da un'amica che vive al cairo un divertente raccontino di come stanno messi lì
"Dunque, la situazione bici è che qui la bici è un mezzo di trasporto
per poveri. Essendo questo un paese non poco classista, la cosa pone
parecchi limiti all'uso del mezzo.
Ho spiegato tutto qui:
http://www.ilcircolo.net/lia/000194.php
Per me è stato proprio un dispiacere, ti dirò, ché andare in bici era
una delle cose che volevo proprio fare: l'ultima goccia che mi spinse
a mandare il curriculum in Egitto fu la sera che mi tamponarono sulla
Pavese mentre tornavo dal lavoro.
Mi tamponarono a 'sto semaforo e io, semplicemente, scoppiai in
lacrime. Al povero tamponatore venne un accidenti, ovviamente, ché -
poveretto - credeva che mi fossi fatta male ed era lì a scusarsi e io,
tra i singhiozzi: "No, è che non si può fare questa vita!!"
Poi tornai a casa e spedii il curriculum all'università dell'Alto Egitto.
Dove, appunto, la mia idea era di andare in bici, ma vabbe'.
Al Cairo, invece, la bici mi pare uno strumento per suicidi. Sia per
le macchine che girano che per lo stato delle strade e, cosa
fondamentale, per l'inquinamento dell'aria. Che è davvero tanto, fa
spavento.
Ritrovarsi in bici dietro autobus e macchine che buttano tonnellate di
fumo nero deve essere la normalità e non credo che si viva a lungo, a
farlo tutti i giorni.
Non so quanti ne stirino, ma una immaginerebbe che parecchi.
Poi, come è noto, Allah è grande e gli egiziani sono tanti, il che
vuol dire che la maggioranza sopravvive e non viene stirata o
accartocciata nella sua macchinina, ma io catalogherei questo dato
alla voce "miracolo".
Qui di notte guidano tutti senza fari, per dire, e di giorno sono dei
pazzi furibondi. L'egiziano al volante subisce una metamorfosi e, dal
gentile festaiolo che sei abituata a vedere finché è a piedi, si
trasforma in una specie di belva. Mi è capitato di dover prendere un
taxi per attraversare la strada, ché altrimenti non c'era verso.
In mezzo al delirio di macchine che sfrecciano in terra e in cielo (il
Cairo è pieno di allarmanti sopraelevate e Mubarak è stato
soprannominato "Hosni Ponte", per averle costruite), vedi però un
mucchio di bici, carretti, poche sedie a rotelle (carissime) e molte
tavole di legno con delle rotelline sotto e un signore senza gambe o
con gambe inutili che si spinge con le mani. Tra le macchine, sulla
sopraelevata, come fosse in una tangenziale affollata.
Ci sono tutti i mezzi, quindi.
La bici, in genere, la associ al panettiere: centinaia di giovani
panettieri che con una mano tengono il manubrio e con l'altra reggono
quest'immenso vassoio di pane sopra la testa.
Il fatto che ce ne siano tanti mi fa pensare che siano soliti arrivare
a destinazione, e con il pane.
Claxon? Uh, non lo so. Credo abbiano di tutto, o anche nulla. Una
volta ne vidi una con delle belle sacche di pelle ai due lati del
manubrio. Poi guardai meglio e mi accorsi che, in realtà, erano due
stomaci di pecora. Comunque, come borse, rendevano."
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quanti iracheni fai fuori con un litro?
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