiavetto - Comitati Iraq Libero
-Guerry Hoddersen - Segretario internazionale Freedom Socialist Party, sezione USA
-Arnljot Ask - Segretario internazionale Partito Comunista Operaio di Norvegia
-Hamin Barole Abdu - Poeta e scrittore eritreo
-Don Andrea Gallo - Comunità San Benedetto al Porto, Genova
-Moreno Pasquinelli - Portavoce di Legittima Difesa
-Roberto Saviano - Scrittore e giornalista free lance
-Lars Akerhaug - Comitato Iraq Libero, Norvegia
-Metin Atak - Confederazione dei lavoratori turchi in Europa, Germania
-Dan Borjal - ILPS
-Andrea Domenici - Ricercatore universitario, Pisa
-Simona Scotuzzi - Ghedi (BS)
-Fabio Marcelli - Vicesegretario Associazione internazionale Giuristi Democratici
-Giulio Bonali - Medico, Fiorenzuola d'Arda (PC)
-OOSPAAL, Spagna
-David San Martin - Comitato di Solidarietà con la Causa Araba CSCA, Spagna
-Emanuele Profumi - Bastaguerra, Roma
-Collettivo Iqbal Masih, Lecce
-Dante Bedini - Insegnante, Treviso
-Amhed Celik - Federazione dei lavoratori emigranti in Germania, AGIF
-Tusio De Iuliis - Presidente Associazione di volontariato e solidarietà "Aiutiamoli a vivere"
-Emilio Rossi - Presidente CIAC (Centro Immigrazione Asilo e Cooperazione) Parma
-Luca Maddalena, Vicenza
-Gian Luigi Maddalena, Vicenza
-Laura Dalle Molle, Vicenza
-Angelo D'Orsi - Storico, professore universitario Torino
-Piera Graffer
-Giuseppe Zambon - Editore, Verona
-Tuula Happianen
-Il presidente e tutti i soci della Cooperativa Auriga di Gallipoli
-Maria Grazia Ardizzone - Portavoce Campo Antimperialista Italia
-Stefano Mencherini - Giornalista indipendente e regista RAI
-Rocco Carbone, Buenos Aires
-Roberto Renzetti - Fisico
-Marcello Belgioioso - Consigliere comunale (indipendente Prc) Lecce
-Romano Galligani, Firenze
-Karima Angiolina Campanelli - Regista, Napoli
-Stefano Taglienti
-Elvira Rossi
-Aldo Trombone, Gallipoli
-Antonio Moscato - Università di Lecce
-Dimitri Tsalos - Comitato Iraq Libero, Germania
-Susanne Scheidt - Giornalista e rappresentante di Al-Awda Italia
-Paolo Consolaro - Studioso della comunicazione
-Comitato permanente per la tutela dei diritti dei genitori, Lecce
-Giovanni Franzoni - Animatore di Comunità Cristiane di Base
-Giuseppe Corlito - Direttore dipartimento di Salute Mentale, Grosseto
-Federico Giusti - Confederazione Cobas, Pisa
-Giorgio Nobili, Milano
-Pierluigi Sassola, Stoccolma
-Giuseppe De Marzo - Portavoce "A sud"
-Mirko Servetti - Poeta e scrittore
-Fabio Faina - Consigliere comunale PdCI, Perugia
-Eduardo Zerené
-Simona Masini - Opinionista Medio Oriente, Piazza Liberazione
-Giuseppe Colao, Firenze
-Marino Badiale - Professore ordinario di Matematica, università di Torino
-Giuseppe Amata - Professore università di Catania
-Gilles Munier - Segretario generale dell'associazione di Amicizia franco-irachena
-Miranda Vallero
-Paola Mazzoni - Medico, Roma
-Kouros Puriak - Insegnante, Roma
-Mariano Mingarelli - Presidente associazione di Amicizia italo-palestinese (Firenze)
-Museo Ernesto Che Guevara, Buenos Aires
-Eladio Gonzalez - Direttore del museo Che Guevara di Buenos Aires e della Scuola di Solidarietà con Cuba "Chaubloqueo"
-Rosa Revsin - Fotografa, Argentina
-Mar Samos - Attivista di Amnesty International e del CSCA, Valladolid
-Werner Pirker - Giornalista, Vienna
-Irish Unity Committee - Houston, Usa
-Nora Dwyer - Organizzatrice dell'Irish Unity Committee
-Heather Cottun - Troops Out Now Coalition, New York
-Joan O'Keefe - Halifax, Canada
-Claudia Greene - Chicago, Usa
-Elena Borisova, Russia
-Rafael Pla-Lopez - Professore università di Valencia
-Edgardo L. Fernandez Stacco - Presidente Casa Amicizia Argentino-cubana, Bahia Blanca (Argentina)
- Lidia Menapace
per adesioni scrivere ad iraqlibero@???
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